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Autore: dragun95    30/10/2023    2 recensioni
Keto è una città portuale in cui vige la legge del più benestante. Chi ha i soldi può permettersi tutto, mentre i poveri hanno poco o niente. Nergal fa parte di una minuscola parte della parte bassa della città che può vantarsi di avere ricchezza e potere, tanto che tutta la città lo conosce come "Il maestro oscuro".
In genere non gli interessa niente di chi abita la parte alta, basta che non danneggino i suoi affari. Almeno finché non si ritroverà coinvolto suo malgrado in un intrigo che serpeggia in tutta Keto e che sembra voler riportare alla luce un segreto rinnegato nelle profonde acque nere che bagnano e danno vita alla città.
Genere: Noir, Romantico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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CAPITOLO 1

 


L’acqua del porto era calma e senza alcuna onda, questo era decisamente un buon segno. E con il fatto che la luna fosse coperta, rendeva l’affare ancora più facile. O almeno ci sperava.
Remando molto lentamente, si avvicinò ad uno dei moli portuali, passando vicino alle navi mercantili ormeggiate. L’uomo sulla piccola barca, aveva paura di urtarle e farsi scoprire. Non aveva voglia di farsi trovare con il carico che trasportava. Attraccò ad uno dei moli legando la barca ad uno dei pali del molo sottostante.
 
Appena mise piede sulla banchina, accese la candela che portava con sé, meno luce faceva e meglio era. Si mosse silenzioso, stringendo sottobraccio un sacco. Come se da ciò ne dipendesse la sua stessa vita. E forse era proprio così.
Si mosse nascondendosi dietro alle casse piene di merce lasciate lì, per essere caricate il mattino seguente. Anche se trovava strano che non ci fosse nemmeno una guardia nelle vicinanze.
 
“Forse hanno cambiato i turni di ronda?” trovava strano però visto che il porto, era una delle zone più sorvegliate di K
ē. Era impossibile che battessero la fiacca. Visto e considerando quanto venivano pagati dai nobili per proteggere la loro merce.
 
-Eccoti qui!- l’uomo si girò di scatto spaventato a morte. La luce della candela era fiocca, ma sufficiente ad illuminare la figura che gli stava davanti. Indossava un pesante giacca nera come la notte con morivi rosso scuro ricamati e un cappuccio ornato da piume rosse gli nascondeva il volto. L’uomo iniziò a sudare freddo, il suo istinto gli fece volare il pensiero alla pistola che portava nella giacca. Ma non era sicuro di fare in tempo a tirarla fuori.
 
-Hai la merce che ti ho rischiesto?- sentendo quella domanda, il poveretto riprese a respirare.
 
-Signor Nergal?- l’incappucciato annuì, avvicinandosi così silenziosamente che sembrava non produrre alcun suono. Allungando la mano. L’uomo deglutì allungandogli velocemente il sacchetto, come se non vedesse l’ora di liberarsene.
 
-Non ti dispiace se controllo. Sai non mi fido?- l’altro annuì, medito di sudore. Come se avesse in mente di fregare uno come lui, non ci pensava neanche lontanamente. Ci teneva ancora alla vita.
Nergal slegò la corda che teneva legato il sacco, appena lo aprì venne investito da una sensazione di pesantezza. Causata da una densa e nera aura di Mana. Sorrise compiaciuto, il contenuto era autentico e non una fregatura.
Mosse la mano lanciando all’uomo un sacchetto. Appena quest’ultimo lo aprì, vi trovò all’interno una cinquantina di monete in oro. Rimase letteralmente con gli occhi sgranati, era più della somma che gli era stata pattuita.
 
-Noi due non ci siamo mai visti. Giusto!-
 
-S..si- rispose con un fil di voce. Nergal si voltò per andarsene, anche se non c’era il rischio di essere scoperto. Dato che aveva pagato le guardie perché in quella sera non controllassero quella zona. Si fermò scoccando un ultimo sguardo al suo fornitore, prima di infilare la mano nei pantaloni e lanciargli un’altra moneta.
 
-Un’extra per averlo trasportato fin qui- si trattava di una moneta d’oro con al centro un piccolo rubino rosso. Era un Conio reale. Non poteva credere ai suoi occhi, uno solo di quello poteva valere quanto metà dell’intero sacchetto che gli aveva dato. Alzò la testa, ma della figura del suo cliente non c’era più alcuna traccia.
 
Riemerse dalle tenebre, ritrovandosi ad osservare la luminosità del suo appartamento. Nergal congedò la radice oscura di cui si era servito per tornare indietro velocemente. Forse uno spreco di energie, ma non riusciva ad aspettare di poter dare un’occhiata a quel Grimorio.
Si avviò nell’altra stanza, dove c’era il suo ufficio personale. L’arredamento era molto elegante, con una moquette rossa e mobili totalmente di colore nero, i lampadari illuminavano tramite delle candele. Così da fare un’illuminazione sufficiente, ma che lasciasse un’atmosfera quasi tetra e antica. Una cosa che a lui piaceva molto.
 
Dopo aver appoggiato il sacco, si poté togliere il cappuccio. A giudicare dall’aspetto non doveva dimostrare più di trent’anni, era molto bello con la carnagione bianco pallida. Che faceva da contrasto con i lunghi capelli color carbone che teneva legati in una coda con un nodo di spine. Tra i capelli si poteva intravedere delle orecchie lunghe a punta e un paio di piccole corna sulla fronte nere con delle crepe rosse che davano l’impressione di magma solidificato.
Lasciò cadere il cappotto alle sue spalle e tolse il Grimorio dal sacco. Il libro aveva una copertina di un colore rosso scuro e dall’aspetto era molto rovinato. Tuttavia si riusciva ancora a vedere un simbolo nero sulla copertina.
 
Appena lo strinse con le mani, avvertì il mana malsano che lo impregnava investirlo come un’onda che sembrava volergli entrare dentro. Quei libri antichi, contenevano magie potenti, ma anche molto pericolose e oscure. Anche per quello erano stati banditi millenni orsono e ritenuti proibiti.
Ma una dose così di Mana, anche se densa, non poteva fargli alcun male. Aprì la copertina sfogliandone le pagine, anche se erano diventata giallastra per il passare degli anni, le scritte erano ancora leggibili. Ed erano tutte rosse come il sangue. Diede uno sguardo veloce a tutti i simboli delle prime pagine. Ora che era aperto, gli sembrava che il Mana del Grimorio fosse ancora più forte.
 
“Che generi di magie conterrà?” pensò mettendosi a decifrare gli incantesimi e rituali che conteneva. Come se fosse un libro di storie, che dovevi sapere assolutamente come finiva.
 
-È un Grimorio di necromanzia- sospirò scuotendo il capo. Non era qualcosa che faceva per lui, anzi non gli andava di strappare i morti dal loro riposo.  Ma alla fine era quello che succedeva, se prendevi oggetti antichi e che nessuno vuole. Non sapevi mai che incantesimi potevi trovarci.
 
-Beh, non si può vincere sempre!- poggiò il libro sulla scrivania. Per poi allungare la mano concentrandosi su un punto. Dalla moquette sbucò un piccolo rovo nero che iniziò a crescere diventando sempre più grande fino a raggiungere le dimensioni di Nergal, con un bocciolo pieno di denti. Come una pianta carnivora.
Il moro gli passò il Grimorio e la pianta aprì le fauci, tirando fuori una lingua spinata che si avvolse intorno al libro circondandolo in un bozzolo di spine. Dopo di che lo ingoio e sparì com’era apparsa.
Fatto ciò si stiracchio tornando nell’altra stanza e con uno schiocco di dita accese il fuoco del caminetto, prima di lasciarsi cadere sulla poltrona.
 
-Credo dovrò aspettare, per avere informazioni su un altro Grimorio- allungo la mano per prendere la bottiglia di liquore sul tavolo vicino, era caldo, ma meglio di niente. Rimase ad osservare le fiamme nel camino, sentendo la stanchezza chiudergli le palpebre.
Era meglio, concedersi un piccolo momento di riposo, così chiuse gli occhi abbandonandosi al sonno che lo stava colpendo.

 
 
---Ψ---Ψ---Ψ---Ψ---Ψ---
 

Si stava godendo un po' di meritato riposo, quando venne svegliato da uno forte boato proveniente dall’esterno. Alzò la testa di scatto, voltandosi verso la finestra. Con uno slanciò separò la distanza tra la poltrona e la finestra per vedere cosa fosse successo.
Una colonna di fumo, si innalzava verso il cielo notturno. E a giudicare dal punto, doveva trattarsi di uno dei depositi navali. Chi accidenti avrebbe provato a derubare quel posto. Per quanto facesse gola a molti, erano anche le zone più sorvegliate.
 
Da dove si trovava non si trattava della zona del porto che era stata interessata per i suoi affari. Anche se era un sollievo la cosa non lo faceva stare tranquillo, il suo istinto gli stava dicendo di andare a controllare.
 
Al molo, le forze di protezione della città stavano provvede a spegnere l’incendio che aveva avvolto un deposito.
 
-Muovetevi con quei tubi. Dobbiamo spegnere le fiamme- grido la persona che dava indicazioni a chi stava usando i tubi che raccoglievano l’acqua direttamente dal molo per spegnere il fuoco.
Ad osservare la scena c’erano anche le guardie cittadine di Kētō. Che si occupava di proteggere e arrestare chi violava le leggi della città. Il detective Rhaul guardò lo spettacolo del magazzino ormai distrutto. Era un uomo dall'aspetto un pò rude, che doveva aver superato i trentacinque anni, capelli neri e una leggera barba ispida, che sembrava non radere da giorni.
 
-Detective, stiamo provando a spegnere l’incendio. Ma credo ci vorrà un po'- l’uomo annuì. In quei magazzini c’erano solo merci, chiunque l’avesse fatto era sicuro di voler colpire i possibili traffici di qualcuno. Avrebbe però dovuto aspettare l’estinzione delle fiamme per vedere se la sua teoria fosse giusta o no.
 
-C’è il registro di cosa contenesse il magazzino?- chiese il detective a chi gli aveva appena parlato. In quel momento il terreno iniziò a creparsi e una sostanza nera e viscosa sgorgò dalla crepa. Tutti videro Nergal uscire da quella sostanza totalmente pulito e senza residui.
 
“Che cazzo ci fa lui qui?!” si chiese il membro delle Guardie cittadine. L’unico motivo che gli venne in mente per cui uno dei signori della parte basse della città fosse lì. Era che il magazzino appena esploso fosse di sua proprietà e che fosse venuto a controllare i danni.
Si avvicinò con passo silenzioso verso i resti del magazzino. Le persone indietreggiarono subito per lasciarlo passare, in parte spaventate e in parte con rispetto. Diede un lungo sguardo il magazzino in fiamme, qualcosa era decisamente successo.
 
-Ehy è una scena del crimine, non puoi stare qui- lo riprese Rhaul. Il corvino gli lanciò un’occhiata veloce e ritornò a guardare il magazzino. Il detective si infuriò, non gli importava che fosse una persona influente, non gli andava che gli si mettessero i piedi in testa.
Nergal intanto si abbassò per esaminare possibili residui sul terreno, ma tanto non sarebbe servito. Ciò che aveva causato l’esplosione era di natura magica, lui questo poteva vederlo bene. Chiunque avrebbe avuto un minimo di buona percezione della magia avrebbe potuto farlo.
 
“Che razza di persone addestrano quelli della Guardia cittadina?” possibile che non se ne fossero accorti.
 
Rhaul allungò la mano per afferrare la spalla di Nergal, ma il mantello di quest’ultimo si mosse da solo come se fosse stato vivo, bloccandolo a pochi centimetri. L’uomo sgranò gli occhi provando a liberarsi, ma sembrava che quel tessuto fosse fatto di acciaio e più si agitava e maggiormente il tessuto si stringeva sul suo polso.
 
-L’esplosione è stata causata da qualcuno che sa usare la magia. Questo dovrebbe darvi una pista!- disse ritirando il mantello e superando il detective che si tenne la mano dolorante. Questo lanciò uno sguardo rabbioso al moro digrignando i denti.
 
-Perché il “Maestro oscuro” vuole aiutarci?-
 
-Aiutarvi? Nah era solo preoccupato che avessero toccato la mia merce. Fosse successo qualcosa ai miei affari…allora si, che vi avrei intercettati per trovare il responsabile!- rispose serio lanciando uno sguardo all’uomo che trasalì non appena vide i suoi occhi rosso sangue brillare come tizzoni ardenti.
Nergal schioccò le dita e un fiore nero sbucò dal terreno, per poi entrarvisi dentro. I petali si chiusero intorno a lui fino ad inghiottirlo e tornare sotto terra. Sparendo dal porto, mentre il resto delle persone era ancora impegnata a combattere contro le fiamme.
 
 
 
 
Note dell’autore
 
Salve a tutti. Eccomi con una nuova storia fantasy. Iniziamo facendo un viaggetto tra i porti di Keto che si direbbe una città portuale. E subito facciamo la conoscenza di Nergal. E già vediamo che è molto temuto da molti o quasi.
Per ora questo è solo l’inizio di questa storia che spero di condire con mistero e un tocco di tenebre (Almeno spero di riuscirci). Per ora ringrazio chi è arrivato fin qui e ci vediamo al prossimo aggiornamento.
A presto.
  
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