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Autore: AMYpond88    20/05/2023    1 recensioni
Mediamente Shoko pagherebbe per cinque minuti di silenzio, per un pomeriggio senza schiamazzi, buffonate e maledizioni evocate nei corridoi, ma questo, qualsiasi cosa sia quello che sta avvenendo tra i suoi due compagni, non è normale.
Le verrebbe da parlare di imbarazzo, se avesse mai considerato in precedenza che quei due potessero in qualche modo provarlo.
Gira il volto verso l'amico, decisa a saperne di più.
Sta per morire dal caldo. Non vuole morire anche di noia. E alla fine il ruolo di investigatrice le calza anche bene.
"Allora...", esordisce, "che succede tra te e Gojo?"
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Geto Suguru, Gojo Satoru, Haibara Yu, Ieiri Shoko, Nanami Kento
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Sei sicuro?"
Satoru sbuffa in risposta e stranamente, Suguru è tentato di dargli ragione.
All'ennesima volta che pone la stessa domanda, la terza o quarta nell'arco della giornata, comincia a pensare di star esagerando.
È iniziato tutto quando Satoru ha lanciato per primo l'idea, stupido, superficiale e sboccato come solo lui sa essere, e Suguru che ancora non ha capito come non possa dar per scontato di avere la libertà di bere un caffè in tranquillità, o almeno senza rischiare di strozzarsi, se il compagno è nei paraggi, quasi si è fatto andare per traverso la bevanda.
Perchè Gojo, che è Gojo, e che quindi non riesce a prendere seriamente nulla nella vita, nemmeno la loro dannata prima volta, ha buttato lì la proposta facendo passare il sesso come una soluzione al suo mal di testa.
'Magari se mi scopi abbastanza bene, l'emicrania smetterà di fottermi il cervello'.
A sentire il tono strafottente dell'amico, o forse quasi amante, o forse ragazzo? E che ne sa, a questo punto, pensa sempre più confuso, una parte di lui si è sentita abbastanza offesa dall'idea di essere usato alla stregua di un antidolorifico da banco.
L'altra parte, quella che passa il tempo a cercare di tenere zitta, la stessa che alle medie gli ha dato l'idea dei dilatatori alle orecchie che hanno fatto impallidire sua madre, quella che ogni mattina allo specchio gli sibila all'orecchio se non si senta un coglione a sistemare la divisa con tanta cura, allacciando la giacca fino all'ultimo bottone, insomma quella parte, invece no.
La maledetta ha cominciato a scalpitare, prendendo velocemente il posto di comandante in carica nel suo cervello.
Sempre pronta a spingerlo a dire o peggio fare qualcosa di cui è destinato a pentirsi, era già lì, a suggerirgli di lanciare una maledizione o due per i corridoi, che così avrebbero distratto Yaga abbastanza a lungo da dargli il tempo per piazzare il compagno contro il primo banco disponibile.
Invece di ascoltarla, Suguru ha trovato la razionalità necessaria per porre per la prima volta la fatidica domanda:
'Satoru, sei sicuro?'
Ma Gojo, che è Gojo e quindi idiota, si è seduto con un piccolo tonfo al suo posto, allungando le gambe sul banco e distendendo le braccia sopra la testa.
Si è preso il suo tempo, lasciando l'altro sulle spine, prima di abbassarsi di un filo gli occhiali, guardarlo al di sopra delle lenti e rispondere.
'Perché? Tu hai paura?'

La seconda volta che Suguru ha chiesto a Satoru se davvero si sentisse pronto, è stata quando il ragazzo è entrato nella sua stanza, ovviamente senza bussare.
Fermo sulla porta, in pantaloncini e t-shirt oversize, il compagno ha messo su il suo sorriso più carino, rispondendo che sì, ne era certo.
Suguru c'era quasi cascato, finché l'altro non ha aggiunto, tutto fiero: 'sai, voglio proprio vedere se il mio Infinito farà passare il tuo cazzo, Stronzo'.
Trentadue denti in fila nel suo ghigno più strafottente, pronti a far saltare i nervi anche ad un bonzo.
E lui avrebbe voluto davvero rispondergli a tono, dirgli che avrebbe preferito provare come se la sarebbe cavata l'Infinito con la testata che stava per assestargli, ma è riuscito a pensare unicamente a quanto era adorabile l'altro in quelli che solo in quel momento aveva riconosciuto come vestiti rubati dal suo armadio.
Ha fatto a tempo ad appuntarsi mentalmente di riprenderseli, prima di alzarsi, afferrare per la vita Satoru e lasciarlo cascare senza troppe cerimonie sul letto.
La terza volta che ha chiesto al ragazzo se fosse davvero sicuro di voler vivere la sua prima volta con lui, è stata quando l'ha sentito tremare nel bacio che si stavano scambiando.
Un tremito quasi impercettibile, una scossa lieve, corsa dall'Infinito dell'uno alla pelle dell'altro.
Contro ogni previsione, Satoru è stato un po' più Satoru e un po' meno Gojo.
Con stupore di Suguru, ha fatto un sorriso, un po' timido e un po' dispettoso, prima di strizzargli l'occhio al di sopra delle lenti scure.
'Va tutto bene, tu sei qui'.

Ora è la quarta volta che glielo chiede e, se il compagno comincia a dare segni di impazienza, Suguru non può dargli tutti i torti.
Senza contare che ad avere Satoru lì, sotto di lui, intrappolato tra le sue ginocchia, pure il suo autocontrollo comincia a vacillare.
Anche tralasciando gli ormoni che iniziano davvero a scalpitare, la posizione in cui si è bloccato comincia a farsi scomoda. A cavalcioni dell'altro, il bacino sollevato così da lasciare uno spazio di sicurezza, una zona cuscinetto a fare da garanzia per la sopravvivenza della sua psiche.
Le sue mani sono piantate al lato del viso di Gojo, a nemmeno un palmo dalle sue guance.
Le sue braccia cominciano a tremare, i muscoli tesi nello sforzo di sostenersi e di non gravare sul ragazzo.
Una precauzione quasi comica, considerando che potrebbe letteralmente sedersi sull'altro e non sfiorarlo nemmeno.
Sposta il peso su un solo braccio, usando l'altra mano per sfilare gli occhiali da sole che Satoru ancora indossa.
Vuole poter cogliere ogni minima indecisione, al di là delle lenti tonde e del sorriso stronzo che l'altro pare essersi tatuato.
Tremendo errore, se ne accorge subito. Ora che il suo sguardo è puntato sugli occhi cristallini, Suguru sa che è destinato a diventare nient'altro che una marionetta nelle mani del compagno.
E infatti, disobbendo alla sua volontà, o forse solo al suo senso morale del dovere, smette di indagare lasciando correre lo sguardo sul corpo agile e tornito, snello, scivolando fino allo spicchio di pelle lasciata scoperta all'altezza dell'ombelico dalla t-shirt troppo larga.
Non si accorge quando gli occhiali sfuggono dalle sue dita, mentre veloci corrono ad accarezzare quel lembo di pelle.
Il cuore gli rimbalza nel petto, mentre la sua mano corre su su, sollevando la maglia e scoprendo il costato del ragazzo.
Con un lieve ritardo realizza: niente Infinito. La pelle bianca è calda sotto il suo tocco.
E prima che Suguru se ne renda conto, il suo cuscinetto di sicurezza è svanito, le sue labbra su quelle di Satoru.

*

"Geto Senpai e Gojo Senpai sono incredibili!"
Gli occhi di Haibara brillano, passando da lei a Nanami, il sorriso più ampio del solito.
Quasi saltella e Shoko ha persino paura che il ragazzo inciampi sui suoi stessi piedi, a vederlo camminare tanto distratto per i corridoi.
"Ieri hanno eliminato quel livello uno in nemmeno dieci minuti! Sono stati straordinari!"
La ragazza ridacchia, vedere quanto siano diversi i suoi kohai ha del comico.
L'entusiasmo di Yu è palpabile. Tanto quanto l'irritazione di Nanami.
Il biondo appena appena si trattiene dallo sbuffare apertamente.
È solo davanti a quello che deve essere il quinto? Sesto? lei ormai ha rinunciato a tenere il conto, elogio sperticato che il moro riserva ai suoi adorati Senpai, che la pazienza di Kento va in frantumi.
"Sì, peccato che l'idiota abbia distrutto una...", esplode, subito interrotto dal compagno.
L'indignazione dipinta sul volto di Haibara rasenta il comico, a malapena si trattiene dallo strillare, mentre si volta allibito verso il coetaneo.
"Nanami! Sono i nostri Senpai!"
Il biondo non si smuove più di tanto. Appena concede uno sguardo all'amico, prima di tornare a fissare il corridoio di fronte, con la solita espressione scocciata fissa in volto.
"Giusto. E Idiota Senpai ha distrutto una delle maledizioni dell'arsenale di Se sono tanto amici non può essere così furbo Senpai, quindi hanno... "
Shoko ridacchia tra sé e sé. "Idiota Senpai" le piace. Perché diamine non ci ha pensato per prima?
Anche il soprannome dato a Geto è il più azzeccato che abbia mai sentito, forse un pelo lungo.
Decide di intervenire nella discussione, prima che ad Haibara venga un attacco di cuore.
"Fammi indovinare, litigato tra loro?"
"Esatto", riprende con uno sbuffo Nanami, "finendo per non accorgersi che la maledizione aveva un'amica, solo un secondo livello. Così Geto..."
Shoko cerca di mascherare la risata che davvero non riesce più a nascondere con un colpo di tosse, mentre un nuovo sguardo indignato cala su Nanami Kento.
I tentativi di Haibara di sembrare minaccioso sono la cosa più buffa che le sia mai capitato di vedere.
"Si è storto una caviglia e Yu ha dovuto caricarselo in spalla", conclude Nanami, con uno sguardo misto pietà e rimprovero puntato verso l'altro ragazzo.
Oh, chiaro realizza Shoko. Questo spiega perché Suguru fosse passato da lei in infermeria, rimanendo vago più del solito sul come si fosse fatto male.
Come se lei non sapesse quanto quei due possano essere idioti.
"Beh, alla fine non pesa così tanto...", riprende Haibara, schernendosi con un borbottio e arrossendo.
Sì, Shoko ne è convinta. Un ragazzo che supera il metro e ottanta e si allena ogni fottuto giorno nelle arti marziali, non deve assolutamente pesare molto.
Nanami si schiarisce la gola, prima di riprendere.
"Ovviamente, nonostante fosse totalmente incolume, Gojo - no, Yu non mi correggerò questa volta - ha voluto che portassi anche lui in spalla..."

"Suguru, aspetta!"
Il commento, abbastanza cattivo, ma decisamente brillante, che sta per tirare fuori sui suoi compagni di classe le rimane bloccato in gola, quando la voce di Gojo, seguita dal rumore di una porta che si apre e si richiude con un tonfo, attira la loro attenzione.
Tutti e tre rimangono congelati sul posto, non troppo sorpresi dal fatto che il trambusto venga dalla camera del ragazzo, ma abbastanza curiosi su cosa sia successo questa volta, pronti a vedere una console scagliata fuori dalla stanza o chissà cos'altro.
Si voltano appena in tempo per vedere Geto uscire, attraversare il corridoio come una furia e fiondarsi nella sua stanza. Il tutto senza degnarli di uno sguardo.
Come spettatori di un film, i tre sgranano gli occhi guardando Gojo, spettinato e evidentemente confuso, lanciarsi all'inseguimento del compagno, quasi inciampando mentre si sistema la maglietta con una mano e armeggia con il bottone dei pantaloni con l'altra.
Suguru non solo non si ferma, ma nemmeno risponde.
Si chiude la porta alle spalle, lasciando l'altro ragazzo congelato, gli occhi azzurri spalancati, a fissare le travi massicce.
Allarmato. Mortificato quasi.
E in anni che li conosce, Shoko può dire di aver visto Satoru in tanti modi.
Scocciato. Annoiato. Divertito.
Supponente. Piagnucoloso.
Dubbioso, al massimo.
Serio, per un numero di volte che avrebbe potuto contare sulla punta delle dita.
Mai però lo aveva visto mortificato.
Mai con uno sguardo così, con occhi degni di un protagonista shojo davanti alla porta chiusa dell'altro ragazzo.
Ed ecco un'altra novità. Quando mai una porta chiusa ha fermato Gojo Satoru dall'importunare qualcuno?
Quando mai, la porta chiusa è stata quella di Geto Suguru?
"Gojo Senpai, tutto bene?"
A interrompere il silenzio è Nanami, seguito a ruota da Haibara.
"Stavamo per andare a mangiare qualcosa, vuoi unirti a noi?"
Satoru sbatte le palpebre una, due, tre volte, accorgendosi finalmente di loro.
Le ciglia chiare sembrano quasi muoversi a rallentatore, come se il suo cervello stesse elaborando informazioni troppo complesse anche per i suoi Sei Occhi.
"Va tutto bene, stavo... ", inizia, lo sguardo stupito di chi si trova in una condizione totalmente nuova o nel suo caso, quasi assurda: la consapevolezza di non sapere come finire la frase.
Gli occhi del compagno sono su di lei, in una muta ricerca di aiuto ed è in quel momento che Shoko decide di essere pietosa, mettendo in conto di chiedergli di pagarle le sigarette alla prossima uscita in centro.
"Satoru, magari preferisci che ti portiamo un ghiacciolo?", interviene
"Io, non... magari dopo", borbotta, sempre più assente, sempre più distante.
"Come vuoi, sai dove trovarci", chiude Nanami, precedendo.
Shoko guarda il ragazzo annuire, sovrappensiero. Non è certa nemmeno li abbia sentiti.
Gira sui tacchi e riprende anche lei a camminare nella direzione precedente.
Indagherà.

Salve salvino. Questo doveva essere un capitolo della raccolta di os, ma ovviamente stava diventando di una lunghezza imbarazzante. Quindi perché non farne una mini long?
Per chi segue Tattoos and Coffe, vi chiedo perdono. Mi prostro facendo metaforicamente seppuko. Il nuovo capitolo arriverà mediamente presto.
Un abbraccio
Amy
   
 
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