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Autore: KikiWhiteFly    14/09/2009    5 recensioni
{ShikamaruxIno} Una commedia leggera, composta da due parti... ma c'è un terzo incomodo. Una fan fiction biancaH, dedicata a ballerinaclassica, sasusakuxxx, Red Diablo e WishulThinking.
“... non capisci? Io voglio che la realtà diventi una favola e la favola una splendida realtà.”, confessò, arrossendo. Sottile fu il porpora che scorse sulle sue guance, sottile e pungente. Shikamaru si avvicinò a lei, alzandole il volto minuto. Poi, studiando il mento rotondo, avanzò con lo sguardo un po' più in alto, decidendo di affondare con una certa audacia le proprie labbra in quelle della ragazza, vellutate. Contatto che fu prontamente accettato dalla Yamanaka, in astinenza da quel piacere. Perché sì, lei voleva la favola.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ino Yamanaka, Iruka Umino, Shikamaru Nara
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Parte Seconda



Di mutande, reggiseni e cene poco

abituali.








Uhm...”, la ragazza si stava girando il tappetto della penna tra i denti, osservando stanca gli appunti presi tutto il pomeriggio con il Sensei. Shikamaru era rimasto dietro la porta, ad osservare attento e imperscrutabile la scena che aveva di fronte. Per i suoi gusti, l'Umino si avvicinava con una certa licenza-sicuramente non negata- alla ragazza, gettando lo sguardo, di tanto in tanto, sulla generosa scollatura a “V” e sulle gambe scoperte, ovviamente, fasciate da semplici calzoncini in cotone, aderenti al sedere.

“Tanto lo so che sei lì dietro”, intervenne la bionda, alzando i capelli e raccogliendoli in un'alta crocchia.

Beccato.


Shikamaru uscì dal suo nascondiglio, dandosi dell'idiota. “Da cinque minuti”, disse in sua difesa.

“ Da cinque ore, vorrai dire”, alzò un sopracciglio Ino. Il sudore le aveva imperlato la fronte, anche se, in effetti, Shikamaru non poteva negare un certo piacere davanti quella scena così... bollente.

“Dovremmo mettere dei condizionatori”, disse lei.

“Quanto deve andare avanti?”

Ino eluse completamente la sua domanda.

“Oh, temo per altri due mesi”

Shikamaru si strozzò con la stessa saliva che la sua lingua produceva.

“L'estate, intendo”, precisò la ragazza.

E il ragazzo cercò di calmare il proprio battito, improvvisamente accelerato. Temeva di esser prossimo ad una tachicardia, se la situazione non fosse cambiata.

“Sai di cosa parlo”, riprese

Lei sbuffò, alzandosi improvvisamente in piedi. Scaltra, si avvicinò a lui, puntando l'unghia limata al suo sterno e ammonendolo col solo sguardo.

“Non dipende da me”

E sorrise, vittoriosa.

Il moro guardò un momento per aria, perso in chissà quali ragionamenti, e, alla fine, convenne che fosse più consono metterla a tacere in ben altro modo. Si avvicinò, ignorando con una certa audacia i suoi sprezzanti monosillabi quali “Non mi va”, oppure “Non è il caso”, e raggiunse le sue labbra, tenendole concatenate per alcuni minuti, gli stessi nei quali aveva avuto il tempo di sganciare il -maledetto- ferretto che le stringeva il seno, alzare la maglietta, accostarla a sé, fino a trasportarla sul divano in pelle.

Ino sbatté con le spalle contro il bracciolo, ma Shikamaru la ignorò, ben propenso a farle sentire ben altro dolore... in fondo, la sua astinenza -o forse punizione?- stava durando da ben sette giorni: per amor di precisione una settimana, svariate ore e infiniti minuti.

Dal canto suo, Ino non poteva negare un certo piacere, specie perché le labbra del ragazzo sapevano dove andare a toccare e in quali punti affondare.

“Ehm... torno più tardi?”

Ino sbarrò gli occhi e Shikamaru le lanciò i suoi jeans -oh, che meraviglia le sue mutande tigrate! Un regalo di Ino, diceva che erano fashion. Non aveva nemmeno osato commentarle, la vergogna era troppa-, cercando di coprirla.

Iruka Umino, buste di carta in mano ed espressione ebete in volto, aveva fatto la sua entrata a dir poco spettacolare, arrossendo fino alla punta dei piedi.

“No! Quale disturbo!”, disse la ragazza, cercando di ritrovare il reggiseno.

Cerchi... questo?”, l'uomo colse da terra un grazioso push up di pizzo, di media misura. Il suddetto reggiseno stava penzolando davanti gli occhi di Shikamaru in modo decisamente impertinente; i suoi nervi stavano invece scoppiando, mandando a far benedire il suo discreto quoziente intellettivo.

“Oh sì, proprio quello”, e, mentre lo diceva, il ragazzo glielo strappò di mano, lanciandolo direttamente alla compagna.

“Una quarta?”

“Sì”, annuì convinta. “Si vede, allora”

Iruka squadrò per un momento la ragazza, da capo a piedi.

“Eccome”, annuì convinto.

Ino parve entusiasta di tale risposta, ma non si poteva dire altrettanto per il ragazzo che stava assistendo all'animato teatrino. Se poi il Sensei dava certe risposte, in modo così sagace, allora il suo proverbiale controllo andava egregiamente a farsi friggere... insieme alla sua reputazione, ovvio. Già vedeva i manifesti sparsi in giro: le mutande tigrate di Shikamaru Nara. Il piccolo tigrotto. Sotto un bradipo si nasconde un leone.

Quale male aveva fatto per meritarsi tali appellativi?.

Almeno non avrebbero avuto da ridire sulla sua pigrizia: non in quel campo, perlomeno.

“Possiamo smetterla?”, intervenne, spezzando l'atmosfera.

Ammutolirono ambedue, poi Ino esordì con una delle sue battute folli e senza senso:

“Ah, non tener conto di lui, Iruka”.

Iruka? Da quando vi era tutta questa confidenza?

“Non puoi prender sul serio un uomo con le mutande tigrate”

E la Yamanaka si issò in piedi, raccattando i suoi vestiti. Poi se ne andò al piano superiore, nascondendo dietro un paio di jeans il suo corpo. Iruka cercò di non guardarlo, non voleva cadere in tentazione.

L'Umino posò le buste di carta sul tavolo, poi, con un sospiro mal celato, aggiunse:“Non ha mica torto, eh?”






*********





Se quella situazione doveva andare avanti ancora per molto, Shikamaru si poteva considerare ufficialmente un uomo morto. Tutta la sua rabbia si stava ora riversando su un innocente filetto, assassinato brutalmente con il coltello -Ino era in vena di tradizioni occidentali, quella sera!-, provocando fastidiosi stridii.

“Shikamaru”

“È colpa del filetto”, si difese il ragazzo, poggiando sulle labbra un pezzetto tagliato a regola d'arte.

La bionda si batté una mano sulla fronte, probabilmente esasperata. “Come ti sembra Iruka?”, gli aveva sorriso, inclinando il capo da una parte.

L'uomo aveva ingoiato il suo pezzetto poi, trangugiato un paio di volte, scambiò un'occhiata col Nara che stava alzando quel coltello a mo di sfida, quasi a volerglielo puntare sul pomo, volendogli bloccare le corde vocali. Iruka Umino si vide davanti quella scena in stile Profondo Rosso: per un momento gli era passata la fame, doveva ammetterlo.

Poi, spinto dal sorriso della Yamanaka, onnipresente su quelle labbra morbide -perlomeno così se le immaginava- le rispose, facendole tanti complimenti e adducendo banali frasi quali “Avresti dovuto fare la cuoca”.

“Non esageriamo” era arrossita per un millesimo di secondo lei, ritraendosi indietro. E Shikamaru -giurò- era la prima volta che la vedeva scomporsi in tal modo. Dovette tossicchiare un paio di volte e bere un modesto sorso d'acqua per credere a quella reazione epidermica che era il bollore su quelle gote candide.

“Quand'è l'esame?”, chiese interessato l'Umino, toccandosi sazio la pancia.

“Fra tre giorni” sentenziò Ino, un attimo scossa dall'imminente test d'ammissione.

“Oh”, sulla bocca dell'uomo si disegnò un piccolo ovale di stupore. “... lezione supplementare?”

Ino ci pensò su, pulendosi la bocca col tovagliolo di stoffa. Si rigirò uno stuzzicadente tra le dita, piuttosto preoccupata. “Beh sì, dopo primo e secondo tempo.”, ci ridacchiò su, piuttosto nervosamente.

Shikamaru stavolta tossì in modo più spontaneo, quasi stesse avendo un infarto. “Scusate”, si limitò alla fine, osservando l'espressione corrucciata della fidanzata.

Tutte quelle frasi gli suonavano tremendamente prive di fedeltà.

Ma doveva fidarsi... no?


“Se sei pronta anche subito”


“Subito?”, ripeté scettica la ragazza. “Ha ragione”, si guardò intorno, squadrando il modesto abitacolo.

“Direi in camera”


Silenzio.

Intervallato da quel fastidioso ticchettio che era l'orologio. Solo dopo un minuto -perché Shikamaru contò sessanta secondi prima di dar prova di una certa gelosia che gli mordeva l'animo-, il ragazzo si alzò, irrompendo tra i due come un fiume fra due sponde.


“Basta così. Finiamola”, aveva sbuffato, guizzando con gli occhi da una parte e dall'altra. “Tu”, indicò l'Umino. “Non farai nessuna lezione supplementare”, e lo puntò, ammonendolo. “Tu invece...”, poi aveva detto una frase sottovoce, incomprensibile.

“Eh?”, era stata costretta a proferire lei, affinando meglio il senso dell'udito.

“Tu studierai con me. Punto”

E inghiottì un grumo di saliva, spazientito. Il tutto si era concluso in un silenzio tombale, quasi si stesse svolgendo la veglia di un defunto piuttosto che una normale -per quello che poteva definirsi normale- situazione da risolvere.

“Non posso crederci”, rise la Yamanaka, di una risata spontanea e allegra, rumorosa e frastornante. Iruka e Shikamaru si guardarono, convinti che all'interno del bicchiere cristallino ci fosse ben altro liquido che l'acqua oligominerale. “... sei geloso!” lo accusò Ino, e rise sguaiatamente.

Dal canto suo, Nara, non protestò. Un breve cenno d'imbarazzo, lo sguardo puntato sul pavimento, i denti digrignati, come un cane randagio.

“Geloso?”, sbottò infine la ragazza, aprendo teatralmente le braccia. “... sì.”, ammise, interrompendo Mortisia Addams e la sua fantomatica risata.

“Posso prendere il dolce?”, Iruka spuntò come un fulmine a ciel sereno, spezzando l'atmosfera tesa. La forchetta stava quasi infilzando il tiramisù ma Ino tolse il vassoio, quasi stesse lottando contro un bambino.

“Ti dispiacerebbe lasciarci soli?”, chiese con una strana luce negli occhi

L'uomo posò la forchetta, desiderando silenziosamente il dessert. “Da soli.”, precisò Shikamaru, vedendolo impalato come una candela fra loro. “In due”

“Oh”, sgattaiolò fuori l'Umino, lento di comprendonio.


Solo dopo un tacito accordo di sguardi, Shikamaru parlò.

“Credevi di averla vinta così?”, domandò, cercando nelle tasche il pacchetto di sigarette.

Ino abbassò lo sguardo, amareggiata.

“Tu non capisci Nara”, disse lei, guardandosi i pollici. “... io voglio qualcos'altro. E se per averlo devo ricorrere a certi mezzucci... allora sì, sono pronta a tutto”, sospirò. Il moro la guardò un attimo stupefatto, studiando meticolosamente i lineamenti fini e sottili della bocca mentre si muoveva, gli occhi strizzarsi di dispiacere e poi illuminarsi di gloria un attimo dopo. Infine, i capelli di seta danzare in avanti e indietro, dondolando come le venature delle foglie quando vengono bagnate dalla pioggia. “... non capisci? Io voglio che la realtà diventi una favola e la favola una splendida realtà.”, confessò, arrossendo.

Sottile fu il porpora che scorse sulle sue guance, sottile e pungente. Shikamaru si avvicinò a lei, alzandole il volto minuto. Poi, studiando il mento rotondo, avanzò con lo sguardo un po' più in alto, decidendo di affondare con una certa audacia le proprie labbra in quelle della ragazza, vellutate.

Contatto che fu prontamente accettato dalla Yamanaka, in astinenza da quel piacere.

Perché sì, lei voleva la favola.

Era così sbagliato?

“Allora... Signora Nara?”.

Le domandò il ragazzo, soffiando un po' sopra quei carboni ardenti che erano i solchi sulle sue labbra. Ino sbarrò gli occhi, meravigliata.

Poi nascose l'entusiasmo, l'irrazionalità, la semplice ed estrema follia. Rise di gusto, analizzando criptica le pupille del ragazzo che aveva di fronte.

“Allora? Voglio che ti metti in ginocchio!”, lo beffeggiò subito lei, annullando qualsiasi atmosfera nell'aria.

“Adesso non esageriamo”, blandì Shikamaru, svoltando col viso dall'altra parte.

E la ragazza soffocò l'ennesima risata, convinta che i sogni son desideri, probabilmente.

E che in fondo Cenerentola, non era l'unica ad aver avuto il cosiddetto fondo schiena fortunato.

E che le favole non sono solo per bambini, come erroneamente pensavano in molti. Ci sono grandi che ancora vivono nel castello incantato -sia esso sotto forma di appartamento-, grandi che indossano scarpette che realizzano i sogni, grandi che vivono nell'Olimpo, assieme al proprio Zeus.


Perché sì.

La realtà può essere una favola,

e la favola una bellissima realtà.

Non poteva garantirlo con un soggetto come Shikamaru,

ma tanto valeva provarci.



E Iruka?

Iruka Umino era stata una benedizione, altro che terzo incomodo... e Iruka forse si era un po' innamorato di Ino. La bionda poteva avere il protagonista, il suo c'era una volta, il suo vissero felici e contenti.

Scosse il capo, mentre stava varcando l'entrata a dir poco plateale della chiesa, una modesta costruzione costruita in mattone, secoli e secoli fa. Guardò l'Umino, in terza fila, mentre la salutava silenziosamente con un cenno di capo. Poi osservò Shikamaru, intento a guardare schifato un giglio che qualcuno gli aveva appositamente messo nel taschino della giacca.

Uno sorridente, uno disgustato.

Sorrise di tenerezza.


La realtà è ben più interessante di una favola: la realtà è tutta fantasia.




Fine










Finita *-*.


Ci ho messo il cuore per scriverla, posso confermarlo. Beh sì, lo metto in qualsiasi cosa faccio ma in questa ci avevo messo tanto impegno, immaginandomi questo animato teatrino e il matrimonio di Ino e Shikamaru *____*. Ammetto che mi sono brillati gli occhi *_*.

Non credo ci sia molto da spiegare ò.o. Come terzo incomodo, a sorteggio, era uscito Iruka Umino ed, dopo essermi crogiolata più volte su come infiltrarlo tra i miei protagonisti, è stato veramente difficile ma mi sono anche divertita XD.

Adoro le commedie, anche se preferisco l'angst!


Ringraziamenti...


A tutti coloro che hanno aperto questa pagina, a tutti coloro che hanno inserito nei preferiti e nelle seguite, <3. Un'ulteriore e sentito ringraziamento va' ai miei commentatori:



ryanforever: sì, tirare in ballo Iruka è stata un'impresa quasi utopica per una fervente ShikaIno come me XD. Mettere accenni del genere è stato parecchio difficile, ma ce l'ho fatta! E grazie sempre per i tuoi commenti, ShikaIno rulleggiano *__*.


Naomi92: il fatto che tu sia una mosca nera mi elogia *_*. Perché so che è stato parecchio difficile da leggere, e spero che i miei teatrini comici -da qui puoi capire la mia sanità mentale ò_ò- ti siano piaciuti! È sempre bello sapere che una storia piace anche dai non-fan della coppia.

Quindi... grazie!*_*. E non ti preoccupare, non sto qui a scrivere per i commenti XD... scrivo perché adoro scrivere dopo se uno vuole commentare è opzionale XD.

Un bacione!

p.s. Almeno abbiamo la fede da Blacks comune *__*. Felice che anche le mie SasuSaku ti piacciano *_*.



kikky: ma sinceramente io non ce li vedo nemmeno se fosse l'ultimo essere vivente sulla faccia della Terra Iruka ò_ò... no ò.o. Ma mi è uscito a sorteggio -ahimè-. Sono felice che ti sia piaciuta ^^.



Kimly: O sei dovunque tu, o sono dovunque io... Questo è il dilemma ù_ù. Ci incontriamo dovunque, eh?XD. Comunque, sì, comica. Strano per un animo angst come me ò_ò.

Questo sarà il risultato dei miei scleri repressi, sono consapevole del fatto che lo psicanalista mi aspetta u.u'.

Grazie mille, un bacio!

Alla prossima *0*,



Kiki.


E molto probabilmente la prossima ShikaIno sarà per il White Midnight, 22 e 23 Settembre *__*.

*Scrive angst u_u *



   
 
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