VI
-Cosa?!
Chiesi
sentendo salire di diverse ottave la voce. Mi alzai di slancio
dal divano facendo rovinare a terra la tazza con tutto il suo contenuto.
-Allora
tu sei complice di Edmund,
non è così? Mi hai portato qui così che possiate finirmi
con calma. Lui dov’è? È qui in casa, vero?
Istintivamente
mi ero portata più vicina alla porta.
-Beth,
calmati…
Mi intimò
tranquillo.
-Col
cavolo che mi calmo! Immagino che prima a casa di Bell
quando ti sei allontanato hai finito il lavoro lasciato
in sospeso dal tuo socio e poi mi hai mentito perché così avevate deciso!
-Beth, mi
sembra che se non fosse stato per me a quest’ora saresti morta. E poi io sono dalla parte dei “buoni”…
-Balle!
Sono tutte balle! Lui è qui, lo so! Non mentire!
Mi
guardai nervosamente intorno come se mi aspettassi che il vampiro sbucasse fuori da qualche parte da un momento all’altro.
Lui,
in risposta, si alzò cauto dalla poltrona e prese ad
avvicinarsi.
-Beth…
Mi
portai le mani alle orecchie.
-Zitto!
Stai zitto!
Sentii
che mi stava per abbracciare e io mi divincolai. Mi sentivo sul punto di
esplodere a piangere.
-Ed
è stato per questo che non l’hai ucciso… non potevi e
l’hai solo ferito con dei proiettili normali… era tutto calcolato… tutto
quanto…
Ormai
piangevo.
Che spettacolo
patetico, davvero.
Sentii
le mani di Jacob che mi stringevano piano le spalle
per darmi una specie di conforto.
-Beth,
calmati e ascoltami. Io non ho niente a che vedere con
quel bastardo. E’ da quasi un secolo che gli sto dando la caccia e non penserei mai di allearmi con lui, non dopo quel che mi ha
fatto. Non l’ho ucciso perché non ne avevo il
permesso, ma ti giuro che avrei voluto farlo con tutto me stesso.
Gli
risposi singhiozzando.
-N…non
ne avevi il p…per…permesso? E a co…cosa
serve un p…permesso se la gente muore?
Mi
riaccompagnò piano in salotto.
-Vedi… i mezzosangue come me, spesso decidono di entrare in una società di hunter che da la caccia
ai vampiri considerati pericolosi. Lui è uno di questi. Purtroppo se non si ha
il permesso, non si può uccidere. È una cosa assurda, ma è
così.
Aspettai
che mi calmassi un po’ prima di fare un’altra domanda.
Lui,
seduto sulla poltrona, mi guardava paziente.
Feci
un respiro profondo asciugandomi le lacrime e poi parlai.
-Perché
mi vuole?
La
voce mi uscii rauca.
-Vuole
il tuo sangue. Mi sembrava che almeno su questo punto eri
certa.
Non
fece niente per nascondere la sua espressione sorpresa.
Una
domanda stupida, certo, ma non per come la intendevo io.
-Sì…no,
quello lo so anch’io. Ma perché proprio il mio di sangue? Ci sono moltissime
altre persone in questa città, perché io in particolare?
-Perché sei diversa. Non credo sia da tutti
riuscire a vedere le anime delle persone o fare sogni premonitori.
Lo
guardai persa.
Diversa.
Certo lo ero sempre stata. E mi aveva sempre creato
problemi.
Da
piccola, quando era morto il nonno, io insistevo a dire che non era così. In un
primo momento pensavano che io fossi semplicemente molto legata a quell’uomo,
ma poi mi videro parlare col nulla e cominciarono a
chiedersi se non ero pazza o una cosa del genere.
Ma
io non parlavo col nulla, parlavo con il mio nonnino.
O meglio, con la sua anima.
Mi
portarono da uno psicologo, che però non poté fare
altro che smentire quel che credevano tutti.
Io
ero mentalmente sana.
Poi,
alle medie, mi capitò di sognare che una mia compagna di classe si spezzasse la
gamba cadendo dalle scale. Provai a dirlo a qualcuno, ma mi
dissero che era solo un sogno.
Allora dissi alla ragazza che doveva stare attenta, ma lei mi guardò male. Non mi accorsi che ci eravamo messe a parlare proprio
in cima alle scale e lei, quando stava per andarsene, aveva
appoggiato male il piede ed era capitombolata giù.
Da
quel momento cominciarono ad evitarmi perché mi consideravano
pericolosa e violenta.
E
ora l’ultima fortuna che mi avevano procurato i miei
fantastici poteri era quella di avere un vampiro, anzi no, Edmund, che mi dava la caccia per potere bere il mio sangue così diverso.
Che bello
schifo.
Approfittando
del mio silenzio, Jacob si alzò e
si mise a raccogliere i cocci della tazza per poterli buttare.
Quando
ritornò, buttai lì una domanda che mi era venuta in mente
in quel momento.
-Chi
era Clara?
Lo
vidi irrigidirsi, per poi rilassarsi quasi subito dopo.
-Già,
è stato Edmund a nominarla…
Lo
sentii dire tra sé e sé come se stesse rispondendo a
una domanda che si era fatto da solo.
Poi
si avvicinò al mobiletto con le foto. Quando si girò me
ne porse una.
-E’ lei.
Guardai
la foto. Era il mezzo busto di una ragazza abbastanza
giovane nel fiore della sua bellezza. Teneva gli occhi chiusi e la carnagione
sembrava molto pallida, per quanto si potesse capire da una foto nei toni del
seppia. Portava i capelli sciolti ed erano scuri.
Quando
staccai gli occhi dalla foto, lui riprese a parlare con un’espressione quasi
addolorata.
-Era
la mia fidanzata negli anni ’20. Era una bellissima ragazza, sia come carattere
che come aspetto. Era come te, sai? Era speciale… Non possedeva la vista, ma
aveva la Vista. Intendo dire che era cieca dalla nascita, non
poteva vedere il presente, ma riusciva a vedere il futuro.
-E
lei è morta?
Mi
venne alle labbra senza volerlo questa domanda diretta. Gli restituii la foto.
-Sì…
è stato Edmund. Ma visto che
io mi dovevo comunque Risvegliare penso che non avremmo comunque potuto vivere
felici e contenti…neanche se avessimo voluto…
Concluse
la frase con un punta di amarezza. Per un istante mi chiesi quale potesse essere la storia che aveva fatto
innamorare queste due persone e che problemi avessero mai affrontato.
Si
allontanò nuovamente dal salotto e ritornò diversi
minuti dopo con una coperta.
-Immagino sarai stanca.
Presi
la coperta e la strinsi.
-Grazie…
Mormorai.
Mi
avvolsi col tessuto e mi distesi sul divano.
Sentivo
gli occhi di Jacob puntati su di me. Non mi davano
affatto fastidio, anzi. Se ci fosse stato lui al mio fianco
forse per quella notte avrei potuto azzardarmi a chiudere gli occhi senza
incontrare i pozzi di lava.
Non
passarono neanche troppi minuti che sentii le palpebre pesanti e la carenza di sonno che mi avvolgeva accogliente.
Dopo
poco il sonno mi catturò completamente.
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^__^ Grazie mille per aver
letto questo capitolo!
anna96…
felicissima che la scelta della “razza” di Jacob ti
sia piaciuta! Edmund cosa pensa di combinare? Beh un po’ si è capito da questo capitolo, ma il peggio credo debba
ancora venire… grazie mille per la recensione, per favore, continua a seguirmi!
Sekhmet
2102… grazie per i complimenti! Mi fa piacere aver destato il
tuo interesse per i vampiri anche con una storia così banale. Sono davvero felice
del fatto che l’idea di
aver inserito un mezzosangue vampiro nella storia sia piaciuta! Certo,
forse ti ho delusa… pensavi chissà quali motivi per cui
non aveva ucciso Edmund e invece io ti metto un
motivo banalissimo… scusami, non mi piacciono molto ‘ste
cose… -___-”” Andando sul discorso “perché Edmund non
ha morso subito Beth” se ci pensi bene in quasi tutti
i film o libri che trattano i vampiri, ‘sti qua prima
di mordere chissà perché si fanno sempre una lunga chiacchierata con la vittima…
una cosa davvero idiota, concordo. Diciamo che sono voluta rimanere sul “classico”…
hmmm… sembra che mi stia arrampicando
sui vetri… -___-””” grazie mille per aver recensito, continua a seguirmi, per
favore!
To
the next chaptre!
E ricordate: recensire fa
bene alla salute!
darkimera