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Autore: drisinil    28/09/2023    6 recensioni
[kurotsuki] [nospoiler] [canonverse] [long: 2 capitoli/settimana]
«Signor è-solo-un-club sei senza parole?» lo provoca Kuroo. «Vuoi che brindi io per te? Però poi bevi tu!»
«Okay, ma solo se il brindisi mi piace» risponde Kei con arroganza, spingendosi gli occhiali sul naso.
Kuroo storce le labbra e si riprende la bottiglia, strappandola a Kei. «E' una sfida?»
«Se vuoi...»
Kuroo distende lentamente il braccio verso Kei, con la bottiglia in mano. Si schiarisce la voce e tenta di scostarsi dalla fronte il ciuffo di capelli, che però ricade subito al suo posto. «Al muro perfetto, che ferma la palla, la devia, la smorza o la costringe. Obbliga le traiettorie, crea pressione e controlla il gioco.»
Kei sorride, gli strappa la bottiglia e beve d'impeto.
E' il vino più buono che abbia mai bevuto, forse il più buono che berrà mai.
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Kei Tsukishima, Tetsurou Kuroo
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Speciale Tsukki's Bday - Dorayaki


27 settembre 2023


Ciao Kei,

se ho fatto i conti giusti, la lettera l'avrai trovata oggi sotto le mie mutande, perché le tue sono finite ieri e nel tuo praticare una forma estetica di disinteresse per le cose ordinarie, come mi dicesti a sedici anni, ricadono ancora le lavatrici, anche se di anni oggi ne compi ventisette. La cosa davvero imbarazzante è che ho scoperto che mi piace lavare le tue mutande e i tuoi calzini, che detto così sembra uno squallido kink da casalingo, e invece Kei-chan, mi sa che è proprio Amore.

Ti ricordi quella volta che abbiamo litigato e hai tirato la scatola dei dorayaki contro il muro della cucina?

Sono sicuro che te ne ricordi, ti ricordi sempre tutto, specie quello che ti fa più male ricordare. La mia memoria è meno infallibile, ma di quel giorno mi sono rimaste in mente due cose: i crampi allo stomaco per la colazione saltata e quello che mi urlasti addosso, ossia che ciò che volevi da me, dal nostro rapporto, erano certezze e risposte; che io parlavo tantissimo ma non ero capace di dirti né di darti quello di cui avevi più bisogno. Non so cosa ti risposi, non so neppure per cosa effettivamente stessimo litigando. So che ero fuori di me, un po' per la rabbia e un po', soprattutto, per il terrore di tornare a casa e non trovarti lì.

Invece c'eri. Di pessimo umore, incazzato come una biscia, acido e protervo come non mai, ma ancora convinto che valesse la pena sprecare il tuo tempo con me.

Mi sa che anche questo è Amore. Ammettilo, dai.

Quanti anni sono passati? Cinque e qualcosa, credo, vivevamo insieme da poco ed era primavera, mi ricordo sulla tavola le fragole raccolte dal balcone.

Da allora, sono cambiato. Lo so con certezza, perché sei tu a cambiarmi. Ogni giorno, ogni ora. Hai cominciato da ragazzino a modellarmi lentamente con la tua sincerità insolente e la tua lealtà assurda, in bilico sulla forgia tagliente della tua costante, pressante attenzione. Un lento, costante sfregare dei tuoi difetti contro i miei, dei tuoi desideri sui miei, fino a raggiungere la forma di un incastro; imperfetto, però, con i bordi mai del tutto limati, che bruciano ancora.

Io brucio ancora, come quando ero un moccioso e passavo giorni interi a preoccuparmi che all'improvviso ti cadesse il prosciutto dagli occhi e ti accorgessi di essere davvero troppo per me. E allora mi sforzavo di essere migliore, per colmare almeno un po' il divario. Mi sforzavo di reinventare continuamente noi e me stesso, per tenerti sulla corda.

Invece, sai, sei stato tu a tenermici, sulla corda, negli ultimi dieci anni, e mi ci tieni ancora. Sei stato tu a spingermi, spalla contro spalla, verso direzioni che non sapevo mai di voler prendere, ambizioni che neanche pensavo di avere, idee assurde concepite solo per stupirti e per tenerti stretto, e gongolare quando fingi di insultarmi e neanche ti rendi conto (o sì?) che ti stai vantando di me. 

Farò qualsiasi cosa per tenerti nella mia vita, con il prosciutto ben appiccicato agli occhi.

Qualsiasi.

Perché diciamocelo, essere amati da te è la sbornia del secolo, fisica, mentale, emotiva. Sei ad altissima gradazione, e quindi, va da sé, non per tutti.

Neanche per pochi. Facciamo solo per me.

E comunque ci vuole cautela, perché a ubriacarsi di te di continuo si finisce per vedere il mondo deformato. Ecco una verità scomoda: la mia vita, tutta, sempre, è filtrata da te, salata e addolcita da te, accesa da te e anche graffiata da te, ammaccata da te, dalla forza della tua presenza, dalla pressione dei tuoi spigoli più acuminati.

Sono io la scatola di dorayaki, Kei, meno male che non ti è mai venuto in mente di buttarla e sostituirla con una più nuova.

Non so se avrò mai le certezze e le risposte che volevi. Non sono tipo da certezze e tu avrai sempre più domande e dubbi di quanti mai potrei sperare di risolverne. Non so se smetteremo mai di litigare, forse no, un giorno lo faremo per le dentiere e l'incontinenza anziché per la prima divisione e le briciole nel letto. Poi faremo pace. E tu avrai l'ultima parola. Ma io ti porterò a letto e quindi avrò vinto comunque.

E resterò sempre diviso fra l'istinto di dichiararti amore eterno, come i tizi imparruccati dell'opera, e quello di strapparti le mutande, proprio come quel giorno sull'altalena, mentre ti fasciavo le mani facendo la faccia da poker (per fortuna era buio).

Una certezza forse ce l'ho, alla soglia dei trent'anni, ed è che non posso vivere senza di te. Questa cosa, Kei, mi spaventa (e dovrebbe spaventare anche te).

Mi spaventa perché siamo cresciuti insieme con l'idea che due persone adulte debbano essere indipendenti, autonome, libere. E che amarsi sia superare questa indipendenza e condividere questa libertà. E ora che siamo adulti veramente, mi sembra che tutto questo sia diventato in qualche modo accademia, perché se tu non ci fossi, io non saprei da che parte cominciare. O più esattamente, non vorrei ricominciare affatto.

Perché ti amo più di quel che dovrei e che sarebbe saggio accettare da parte tua.

Per fortuna tu non sei saggio (anche se pensi il contrario) e io non ho mai avuto un gran senso della misura.

Ogni tanto ripenso alla golden week, il giorno che ci siamo conosciuti e tu facevi finta di non avermi notato, mentre io cercavo disperatamente di farmi notare, senza nemmeno aver capito perché. Ero uno scemo di diciassette anni col cervello confuso e gli ormoni vaganti, ma ho sempre avuto occhio per le cose belle e istinto per quelle preziose. E per fortuna sono uno scemo impulsivo, avido e ostinato (nonché molto figo).

Puoi ammaccarmi tutta la vita, Kei-chan, mi piacciono sempre i segni che lasci.

Mi piacciono le parole che taci, gli sguardi di sbieco, le cene a base di ramen scotto, i calzini a righe, i post-it minatori sul frigo, i piedi gelati sotto il piumone, i messaggi vocali con solo uno schiocco di labbra infastidito, le stelle quando me le indichi col dito e a me sembrano tutte identiche e bellissime.

Mi piace fare l'amore, in tutti i modi, mi piace il tuo corpo sotto le dita, che cambia negli anni, matura, eppure mantiene intatta la sua perfezione e non perde mai sapore, come un vino buono.

Lo capisci che non potremo mai invecchiare? Miglioreremo e basta.

Buon compleanno, Kei. Sentiti felice, sentiti amato perché lo sei. Di brutto.

Tetsu

 

P.S. Bo ti ha preparato una sorpresa. Non dovrei dirtelo, ma ti amo troppo: sabato mettiti le scarpe che vanno in lavatrice e quei jeans che volevi buttare. Keiji era contrario, io, confesso, ho votato a favore solo per vedere la tua faccia.

P.P.S. È ora di dirtelo: nella mia vita c'è una donna e credo di amarla. Anzi, ne sono sicuro. È bionda, intelligente, bellissima e ha sei anni, incidentalmente ha anche il tuo stesso cognome e il motivo principale (ma non l'unico) per cui la amo è quanto cazzo ti somiglia. E' impressionante: a volte quando fa quella cosa di spingersi in su gli occhiali, serrare le labbra e tirarsi via i capelli dalla fronte penso di avere le allucinazioni; è come avere una versione di te in miniatura, con tutta la fiducia, l'allegria e la tenerezza che ti sei perso da qualche parte prima di conoscermi. E poi mi adora. Non è che c'è un modo per convincere tuo fratello a farcela adottare? Koko e Aki potrebbero venire a trovarla quando vogliono, magari si decidono a fare un altro figlio. A me sembra una splendida idea...

P.P.P.S [scritto di traverso] Il mio regalo ti piacerà, l'ho nascosto a casa e non penso che lo troverai, ma se per caso lo trovi, aspettami per aprirlo. Indizio: è in una busta gialla con il logo della JVL.

 

   
 
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