Challenge: “Due ore, quattro prompt - october edition” - organizzata sul forum “Ferisce la penna”
Prompt: “I want you to have your own thoughts and ideas and feelings, even when I hold you in my arms.” (A Room with a View)
“Voglio che tu abbia i tuoi pensieri, idee e sentimenti, anche quando ti tengo tra le mie braccia.” (Una camera con vista) proposto da Il colore del vento
Genere: romantico
Tipo: one shot
Personaggi: Tooru Oikawa, Wakatoshi Ushijima
Coppia: yaoi
Rating: PG, verde
Avvertimenti: slice of life, fluff
PoV: terza persona
Spoiler: sì, post time skip
Disclaimers: i personaggi non sono miei, ma di Haruichi Furudate. I personaggi e gli eventi in questo racconto sono utilizzati senza scopo di lucro.
Post sbronza
Un mal di testa martellante lo destò dal suo sonno, aveva la bocca impastata e un sapore amaro sulla lingua.
Impiegò qualche istante a ricordarsi dove si trovasse e cosa fosse successo.
Si passò le mani sul viso, respirando un paio di volte, mettendo a fuoco la stanza d’albergo, era a Roma per i campionati mondiali.
Erano usciti la sera prima, aveva bevuto un paio di drink, ma non era abituato e gli avevano dato subito noia e poi…
Ushijima spalancò gli occhi voltando il capo.
Tooru dormiva sul lato opposto al suo, era rimasto tutta la notte, alla fine. Probabilmente si era addormentato sfinito dalla lunga giornata, senza nemmeno accorgersene.
Oikawa lo aveva accompagnato in camera quando lui si era sentito male e aveva vomitato anche l’anima a causa dell’alcool ingerito. Il palleggiatore argentino era rimasto con lui, si era preso cura di lui, nonostante tutto.
Ushijima si volse sul fianco e lo guardò dormire: voltato nella sua direzione, la camicia in parte aperta era sgualcita, e lasciava intravedere il suo petto glabro, una mano sotto al cuscino, l’altra protesa verso di lui, mollemente adagiata sul materasso.
I capelli castani gli ricadevano sulla fronte, gli occhi dalle lunghe ciglia chiusi, le labbra appena socchiuse da dove usciva il respiro quieto.
Wakatoshi allungò una mano e gli scostò i capelli dal volto, scese con un dito sulla tempia, lungo la guancia ruvida di barba e poi sulle labbra.
Tooru sospirò ed arricciò il naso facendosi un poco indietro, frullò le palpebre e le schiuse mettendo a fuoco il mondo.
Spalancò gli occhi disorientato mettendosi a sedere e guardandosi freneticamente intorno quindi si stese nuovamente con un gemito, portandosi entrambe le mani sulla testa.
“Mi devo essere addormentato” sussurrò stancamente, quando si volse a guardare l’altro uomo.
“Come ti senti UshiWaka-chan, passata la sbornia?” si informò guardandolo con un sorriso sfrontato.
“Ho la testa che mi scoppia” rispose asciutto, non era abituato a stare male, non poteva permettersi di avere cali di prestazione.
“È normale… fatti una bella doccia e prendi un antidolorifico, sarai come nuovo” consigliò facendo per alzarsi, ma Ushijima lo trattenne per un polso.
“Aspetta, hai detto che chiamarmi per nome è troppo personale perché?” chiese così di punto in bianco.
Oikawa fu preso in contro piede, sperava ardentemente che la strana conversazione intercorsa tra loro la notte prima, fosse stata dimenticata da Ushijima, ma per sua sfortuna così non era.
“Non ha importanza” sbuffò tentando ancora di alzarsi, ma Ushijima lo tratteneva ancora.
“Dimmi perché?” insistette e Tooru osservava la sua mano grande e calda intorno a suo polso, per un fugace istante pensò a quella mano posata in altre parti del proprio corpo.
“Lo sai perché” affermò, ma in realtà non aveva mai esternato nulla all’altro uomo, c’erano stati solo sguardi pieni di tensione e parole cariche di rancore da parte sue.
“Tooru…”
Di nuovo il suo nome pronunciato dalla voce bassa e avvolgente di Wakatoshi, che aveva il potere di farlo vacillare, arrabbiare e, come in quel momento, confessare.
“Ho paura. Ho il terrore di questo sentimento che provo per te” ammise con voce che tremava, lui che non aveva paura di niente si trovava quasi a balbettare davanti a Wakatoshi, steso in mutande davanti a lui, dopo una sbornia colossale, era stato un errore restare ed era un errore continuare a parlare, ma oramai il danno era fatto “Mi porti ad annullarmi, per compiacerti e farmi amare da te” dichiarò riuscendo con un enorme sforzo di volontà a divincolarsi, bene ora che si era reso ridicolo poteva anche andarsene.
Ushijima però fu più veloce di lui e, inginocchiandosi sul letto, lo abbracciò da dietro, prima che Oikawa riuscisse ad alzarsi.
Il cuore gli batteva nel petto all’impazzata, la testa gli scoppiava, ma non gli importava, Tooru Oikawa gli aveva appena confessato di essere innamorato di lui e lui non poteva lasciarlo andare, non adesso, non di nuovo, per degli stupidi timori dell’altro.
“Non devi preoccuparti di questo Tooru, voglio che tu abbia i tuoi pensieri, idee e sentimenti, anche quando ti tengo tra le mie braccia”
Oikawa chiuse gli occhi avvolto dal calore delle braccia di Ushijima, che lo stringeva, ma non lo opprimeva.
“Sei ancora ubriaco, Ushijima” tentò di ribellarsi un’altra inutile volta, ma l’altro uomo lo fece voltare per guardarlo negli occhi e perdersi in quegli abissi color cioccolato, ancora turbati.
“Non sarà facile stare insieme a me, Wakatoshi”
“Amo le sfide e amo te”