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Autore: Paloma    22/05/2023    0 recensioni
Draco/Nuovo Personaggio (Isobel Victoria Lovett)
"Io e l'amore non siamo compatibili, perché io e Draco lo siamo di più."
Genere: Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Nuovo personaggio, Theodore Nott
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Capitolo 33

Lavanda


Isobel arrivò alla villa esattamente due giorni dopo la soffiata di Piton. Theo la accolse sulla soglia fingendosi sorpreso.

“Non prendiamoci in giro, Nott. So benissimo che mi aspettavate” chiosò fredda sulla soglia.

Dall'aspetto poteva sembrare diversa: i capelli erano più corti, gli abiti la coprivano di più, il suo sguardo era freddo, ma dentro - solo lei e Severus ne erano al corrente – era la stessa Isobel di sempre, con la memoria intatta.

La sua espressione scocciata palesava il suo scontento nel trovarsi di nuovo in quella casa.

Lasciò la valigia ai piedi delle scale e salì velocemente le scale, fino alla stanza di Blaise. Risoluta aprì la porta e ciò che vide le fece tremare le ginocchia per un attimo. Il ragazzo giaceva sul letto, il busto e le braccia completamente fasciate. Isobel si sedette vicino a lui e gli spostò i capelli dalla fronte. Blaise era cosciente, ma troppo stanco per avere la reazione che avrebbe voluto. Aprì gli occhi e sorrise, dopo giorni di agonia.

“Sei venuta...” sussurrò. Lei tentò di riservargli uno sguardo freddo, ma riuscì a fare tutto l'opposto. Appoggiò la fronte sulla sua e respirò piano, mentre una mano andava a stringere forte una delle sue, come a non volerlo più lasciarlo andare.

“Sei un idiota” gli sussurrò. “Avrebbe potuto ucciderti”.

Blaise ridacchiò. “Sapeva che non glielo avresti mai perdonato, se lo avesse fatto.”

Isobel sorrise triste e fece per alzarsi, ma lui la fermò.

“Dormi con me stanotte?” le domandò, con ancora la forza di essere furbo.

Lei ridacchiò e si accoccolò vicino a lui, nella parte opposta del letto.

 

Theo era terrorizzato, stava di guardia davanti alla porta di Blaise. Sapeva che l'arrivo di Isobel non era sfuggito a Draco, ma temeva comunque di vederselo comparire lì davanti all'improvviso. Tuttavia, passò qualche giorno prima che Isobel uscisse da quella camera, con un Blaise sottobraccio dal colorito migliore di quando ci era entrato.

Si accomodarono nel salottino, insieme sul divano. Gli venne servita la cena, nonostante il ragazzo lamentasse di non avere fame. Theo tornò a stare in allerta: Draco si era fatto vedere poco e niente in casa, ma non poteva sorprenderli così. Non mentre Isobel aiutava Blaise a mangiare. Ma purtroppo questa volta la sua paura si rivelò vera: dopo pochi minuti sulla soglia della porta si stagliò Draco, proprio mentre Isobel lasciava una carezza sul viso di Blaise.

La ragazza non ebbe bisogno di voltarsi per sapere che lui era lì e che non riusciva a toglierle gli occhi di dosso. Blaise invece si girò per squadrarlo e ciò che vide non lo sorprese. Il viso di Draco era una maschera di indifferenza. Sembrava che la loro presenza non lo scalfisse.

Draco avanzò e si andò a sedere sulla poltrona davanti al divanetto, continuando a fissare Izzie. “Guardami” le ordinò poi, con voce perentoria.

Gli occhi di lei saettarono immediatamente nei suoi e Draco per un secondo si sentì mancare, ma riuscì a mantenere un comportamento di facciata.

“Occupati di Blaise, poi vi voglio entrambi fuori da questa casa” disse freddo.

Blaise provò a protestare che la casa era sua, ma sapeva benissimo che probabilmente il Malfoy l'aveva comprata dalla sua famiglia mentre lui era convalescente.

Isobel sostenne il suo sguardo con fierezza. “D'accordo” rispose. “Ma per il tempo che starò qui, ti pregherei di non farti vedere. Non voglio respirare la tua stessa aria” aggiunse poi sorridendo in modo inquietante.

Draco sorride di rimando e si alzò, lasciando la stanza. Solo quando le sue spalle sparirono dietro l'angolo, Isobel si concesse di lasciarsi andare. Tentando di non correre, si precipitò nella sua stanza, insonorizzò le pareti e si lasciò andare ad un urlo così straziante, che non poté essere ascoltato, ma poté essere percepito. E a percepirlo fu anche Draco nella camera accanto. I muri tremarono e così anche Isobel, che da quando aveva riacquistato la memoria, aveva anche ricominciato a soffrire dei suoi attacchi, a causa dello stress. E Draco si dovette letteralmente mordere a sangue le braccia per non accorrere in suo aiuto.

Anche i due ragazzi al piano inferiore, percepirono che qualcosa non andava e Theo corse su per le scale, tentando di arrivare in tempo. Quando spalancò la porta della camera, che Isobel non aveva sigillato, lei se ne stava rannicchiata per terra, la schiena appoggiata al letto e le braccia a stringersi forte le ginocchia. Si avvicinò per tenerla stretta, come aveva fatto tante volte quando erano ad Hogwarst, ma lei sollevò la testa e lo guardò furiosa.

“Vattene, Theo” gli disse, faticando per lo sforzo.

“Ma, Izzie...”

“Vai via!” gli urlò lei con le poche forze che le rimanevano.

Theo indietreggiò e alle sue spalle comparve Blaise che non si sa come era riuscito ad arrivare da solo fino a lì.

“Tesoro, vuoi che...” provò a dirle, ma lei gli tirò un'occhiataccia.

“Lasciatemi in pace” li supplicò prendendo la bacchetta e chiudendogli la porta in faccia, questa volta sigillata da un incantesimo.

Blaise e Theo si guardarono sconsolati, ma nessuno dei due riuscì a esternare a parole che forse l'unica persona in grado di aiutarla fosse Draco.

Isobel riuscì a calmarsi da sola e a notte fonda, stremata e affamata, scese nelle cucine per prepararsi qualcosa. Non voleva svegliare l'elfa domestica di casa. Si recò in sala da pranzo e sedette al lungo tavolo che occupava gran parte della stanza. Peccato che l'altra estremità fosse occupata da qualcuno. Draco l'aveva preceduta. Era solito sedersi lì, quando non riusciva a dormire.

Isobel lo ignorò, si aspettava che lui se ne sarebbe andato a breve, ma così non fu.

“Penso ci sia abbastanza aria per entrambi in questa stanza, non credi?” le domandò sarcastico, ma un po’ titubante.

La sua voce le arrivò lontana, come in un sogno. Non rispose e continuò a bere il suo tè, confermando ciò che lui aveva appena puntualizzato.

Quegli “incontri” notturni andarono avanti un paio di settimane, nessuno dei sue sembrava voler rinunciare a quel tavolo, a quei posti così distanti, al silenzio denso e scuro che li avvolgeva.

 

Blaise si era quasi totalmente ripreso e tornato in forze, iniziò a risentire la presenza di Isobel senza poterla toccare come avrebbe voluto. Più volte aveva tentato di baciarla, ma lei si era sempre ritratta. Così una sera aspettò che lei scendesse nel salotto e la attese, pronto a dichiararsi di nuovo, a farle capire che la voleva. Lei se ne stava in piedi davanti al camino e quando si senti avvolgere dalle sue braccia, istintivamente si lasciò andare con la testa indietro sulla sua spalla. Blaise ne approfittò per posare un piccolo bacio sul collo e scendere lentamente con le mani sul seno. Isobel mugolò compiaciuta, ma ad un tratto si irrigidì e lo spinse via. Draco era entrato nella stanza a passo felpato, ma lei lo aveva sentito arrivare lo stesso. Il ragazzo si limitò a fissarli con disgusto e a fare dietro front.

Ovviamente quella notte non si presentò al non-appuntamento nella sala da pranzo e così fece anche per le sere successive.

Isobel non demorse e puntuale si sedette al suo posto, aspettando che Draco si facesse vivo. Fu tentata di salire le scale e bussare alla sua porta, ma ogni volta che stava per farlo, qualcosa dentro di lei le diceva di lasciargli il suo spazio.

Non riportò in cucina le tazze utilizzate e aveva proibito all'elfa domestica di farlo, cosicché Draco potesse vedere che lei non aveva rinunciato a presentarsi a quel tavolo.

Così una notte, quasi una settimana dopo, Draco tornò fedele al suo posto e lei fu così felice di vederlo, che quasi fece fatica a nasconderglielo.

Rimasero in silenzio come al solito, poi Isobel iniziò a riflettere. Quando era entrata di nuovo in quella casa, non era intenzionata ad essere riconquistata da nessuno, ma sapeva che prima o poi avrebbe dovuto confessare di aver riacquistato completamente la memoria. E dati i rapporti al limite del civile con Draco, non poteva semplicemente dirglielo. Così come non avrebbe potuto confessarlo prima a Blaise, che probabilmente ne sarebbe rimasto ferito di nuovo.

Sapeva che il ritorno di Draco a quel tavolo voleva dire qualcosa, ma temeva di fare un passo falso e farlo fuggire di nuovo. Tuttavia, pensò, non aveva patito tutto quel dolore per nulla. Si era fatta maciullare il cervello per lui e quello voleva pur dire qualcosa.

Decise così di svelare a Draco il suo segreto, senza dirglielo. Posò la tazza del tè e si alzò. Lo sguardo di Draco saettò immediatamente su di lei. Isobel, aiutandosi con la sedia, salì in piedi sul tavolo e lo percorse lentamente, fissando Draco dritto negli occhi.

Lui la guardava pietrificato – ricordando perfettamente una scena simile - finché fu costretto a sollevare la testa per vederla troneggiare. Isobel allora si accovacciò e si sedette, proprio davanti a lui, le gambe a penzoloni e aspettò.

Draco trattenne il respiro. Il cuore gli stava scoppiando nel petto. Si alzò in un lampo e altrettanto velocemente avvolse la vita di Isobel con le proprie braccia, tirandola a sé. Affondò il viso nei suoi capelli e le sussurrò: "Oggi i tuoi capelli profumano di lavanda.”

Lei sorrise come mai aveva sorriso e rispose “Cambio spesso shampoo.”

Draco si allontanò leggermente e le prese le guance fra le mani fredde. Si guardarono per quella che sembrò un'eternità e poi lui si chinò a baciarla. Non ci furono parole, nessuno dei due riusciva a dire nulla. Nessuno dei due si preoccupava di riprendere fiato. Il baciò diventò sempre più profondo, quando lei gli allacciò le gambe alla vita e si strusciò su di lui. Il bacino di Draco scattò automaticamente avanti a godere della frizione. Le sue mani vagarono frenetiche e alla cieca per spogliarla. Le strinse con forza il seno e inspirando il suo profumo le disse con voce roca e un tantino irata: “Sei solo mia, Izzie.”

Lei tentò di protestare, ma lui la fissò dritto negli occhi. “Ti prego…” le chiese supplichevole.

Isobel si senti sciogliere dentro e annuì, baciandolo di nuovo con trasporto. Draco sollevato, sentì di potersi lasciare andare. Fece scivolare una mano dentro le mutandine di lei e infilò due dita. Lei soffocò un gemito e si spinse forte pe volerne di più. Non l'aveva mai sentita gemere così e non voleva che nessuno li interrompesse, così le tappò la bocca con un palmo. Lei lo guardò con gli occhi iniettati di piacere e continuò a sospirare contro la sua pelle.

Draco non poteva sapere che si era fatta fare un incantesimo che impediva a chiunque, a parte lei stessa, di modificare o cancellare la sua memoria di nuovo.

Draco non poteva saperlo, ma lei sì. E non poteva neanche sapere che ricordava tutto, compresi i mesi passati ad essere contesa, ma che alla fine l'unico che aveva scelto di amare era lui.

Glielo disse mentre sentiva l'orgasmo arrivare ad ondate, mentre si aggrappava alla schiena di Draco e non voleva più lasciarlo andare.

“Ti amo” sussurrò contro il suo petto “E sei mio, per me e per sempre”.

Draco sorrise e guarì, continuando a inspirare il profumo dei capelli di Victoria.

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Non credo che esista qualcuno che ancora segua questa storia, ma dopo 14 anni ho deciso di completarla e chiudere questo capitolo. L'ho fatto per la me stessa diciottenne e per la me stessa di ora che ancora dopo tutto questo tempo continua a leggere (e scrivere) fan fictions da brava millennial. 

Grazie a chiunque l'abbia letta in questi anni.
Grazie, EFP. 



 

  
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