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Autore: Orso Scrive    24/05/2023    0 recensioni
Dal 1963 a oggi, ci sono state due costanti irrinunciabili: la minaccia della guerra atomica e i Nomadi. Sulla prima non ho voce in capitolo. Ma sui Nomadi, qualcosa da dire ce l’ho pure io. Insomma, quest’anno compiono sessant’anni. Sessant’anni suonati, è proprio il caso di dirlo! Ho pensato, allora, di scrivere dei brevi racconti – in certi casi, poco più che semplici pensieri – ispirati ad alcune delle loro canzoni. È il mio personale tributo a questo gruppo musicale che, con le sue note, mi ha accompagnato in pratica da sempre.
Per dirla a modo loro, come sempre, sempre Nomadi!
Genere: Generale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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COME POTETE GIUDICAR

(1966)

 

Come potete giudicar,

come potete condannar,

chi vi credete che noi siam

per i capelli che portiam…

 

Ho ascoltato per tanti e tanti anni la canzone Come potere giudicar. Anzi, avendo io sempre portato i capelli lunghi fin dalla prima adolescenza – con qua e là qualche intermezzo più o meno lungo in cui li ho tagliati nel tentativo di fare la persona seria: ma non ci sono riuscito – ne ho in pratica fatto la mia bandiera.

Da adolescente mi perseguitavano i compagni di classe.

«Quand’è che ti tagli i capelli?»

«Dai, tagliali!»

«Guarda come stai bene!» (questo una volta che li avevo tagliati per davvero, e ancora che non mi capitò addosso un “stavi meglio prima”).

A casa, poi, era una lotta continua.

«Ma tagliali, dai!»

«Giusto una spuntatina!»

«Stavi meglio prima!» (e questo mi è proprio capitato quella volta in cui li tagliai per davvero).

Insomma, pare proprio che io, essendo maschio, dovessi per forza conformarmi a portare i capelli corti. E oggi, che non sono più adolescente, è ancora una lotta continua, non solo per i capelli, ma anche per come mi vesto. Come se uno sia obbligato a seguire chissà quali misteriosi dettami, giusto per conformarsi.

Però, sono stato fortunato. A me nessuno ha mai tirato le pietre per i capelli lunghi.

Ai Nomadi accadde. Lo ha raccontato più volte Beppe Carletti.

Erano gli anni ‘60 e i Nomadi stavano partecipando al Cantagiro. Un giorno, mentre erano fermi a un passaggio a livello, furono aggrediti da un anziano signore, che cominciò a scagliare loro addosso dei sassi. Insomma, per il vecchietto, l’immoralità di uomo con i capelli lunghi era tale da meritare la lapidazione.

Un po’ come nella Bibbia, stavo per dire. Ma devo correggermi: chissà perché, io Gesù Cristo me lo sono sempre immaginato capellone, trasgressivo e ribelle. Un figlio dei fiori dell’Impero Romano.

Solo che Gesù Cristo ha fondato una religione, e quindi gli si perdona un po’ tutto.

Per questi giovinastri del Ventesimo (e Ventunesimo) secolo con i capelli lunghi, nessuno sconto!

 

ma se vi fermaste un po’ a guardar,

con noi parlar,

vi accorgereste certo che

non abbiamo fatto male mai…

 
 
   
 
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