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Autore: Biblioteca    20/07/2023    2 recensioni
E se Harry non fosse mai cresciuto con i Dursley?
Se la McGrannitt, Hagrid e Piton, di comune accordo (e con molti complici) avessero deciso di portare Harry a Hogwarts prima del tempo e di crescerlo al sicuro?
Harry Potter sarebbe sicuramente stato diverso, al primo anno come ai successivi. Ma come e quanto sarebbe cambiato? E perchè?
In questa prima storia (che inizia la notte prima dei suoi undici anni e finisce con il suo smistamento) voglio presentarvi un Harry Potter diverso e vedere, insieme a voi, se può diventare un personaggio interessante su cui lavorare o restare solo una fantasia di una storia diversa dalle solite...
Genere: Fantasy, Mistero, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, Minerva McGranitt, Rubeus Hagrid, Severus Piton | Coppie: James/Lily
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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“La magia è uno strumento. Ed è nel mago che la usa e nella sua coscienza l’essenza della sua azione. Potente o meno che sia, il mago che usa la magia per fare del bene riuscirà nel suo intento. E se invece vuole fare del male…”
La donna si interruppe e i suoi occhi parvero velarsi per un momento di lacrime. Sospirò e continuò.
“Molti anni fa, un mago, che era stato anche studente di questa scuola, scelse la via delle arti oscure. Era un mago abile e potente, ma aveva anche doti che nulla avevano a che fare con la magia. Egli era intelligente, abile a parlare, carismatico… e anche bello. So che può sembrare strano, ma anche nel mondo dei maghi l’apparenza ha la sua importanza. Oltre a ciò aveva una grande fame di potere e un profondo desiderio: quello di eliminare i babbani e tutti i maghi nati all’interno delle famiglie babbane. Ora il nostro mondo ha molto rancore verso di loro, ma abbiamo fatto un patto con noi stessi, ovvero quello di non usare mai la magia con loro, in alcun modo. Vogliamo la pace, non la guerra. E invece lui non era d’accordo. Reclamava a gran voce la superiorità del mondo magico su ogni cosa. E chi si metteva sulla sua strada, chi non era d’accordo, trovava la morte.”
“Come si chiamava?” la interruppe Harry. “Questo mago dico.”
La McGrannitt lo guardò negli occhi: “Mi dispiace Harry… Ma questo mago ha fatto delle cose talmente terribili… che preferiamo non pronunciare il suo nome. In nessuna circostanza.”
Harry annuì lentamente.
“Comunque, la crociata di questo mago non era solo contro i babbani, ma anche contro moltissimi maghi. Grazie alla pace e alle regole che il mondo magico si è imposto da secoli, c’è ormai una grande mescolanza tra maghi e babbani. Inoltre, un nascituro può essere dotato di abilità magiche pur non ereditandole da nessuno. Tua madre, Lily, era nata in una famiglia babbana per esempio. E prima di lei, o almeno così ci risultò dalle nostre ricerche, non c’erano altri elementi magici nella sua famiglia. Ma già tanto sarebbe bastato a lui per…”
La donna tacque.
Anche Harry sentì gli occhi riempirsi di lacrime.
“Ha ucciso i miei genitori perché mia madre era figlia di babbani?”
“In verità” la McGrannitt ci rimise un bel po' a riprendersi per parlare “non c’era solo quello. Sappiamo per certo che V… Che colui che non può essere nominato aveva un odio profondo per i tuoi genitori, entrambi, poiché loro avevano vinto molti scontri contro i suoi accoliti. Ma una cosa che è certa… è che voleva uccidere te.”
“Me?”
“Sì. Tanto che per molto tempo, tua madre e tuo padre sono rimasti nascosti, senza combattere a fianco degli altri della resistenza. Lui però è riuscito a trovarvi e…” La donna deglutì “…e qualcosa che ancora oggi non sappiamo spiegarci è accaduto: quella notte, quando ha tentato di ucciderti, la maledizione scagliata contro di te è ritornata su di lui. E da allora, nessuno lo ha più visto.”
Ci fu un lungo momento di silenzio. Harry sentì il puledro posare il muso sulla sua gamba e strofinarlo piano.
Lo accarezzò e la morbidezza del pelo della creatura lo aiutò a calmarsi.
“Cioè… Io… Io ho ucciso questo mago?” domandò incerto.
“Non lo sappiamo. Non sappiamo nulla. Sappiamo solo che quando Hagrid e Piton sono arrivati a casa dei tuoi genitori, l’intero edificio era distrutto, e il mago oscuro era scomparso… e tu eri lì… vivo e vegeto. L’unica cosa che quell’anatema terribile ti aveva provocato era quella piccola cicatrice sulla fronte. Da allora sei diventato ‘il bambino che è sopravvissuto’, e con questo nome sei conosciuto nel mondo magico.”
Harry sentì una lacrima scendergli lungo la guancia.
“Ho potuto sconfiggere quel mago… ma non salvare i miei genitori…”
La McGrannitt all’improvviso lo prese e lo strinse in un abbraccio. Harry non se lo aspettava affatto e sobbalzò mentre le magre braccia della donna lo stringevano.
“Non devi sentirti in colpa. Qualunque cosa sia successo quella notte, qualunque sia stato il miracolo che ti ha salvato, la colpa non è tua Potter.”
Faceva strano sentirla tornare formale mentre lo stringeva. Harry si fece coraggio e ricambiò l’abbraccio.
“Grazie per avermi detto la verità.”
La donna si distaccò lentamente: “Te l’avevo promesso, Potter. È giusto che tu lo sappia anche perché… presto dovrai entrare nel mondo magico e non da clandestino. E scoprirai che la tua storia è conosciuta e raccontata da tutti. In poche parole, nel nostro mondo, sei famoso.”
Harry sgranò gli occhi: quell’informazione proprio non de l’aspettava.
“Famoso? Io?”
“Quanto capitato ha rapidamente rovesciato le sorti della guerra. Gli accoliti di questo mago oscuro sono stati tutti sconfitti, alcuni morti, altri incarcerati, altri ancora… beh dicono di essere stati sotto incantesimo o hanno accettato di collaborare e in nome della pace li abbiamo lasciati tornare a vivere con noi. Tutti danno il merito a te e ai tuoi genitori per quanto accaduto. Sei conosciuto come un simbolo di rinascita, di nuova speranza… E nel mondo magico le notizie e le leggende si diffondono molto in fretta.”
Harry non era sicuro di sapere cosa poteva significare tutto quello. Aveva un vago ricordo del concetto di “famoso” nel mondo babbano. Ma come funzionava nel mondo magico?
“C’è però una cosa che dovrai fare prima di poter entrare qui da studente.” Proseguì la Mcgrannitt “per entrare a Hogwarts c’è bisogno di ricevere una lettera d’ammissione… e la tua sarà inviata al tuo vecchio indirizzo.”
Harry sobbalzò così forte che il puledro vicino a lui fece un passo indietro.
“Devo tornare lì!? Dai Dursley?!”
“Non tornerai solo” si affrettò a dire la donna “Severus Piton ha già stabilito che rimarrà con te anche a costo di dover condividere lo stesso tetto con i tuoi zii. Mi dispiace ma è necessario farlo e il tempo sta per scadere. Se entro il primo settembre non riceverai la lettera… bhe, dovremmo inventare qualcosa per l’anno che verrà…”
“Posso non ricevere la lettera?”
“Diciamo che c’è bisogno di una circostanza speciale per averla, ma non ho dubbi che avverrà. Comunque, Severus ti spiegherà tutto. Dopodiché, potrai tornare direttamente qui… anzi, forse è giusto utilizzare il termine, dovrai.”
Harry non capì né la frase, né lo strano tono con cui la donna l’aveva pronunciata. Il puledro però emise un lieve nitrito.
“Vedi Potter, i cuccioli di unicorno hanno una caratteristica fondamentale: si faranno nutrire sempre e solo dal primo che ha dato loro da mangiare dopo la morte dei genitori. Quindi, se vogliamo salvare questo cucciolo, è necessario che tu sia presente almeno per le prossime tre settimane.”

 
  
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