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Autore: AMYpond88    27/06/2023    1 recensioni
Mediamente Shoko pagherebbe per cinque minuti di silenzio, per un pomeriggio senza schiamazzi, buffonate e maledizioni evocate nei corridoi, ma questo, qualsiasi cosa sia quello che sta avvenendo tra i suoi due compagni, non è normale.
Le verrebbe da parlare di imbarazzo, se avesse mai considerato in precedenza che quei due potessero in qualche modo provarlo.
Gira il volto verso l'amico, decisa a saperne di più.
Sta per morire dal caldo. Non vuole morire anche di noia. E alla fine il ruolo di investigatrice le calza anche bene.
"Allora...", esordisce, "che succede tra te e Gojo?"
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Geto Suguru, Gojo Satoru, Haibara Yu, Ieiri Shoko, Nanami Kento
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Ehi, smettila di giocarci! Si muore dal caldo!"
Con uno sbuffo Shoko si lascia cadere in avanti, il mento appoggiato alla staccionata del campo, le braccia a penzoloni dello steccato.
Le dita si perdono a sfiorare i ciuffi di erba più alti, mentre guarda sconsolata Gojo prendersi il suo tempo con la maledizione che è stato mandato ad esorcizzare.
Il compagno è l'unico ad avere una missione affidata quel pomeriggio, a qualche ora di distanza dall'Istituto, in campagna. Piccola clausola: portarsi dietro i loro kohai, così da dar loro una lezione sul campo.
O almeno questa è la spiegazione data da Yaga.
Un particolare quasi insignificante per chiunque altro, ma non per Gojo: quello che per lui doveva essere poco più che un pro forma, liberarsi di un secondo livello, si è trasformato in una tragedia degna di uno spettacolo di teatro kabuki.
E questo spiega perché lei e Geto si trovino qui, a morire di caldo in un angolo sperduto di campagna assolata.
Per qualche strana ragione a vincere il premio di obiettivo dell'esasperato, nonché esasperante, sfoggio del dramma del compagno, non è stato come sempre Geto, ma lei.
Ma non è che Shoko abbia ceduto subito, sia chiaro.
Ha retto a diversi 'non sono un baby sitter', molteplici 'ma Yaga non è pagato per questo?' e ad un numero imbarazzante di 'perché non può farlo Suguru?', il tutto ripetuto ciclicamente in una cantilena infinita, fatta di toni piagnucolosi, interrotti da silenzi offesi.
Se deve proprio essere sincera, i secondi non erano così male.
Quando si è resa conto che la sua agonia non sarebbe finita presto, a meno di non mettere fine a quella di Gojo in modo irreversibile, si è fatta convincere a fare una gita fuori porta.
'Tanto faccio veloce'. Questo l'unico commento del ragazzo alla sua resa.
Tanto. Faccio. Veloce.
Già. Certo.
Ovviamente Gojo Satoru, nonostante tutte le recriminazioni, si sarebbe messo in mostra. Come ha potuto pensare finisse diversamente?
Forse allo stesso modo in cui si è illusa che il compagno le concedesse la minima attenzione.
Il ragazzo invece non si degna di risponderle, continua a fare ...qualsiasi cosa stia facendo, dato che il termine 'esorcizzare', se si chiede a Shoko, ha smesso di essere adatto alla situazione da almeno dieci minuti.
L'unico a dar segno di averla sentita è Nanami, che dalla posizione in cui si trova, più vicino all'azione, le lancia uno sguardo annoiato.
Il biondo torna a concentrarsi sullo scontro solo per agguantare Haibara e spostarlo dalla traiettoria della maledizione, afferrata da Gojo e lanciata senza troppi complimenti lungo il campo di battaglia.
Il compagno sembra deciso a far passare alla sua avversaria, o meglio sarebbe a questo punto definirla la sua vittima, il peggior quarto d'ora della sua vita.
È nervoso. Brutale. A dirla tutta, la poverina comincia a farle un po' pena.

"Il tuo amico non ha intenzione di darsi una mossa...", si sfoga con tono annoiato.
Non si rivolge al vuoto, ma al ragazzo al suo fianco, ma nemmeno Suguru le risponde e lui non può nemmeno usare la scusa della distanza.
Ora, lei lo sa, Geto lo sa: nel loro trio il chiacchierone è Gojo.
Fosse per loro due, il loro tempo in compagnia sarebbe speso tra un numero ragionevole di discorsi sensati e alcuni silenzi confortanti, forse con qualche sigaretta di troppo.
Ma di confortante al momento il silenzio di Suguru non ha proprio nulla... e negli ultimi tempi questa comincia a non essere proprio una novità.
Sono passati tre o quattro giorni dalla scena del corridoio e Shoko non sa cosa pensare.
Lungi dal chiarirsi, la situazione è sul punto di sfiorare il ridicolo.
Ha perso il conto delle palline di carta che Geto ha appallottolato, solo per accomularle ai confini del suo stesso banco.
Vittima della sua stessa memoria corporea e dell'automatismo che lo spinge a produrre quel piccolo arsenale da lasciare a disposizione di Satoru, sempre pronto ad impiegarlo contro Yaga.
Gojo invece a quanto pare ha deciso che preferisce passare il suo tempo a tormentare Nanami o ad aizzare Haibara a compiere qualche azione incredibilmente stupida.
Il copione è diventato questo: quando Satoru esagera, ed arriva sempre il momento in cui Satoru esagera, Suguru lo guarda, fa per riprenderlo, chiude la bocca quasi annaspasse come un pesce fuor d'acqua e, lasciando ricadere la guancia sul palmo della mano, torna al suo arsenale di palline di carta.
A preoccuparla più di tutto però non è il susseguirsi di queste scene patetiche, anche se i suoi compagni stanno diventando drammaticamente deprimenti da guardare, ma è l'atteggiamento che i due tengono quando non possono evitare di parlarsi. Sono strani, pacati, troppo educati tra loro.
Non solo non fanno comunella uno con l'altro, ma manco litigano.
È quasi certa di aver sorpreso Yaga a controllare il buon funzionamento degli allarmi anti maledizione dell'Istituto, incredulo di non trovarsi tra i piedi maledizioni dell'arsenale di Suguru, intente a rincorrere Gojo.
I due ragazzi paiono girarsi intorno come bestiole spaventate, quasi camminassero su gusci di uova, troppo impegnati a misurare quanto possono avvicinarsi l'un l'altro, per farlo davvero.
Mediamente Shoko pagherebbe per cinque minuti di silenzio, per un pomeriggio senza schiamazzi, buffonate e maledizioni evocate nei corridoi, ma questo, qualsiasi cosa sia tra i suoi due compagni, non è buono.
Le verrebbe da parlare di imbarazzo, se avesse mai considerato in precedenza che quei due potessero in qualche modo provarlo. Se mai li avesse visti chiedersi il permesso.
Non l'avrebbe mai detto fino ad una settimana prima, ma rivuole il solito caos.

Gira il volto verso l'amico, finendo per appoggiare la guancia contro il legno fresco.
Sta per morire dal caldo. Non vuole morire anche di noia.
E alla fine il ruolo di investigatrice le calza anche bene, quindi perché non prendere due piccioni con una fava?
"Allora...", esordisce, "che succede tra te e Gojo?"
Suguru sbatte le palpebre un paio di volte, come chiamato indietro da un sogno.
Deve ringraziare che la ragazza non sia una maledizione, perché con un tempo di reazione così lento, sarebbe finito di certo fatto a pezzi.
Ci impiega qualche istante a rispondere, ma quando lo fa, Shoko coglie un piccolo, minuscolo tremito nascosto sotto il solito tono pacato.
"Nulla, perché?"
Il ragazzo mette su il suo sorriso da volpe, quello con tanto di occhi chiusi, strizzati strizzati, la testa leggermente piegata.
È convinta, quasi certa, che Geto riesca ad inclinare la nuca sempre dello stesso numero di gradi, calcolato per infondere fiducia nel suo interlocutore.
È lo spettacolo che mette su a favor di pubblico, il suo sorriso più finto.
Quello da 'sto parlando con Yaga' o da 'Satoru ha fatto casino e devo pensarci io'.
È l'espressione che si dipinge in volto quando prende le persone in giro, tanto quanto Gojo, forse anche più di Gojo, ma senza lasciare che se ne accorgano.
A volte lo usa anche con il compagno, se è tanto irritato da essere prossimo al limite, ad un passo dal lanciare una maledizione potenzialmente letale in mezzo al cortile della scuola, consapevole che l'unico risultato che otterrà sarà perdere la pazienza nel guardare la facilità con cui l'altro ragazzo ci gioca.
Ma quello non è mai, mai e poi mai, il sorriso che fa con lei.
Shoko è combattuta: da una parte vorrebbe prendere l'amico per la collottola e chiarire di non provare nemmeno a prenderla in giro, con il teatrino che è tanto bravo a mettere su con gli altri;
Dall'altra è a caccia di informazioni e sa che delle sue due potenziali prede, pur non essendo Suguru la più facile a cui tirare fuori la verità, è al momento la più semplice con cui trattare.
Cielo, è estenuante, ma deve avere pazienza.

Si accende una sigaretta, esprira, guardando il fumo perdersi nel cielo cristallino.
Lascia cadere ancora il suo sguardo annoiato sulla distesa d'erba di fronte.
Con la stessa mancanza di entusiasmo, segue la maledizione, guardandola caricare verso Satoru.
Spera che sia giunta finalmente la fine dello scontro, ma invece che dare il colpo di grazia, Gojo decide di saltare ancora una volta via dalla traiettoria dell'essere.
Alla ricerca di un complice, di un semplice sostegno emotivo, lancia un'occhiata a Geto, convinta di trovare nel ragazzo la stessa espressione scocciata che sa di avere in viso.
Questo è strano...
Gli occhi del compagno sono incollati sullo scontro. Anzi, su Satoru.
Sembra che solo ora, sicuro che l'altro non lo noti, si permetta finalmente di guardarlo.
Anzi, più che altro pare divorarlo, berne l'immagine come un uomo che trova una fonte nel deserto. Reso folle dalla sete e dalla paura di trovarsi davanti ad un miraggio.
Cielo, Gojo e Geto avrebbero bisogno entrambi di una doccia fredda e lei comincia a temere per la sua salute mentale, in questa strana gara di machismo, combattuta dal primo guardando fino a che punto può infierire contro una maledizione e dall'altro trincerandosi nel suo silenzio.

"Vuoi una sigaretta?"
Porge il pacchetto a Suguru, prima di prendere a girarselo per le mani. Regalo di Yuki Tsukumo da uno dei suoi ultimi viaggi oltreoceano, è coperto di foto di campagne contro il fumo.
In quella che pensa possa essere la metafora più banale mai vista, una sigaretta giace afflosciata su un posacenere.
Ridacchia tra sé e sé, inarcando un sopracciglio, lanciando a Geto un sorriso storto mentre lascia dondolare la sigaretta tra le labbra.
"Sai che fumare può causare impotenza?"
Suguru pare metterci un secondo o due per registrare l'informazione. Poi annaspa, il fumo pare andargli per traverso, mentre gli occhi sembrano volergli uscire dalle orbite.
Ghigna Shoko, incredula come un banale tecnicismo medico riesca a far perdere al ragazzo uno dei suoi assi nella manica: la sua faccia da poker.
Interessante reazione, comunque, pensa tra sè e sè, guardando sempre più incuriosita Suguru arrossire fino alla punta delle orecchie, mentre butta la sigaretta e la spegne schiacciandola con il tallone della scarpa.
Ora, lei è una stronza. Lo è davvero, fin nel midollo.
E cosa sono Geto e Gojo? Uno stronzo saccente e uno stronzo viziato.
Forse è per questo che, alla fine dei conti, si sono piaciuti un istante dopo essersi guardati storti.
Ma non sono solo quello.
Sono pezzi di puzzle difettosi, buttati fuori dalla loro scatola, ma incredibilmente capaci di incastrarsi tra loro.
Satoru è quello che le porta i dolci dalle missioni e glieli lascia sul banco quando ha le sue cose.
Suguru l'amico che l'aiuta con i testi di medicina, nonostante si trovi il più delle volte a sentirla sproloquiare su termini che non capisce.
E lei, nonostante da sempre ami farsi i fatti suoi, lei che ne ha fatto una missione di vita del tenersi alla larga quando si tratta di casini fatti da quei due, si sta scoprendo incapace di lasciarli a loro stessi.

"Suguru", esordisce, tastando il terreno. Le parole le si bloccano in gola, guardando il ragazzo abbassare lo sguardo fino a fissarsi le punte dei piedi, mani in tasca ed espressione da cane bastonato.
Sembra essere sul punto di voler parlare e lei, già pronta a guardare il compagno trincerarsi nel silenzio ed a lottare per conquistare anche la più piccola ammissione, non ha intenzione di spaventarlo.
"Tu, sai che io e Satoru...",  inizia Geto, dopo minuti di sfiancante silenzio. Solleva appena lo sguardo su di lei, come a misurare la sua reazione.
Shoko non sa cosa il ragazzo si aspettasse, ma questo esordio le fa cadere le braccia.
"Davvero? Mi stai chiedendo se so che tu e Gojo scopate? Suguru credo che l'unico a non saperlo sia..."
"Non scopiamo..."
"...Haibara? Dai Geto, non prendermi per i fondelli..."
Non riesce a trattenersi dal ridacchiare, mentre fruga nella tracolla alla ricerca di una bottiglia d'acqua.
Da una sorsata, trattenendo un verso di disgusto. È terribilmente calda.
"Hai sete?", chiede, mentre alza lo sguardo verso il ragazzo, tendendo la bevanda, aspettandosi un rifiuto.
Ma Suguru non le risponde, fermo ancora al loro precedente scambio di battute.
"Shoko, io e Satoru non facciamo sesso", ribadisce, prima di cominciare a colpire con piccoli calci lo steccato.
Shoko sbatte le palpebre, osservando l'amico, sempre più incredula.
Niente sorriso da volpe, niente sguardo sicuro, nessun tono compiacente.
Insomma, nemmeno uno degli allarmi che le fanno capire che il compagno le stia contando una balla.
Non dice una parola, vicino a rinchiudersi nel suo silenzio ostinato, interrotto solo dal crescente tonfo dei colpi contro il legno.
Gli saltella davanti, così che la smetta di maltrattare quella povera staccionata. Già Gojo sta letteralmente distruggendo le colture di mesi, ci manca che facciano altri danni alle proprietà altrui.
"Sei sincero, non mi stai mentendo", riprende, cercando lo sguardo del ragazzo.
"Ma lui..."
"...Sì".
Quello di Suguru è appena un borbottio, ma le dà il via per riprendere il discorso.
"E tu?"
Un piccolo sorriso si forma sul viso di Geto, il primo sincero dall'inizio della giornata.
"Mi stai domandando davvero quello che provo per Satoru?", sussurra, con un piccolo sbuffo.
"No scusa, non dovevo nemmeno chiedere..."

"Beh, questo spiega il livello di ormoni nell'aria...", cerca di sdrammatizzare.
Funziona. Suguru si lascia andare ad una breve risata e lei capisce che è il momento per cercare di capirci qualcosa. Tanto vale smettere di girarci attorno.
"Ma non perché negli ultimi giorni vi parliate a malapena..."
Colpisce diretta, non sapendo che reazione aspettarsi.
Silenzio? Stizza? Gojo che sbaglia un colpo e mette fine alle loro esistenze?
Ancora una volta, la risposta di Suguru non è quella che si aspetta.
"Abbiamo provato e... ho fatto un casino".
In quel momento si rende conto davvero che davanti non ha lo stregone sicuro di sé e dei suoi principi, consapevole della sua forza, ma solo un ragazzo, un amico.
Solo un sedicenne la cui voce suona terribilmente imbarazzata, mentre si apre con lei.
E lei, lei realizza solo ora che non è brava come credeva in questo. Nemmeno lontanamente.
"Ok, questo spiega la scena madre dell'altro giorno..."
Non sa cosa dire, quindi prova a sdrammatizzare ancora una volta, ma ora Suguru sembra davvero sul punto di vomitarsi una maledizione sulle scarpe.
Così non va, pensa, cercando di ragionare su come uscire dalla situazione.
Le sigarette. Ci vuole una sigaretta, conclude, indecisa se offrirne una al ragazzo, vista la reazione di qualche minuto prima.
Geto la guarda sottecchi, probabilmente considerando se vale la pena di mettere a rischio la sua virilità per calmare lo stress.
Shoko capisce che deve essere davvero un momento critico per il ragazzo, quando Suguru allunga la mano verso il pacchetto.
Dopo qualche minuto, quando lo vede rilassarsi visibilmente, ispirando ad occhi socchiusi, decide di riprendere il discorso.
"Ti va di spiegarmi?"
Teme quasi non l'abbia sentita, poi Geto riprende a parlare.
"Hai presente le api?"
"Api?"
"Sì, gialle e nere, piccole ali carine..."
"Sì, Suguru. So cosa sono le api..."
"Hai presente i fiori?"
"... Sei serio? Suguru..."
"Ecco subito l'ape stava benissimo, però poi qualcosa è andato storto.."
Il ragazzo ignora il suo commento e continua a parlare a macchinetta. Pare l'imitazione meno allampanata e petulante di Gojo.
Quando alla fine torna il silenzio, osservando Suguru improvvisamente impegnatissimo a trovare qualsiasi cosa da guardare che non sia lei, la ragazza realizza.
Qualcosa è andato storto.
"Aspetta...", borbotta tra sè e sè.
Qualcosa.
Shoko deglutisce a vuoto.
Comincia a pensare di aver capito 'cosa' non sia andato per il verso giusto o meglio, 'quale parte' di Suguru non abbia, ecco, fatto il suo dovere.
Questo spiegherebbe tutto: la fuga in corridoio, l'aria mortificata di Gojo e l'imbarazzo dei giorni seguenti.
"Oh, tesoro..."
"No, niente oh tesoro", insorge il ragazzo, ritrovando almeno un poco della solita determinazione.
Vorrebbe chiedere, curiosa di sapere cosa può aver fatto Satoru di così assurdo e sconclusionato, da far 'vacillare' la determinazione dell'altro ragazzo, ma Geto la precede, quasi le leggesse nella mente.
"Satoru non ha fatto nulla di sbagliato".
Mentre parla, lo sguardo di Suguru scivola sul compagno, gentile e affettuoso come una carezza.
"Ho solo avuto paura", ammette, facendo spallucce.

Come ha già spiegato, Shoko è una stronza. Anzi, non solo. Shoko è una stronza fiera di esserlo.
Quindi in qualsiasi altro caso, per qualsiasi altra persona, avrebbe riso. Probabilmente anche se ad avere questo tipo di incidente fosse capitato a qualcuno a letto con lei.
Beh, almeno in qualche universo alternativo in cui le sue conquiste possano avere un problema del genere.
Ma non in questo caso. Non con Suguru che pare davvero voler sparire.
"Sono cose che succedono, sai?", prova, il tono di voce più morbido che riesce a mettere insieme.
Vorrebbe dire qualcosa di più rassicurante. Forse potrebbe affrontare il discorso dal punto di vista medico?
Magari un abbraccio? Sembrerebbe strano.
Qualcosa fortunatamente la tira fuori dall'impiccio.
"Gojo Senpai, si sta facendo tardi!"
La voce di Haibara richiama la loro attenzione sullo scontro.
Guarda Gojo saltare a cavallo della spalla della maledizione, afferrare il braccio e spaccarlo, prima di strapparlo di netto.
Sangue marcio si infrange contro la superficie dell'Infinito di Satoru, scivolando via come acqua.
"Vuoi dire che sta facendo a pezzi quella maledizione perché è frustrato sessualmente?", commenta.
"Ieiri, non stai aiutando", ridacchia Suguru, di colpo più leggero.

Un lampo rosso, seguito da uno strillo acuto e dall'odore di bruciato, annuncia la fine dello scontro.
La maledizione si dissolve ai piedi di Gojo, mentre l'energia maledetta sprigionata con l'uso della tecnica sfrigola attorno a loro.
Il sorriso ferino sul viso dello stregone si spegne in un'espressione annoiata, mentre allunga le braccia sopra la nuca, stirandosi come un gatto.
Finalmente, pensa ingenuamente Shoko, guardando Gojo incamminarsi verso di loro, seguito da i due kohai.
In poche falcate il ragazzo li ha raggiunti, ma solo quando è spalla a spalla con il compagno di classe, si ferma, cogliendo l'altro di sorpresa.
Suguru rimane fermo, in attesa. Una domanda che non trova voce nello sguardo e la sigaretta a mezz'aria.
Nel momento stesso in cui inizia ad espirare il fumo, Satoru gioca la sua mossa.
Afferra il polso che tiene la sigaretta e lo allontana dal viso di Suguru.
Schiude le labbra e si avvicina, ma non abbastanza da sfiorare la pelle dell'altro ragazzo.
Geto sgrana gli occhi, fissando il fumo scontrarsi contro la barriera costruita dall'Infinito.
È strano da guardare, sembra nebbia del mattino che si infrange su un vetro.
Poi l'Infinito si apre e Gojo sbatte piano le palpebre, respirando piano, bevendo il fumo quasi direttamente dalla bocca del moro.
Questo lo fissa sempre più sorpreso, prima di abbassare la guardia e lasciar scivolare lo sguardo sulle labbra socchiuse.
Un solo istante, ma basta perché Shoko senta il bisogno di guardare da un'altra parte.
Non è una che si imbarazza facilmente.
Ha già beccato i due in momenti decisamente poco amichevoli (in ogni senso possibile) e allo stesso modo è totalmente avvezza all'esibizionismo di Gojo e alla sua mancanza di qualsiasi vergogna e di senso del pudore.
Per dirla senza tanti giri di parole, l'ha visto girare in mutande per i corridoi più volte di quante abbia mai pensato di sopportare.
Ma questo, questo è diverso. Questo è così dannatamente intimo, tanto da spingerla a scostare lo sguardo.
"Niente da fare, il fumo mi fa schifo anche così", ridacchia alla fine Gojo.
La voce del compagno dà il segnale che le serve per alzare nuovamente lo sguardo.
Guarda Satoru prende la sigaretta dalle mani di Geto, spezzarla e buttarla a terra, prima di riprendere nella direzione precedente.
Davanti a lei rimangono un Nanami decisamente nauseato e un Haibara drammaticamente confuso, ma soprattutto Suguru è totalmente imbambolato, così tanto che Shoko non saprebbe dire se stia effettivamente respirando o se speri di restare vivo facendo la fotosintesi.
Ora vorrebbe dargli davvero una pacca sulla spalla, ma non crede che a Geto serva compassione al momento.
Opta per un pugno non troppo convinto diretto al costato, mentre l'altro non scolla lo sguardo dall'immagine di Gojo che mani in tasca si allontana.




Chi mi legge sa che spesso dietro ad ogni storia ci sono una valanga di fan art di persone decisamente più talentuose di me.
Questa volta, vi suggerirei di dare un'occhiata qui:
https://twitter.com/sakugawa996/status/1515129169914793984
Ci tengo a ringraziare anche @Giorgi_b per il costante sostegno e l'incrollabile pazienza con cui mi supporta (e sopporta)😊
Un mega abbraccio, Amy

   
 
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