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Autore: Lory221B    17/10/2023    3 recensioni
Raccolta di missing moments e slice of life di genere vario.
(...)
Quarto capitolo: "ultima cena?" Crowley e Aziraphale nella Firenze del 1478, tra strani osti e inaspettati soggetti pittorici
Genere: Commedia, Fluff, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Crowley stava riordinando il caos nel retro della libreria; non era certo di come gli fosse venuto in mente di mettersi a fare pulizie ma l’attività si stava rivelando più distraente di quanto potesse immaginare.
 
Oltre ai libri accatastati a caso e varie carte che Aziraphale si era procurato per avere sempre tutto in regola, appoggiate nei posti più improbabili, c’erano vari residui delle loro precedenti avventure, tra vecchi abiti e vecchi ricordi.
 
Spostando un manifesto originale delle prime rappresentazioni dell’Amleto, gli cadde addosso un plico di fogli abbastanza ingialliti da poter essere collocati almeno cinquecento anni prima. Se erano resistiti in buono stato era stato chiaramente merito di un miracolo.
 
Prese in mano quelle carte e subito riconobbe il tratto di Aziraphale, lo aveva visto disegnare più volte, anche qualche tempo prima, quando aveva tracciato un identikit di Gabriele e poco dopo tutto era andato a rotoli. Sospirò, prima di rimettersi al lavoro.
Da dove gli erano piovuti in testa quei disegni sporgeva una tela che raggiunse a fatica. Quando srotolò il dipinto la sua mente fu bruscamente riportata ad un’epoca precisa, quando lui e l’angelo si erano ritrovati entrambi in Italia, in particolare a Firenze.
 
Era il 1478 e Aziraphale lo aveva invitato a cena alla taverna “Alle tre rane”. L'osteria serviva vino delle colline attorno a Firenze ed era nota per i piatti fantasiosi proposti in piccole porzioni, quasi un antesignano della futura nouvelle cousine (1).
 
Aziraphale lo stava attendendo sull’uscio e quando lo vide arrivare fece un piccolo cenno con la mano; non si erano visti da molto tempo ed entrambi erano particolarmente felici di incontrarsi nuovamente.
 
« Allora, angelo, cosa mi proponi? »
 
« Vedrai, è un posto molto particolare » gli rispose non trattenendo una di quelle risate entusiaste che riuscivano a mettere Crowley di buonumore.
 
Entrarono nella taverna e Crowley non poté fare a meno di notare che alle pareti erano appese diverse tele di pregevole fattura. Apprezzava particolarmente l’arte rinascimentale e quelle tele non avevano nulla da invidiare al Verrocchio o al Ghirlandaio.
 
« Che posto è questo? » chiese perplesso mentre si accomodava al tavolo, osservando stranito il menù del locale. « Che angelo sarebbe il.. aspetta, è scritto al contrario? Dice “ribollita all’arista?”»
 
« Strano, vero? Leonardo è mancino per questo le pietanze sono scritte da destra a sinistra, è geniale! Per evitare che qualcuno faccia difficoltà ad individuare i piatti, accanto ci sono le illustrazioni di Sandro, non sono magnifiche? » (2)
 
« Chi? »
 
« I due proprietari, sono molto simpatici, oltre ad essere dei veri geni »
 
Crowley continuava a rigirare tra le mani quel particolare menù, fingendo di non essere infastidito dall’immotivato entusiasmo di Aziraphale per quei due tizi di cui andava decantando le lodi.
 
« Come li hai conosciuti? »
 
« Alla bottega del Verrocchio, ero lì per imparare a disegnare. Ho barattato le lezioni in cambio di un favore» Lasciò la frase in sospeso per attirare ulteriormente l’attenzione di Crowley che, a quel punto, era fin troppo incuriosito « Ecco, mi hanno chiesto di posare per un quadro » fece abbassando leggermente il tono di voce, come se fosse molto imbarazzato ma anche un po’ orgoglioso.
 
« Aspetta, cosa? »
 
« Mi hanno detto che ho il viso di un angelo e così mi hanno chiesto di posare »
 
Crowley rimase a bocca aperta, nella sua testa si erano aperti diversi scenari immaginando le possibili pose per un quadro, senza contare che ora che sapeva dell’esistenza di quel dipinto doveva assolutamente trovarlo e comprarlo; poi scoppiò a ridere all’idea che Aziraphale avesse posato proprio per il quadro di un angelo.
 
« Perché stai ridendo? Vedi, ci sono persone che mi trovano molto affascinante » “più affascinante di una costellazione” aggiunse fra se, abbastanza offeso.
 
Crowley gli lanciò uno sguardo interrogativo « Quindi i due proprietari di questo locale sono osti e artisti? »
 
«Certo, le tele appese alle pareti sono loro »  fece con un ampio gesto della mano verso i dipinti che adornavano la taverna. Crowley aveva già ammirato le tele appena entrato ed ora aveva iniziato ad aguzzare la vista per vedere se effettivamente ci fosse quel quadro dell’angelo appeso da qualche parte, magari nell’immagine impugnava anche la spada di fuoco.
 
« Sono bravissimi, vero? Un po’ meno a cucinare » commentò l’angelo guardando le mini porzioni dei tavoli accanto.
 
« Qualcuno dovrà dirgli che dovrebbero concentrarsi di più sulla pittura, queste porzioni ridotte non piacciono al popolo »
 
Aziraphale sorrise soddisfatto e a quel punto il demone capì che qualcosa ribolliva letteralmente in pentola e non erano le pietanze di Sandro e Leonardo.
 
« Quindi non volevi solo invitarmi a cena, vuoi fare un miracolo o qualcosa del genere? » fece Crowley un po’ deluso ma l’angelo non lo stava guardando, troppo concentrato ad attirare l’attenzione degli osti, non perché volesse effettivamente ordinare ma perché aveva appunto in mente di dare il via a quella che lui avrebbe poi ribattezzato nei suoi diari come “operazione ultima cena”, perché dopo quella sera era convinto che Sandro e Leonardo avrebbero chiuso l’osteria e sarebbero tornati alle loro attività pittoriche.
 
Finalmente uno dei due osti si avvicinò allegro al tavolo dei due esseri celestiali. Crowley aveva già sollevato un sopracciglio, non era così felice né di essere nel mezzo di un potenziale miracolo né di conoscere quel tipo che stava tanto simpatico ad Aziraphale ma ormai si trovava a tavola e sapeva quanto all’angelo facesse piacere essere lodato per le sue idee brillanti.
 
« Ma buongiorno amici, signor Fell che piacere rivederla » esordì Leonardo.
 
« Le presento il mio… ecco, Crowley » fece sorridendo incoraggiante al demone.
 
« Il sig. Fell mi stava dicendo che è stato il soggetto di un quadro » sputò fuori senza convenevoli.
 
« Oh, sì, non trova abbia una faccia da cherubino? » chiese allegro l’oste.
 
« Più da principato in realtà »
 
Aziraphale non trattenne una smorfia ma Leonardo non sembrò stupito dal commento, anzi lo trovò molto arguto.
 
« Vi servo subito un’acquarosa, signori (3) »
 
« Prima di pensare al cibo » fece Aziraphale trattenendo Leonardo per una manica « Non trova che anche il mio commensale abbia un volto interessante? Mi piacerebbe commissionarvi un quadro, potreste farlo assieme lei e Sandro ».
 
Ci mancò poco che a Crowley cadessero gli occhiali « Angelo, cosa stai dicendo? »
 
Ma era troppo tardi, Leonardo si era già messo a studiare l’uomo: i capelli rosso fuoco, lunghi e ricci, l’atteggiamento annoiato, la posa sicura. Era un soggetto inusuale che doveva assolutamente essere dipinto, aveva un qualcosa che gli ricordava un angelo ma con atteggiamento diverso, malinconico e inquieto.
 
« Mi sembra una grande idea, potremmo vederci alla chiusura, cosa ne pensate? »
 
« Io non… » iniziò Crowley ma venne prontamente zittito da un’entusiasta assenso di Aziraphale. Leonardo sparì subito in cucina per parlare con Sandro e i due poi riapparvero parlottando tra di loro e studiando da lontano la figura di Crowley.
 
« Angelo, cosa stai facendo? »
 
« Te l’ho detto, devo convincerli che il loro futuro è nella pittura. Leonardo forse anche in altro, ha una mente bella attiva »
 
« Ed io cosa c’entro? » chiese esasperato.
 
« Mi serviva un soggetto » rispose pratico, come se la cosa fosse ovvia.
 
« Giuro che ti farò rimpiangere questa imboscata »
 
Aziraphale scrollò le spalle come se la minaccia fosse effettivamente a vuoto e si preparò a mangiare molte mini porzioni in attesa del proseguo dell’operazione ultima cena.
 
Se pensava che la minaccia fosse a vuoto si stava sbagliando, Crowley aveva già avuto una mezza idea di come sarebbe proseguita la serata. Non avrebbe boicottato un’intuizione così azzeccata dell’angelo, era d’accordo sul fatto che i due osti dovessero dedicarsi alla pittura ma non significava che si sarebbe lasciato manipolare così facilmente.
 
Quando arrivò il momento della chiusura i quattro si spostarono nel retrobottega, dove i due pittori avrebbero iniziato a disegnare il bozzetto della figura di Crowley.
 
« Vorrei prepararmi, se permettete » fece il demone con estrema noncuranza e così dicendo iniziò a togliersi gli indumenti.
 
« Crowley, cosa stai? » balbettò Aziraphale mentre strati di vestiti venivano buttati su una sedia.
 
« Ritengo che il corpo vada esposto in tutta la sua bellezza, non credete? » chiese Crowley, fissando negli occhi l’angelo che sembrava sul punto di prendere una tovaglia e coprirlo.
 
« Oh, sono molto d’accordo » annuì con troppa veemenza Leonardo, guadagnandosi un’occhiataccia da Aziraphale. L’angelo iniziava a pensare che dopotutto non era stata un’idea così geniale.
 
Quando Crowley ebbe tolto anche l’ultimo indumento si sistemò seduto a terra.
 
« Non sarebbe magnifico se con il braccio destro abbracciasse un ginocchio e assumesse una posa nostalgica? » suggerì Sandro.
 
Crowley seguì le istruzioni, lanciando qualche sguardo provocatore ad Aziraphale che cercava di non fissare quello che aveva davanti, guardando ovunque tranne che in direzione del molto nudo demone di fronte a lui.
 
Aziraphale si trovò a muovere nervosamente le dita delle mani; continuava a ripetersi che in fin dei conti era solo un corpo nudo, creato da Dio, una creatura celeste.
 
Una creatura celeste estremamente sexy.
 
Strabuzzò gli occhi; come era successo che la sua mente fosse arrivata a un simile pensiero?
Forse centinaia di anni sulla Terra avevano stranamente influito sui suoi pensieri ma doveva mettere un freno a certe assurdità; eppure lo sguardo continua a passare su e giù per la bellissima visione che aveva davanti: le braccia, i muscoli, i pettorali…
 
« Vado a bere un altro bicchiere di acquarosa » annunciò con la voce un’ottava sopra e sparì in cucina ma non prima di aver miracolato un’improvvisa velocità dei due artisti nell’esecuzione dell’opera:  i due avevano finito il bozzetto e stavano già iniziando a dipingere su tela.
Aziraphale non poteva di certo attendere la bozza, il disegno e strati di colore a olio mentre Crowley se ne stava seduto molto nudo a terra.
Mentre andava verso la cucina riusciva ad immaginare la risata del demone dietro alle sue spalle.
 
Riemerse molte ore dopo, ore in cui i due pittori avevano lavorato senza sosta e senza pause, tanto era l’entusiasmo e l’effetto del miracolo di Aziraphale. Buttò un occhio su quello che era un quadro già praticamente finito e sperimentò quello che gli umani definivano “rimanere senza fiato”.
 
Il quadro era bellissimo, anche se in quella posa Crowley sembrava davvero un angelo caduto e, per un attimo, il sorriso di Aziraphale svanì sostituito da una profonda malinconia.
Quando anche l’ultima pennellata fu passata e miracolosamente asciugata, Aziraphale prese la tela e senza nemmeno mostrarla a Crowley la impacchettò; dopo aver ringraziato e pagato gli artisti scomparve nella notte fiorentina.
 
Crowley non  capì mai se fu merito dell’angelo o solo demerito della loro cucina che poco tempo dopo i due osti diventarono i grandi Sandro Botticelli e Leonardo Da Vinci. Quello che era sicuro era che non era mai riuscito a vedere quel quadro e finalmente, ora che lo aveva tra le mani, aveva capitò il perché; lo avevano ritratto come un angelo caduto e probabilmente Aziraphale temeva che la visione lo avrebbe ferito.
 
« Idiota di un angelo » commentò soltanto. Si mise a raccogliere i disegni e gli schizzi di Aziraphale che erano caduti a terra, probabilmente molti dei quali fatti proprio alla bottega del Verrocchio, quando notò che non si trattava solo di figure sconosciute e paesaggi; all’improvviso si sentì commosso, c’erano almeno un centinaio di ritratti di Crowley, di ogni loro incontro, dal Paradiso terrestre a normali caffè a Soho. Ed erano tutti ritratti allegri, nessuna malinconia, nessuna dannazione celeste nel suo sguardo, solo quella di un demone che incontrava il suo angelo.
 
« Crowley caro, sei nel retrobottega? » gridò all’improvviso Aziraphale che era riemerso da un disco che stava ascoltando e non aveva notato che Crowley era sparito da almeno una mezzora.
 
« Sì, arrivo » rispose il demone, sorridendo e ringraziando che ogni tempesta era finalmente passata.
 

 
***** * *****
Surprise! Immagino che pensavate fosse ambientata poco dopo la fine della S2 invece mi piace immaginare sia dopo la S3 quando tutto sarà tornato a posto e vivranno per sempre felici e contenti 😉
Grazie a tutti come sempre, alla prossima!

 
1. È esistita davvero e i proprietari erano proprio Leonardo Da Vinci e Sandro Botticelli
2. una copia è conservata all’università̀ di Glasgow
3. una bevanda inventata da Leonardo a base di estratto di acquarosa, zucchero, limone e poco alcool che doveva essere servita fresca
 
Dopo aver letto le recensioni ho deciso di inserire le immagini dei quadri.
Per quello di Aziraphale si ringrazia Blablia87 (ma la state leggendo la sua storia? https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=4059984&i=1) e l'uso della AI
mentre l'ispirazione per il quadro di Crowley è "l'angelo caduto" di Alexandre Cabanel.


 
   
 
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