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Autore: Aqua Keta    18/05/2023    3 recensioni
Le parole di Oscar erano state chiare, perentorie, inequivocabili.
Di lui non aveva più bisogno ...
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alain de Soisson, André Grandier, Oscar François de Jarjayes, Soldati della guardia metropolitana di Parigi
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Dannazione!

Il nuovo comandante si appresta a far visita alla camerata. In anticipo …

Liberiamo velocemente il tavolo da carte e bottiglie.

Dico ai ragazzi di ricomporsi, sistemarsi le braghe e allacciare le giacche.

La porta si spalanca e d’Agoult fa entrare … UNA DONNA!!!

Non posso credere ai miei occhi. Non so se i miei compagni se ne siano resi conto, ma io ho l’occhio lungo. Ho una certa esperienza.

Un fiume di riccioli dorati ad incorniciare due schegge di cielo. Caz … che pezzo di femmina! E questa dovrebbe impartirci degli ordini?

Con voce ferma pronuncia il suo nome “Sono Oscar Francois de Jarjayes e sono il vostro nuovo comandante”

Ma dove siamo? A carnevale?

Quello schianto fasciata in blu avanza al centro della stanza con passo fiero. Lo sguardo è di ghiaccio. Ogni occhiata è una lama che ti sfiora.

Scorre velocemente il volto di ognuno … poi …

Ehi… un momento. Forse agli altri può essere sfuggita la cosa, ma non ad Alain de Soissons. I suoi occhi si soffermano sul mio nuovo compagno, alle mie spalle, il figlio del falegname. Una leggera nota di stupore. Che cosa significa? Si conoscono? Questa faccenda non mi piace. E ancora di meno dover prendere ordini da una donna. In più nobile. Con le donne sono io a dar ordini. Loro eseguono e … io ne esco soddisfatto e loro altrettanto. Con me le donne amano prendere gli ordini.

“Soldati della Guardia salutiamo il nuovo Comandante” invito i ragazzi mettendoci tutti sull’attenti.

Si volta per uscire e non posso che rimanere meravigliato per il portamento elegante e nel contempo composto e fiero di questa Jarjayes.

La porta si richiude.

Volgo lo sguardo verso Grandier. Mi deve delle spiegazioni.

 

Non posso crederci. Convinta di ricominciare, ora ti ritrovo qui.

Intravvedo il tuo volto tra le fila dei soldati.

Esco dallo stanzone e mi ritiro nel mio ufficio.

Chiedo a D’Agoult di convocarti .

La porta si apre.

Da quando sei così imponente? E’ forse l’uniforme che esalta ancora di più la tua figura?

Non lasci trasparire alcuna emozione.

“Perché sei qui? Perché ti sei arruolato nei Soldati della Guardia? Ti ho detto che non ho più alcun bisogno di te” – sono furiosa.

“Non cercare inutili spiegazioni Oscar. Mi sono semplicemente arruolato. Avrei dovuto rimanere con le mani in mano? Credi che il Generale mi avrebbe tenuto a palazzo Jarjayes?  Per cosa? Per continuare a strigliargli il cavallo?  Ho un amico nei Soldati della Guardia …”

Serro i pugni pronta a controbattere ma mi anticipi – “Che cosa ti urta di più Oscar? E’ forse l’essere consapevole che io sia l’unico in grado di proteggerti?”

Non stacchi lo sguardo dal mio . Una sfida o cerchi una conferma alle tue parole?

Svio il discorso per un attimo – “Potevi almeno mettere al corrente tua nonna. E’ sinceramente preoccupata”

“Immagino l’avrai rincuorata. E comunque sabato sarò in libertà. Andrò a trovarla e prenderò alcuni miei effetti personali”

Non ne comprendo il motivo ma provo una strana sensazione, un senso di abbandono di fronte a quanto hai appena detto – “Non  tornerai più a casa?”- ti domando nei miei pensieri.

I tuoi occhi si insinuano nei miei. Li sento scavarmi dentro. Quanto mi conosci?

Sull’attenti, batti i tacchi e porti la mano tesa alla fronte facendo il saluto militare –“Sempre ai vostri ordini Comandante”.

“Andrè io …!”

Richiudi la porta senza voltarmi le spalle.

“Fa come ti pare”- è ciò che riesco solo a pronunciare mentre dentro mi sento bruciare per questo tuo affronto.

 

Nei tuoi occhi lame d’orgoglio pronte a trafiggere il tuo interlocutore.

Il tuo sguardo gelido oramai non può più nulla su di me. Ti conosco Oscar. So leggerti dentro. Pensieri ed anima. Dove tu sarai, io sarò.

Quale scusa vuoi inventare? - “Cosa ti urta? Che io sia qui o che sia l’unico in grado di proteggerti?”

Brucia la rabbia nei pugni stretti di fronte all’evidenza.

“Ho alcune amicizie nei Soldati della Guardia. Mi hanno semplicemente dato una mano a trovare un nuovo lavoro.”

“Potevi almeno avvisare tua nonna. E’ molto preoccupata”- tenti di deviare la conversazione. Non è stata forse tua la preoccupazione? Che cosa hai pensato quando mi hai visto andare via qualche sera fa? Che cosa hai provato?

“Ho il primo giorno di libertà sabato. La andrò a trovare … anche per prendere alcuni effetti personali”

Increspi leggermente la fronte con un velo di stupore -“Vuoi dire che non verrai più a casa?”- è questo che stai pensando. Oscar ti stai tradendo semplicemente con i tuoi gesti ed i tuoi sguardi.

Fisso il tuo volto contratto in un’espressione tra la disapprovazione e l’essere dispiaciuta.

“Io ci sarò . Sempre”- concludo quasi bisbigliando battendo i tacchi – “Sempre ai vostri ordini Comandante”.

 

I ragazzi si lamentano.

“Volete sapere una cosa? Il nostro comandante, in realtà, è una donna!”

Obbedire ad una donna, MAI! Non ne vogliono sapere.

Me ne sto sdraiato tentando di mettere insieme i primi tasselli di questa storia per nulla chiara.

“Alain … noi ti consideriamo il nostro capo. Cosa ne pensi?”- sono tutti assiepati attorno alla mia branda.

“Questa storia non mi piace, non mi piace per niente”- gli occhi chiusi. La vedo attraversare i miei pensieri.

Se non erro Grandier non è tra loro. D’Agoult lo è venuto a chiamare.

Non voglio metterlo in difficoltà di fronte agli altri.  Avrò occasione di chiarire. Non amo i sotterfugi tanto meno essere preso in giro.

Eccolo. Richiude la porta.

Siedo sul letto e fisso quella sua unica luce.

Andrè … cosa nascondi?

 

Richiudo la porta.

Alain siede sulla branda. Mi fissa.

I ragazzi si voltano. Sento tutti i loro sguardi pesare, carichi di domande.

Li ho uditi parlare del fatto che tu sia una donna. A loro non garba il fatto.

Hanno fatto finta di nulla ed io altrettanto.

Terminato di lucidare il fucile ho cenato in disparte. Ho evitato ogni tipo di conversazione.

Oscar, so che sei fermamente convinta nel proseguire su questa strada. Non sarà certo un manipolo di uomini rozzi a farti cambiare idea. Ti conosco bene. Andrai avanti a testa alta e qualsiasi cosa possa succedere sarai in grado di venirne fuori vittoriosa. Come sempre.

E’ ora della ronda. Stasera tocca ad Alain e a me.

Non fa freddo.

Il mio compagno siede addossandosi al muretto del ponte – “Perché mi hai mentito? Mi hai raccontato di essere figlio di un falegname …”

Sento il sangue raggelarsi.

Conosco ancora poco Alain …  ho già compreso abbia un occhio di riguardo nei miei confronti … purchè … vi sia sincerità.

Non vuole chiarimenti sul fatto che mi sia recato dal Comandante.

“Non voglio sapere le motivazioni reali per cui tu mi abbia chiesto di arruolarti. Fai attenzione. I Soldati non vedono di buon occhio quella donna … qualsiasi tipo di rapporto tu possa avere con lei … fai attenzione”

 

   
 
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