Capitolo XXXI
Un amico viene da lontano: non è dunque una gioia?
"Questo posto mi mette i brividi..."
All'interno del Laboratorio la presenza di a-Ling era diventata quasi impercettibile e la sua voce era un bisbiglio incerto, che a tratti scompariva nel ronzio di fondo dei droni e delle ancelle.
"Detto da un fantasma suona strano..."
"Quei cosi ci seguono da quando siamo entrati, loro mi vedono!"
"Intendi i droni della sorveglianza? Se hanno attivato la visione infra-spirituale si, riescono a vederti; i loro sensori captano le tue vibrazioni eteree e ricavano una mappa generale della tua posizione e composizione, non ti vedono come ti vedo io."
"Tu come mi vedi? Pensi che il mio abito sia troppo sgualcito? A-Feng tiene molto all'ordine e al decoro personale.”
Callisto si sforzò di metterlo a fuoco, l'ambiente altamente tecnologico del Laboratorio aveva pochissimi appigli spirituali a cui aggrapparsi e chi lavorava sulle anime e le materie incorporee come lui era penalizzato.
“Sei perfetto.” dichiarò con un sorriso rassicurante.
Davanti alla stanza del maestro Leng stazionava un piccolo capannello di persone, che all'arrivo dei due smise di confabulare e si girò ad osservarli.
Il Dottor Tersilius inforcò gli occhiali dopo averli ripuliti ed esclamò: “Lo hai trovato! Ottimo lavoro, come sempre Callisto...”
Ye Xue sembrava il più emozionato: il suo allievo avrebbe finalmente incontrato la persona cara da cui era stato crudelmente separato secoli prima e che era stata la causa della sua dannazione.
Al suo fianco c'era Yun Bai, silenzioso e assorto in certi suoi ragionamenti.
Il mago si stava chiedendo come avrebbe reagito se al posto di a-Ling ci fosse stata Jīn Yè.
Alaric era scuro in volto, ma nel suo animo il sentimento dominante era l'incertezza.
Aveva preso le difese del fantasma coi Signori di Serannian, aveva evitato di tormentare Ye Feng indagando sulla sua vita precedente ed ora cominciava a sentirsi il terzo incomodo in una relazione dove era l'ultimo arrivato.
Il fantasma, che forse aveva captato nell'aria quel concentrato di emozioni contrastanti, scivolò dietro le spalle di Callisto, nel tentativo di passare inosservato.
L'occultista sentì un brivido lungo la schiena quando le sue mani si aggrapparono al cappotto di pelle.
“Tranquillo, nessuno vuole farti del male.”
“Non ne sarei così sicuro...” mormorò a-Ling dopo aver incrociato lo sguardo affilato dell'apprendista.
“L'unica persona di cui devi occuparti adesso è il tuo Gege, avanti va' da lui.”
Il Maestro della Morte gli aprì la porta della camera e si accertò che la attraversasse, poi la richiuse e iniziò a piantonarla a braccia conserte.
“E adesso?” chiese Alaric.
“Adesso aspettiamo che si chiariscano.”
Il cipiglio del giovane francese s'incupì ancora di più.
Dopo alcuni minuti di calma piatta dall'interno giunse un confuso tramestio e Callisto udì la voce angosciata del fantasma invocare il nome di Ye Feng, pregandolo di rimanere.
Per un occultista quelle grida erano punteruoli di pura disperazione che incidevano l'anima.
Spalancò la porta e trovò la stanza vuota di uno dei suoi occupanti, con l'altro in procinto di attraversare la membrana sottile che divideva la dimensione di Serannian dal Mondo degli Spiriti.
“A-Ling dove vai?”
“Da Ye Feng, lui sta male... come al Nido della Fenice!”
Il fantasma non diede altre spiegazioni e si tuffò nel varco, che si richiuse alle sue spalle.
“Quell'idiota non è riuscito ad affrontarlo.” sentenziò Ye Xue una volta entrato.
"Li seguo!" esclamò il Maestro della Morte, preoccupato per l'agitazione e la paura che aveva letto negli occhi di a-Ling.
"Ti accompagno." disse l'Immortale "Non hai idea di dove siano andati, io si."
"Ci accompagni." sottolineò Alaric, a cui si affiancò il mentalista, che annuì deciso.
"Andiamo tutti insieme Gege."
"Non è prudente, stiamo parlando del palazzo di a-Feng, lui non ama avere estranei per casa..."
"Fanculo il suo concetto di ospitalità!" lo interruppe il francese "Lo prendo a calci finché non ci include nello stato di famiglia!"
Il Signore degli Shen non era affatto dispiaciuto di avere dei rinforzi.
Il suo allievo diventava difficile da gestire quando il lato Yin prendeva il sopravvento; lui e Yun Bai potevano tenerlo tranquillo, mentre Callisto si occupava del fantasma.
Alaric invece era assolutamente impreparato ad affrontare gli abissi di mostruosità che nascondeva un'acqua cheta come Ye Feng.
Sarà un'esperienza sgradevole, concluse Ye Xue, ma prima o poi dovrà affrontarla, quindi è meglio che lo faccia avendo persone esperte al fianco.
"Che forza..." mormorò l'apprendista davanti ai cancelli del palazzo.
Il suo apprezzamento non era rivolto alle altissime mura e nemmeno ai colossali leoni in pietra, che col loro ringhio demoniaco intimavano ai visitatori di stare alla larga.
Alaric stava osservando la trasformazione subita dall'occultista una volta giunto nel Mondo degli Spiriti.
“Uhm, intendi i Marchi dell'anima?”
Callisto girò il palmo della mano sinistra, poi arrotolò la manica del pastrano fino al gomito; sulla pelle chiara si erano manifestati dei simboli neri, alcuni ricordavano le rune celtiche, altri i geroglifici egizi e mesoamericani.
Scorrevano lentamente dal braccio alla clavicola per avvolgersi attorno al collo e infine attraversargli il viso.
“Sono una specie di tributo, giusto? Almeno così ho letto nei testi della nostra biblioteca.” intervenne Yun Bai avvicinandosi.
“A me piace paragonarli alle tacche sul calcio della pistola di un cacciatore di taglie.” rispose l'occultista, sogghignando divertito “Ne compare uno ogni volta che viaggio nel Mondo degli Spiriti o nell'oltretomba e stringo accordi coi loro abitanti.”
“Sei proprio un rude occidentale Callisto.” lo rimproverò il Signore degli Shen “Solo a voi verrebbe in mente di associare un pegno spirituale ad uno spaghetti western!”
L'Immortale prese per mano Yun Bai e raccomandò agli altri di fare altrettanto, dovevano formare una catena e restare vicino a lui, perché era l'unico ad avere il permesso di oltrepassare i cancelli.
Nonostante questa precauzione ai maghi rimase addosso la sgradevole impressione di essere spiati, mentre indefinite presenze minacciose sembravano strisciare tra le ombre degli edifici, tenendoli costantemente in stato d'allerta.
“Fa molto freddo qui...” bisbigliò il Maestro della Morte “Un freddo diverso dalle dimore infestate.”
“L'aria è immobile e pesante, perché è satura di energia Yin.” spiegò il Mentalista.
“I leoni ci stavano fissando, uno ha mosso la testa, ne sono certo!” borbottò il francese.
“Restate concentrati” li redarguì Ye Xue“Questo palazzo ha più trappole che muri... Callisto! Cos'ho appena detto?”
L'interpellato, che si era avvicinato ad un gigantesco tamburo di bronzo, tornò subito nei ranghi.
“Adesso capisco perché non vuole invitarmi per il weekend...” disse Alaric dopo aver fatto scorrere lo sguardo sul susseguirsi di austeri padiglioni dalle porte sprangate, in cui predominavano i toni del grigio e del nero.
“Una casa dice molto del suo proprietario.” rispose Yun Bai.
“Riflette il suo stato d'animo.” specificò il Signore degli Shen “Non si presenta sempre così agli ospiti, ci sono stati periodi in passato in cui quei padiglioni erano aperti e colorati da drappi e lanterne, ma l'apparizione di a-Ling lo ha destabilizzato e spaventato.”
“Avverto la sua presenza in quella direzione.”
Callisto indicò un padiglione separato dagli altri da un piccolo canale artificiale, per raggiungerlo bisognava oltrepassare un grazioso ponticello di pietra scolpita.
“Sala di Veglia della Lanterna Invernale.” compitò il mentalista, traducendo l'insegna dipinta appesa sull'ingresso “Sembra il nome di un ambiente adibito allo studio o al raccoglimento”.
“È la sua stanza per la meditazione preferita.” confermò l'Immortale.
“Perché ne ha più di una?” chiese Alaric, poi agitando la mancina con insofferenza aggiunse “Alais! È ovvio, stiamo parlando di Ye Feng, magari ne ha una per ogni giorno della settimana...”
“Sono arrivato a contarne otto, tralasciando i giardini segreti, le grotte e gli alberi.” rispose Ye Xue, socchiudendo le palpebre con un sorriso soddisfatto; l'allievo era pedante, inflessibile e puntiglioso, tuttavia ammirava molto la sua capacità di coltivare le virtù spirituali.
"Suggerisco di accomodarci in uno dei padiglioni per gli ospiti e ragionare con calma sul da farsi, se sta meditando a-Ling dovrà aspettare molte ore e noi con lui."
"Lo stai suggerendo a me?"
Il Signore degli Shen spalancò gli occhi, davanti lui c'era solo Yun Bai, gli altri due furbacchioni si erano dileguati e avevano già raggiunto la Sala della Veglia.
“Perché non fanno mai quello che gli si dice?” sbottò.
Il mago aprì la bocca per rispondere, poi cambiò idea e dalle sue labbra uscì solo un sospiro rassegnato; l'amante non poteva pretendere l'obbedienza quando era il primo a fare il comodo suo.
“Voi! Allontanatevi subito dalla porta!”
Una volta superato il ponte l'Immortale li redarguì in un bisbiglio imperativo, ma in tutta risposta i francesi si girarono, intimandogli di tacere col dito indice appoggiato sulle labbra, quindi tornarono ad incollare l'orecchio ai pannelli di legno dipinto.
“Vi avevo chiesto di restare uniti!” insistette Ye Xue, provvedendo ad imitarli.
Yun Bai rimase a fissare il trio a braccia conserte.
“Siete proprio delle scimmie curiose...”
“Sss! Silenzio!” lo rimbeccò il Signore degli Shen “Sento della musica, sta suonando il guqin e dicono qualcosa, ma non riesco a capire bene...”
“Xue Ge come fai a non capire?” chiese Callisto.
“È il dialetto del loro villaggio non il mandarino, sarebbe come paragonare il latino alle lingue volgari che sono nate alla fine dell'Impero Romano.”
“Almeno stanno comunicando...” concluse Yun Bai, che si era messo ad origliare come gli altri “Questa melodia ispira un senso pace e serenità.”
“Infatti è una ninna nanna.”
Le porte del padiglione si aprirono all'improvviso e Alaric, che vi era appoggiato contro, perse l'equilibrio e finì sul pavimento imprecando.
Ye Feng scosse il capo e gli offrì aiuto per alzarsi, poi guardò il gruppetto di intrusi e rivolse loro un pallido sorriso.
“Benvenuti nella mia dimora, mi scuso che appaia così fredda e desolata, ho trascurato i doveri di padrone di casa negli ultimi tempi.”
Il suo mentore lo squadrò perplesso: non c'erano sintomi di squilibrio in lui, niente che lasciasse presagire una crisi nervosa o una perdita di controllo dovuta all'incontro col fantasma.
Accennò una replica, però venne preceduto dal Maestro della Morte.
“Dov'è a-Ling? Non sento più la sua presenza.” chiese Callisto, saltando i convenevoli.
“È andato via infatti.”
“Via... Via?” insistette il mago, cercando di carpire qualche dettaglio dall'imperscrutabile espressione dell'Immortale.
“Via, non mi ha detto dove.” rispose l'altro, affatto turbato dalla scomparsa dello spirito.
“Che cazzo di risposta è?” sbraitò Alaric “Ci siamo fatti un culo quadrato per portartelo e non gli hai chiesto nemmeno un recapito? Come lo ritroviamo adesso?”
“Non credo sarà necessario.”
“Quindi vi siete chiariti?” insistette l'apprendista.
“Potremmo definirlo un chiarimento, in effetti.”
“Ve la siete sbrigata in un quarto d'ora? Quando fai i predicozzi a me durano un'eternità!”
“Perché tu non sei cinese...”
“Io ti...”
“Propongo di festeggiare l'esito dell'incontro alla Lanterna Fatata!” s'intromise Ye Xue, prima che il francese saltasse alla gola del suo allievo “Lo mettiamo ai voti?”
Callisto alzò la mancina in segno di approvazione seguito dal mentalista, mentre quelle di Alaric e Ye Feng vennero alzate d'ufficio dallo stesso Ye Xue, risoluto a chiudere la parentesi spettrale e a tornare in fretta al tran-tran della dimensione magica.
“Gege tu sei davvero convinto che sia tutto risolto?”
L'interrogativo di Yun Bai si palesò tra i pensieri dell'amante, approfittando del momento in cui l'altro Signore degli Shen e l'apprendista erano alle prese con una pinta di birra fatata.
Il fatto che fossero già al terzo boccale e lo tracannassero come i peggiori recidivi dell'Oktoberfest gli dava qualche preoccupazione, soprattutto nei riguardi di Ye Feng.
“Non ne sono sicuro baobei... Temevo il peggio da circostanze così infauste: la ricomparsa di a-Ling poteva sfociare in una tragedia considerando il carattere del mio allievo e la tempra indocile di Alaric, invece sono seduti entrambi allo stesso tavolo e hanno alzato le mani solo per ordinare dell'altra birra. A dire la verità mi aspettavo urla, recriminazioni, porte sbattute, qualche esplosione e il fatto che non sia successo ancora niente...”
“Crea una certa ansia.”
“Esatto...”
“Come un temporale in attesa di sfogarsi...” concluse il Maestro della Morte, trovandosi d'accordo con gli altri due.
L'indomani il giovane francese, che stava smaltendo la sbronza con la testa infilata sotto il cuscino, fu costretto ad abbandonare i dolci lidi di Morfeo a causa di una nauseante sensazione ondulatoria.
Da bevitore navigato riconobbe uno dei postumi più frequenti dell'ubriachezza e decise stoicamente di ignorarla, essendo troppo provato per raggiungere il bagno.
La tecnica sembrò funzionare, almeno fino a quando un ronzio lagnoso trapassò il soffice strato dei cuscini e prese a tormentare i suoi padiglioni auricolari.
“Alzati! È tardi! Per quanto ancora vuoi dormire? La mattina è già trascorsa!”
“Bao-Feng...” biascicò “Dovresti essere morto dopo la bevuta di ieri sera e, se non lo sei, giuro che ti uccido io...”
“Gege sta dormendo, però questa non è una buona scusa per poltrire a letto come fai tu!” ribatté l'interlocutore, sottolineando il rimprovero con l'ennesima scrollata.
Dal fondo dello stato di alterazione in cui si trovava Alaric fece quello che faceva sempre in certi casi: cercò a tastoni un cuscino e lo tirò a casaccio ai piedi del letto.
“Il laboratorio è chiuso, ripassa più tardi...” rispose, incartando la frase e consegnandola al destinatario insieme ad un insulto su misura.
“Gege deve trovare tutto in ordine quando si sveglierà, non farlo vergognare della tua condotta!”
“Gege sta alla pagoda... Vai a rompere le palle a lui e vedi l'accoglienza che ti riserva...” borbottò l'apprendista, che voleva solo dormire e ormai si stava assuefacendo anche ai rimproveri.
“Non l'altro Gege il mio Gege!”
L'affermazione conquistò finalmente l'interesse del francese; il monticello dei cuscini si mosse e franò sul pavimento, facendo emergere la sua espressione confusa e insonnolita.
Lo sguardo gonfio e appannato impiegò qualche istante a inquadrare la presenza ai piedi del letto e in quel lasso di tempo realizzò che non erano i suoi occhi ad essere in difetto, era proprio la figura ad essere sfocata, o meglio... evanescente.
“Bordel de merde! A-Ling! Cosa cazzo ci fai qui?”
“Gege mi ha invitato a vivere con voi, era assolutamente certo che tu fossi d'accordo.”
L'interpellato sorrise e continuò a farlo anche quando il padrone di casa, invece di dargli il benvenuto, cominciò ad inveire e a lanciargli contro tutto quello che aveva a portata di mano.
Gli oggetti semplicemente gli passavano attraverso.
Fine trentunesima parte