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Autore: Slane999new    19/11/2023    1 recensioni
(Ho perso il mio account quindi devo pubblicare Spid su un nuovo profilo, perfetto) Genitori e figli, conflitti che nascono sempre, a volte sanno cosa fare e ti capisco, ma non sempre si ascoltano. Neanche il nostro protagonista, è il fatto che si un mezzo ragno gigante non cambia il fatto che se sta in famiglia avrà sempre problemi come tutti, però le cose cambiano, un villaggio di umani mostra il suo interesse verso di lui, è perfetto. Peccato che la madre non sia contenta, questo preoccupa Spid ma è troppo impegnato a far vedere il suo talento a questi umani.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Angolo dell’autore”
Ed eccoci qui al capitolo bonus, tranquilli arriveranno altre storie, belle lunghe. Di vario genere, la prossima vi spoiler sarà introspettiva, già pronta da un poco. Però una cosa da dover dire, sto cercando di formare un gruppo di scrittura, con gente che magari voglia far leggere le proprie storie prima pubblicarle, e farsi dare qualche parere prima. Anche così da poter creare un gruppo che ti segue nelle tue storie, se volete saperne di più, nessun problema per scrivermi in dm. Ma detto questo godetevi il capitolo.



 
Fidati di me, posso farcela. Almeno questo è quello che mi dico nella mia testa, mia madre e mio padre stanno davanti a me, mamma con le braccia incrociate. La mucca che ho preso si muoveva un poco, di certo non ha reso felice mamma sentire quelle urla, ma che ci posso fare? Sono complicate da prendere. Mamma sta con la testa rivolta verso di me, braccia incrociate, dorso tutti fuori, zampe che la portano più alto di quello che non è, decisamente mi sta per arrivare una predica. Da qui si vedono i suoi capelli biondi, non le arrivano alle spalle come i miei.
<< Nashalia, come hai… >> eccola che parte, sempre la predica, stai attenta, ci sono gli umani, le mucche non vanno cacciate di giorni, e di certo non vanno prese dalle stalle, ma li è più facile prenderle. Se stanno tutti il giorno ferme, a produrre latte per gli umani. E poi loro non ne hanno così tanto. Apre e chiude la bocca, blah blah, potrebbe persino smettere di alzarsi con le zampe, sappiamo io e lei che non è così alta, lo fa solo per farmi piccola. Rivolgo lo sguardo su di lei, le gambe vengono attraversate da un tremito, forse è un poco efficace.
<< Capisci ora il problema di attirare l’attenzione su di noi? Potrebbe arrivare un ammazzamostri, e tuo padre di certo non si può fare carico di mangiare un altro. >>
<< Sono insipidi. >> mi scoppia una risata davanti a mamma, sono sicura i suoi occhi possano prendere fuoco.
<< Scusami mamma, farò più attenzione. >> solleva la mucca e se ne va in un’altra stanza, papà mi rivolge un sorriso. Un bacio sulla fronte.
<< Hai fatto un buon lavoro, però lo sai che non puoi agire così con tua madre, dovresti scusarti con lei. >> mi brucia la gola, ma papà ha ragione, va bene vado. Mamma sta prendendo la mucca, zampe e corpo separato, come piace a me, metti i pezzi sulla tela.
<< Scusami… >> mamma tese e posa la mucca.
<< Scusami per essere stata irresponsabile. >> il silenzio, certo che sa tenere il broncio a lungo, come se me lo meritassi, io ho lavorato bene e mi devo beccare una spalla fredda da lei? Non serve che serba rancore. Una delle zampe cade dalla tela, la raccolgo. La tela ha un centro che si estende, assomiglia a un fiocco di neve. Fragile e carino.
<< Mi piace, è carina la tela. >> rivolge la testa verso di me. Accenna un sorriso, non lo fai quasi mai.
<< Ma più che carine, sono meglio delle mie. Anche se non sono così brutte dai. >> accenna un altro sorriso. Perfetto ecco la direzione in cui bisogna colpire.
<< Mi spiace però. Non sono brava come te. >>
<< Non è questione di essere bravi. Bisogna metterci impegno e farlo ogni giorno. >> finisce una tela.
<< Cosa che tu ti rifiuti di fare. >>
<< Io faccio altro nelle giornate, non posso essere costante. >>
<< Non puoi o non vuoi farlo? >> alza un braccio, un’altra tela finita. Trattengo le parole, si rifiutano di venire fuori. Certo che io non ho tempo, devo occuparmi di altro.
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<< Adesso però non hai altro da fare, forza esci la tela e aiutami. >> esco la tela dalla dita. Replico i fiocchi di ragnatela con mamma, sempre se posso chiamare così i miei. Niente simmetria, nulla di centrale o altro, il tutto parte dal centro per non diramarsi da nessuna parte, posso la testa della mucca. La tela si spezza facendo ruzzolare la testa a terra.
<< Devi mettere meglio la tela, osserva. >> mamma fa uscire la tela dalle dita, un collegamento tra le due. La allarga, portando piccoli ponti di collegamento nella tela. Avvolge la testa, rimane incastra al suo interno, non si muove. Mamma la posa sulla roccia.
<< Tu ti concentri troppo su ciò che c’è al centro, ma un tela ha diversi fili che la collegano. >>
<< Troppo strano, troppo lavoro. Ma ci posso provare. >> spingo fuori della tela, la allaccio con dei ponti al centro. I ponti si attaccano tra di loro, riunendosi tutti nel punto principale della tela. Quasi fatto, metto una coscia di mucca. Spezza la tela e cadde a terra, che razza di roba era? Io posso farcela, ma a quanto pare la tela non vuole stare bene. Una mano sulla spalla.
<< Devi fare attenzione. Osservami. >> tese la tela dal centro, i miei stessi ponti, i miei stessi collegamenti, non c’è nulla di differente eppure non va.
<< La devi tirare e fatto. >>
<< Ma i ponti ho fatto gli stessi e non vanno. Che trucco usi che non mi stai dicendo? >>
<< Io non uso nessun trucco. Devi solo concentrarti. >> mamma mi prende le mani. Tesiamo la tela insieme.
<< Dovrebbe essere abbastanza resistente. >> mettiamo sopra l’ultimo pezzo della mucca. Regge, la stringe a sé.
<< Forse avevi ragione. Ma solo con te ho potuto, quindi ci deve essere per forza il trucco. >> alzo gli occhi al cielo.
<< Devi lo stesso imparare. Le dovrai insegnare ai tuoi figli. >>
<< Li manderò dà te a imparare. >> le scappa una risata.
<< Va bene, ma prima devi promettermi che starai attenta la prossima volta. >> io sto già abbastanza attenta. I suoi occhi su di me, ma se la fa stare più tranquilla.
<< Prometto che starò attenta. >> mi porge una tela, anche se non sarà brava come lei.
 
*****
Ancora a caccia, per non fidarsi di me di certo mi mandano a caccia spesso. Ma… Stavolta ho promesso che non avrei rubato dagli umani, quindi vediamo qualche cervo suppongo. Un rumore da dietro, mi giro. Un umano di fronte a me, capelli biondi e una camicia. Vuole forse uccidermi? Esco le unghie. L’uomo sorride, il busto si alza, zampe gli escono da dietro la schiena. Un addome giallo, carino… Che vado a pensare sono a caccia. Inoltre come si permette di spaventarmi?
<< Ti sembra modo di presentati? Che ci fai qui? Non mi sembra di averti mai visto in questa zona. >>
<< Io sono qui da due settimane. >> ho rubato per così tanto tempo agli umani?  
<< Ora sono tornata. >>
<< Non troverai molto, gli umani hanno preso parecchi cervi negli ultimi giorni. >> si vendicano delle mucche? Che ladri, rubano alle nostre foreste. Dovrai andare da loro… Ma ho promesso a mamma di stare attenta.
<< Stai ragionando dove andare a cacciare? >> certo, io devo stare attenta e in due si può stare attenti.
<< Nashalia. >>
<< Carius. >>
<< C’è un villaggio qui vicino. >> ci avviciniamo al villaggio. Gli umani fuori come al solito. Rientro il busto all’interno.
<< Lo fai davanti a me? >> arrossisce, tenero. Finisco di rientrare il mio addome.
<< Facciamo piano, tu mi avverti quando arrivano e io prendo la mucca. >> annuisce, collaborativo. Entriamo nel villaggio, gli umani stanno tutti attorno a uno di loro che parla, che ha di tanto speciale? Vabbè basta che non mi vedano. Gli tocco la spalla, indico la stalla, non sarà difficile. Gli umani sono attratti da quello che dice l’uomo, entro piano piano nella stalla. Mucche, maiali, cavalli tutte per me? Devo essere veloce, nella mia mano una tela, tranquilla non succederà niente. Esco fuori una zampa, un colpo secco al collo, la rientro. Prendo. Una miriade di tele circonda il corpo dell’animale, meglio andare. La prendo sopra le spalle.
<< E tu chi saresti? >> sporgo la testa dal fienile. Carius sta indietreggiando, gli umani di questo villaggio gli stanno addosso. Non posso lasciarlo così, e poi sono abbastanza capace da poterlo aiutare.
******
Uno, due, tre. Apro le porte della stalla.
<< Libertà! >> i cavalli corrono contro il villaggio. Con me a guidarli, afferro la mano di Carius.
<< Andiamo. >> lo lancio sul retro del mio cavallo. Lasciandoci il villaggio alle nostre spalle.
<< Questo era il tuo piano? >>
<< Tu sai cavalcare? >> niente risposte lo sapevo. Arrivati, scendiamo. Poggio la mucca per terra.
<< Grazie della compagnia Carius, e poi prenderti il cavallo se vuoi. Sono buoni. >>
<< Ma ci ha aiutato… >>
<< Si ma anche tu devi mangiare, e la tua famiglia. >> abbassa il capo. Potevo essere più delicata, ma mi chiedo sarà stato un ammazzamostri? No, non devo chiedere.
<< Oppure possiamo condividere questa mucca, in fondo noi arachneei dobbiamo stare uniti. >> libera il cavallo, sarebbe stato gustoso, ma ha il cuore tenero a quanto pare. Arriviamo a casa mia. Papà sta sulla soglia.
<< Un ragazzo… Entra pure. Raccontami subito come vi siete incontrati. >> sarà una lunga serata. Papà non la smette mai con gli ospiti.
******
La luna ci illumina. Rivolgo il mio sguardo su Carius, parti di cervo al banchetto. Esce completamente l’addome, lo alza, le sue zampe lo seguono. Si muove in orizzontale da un lato all’altro. Che sta facendo? Una risata mi scappa dalla bocca, devo chiudere gli occhi. Continuo a far uscire risate.
<< Che fai? >> china il capo.
<< Una danza e questo che si fa. >> se fossimo secoli indietro Carius.
<< Non hai bisogno di danze, basta che stai con me. >> lo stringo tra le mie braccia, fa strano vedere che mi arriva solo al petto. Meglio passare così in silenzio. I miei peli si rizzano, ci risvegliamo dall’abbraccio. Umani al di sotto della collina, aspetta solo che… Carius mi prende la mano.
<< Che hai? Perché stai uscendo l’addome? >> stacco il braccio.
<< Sono umani, e lo faranno presto e solo giusto che io me la prendo con loro. >> mi allontano.
<< Loro hanno preso qualcuno da me, è solo giusto che faccio lo stesso colore. >> Carius mi stringe la spalla a sé.
<< Ma non prenderanno me, io sarò qui. >> a quanto pare sa come farmi sorridere.
 
******
<< Come sarebbe a dire che Spid è in un’altra stanza? Non è da nessuna parte >> ragnetti, lo state coprendo non è vero? Mi metto all’inizio della grotta. Carius mi mette una mano sulla spalla.
<< Tornerà è un bravo ragazzo. >> lo voglio qui e ora. Non può andare a caso, non il mio bambino.
<< Lo aspetto nel caso non torna lo andrò a prendere io. >> Carius se ne va a caccia. Ti conviene essere qui presto Spid, per favore dimmi che non ti sei cacciato nei guai. Non posso permetterlo, non posso perderti. Una lacrima mi scende, dal viso. No, se dovesse tornare non vorrebbe vedere sua madre piangere, devo essere forte.
******
Solo frutta, quanto ci mette? Sarò stata dura con lui? Forse sto esagerando… Però non posso rischiare, ci sono molti umani in zona, non è sicuro per lui. Dove è finito è quasi notte… Esco dalla caverna, eccolo. In forma umana, degli umani lo chiamano per nome. No, Spid non dirmi che ti fidi di loro? Le lacrime vogliono scapparmi dal viso, no devo rimanere forte.
******
L’ho perso, ha preferito stare con degli umani piuttosto che con me. Sono terribile, come madre. No lo sono gli umani, prima prendono la vita di mio nonno, ora mio figlio, quei maledetti dovrebbero affogare nel loro stesso sangue. Carius mi mette una mano sulla spalla.
<< Spid starà bene. >>
<< Ma gli umani me lo hanno portato via, spero almeno non si sentirà solo. >>
<< Non lo sarà, non si sentirà solo. >> mi scende una lacrima dagli occhi, che dico una lacrima? I miei stanno facendo uscire un fiume. La mia faccia diventa umida, io rivoglio solo il mio bambino.
 
 


“Spazio dell’autore”
Allora, questo capitolo bonus ha una struttura diversa dagli altri, ma vi anticipo doveva essere la struttura di Spid originale che doveva seguire la storia di Nashalia, ma creando mi sono accorto che Spid per me sarebbe stato più interessante da presentare, piuttosto che Nashalia. Ma comunque volevo sempre pubblicarlo, quindi ho voluto mantenere la stessa struttura e liminare e mettere insieme quello che doveva essere nella storia. Ma mi pento, perché sembra rapido, ma magari preferite questa impostazioni e vi piace di più ricostruire la storia da piccole parti e dettaglia. Ma ci saranno altre storie, altre strutture che proverò, non si finisce mai di spingere i propri limiti verso l’alto. Detto questo, vi ringrazio di essere arrivati fino a qui, significa tanto per me, e spero ci vedremmo ancora sotto altre mie storie.
 
   
 
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