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Autore: aurtemporis    07/12/2023    2 recensioni
Sulle spiagge della Normandia, il colonnello delle guardie reali trova una ragazza priva di sensi e in balia del freddo. Dopo averla soccorsa, cercando di offrirle ulteriore aiuto, tenterà di scoprire le cause che hanno portato la ragazza sul punto di perdere la vita. Al contempo, la ragazza proverà ad impedirle di conoscere la verità, corrotta e pericolosa, e in cui lei è già intrappolata.
AVVISO: Questa ff esce completamente dal seminato. È una storia che se ne va per i fatti suoi e prende solo alcuni tratti dall'anime. Dedicata in particolare ai fans di Oscar/Rosalie, è una distrazione senza pretese da tutte le coppie canoniche dell'opera.
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: André Grandier, Bernard Chatelet, Nuovo Personaggio, Oscar François de Jarjayes, Rosalie Lamorlière
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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Più tardi, quella sera. Rosalie riaprì gli occhi lentamente, come in un dormiveglia, non ricordava dove fosse. Ma quella non era la camera in cui viveva a casa della marchesa. Ricordò e rabbrividì. Lo schianto in acqua, il terrore nel non riuscire a sovrastare la forza delle onde e il buio, che erano diventati una cosa sola fin quasi a soffocarla. E poi qualcosa a cui si era aggrappata, non ricordava cosa. Si alzò affaticata, mettendosi seduta, vide che indossava una lunga veste da notte. E quel che rimaneva di ciò che indossava prima giaceva in terra poco lontano. Sul comodino c'era una bacinella con dell'acqua ormai fredda e un panno. Non aveva più l'odore di salsedine addosso, qualcuno l'aveva lavata. Arrossì.

"Ben svegliata, mia signora" le disse una donna bruna in là con gli anni ma non tanti quanto la sua marchesa, era sbucata senza farsi sentire. Aveva con sé un'altra bacinella, che sostituì all'altra "Se volete sciacquarvi il viso, l'acqua di mare alla lunga irrita" aggiunse poi "posso portavi qualcosa da mangiare, mia signora?" chiese infine.

Rosalie era sollevata che fosse stata quella donna a occuparsi di lei, a prima vista non le apparve come una minaccia. Ovunque si trovasse, di fame ne aveva "Sì, vi ringrazio"

La donna annuì con gentilezza e si ritirò. Rosalie si toccò le tempie, le martellavano ed era stanca, fiacca. I ricordi frammentati stavano ritornando, quell'uomo l'aveva presa e buttata giù dal vascello, senza il minimo scrupolo. Era accaduto il giorno prima o due giorni, non sapeva dirlo. Si preoccupò della marchesa, chissà quanto doveva essere in pena per lei. Avrebbe voluto farle sapere che stava bene.

 

Quel grassone e la moglie bagascia non mancheranno a nessuno, stanno già sullo stomaco a tutta la Francia

 

Portò l'acqua sul viso con una mano. Le mani vacillarono. Non ne era certa ma dovevano stare parlando dei sovrani. Che poteva fare per metterli a conoscenza del pericolo? Parata, capodanno… Forse c'era ancora tempo. Ma da chi poteva andare, se quegli uomini la trovavano di nuovo si sarebbero affrettati nel rimediare l'errore precedente. Come poteva fidarsi di questa gente poi, anche ammesso fossero brave persone, non se la sentiva di rivelare niente del suo passato.

Notò che c'era un uniforme su una delle sedie della camera, un'uniforme rossa che spiccava in mezzo a tutto il resto dell'arredamento. Forse non l'aveva sognato quel tipo biondo. 

La donna rientrò poco dopo con un vassoio, c'era una scodella di brodo, del pane e un bicchiere d'acqua. Glielo posò davanti. "Io sono Maude, mia signora, se avete bisogno di qualunque cosa, chiamatemi"

"Aspettate un momento, per favore" si tirò un po' più su senza rovesciare il vassoio "dove mi trovo?"

"Siete in una residenza vicino la costa, non lontano dalla Baia della Senna"

"Grazie" non era troppo lontana da casa "posso sapere di chi è quell'uniforme?" la indicò con l'indice.

"Del padrone, mia signora"

Il padrone? Il biondo? "Se non ricordo male, mi ha detto di essere una donna" pensò che l'avesse imbrogliata.

"È così, mia signora, ma è cresciuto come un uomo" Rosalie sgranò gli occhi e la donna sorrise.

"E perché mai una cosa del genere?"

"Sesta di sei sorelle, il padre, un generale tronfio" le fece cenno di fare silenzio con l'indice "ha voluto un erede a cui mettere una divisa a tutti i costi"

Rosalie era stupita dalla notizia, faticava a crederlo possibile.

 "È stata sempre in mezzo alla compagnia maschile, quindi non meravigliatevi se non riuscite a cogliere i tipici atteggiamenti femminili nel padrone" spiegò la donna, le si avvicinò poggiando una mano amichevole sulla sua "questa è una delle ragioni per cui attira molta curiosità, ma è il suo carattere ad affascinare tutti" Maude si scusò, pensava di aver detto anche troppo, quasi non le raccontava tutta la storia della vita del padrone. Raccolse la bacinella dal comodino.

Rosalie non era convinta di aver ben compreso, comunque sorrise per cortesia alla donna gentile che le aveva concesso tutte quelle attenzioni. E così poté iniziare a mangiare. Il brodo era meglio delle aspettative, chissà se c'era sempre la mano di quella Maude. Continuò a guardarsi attorno mentre mangiava, quella non era la camera di una donna. Niente abiti che lo facessero intendere, da un cassetto semiaperto sporgevano camicie. E quell'uniforme, le confermò che doveva essere nella camera del padrone o soldato, non sapeva lei stessa come chiamarla. Quando ebbe finito, posò il vassoio sul comodino e si distese.

Verso le nove, il rumore di lievi colpi alla porta la svegliarono dal breve sonno in cui si era abbandonata. "Avanti" tornò a mettersi seduta e si stropicciò gli occhi.

"Sono io, mia signora" Maude entrò con una tazza di vino liquoroso "bevete, vi farà bene e vi farà dormire meglio"

"Grazie, Maude, siete davvero molto gentile con me" Rosalie le sorrise, ed era sincera "perdonatemi, se questa, come sembra, è la camera del padrone, non voglio creare disturbo, posso andare anche a distendermi su un divano"

Maude rise "Che sciocchezze, questa residenza ha dodici stanze"

"Davvero? Allora che ci faccio qui?"

"Il padrone è molto generoso, e questa al momento è la stanza migliore, più arieggiata e più ospitale. Buonanotte, mia signora"

La ragazza avrebbe voluto chiedere di vedere il padrone, per ringraziare, ma non le sembrò opportuno. Si toccò le tempie doloranti, l'aveva portata lì ma l'ultima volta che ci aveva parlato le aveva puntato contro un oggetto appuntito e, se ricordava bene, l'aveva anche colpita. Lei, che non aveva mai fatto male a una mosca in vita sua. Poggiò la testa sul cuscino e chiuse gli occhi. Magari un'altra volta, se avesse avuto occasione di parlarci, avrebbe potuto scusarsi. 

 

"Maude, come sta la nostra ospite?"

"Molto meglio, mio signore, è stata molto fortunata quella fanciulla" affermò la donna, le era passata di fianco mentre scendeva le scale. Il colonnello si stava ritirando nella nuova sistemazione, una camera dall'altro lato dell'edificio. Decise che le sarebbe stata fuori dai piedi fin quando non si fosse ristabilita, in modo da non crearle disagi di alcun tipo.

"Grazie, Maude"

"Dovere, mio signore"

 

L'indomani, verso le nove del mattino, Rosalie si alzò dal letto e provò ad uscire dalla stanza. Non appena Maude ebbe udito la porta aprirsi, che non perdeva di vista da quella mattina, si sollevò la veste e si precipitò da lei.

"Mia signora, dove andate?" 

"Volevo…" non sapeva che dire, voleva uscire? Voleva rivedere quella persona e scusarsi. "Volevo provare a far due passi"

"Non con gli indumenti da notte, mia signora" la donna la invitò a tornare in camera "ora vi porto qualcosa di adatto a voi da indossare, poi vi accompagno a fare colazione" 

Rosalie tornò ad infilarsi sotto le lenzuola. In effetti faceva freddo ed era anche a piedi nudi.

Tempo una mezzora, Maude rientrò con un paio di abiti tra le braccia. Li posò sul letto, ai piedi della ragazza. "Questi erano di Madame de Jarjayes, quando era più giovane, dovrebbero starvi bene"

"Ma…" Rosalie li guardò e le sembravano vestiti che non avrebbe mai potuto sognare in tutta la sua vita, non potendoseli permettere neppure una volta. "Non posso, sono…" ebbe quasi paura a toccarli.

"Potete, il padrone ne è al corrente. Coraggio, mia signora, non fate complimenti. Sono abiti ben conservati ma fuori moda"

La giovane si commosse, una lacrima le scivolò sulla guancia. 

"E che sarà mai, per così poco" Maude batté le mani per scacciare la tristezza.

Rosalie sorrise mentre piangeva, così poco per chi non aveva mai avuto niente era un'enormità. "Grazie"

"Mia signora, non sono abiti miei" disse Maude, e riuscì a tirarle fuori una risata. 

L'aiutò quindi a vestirsi, le trovò anche un paio di calzature adatte. Anche quella mattina era una bella giornata soleggiata. Fintanto che beveva del tè, Maude le disse che il padrone e Joris erano andati a caccia. 

"Perché il padrone è qui? Se è un soldato, non dovrebbe essere altrove?" chiese la più giovane, ormai aveva preso confidenza con la donna.

"Ha avuto una disputa con un nobile, sfociata in un duello" Maude agitò una mano nel ricordarlo "certi nobili sono gentaccia della peggior specie, di nobile non hanno nulla. La regina l'ha confinata in casa per un mese. Il padre, che non si fa mai mancare l'occasione di metterci il carico personalmente, l'ha mandata qui in pieno autunno" le venne da ridere.

Rosalie si chiedeva che tipo di disputa fosse e Maude, come se le leggesse nel pensiero, le disse che non conosceva i dettagli, ma il colonnello aveva avuto la meglio. 

C'era quel conte, il nome le era rimasto impresso, de Badeaux. Ora che sapeva di trovarsi in Normandia, non era da escludere che tutti quelli che stavano organizzando qualcosa ai danni dei reali fossero nelle vicinanze. Fin quando la credevano morta, era al sicuro. Se era sopravvissuta, si era trattato di un caso fortuito, pensò che l'imbarcazione doveva trovarsi molto vicino la costa quando quel balordo l'aveva gettata in acqua. L'orrore di quella notte le passò di nuovo davanti agli occhi, come paralizzati fissarono il vuoto. L'altra donna non se ne accorse.

"Che volete fare dopo colazione, mia signora? Ve la sentite di uscire con me a prendere un po' d'aria?"

Rosalie annuì e forzò un sorriso, il sudore freddo le gelava le spalle. Prese un respiro. Maude le era in simpatia e già sapeva che le sarebbe mancata quando se ne sarebbe andata. E, cosa che gliela faceva piacere più di tutto, era la sua discrezione. Non le aveva chiesto nulla.

Andarono così a passeggio sulla spiaggia. Rosalie si tolse le scarpe che le stavano un po' scomode, la donna le camminava di fianco con un mantello ad avvolgerla, soffriva le basse temperature. Soffiava un po' di vento. Dopo mezzora a camminare, non incontrarono nessuno, la donna cercò tuttavia di non allontanarsi troppo per non farla stancare. La nausea era persistente, come quel moto ondoso, le metteva in subbuglio lo stomaco ma Rosalie non disse niente mentre l'altra prese a parlare.

"È un bel posto, silenzioso, ma anche con i suoi pericoli" disse Maude, raccontò che una volta era approdata una nave di pirati su quella spiaggia, un galeone sottratto alla marina spagnola. I pirati arrivarono di notte e saccheggiarono anche le case prossime alla spiaggia "ma vi sto parlando di fatti accaduti almeno un secolo fa" 

La ragazza poteva immaginarsi orde di pirati senza scrupoli, come quell'uomo che l'aveva buttata a mare, riversarsi su quella spiaggia e attaccare gente inerme… Finché vide il padrone e l'altro uomo venire loro incontro. Tre pennuti legati per le zampe e un qualche tipo di coniglio o lepre, non seppe distinguere. Oscar portava le armi in spalla, fucili. I capelli le andavano davanti agli occhi ma quando il vento si fermò lo sguardo si posò sulle due donne. Maude andò ad alleggerire il carico del marito che camminava sempre sciancato, già sapeva che sarebbe stata un'ora buona a pulire la cacciagione dai pallini di piombo. La caccia era l'alternativa al paese dove si recavano, non proprio nelle vicinanze, per non dover ricorrere alla dispensa che si svuotava durante i lunghi periodi di assenza dei padroni; e quel giorno non era andata male, constatò la donna.

"Poteva andare meglio, senza questo vento" disse Joris, poi si inchinò brevemente a Rosalie e si appressò con la moglie, quest'ultima disse che l'avrebbe anticipati per andare nelle cucine, c'era molto da lavorare.

La ragazza rimase da sola con il cosiddetto padrone e in totale imbarazzo, dopo uno sguardo di sfuggita, in silenzio iniziò a camminarle vicino. Almeno però era riuscita a distrarsi temporaneamente dal malessere. Il colonnello le porse un braccio "Posso conoscere il vostro nome?" la ragazza si appoggiò accennando un sorriso timido. 

"Rosalie" rispose e se ne pentì subito, non avrebbe dovuto dire il suo vero nome, ma le era scappato fuori senza riflettere. 

"Quell'abito vi sta come se fosse sempre appartenuto a voi" ed era sicura che la madre avrebbe pensato la stessa cosa, l'avesse vista.

"Vi ringrazio, signore, anche voi state bene con… Qualsiasi cosa indossate" siano pure abiti da caccia, come quel gilet marone e i calzoni dentro gli stivali "Grazie per la cortesia che mi avete accordato, signore"

"Chiamatemi solo Oscar" sorrise.

"Vi devo chiedere scusa, per l'altro giorno"

"Non ha più importanza" le toccò la mano intorno al braccio con un gesto amichevole "conta solo che vi siate rimessa in salute"

"E vi ringrazio per avermi salvata. Vi devo la vita" ricordava poco di quei momenti ma, come la reminiscenza di un sogno, poteva percepire quelle braccia che l'avevano circondata per scaldarla, vicino al camino. Adesso stava meglio, poteva anche andarsene. Anche se non sapeva dove, era tormentata dal tornare o meno dalla marchesa, non voleva metterla in pericolo e non sapeva con chi confidarsi. Con un soldato, come il colonnello, sarebbe stato ragionevole ma non se la sentiva di scaricarle sulle spalle i suoi problemi. L'attanagliavano non appena smetteva di governare i pensieri "Ho approfittato molto della vostra generosità"

"Potete restare quanto volete. Per il momento sono bloccata su questa spiaggia" comunque l'avrebbe fatta accompagnare da Joris, nel caso avesse voluto andarsene "se desiderate restare, ne sarò lieta. Se vorrete andarmene, provvederò a farvi avere un passaggio sicuro" si fermò per guardarla in viso "se posso aiutarvi, non dovete temere di chiedere"

Rosalie le strinse il braccio "Vorrei restare qualche altro giorno, se posso"

"Tutto il tempo che desiderate" ripresero a camminare. Oscar le indicò il faro, avevano percorso un lungo tratto, di giorno non si vedeva il braciere sempre acceso. Le raccontò che era accaduto, anni prima, che Joris fosse andato ad illuminarlo di persona, quando si spense durante una tempesta. Il guardiano non c'era, si faceva vedere una volta ogni due o tre giorni solo per controllarlo, abitava in un villaggio più distante. Camminando ancora, giunsero presso una piccola insenatura.

Il colonnello si tolse gli stivali ed entrò in acqua fino alle ginocchia "Qui, tra gli scogli, una volta trovai una perla, avrò avuto dieci anni" disse sorridendo.

"Aspettate!" Rosalie avrebbe voluto impedirle di entrare in quelle acque, non riusciva neanche a guardarle. Il colonnello le disse di rimanere lì o si sarebbe bagnata il vestito. 

"Torno subito" non doveva tuffarsi o nuotare, dove sapeva era un luogo abbastanza vicino alla superficie. Mosse qualche passo tra due grossi blocchi spigolosi, ma non trovò ciò che stava cercando, tranne una conchiglia che aveva la vaga forma di una rosa. La raccolse, ma poi vide qualcos'altro di inatteso. C'era un corpo sospeso a circa un braccio sotto il livello dell'acqua. D'istinto allungò una mano per afferrarlo ma tirandolo riuscì a smuoverlo solamente, era in parte incastrato tra gli scogli sott'acqua. Non se la sentì di tirare oltre. Avrebbe dovuto immergersi e la cosa non le piaceva affatto.

"Oscar!"

"Rimanete lì!" vide il corpo disincagliarsi tra gli scogli e venire a galla. Un uomo, e aveva una ferita profonda sul collo. Le correnti lo tiravano dal lato opposto. Ma riconobbe la divisa, della marina francese. Le onde lo stavano spostando più a ovest.

Tornò indietro, provò a nascondere l'espressione scura che le aveva cancellato il sorriso. "Di perle non ne ho viste però…" la ragazza la stava fissando con una strana faccia. Era arrabbiata o forse spaventata, il colonnello non riuscì a capire. "Sono stata veloce, un attimo"

"Un attimo per voi, un'infinità per me" si voltò e tornò verso la spiaggia. Oscar riprese in fretta i suoi stivali e la raggiunse. La ragazza era di spalle, aveva le mani sulle orecchie, e stringeva gli occhi. 

"Che vi succede?" 

"Nulla" prese dei lunghi respiri per calmarsi.

"Guardate cosa c'era lì ad aspettare che qualcuno la raccogliesse" le mostrò la conchiglia, Rosalie la tenne tra le mani congelate, era di una sfumatura azzurra, e dalla forma particolare. 

"È davvero bella" le ricordava gli occhi del colonello. Ancora una volta si distrasse e avvertì meno oppressione.

"Per voi" disse Oscar "così vi ricorderete di questo posto" si voltò un istante a guardare di nuovo verso la rada, chiedendosi se qualcuno stava cercando quell'uomo. "Meglio rientrare"

La ragazza alzò gli occhi dalla conchiglia e la ringraziò; il cuore le batteva così veloce, credeva potesse fermarsi dal troppo sforzo, era ansia, panico o qualcos'altro che non seppe distinguere. Il sole era alto in cielo e la sabbia piacevole anche senza calzature. Il rumore delle acque le mise agitazione, di nuovo, c'era troppo silenzio, si aggrappò a quel braccio più forte. "State bene?" la voce del colonnello le parve lontana, anche se ce l'aveva a meno di un passo.

Si scosse "Il mare, non riesco ancora a guardarlo come prima, mi suscita agitazione"

"Ve la sentite di raccontarmi cosa vi è successo?" Oscar si avvicinò di più, camminavano così vicine che il vestito strusciava tra le loro gambe. Non riusciva a comprendere cosa si nascondeva in quel volto che ora sembrava sorridere e un attimo dopo pareva spaventato a morte.

"Perdonatemi" abbassò gli occhi.

"Quando vorrete, io vi ascolterò" le strofinò la mano come ad incoraggiarla, e proseguirono distanziandosi dalla spiaggia. Non le disse del cadavere, se non le raccontava i fatti, non poteva sapere di far meglio o peggio.

"Vi avevo giudicato male"

"Volevate infilzarmi con l'attizzatoio d'ottone!" incurvò lievemente le labbra.

Senza pensarci, Rosalie nascose il viso dentro al gilet del colonnello, per un attimo, poi se ne accorse e si spostò "Me ne vergogno molto, potreste far finta che non sia mai accaduto?"

"Devo raccontarlo a qualcuno almeno una volta" scherzò.

"No, per favore, no!"

"E va bene. Però, in cambio, dovete rivelarmi il vostro nome di famiglia" disse, senza smettere di camminare.

Rosalie divenne triste, calò lo sguardo e chiuse gli occhi "Non posso. Ma non perché non voglia dirvelo, i miei genitori mi abbandonarono quando ero in fasce, non li conosco, so che appartenevano alla nobiltà, niente altro"

Oscar poteva solo immaginare cosa avesse passato negli anni addietro "Abbiate fede, quando il destino ha preteso troppo da una vita, capita che paga il debito tutto in una volta" disse e poi rimase solo il silenzio fino a che la residenza non giunse in vista. Subito dopo arrivò anche un odore di arrosto. Lo riconobbe, altre volte lo aveva sentito "Rosalie, state per assaggiare il piatto forte di Maude" le disse prima di lasciarla, quando raggiunsero il cancello. "Non sentitevi a disagio, qui l'etichetta è solo di facciata" si affrettò a posare i fucili e aggiunse che andava a cambiarsi.

Rosalie la seguì con occhi sorridenti. Stava cominciando a comprendere le parole di Maude. Il rumore del mare che si rimestava giungeva in lontananza, alle sue spalle, come ad inseguirla. Non l'aveva mai visto in vita sua, prima di quel viaggio, l'aveva ammirato e osservato per ore dal vascello, ora la terrorizzava. Tutto in pochi giorni. Prese un respiro e si sforzò di smettere di pensare. L'odore dell'arrosto la aiutò a distrarsi.  

Intorno alla tavola, trovò i due coniugi, seduti assieme a loro. Venne a sapere poi che il padrone voleva così, quando non c'erano il padre e la madre, la servitù sedeva a tavola con lei. Rosalie ne era contenta, a tavola preferiva avere gente intorno, e poi lei era alla stregua di una serva, seppur una dama di compagnia. Anche se la marchesa l'aveva sempre trattata con riguardo, neanche fosse una nipote. Le mancava molto la signora Marie, chissà come stava. Una parte di lei voleva tornare subito a Parigi, ma un'altra ne temeva le conseguenze. Tuttavia non poteva nascondersi per sempre su quella spiaggia.

"Rosalie, come vi sembra?" Maude l'aveva vista rabbuiata e fissare il piatto senza muovere un dito, forse la cacciagione non le piaceva "Posso preparavi qualche altra pietanza se preferite"

"Oh, non occorre, l'arrosto sembra squisito" prese un boccone e sorrise.

Oscar la guardò un istante senza dire niente. Immaginò che doveva avere un turbinio di pensieri per la testa. Poteva solo aspettare se e quando ne avesse voluto parlare.

Dopo pranzo Rosalie si offrì di aiutare a sparecchiare e asciugare le stoviglie, Maude voleva impedirglielo ma la ragazza insistette, disse che si sentiva molto in debito con tutti loro. Il colonnello la osservava curiosa, mentre si muoveva a suo agio nella cucina. Poggiata contro la porta non riusciva a farsi un'idea precisa su chi fosse la loro ospite. Aveva avuto un'educazione ma era capace di svolgere anche lavori umili. Doveva essere cresciuta arrangiandosi. I nobili che si liberavano di figli illegittimi non erano pochi, avrebbe voluto conoscere chi era stato ad abbandonare la fanciulla con i capelli dorati, che di nobiltà ne possedeva certo più di tanti altri blasonati.

"A che pensate?" le chiese Rosalie passandole accanto con due bicchieri in un canovaccio.

"A quale libro vi piacerebbe leggere" replicò, e indicò la libreria con la testa "potete prendere quello che desiderate"

La vide illuminarsi "Posso davvero?"

L'altra annuì. E Rosalie posò in fretta gli ultimi bicchieri e andò alla libreria. E lì rimase parecchi minuti a osservare i titoli sugli scaffali, uno per uno. Molti libri di storia ma anche di epica, mitologia, poesia. E filosofia. Diversi testi in latino. "Conoscete il latino, Oscar?"

"Poco"

"Mi insegnereste?" Rosalie prese un libro e si voltò con occhi luminosi a guardarla.

"Sì può fare, ma dovrete accontentarvi" le si avvicinò e prese il libro che la più giovane teneva tra le mani "questo è Platone, complicato per iniziare, partiamo con…" posò il piccolo libro usurato e cercò nello scaffale. Rosalie le stava così vicino che la più alta non poteva fare più un passo senza urtarla, allungò il braccio sulla sua testa "…con Fedro, alcuni non ci badano ma le favole possono essere usate per comunicare messaggi importanti" abbassò la testa e si ritrovò i grandi occhi cerulei della ragazza a fissarla, si spostò di lato, scansandosi. Aveva trovato il libro che le interessava.

Davanti al camino accesso, ogni tanto la lettura veniva interrotta da una risata o dal silenzio. Così trascorse il tempo fino a che scese la notte. Dopo una cena veloce, Rosalie si fermò un attimo prima di entrare nella camera. Capì che stava solo prendendo tempo in quella casa, per qualcosa che non poteva rimandare troppo a lungo. Si disse che stava facendo calmare le acque. "Ma, adesso che sto bene, perché non tornate nella vostra stanza? Io posso dormire altrove"

"E perché? Una stanza vale l'altra" Oscar la salutò con un lieve inchino della testa e se ne andò dall'altra parte della casa; l'espressione cambiò radicalmente quando si voltò di spalle, non poteva togliersi quel cadavere da davanti agli occhi e ancora peggio non sapeva che gli era accaduto. La più giovane la seguì con lo sguardo fino a vederla sparire tra i corridoi. Quella notte non riuscì a dormire, si disse che era il rimorso per il dolore che stava causando alla marchesa, che le voleva bene o per il rischio che correvano il re e la regina mentre lei sprecava tempo, e poi c'erano altri nuovi pensieri che come riaffioravano alla mente li cacciava giù senza starci a rimuginare neppure un secondo. Alla sua età, non era più una bambina, fantasticare su cose irrealizzabili non le faceva bene, come le aveva sempre detto la sua cara mamma adottiva. E doveva anche prendersi la responsabilità delle sue scelte che, a prescindere dai rischi e dai timori, andavano fatte.

   
 
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