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Autore: Elgas    11/12/2023    2 recensioni
[Jhin x Hwei, League of Legends/Arcane]
[Lettura da PC]
Bastò una porzione di colore a ipnotizzarlo mentre lentamente, passo dopo passo, il dipinto prendeva forma. Eccolo infine… davanti a un sogno, o a un incubo? Avvertì la Mente scoppiare, il Cuore ferito, il dolore emergere mentre le iridi si dipingevano di un rosso ammaliante, mortale. Quattro Ninfee Scarlatte.
Rosse come il sangue, dipinte col sangue, pennellate selvagge, violente, tripudio di morte e vita. Proprio come allora, come le fiamme, i corpi mutilati, loti mortali. Ogni dettaglio, ogni tratto era inconfondibile.
Genere: Angst, Erotico, Hurt/Comfort | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi, Yuri | Personaggi: Altri, Jayce, Jhin, Vi, Viktor
Note: Lemon, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Prima di iniziare consiglio la lettura sia della Biografia di Hwei sia della storia ufficiale
Pitture Incorniciate nella Penombra



Capitolo I: Ninfee Scarlatte



Hwei non aveva mai sognato la fama e il ritrovarsi Jayce Talis sull’uscio
della sua umile dimora non rientrava in questa linea di pensiero.
Ancora non si capacitava di come un pezzo grosso del Consiglio di Piltover,
inventore della tecnologia Hextech, si fosse scomodato fino a Ionia pur di
incontrarlo. Dall’altro lato ricordava come le corde avessero vibrato, mostrando
quanto sincero e premuroso fosse l’uomo; un insieme di sfumature calde, egli
aveva parlato col cuore in mano. Mai avrebbe creduto Hwei che un suo dipinto
fosse giunto nella più moderna città di Runeterra, ad acquistarlo anni prima un
ricco mecenate, finanziere del Giorno del Progresso, così colpito da lasciar nel
testamento una commissione per una seconda opera. Commosso, nel desiderio
di confortare la famiglia, Hwei aveva radunato i pochi averi diretto verso un
nuovo orizzonte.
“Seguire la luce, rincuorare animi affranti”
Con quel pensiero gli ultimi, intensi tratti si depositarono sulla tela.
Respirò a fondo, posò la spatola e ammirò l’ultima creazione.
Una riproduzione fedele, perfetta di una porzione del giardino, fiori e piante di
mille colori provenienti da ogni angolo del continente, protetti dal vetro di una
serra riccamente decorato; oltre essa i palazzi di Piltover svettavano simili a
rumorosi monoliti.
Una riproduzione sublime. Sterile. Probabilmente non era ciò desiderato dal
defunto, ma Hwei non aveva potuto frenare l’impeto controllato della vedova…
“Aspettava solo la morte del marito, così da avere il patrimonio tutto per sé.”
…né evitare la superficialità della figlia maggiore, il cui interesse verso di lui
era maturato ora dopo ora, tanto da incollarla a uno sgabello lì accanto.
“Ho stuzzicato uno strano appetito. Il fascino esotico di cui potersi vantare.”
«Stupendo! Incredibile siate riuscito a finirlo in un solo pomeriggio!», la voce
stridula, una stretta attorno al braccio per fargli sentire il seno prosperoso.
La fissò senza reagire, fingendo gentilezza.
«E mi dica a Ionia ci sono artisti bravi quanto lei?!»
“Un tempo sì…”
«Beh, Ionia è rinomata per le sue arti. Tutti devono coltivarla, chi più chi meno.»
Una riproduzione sterile, banale…
La donna disse qualcos'altro, parole sorde alle orecchie di Hwei.

-Sterile, banale…-

Per un’istante lo rivede… di fronte a un suo quadro, l’estate a invadere le sale
del Tempio, uno spettro a sussurrar parole velenose quanto necessarie, vere.

-Sei meglio di questo. Mostrati. Dipingi per me Hwei. Solo per me.-

Scosse la testa liberandosi da quel tocco sgradito, il respiro mozzato, i colori
scomposti sulla tavolozza.
«Ehi! Ma che le prende?!»
«Mi scusi. L-la ringrazio per i complimenti ma ora dovrei prepararmi, il
Consigliere Talis passerà a prendermi fra poco.»
Lei se ne andò stizzita, sconfitta da un muro improvviso.
Nel silenzio Hwei rigettò quel pizzico d’oscurità, rammentando il reale motivo
che l’aveva condotto a Piltover. Nelle iridi cangianti si dipinse un rosa pallido,
riflesso dei fiori di loto cristallizzati nello stagno.

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

«Sei stato fenomenale Hwei! Il dipinto era meraviglioso!»
Quelle parole valevano molto di più rispetto alle monete tintinnanti nella borsa
o degli scarni complimenti delle committenti. Jayce le aveva salutate con affetto,
il Cuore troppo buono per fiutarne la malizia.
“Un Cuore ferito molte volte. Come me.”
Scacciando il pensiero aggiunse;
«La ringrazio. A essere sincero… lei mi sembra tutto tranne un appassionato di
arte.»
Non era mai stato bravo a conversare, ma il Consigliere non era il tipo da
fermarsi davanti a un interlocutore taciturno o frasi non proprio corrette.
«In effetti non se so molto, ma vedi… a una persona a me cara piace tanto
dipingere. Riesce a creare immagini bellissime, da togliere il fiato.»
Hwei avrebbe voluto saperne di più, ma la nota malinconica gli suggerì di
lasciar perdere.
«Ah! Questioni personali a parte, riproporre la mostra d’arte secondo
molti era anacronistico, visti i tempi. Persino parte del Consiglio era restio a
confermare quest’edizione, ma alla fine eccoci! Sommersi di visitatori, nobili,
mercanti e soprattutto ambasciatori. Spero di imbastire i negoziati il prima
possibile.»
Hwei indugiò sulla risposta. La sua visione di pace e giustizia si fermava a
problemi piccoli e banali se paragonati al discorso di Jayce.
Si tese, complice la folla più intensa in quelle strade ben pulite e illuminate.
La parte più altolocata di Piltover si stava preparando all'ennesima serata di
svago fra ristoranti, balli e teatri. Non erano rari anche i chiostri lungo i viali
alberati, dove si poteva respirare un'atmosfera più semplice. Jayce si fermò in
uno di questi, salutato anche qui dal proprietario e parte della clientela. Ordinò
frittelle ripiene di formaggio e crema di zucca accompagnate da tisane cacao e
e cannella. Hwei lo ringraziò prendendo posto a un tavolino defilato dal flusso
principale. Dopo un attimo di silenzio decise di virare il discorso a un argomento
più famigliare.
«Volevo ringraziarla ancora per avermi permesso di partecipare, nonostante la
mostra sia iniziata da due settimane.»
«Mi pareva ingiusto non farlo, i talenti vanno coltivati. Sai anch'io ho dovuto
faticare affinché le mie invenzioni venissero notate. E in meno di dieci anni ho
rivoluzionato il Mondo. Ah… scusa, a volte mi faccio prendere dall’entusiasmo.
Tornando a noi, mi dispiace solo di essere riuscito a recuperare pochi spazi nella
sezione Artisti Emergenti.»
Hwei addettò timidamente la frittella, il tepore del ripieno gli scaldò la gola.
«Va bene così, non deve scusarsi. E ha ragione… bisogna spingersi oltre i propri
limiti.»

-Eppure, eccoti chiuso in una gabbia.-


“L’ennesima.”
«Ci ho riflettuto bene… domani verrò alla serata di gala.»
Lo sguardo dell’uomo s’illuminò.
«Non sembravi convinto invece…! Dai, sono contento!»
Ma a Hwei quell’entusiasmo non arrivò. Posò la frittella, ignorando il cameriere
venuto a servire tisane e zuccheriera, scavò nella borsa recuperando il dépliant
della mostra. A contornare il numero delle pagine, un loto finemente decorato.
A pagina quattro l'annuncio dell’opera Quattro Ninfee Scarlatte.
“Lui è qui…”
«Anch’io sono felice. »
Sorrise a Jayce e ancora li sentì, mescolarsi incessanti; morte, vita, bene, male.
Fiumi di colori a incidere l’anima. A cosa volgere?
Presto ogni domanda avrebbe avuto risposta.
Presto avrebbe trovato la pace, nella luce o nell’ombra.

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

Il tempo a dividerlo dall’evento, lo passò chiuso nella camera d’hotel. Aveva
scelto la struttura più spartana della zona, per quanto fosse comunque troppo
per i suoi standard. Uniche note positive la posizione isolata dalle via principali
e la musica a diffondersi dalla sala thè al piano terra.
Non fece nulla se non schizzare in maniera compulsiva lasciando andare ogni
pensiero, il Cuore libero da ogni pressione o dubbio. Era accaduto innumerevoli
volte, ogni volta a un passo da lui, quando tutto infine si era rivelato un buco
nell’acqua. Non ora però, non questa volta. Un sentiero fin troppo chiaro, palese,
lontano da Ionia… un sentiero verso l’ultimo atto.
Quattro Ninfee Scarlatte…
Le ore passavano e Hwei percepiva il colore del sangue sommergerlo,
annientando ogni reazione. La sensazione non gli era estranea, in tre anni ci aveva
fatto l’abitudine, tre anni di completa solitudine, ad esclusione delle cacce ai criminali
e al conforto portato alle vittime con l’arte. In tre anni molto era cambiato nel Mondo,
cambiamenti passati in sordina agli occhi di Hwei; persino la calamità scaturita dalle
Isole Ombra l’aveva colta solo nel mutare della natura, in cieli scuri grondanti di dolore,
negli echi strazianti del mare.
In quella strana apnea, riemerse, ordinò una cena veloce in camera, finito di
mangiare iniziò a prepararsi. Come abito una tunica dal disegno famigliare,
simile a quello indossato tutti i giorni ma dalle tinte violacee, come gli altri
sarebbe bastata la preziosa seta di Ionia a farlo spiccare, specie a un evento
del genere. Uscì, attento a prendere la borsa contenente il tesoro più prezioso.
Un pennello in grado di tramutarsi in un'arma, dove disastro, serenità e
tormento trovavano l’armonia. Veloce percorse strade affollate, frizzanti della
vita notturna, isolò la mente fin quando suoni più quieti lo avvolsero e gli occhi
poterono vagare nell’elegante atrio, fra le sinuose scale dove camerieri, inservienti
e personale di sicurezza si avvicendavano per far sì che tutto procedesse al meglio.
La sala principale si aprì come uno scrigno. Uno sfavillante gioco di luci dove
lampade Hextech volteggiavano ora ferme, ora a riunirsi in ampi cerchi
illuminando di un verde caldo pannelli e piattaforme sospesi, ricolmi di ogni
opera d’arte possibile, nonostante i quadri facessero da padrone.
Eppure, Hwei fu cieco a tali meraviglie, ne ricercava una soltanto, ma non
doveva essere frettoloso. Fra la massa di invitati individuò Jayce, fu impossibile
non notarlo complice l’altezza non indifferente e l’elaborato smoking bianco. Lo
ritrovò vicino a uno dei tavoli principali, colmi di ogni prelibatezza possibile, in
mano un piatto di stuzzichini e un bicchiere di spumante.
«Hwei! Eccoti finalmente! Ti sei perso il mio discorso d'apertura, peccato.»
«Mi perdoni, ho avuto un contrattempo.»
«Tranquillo. Almeno ti saresti rilassato al tavolo riservato. Hai fame?»
«No… credo mangerò qualcosa più tardi.»
«Ah! Come vedi il cibo non manca mai. Approfittiamone, vorrei presentarti il
Curatore della mostra. È impaziente di conoscere il nuovo talento di Ionia.»
Hwei lo seguì senza ulteriori preamboli, concentrarsi su poche persone lo
aiutava a placare l’ansia derivante da luoghi così affollati.
Il Curatore si dimostrò affabile, un sorriso stampato in faccia, felice del successo
dell’evento e degli investimenti a lungo termine che ne sarebbero derivati.
Spesso si complimentava con lui per la delicatezza delle tele esposte, ma nelle
frasi premurose c'era solo il denaro. Questo vedevano gli occhi di Hwei, una
facciata abilmente celata. In ogni caso non aveva importanza, non ora.
«Il merito va anche a voi. Grazie a eventi simili tutti ne vengono arricchiti,
anche gli artisti. A proposito, sarei lieto di poter ammirare le Ninfee Scarlatte.
Una delle opere di punta della mostra.»
L’uomo fu lieto di accompagnarlo inchinandosi più volte mentre Jayce si
congedò per occuparsi della marea di ospiti importanti. Hwei venne guidato
ai piani superiori. L’edificio si articolava su otto livelli, ma già al secondo piano
la folla iniziava a diradarsi e al terzo rimanevano poche persone in cerca di
tranquillità, intente a fumare e osservare distrattamente le opere.
«Più tardi ci sarà un ballo se vuole unirsi», disse il Curatore a un certo punto.
«Grazie, ma la danza non è il mio forte.»
«Pensavo a Ionia si insegnasse ogni tipo di arte!», replicò solo per allungare
l’inutile discussione.
«Dipende molto dalla regione e dal tipo di monastero.»
«Capisco. Anche lei fa parte di un monastero? Un pittore bravo come lei e
semisconosciuto… almeno finora!»
Veleno. Lo sentì penetrare come la fredda punta di una freccia.
«Un tempo… un tempo sì.»
Cieco a un dolore troppo profondo, il Curatore si limitò ad aggiungere un
commento vuoto, poi con un ampio gesto della mano concluse;
«La lascio ammirare la tela, se vuole può trovarmi di sotto. Nel caso non ci
incontrassimo più stasera… è stato un piacere conoscerla Signor Lukai.»
Bastò una porzione di colore a ipnotizzarlo mentre lentamente, passo dopo
passo, il dipinto prendeva forma. Eccolo infine… davanti a un sogno, o a un
incubo? Avvertì la Mente scoppiare, il Cuore ferito, il dolore emergere mentre
le iridi si dipingevano di un rosso ammaliante, mortale.
Quattro Ninfee Scarlatte.
Rosse come il sangue, dipinte col sangue, pennellate selvagge, violente, tripudio
di morte e vita. Proprio come allora, come le fiamme, i corpi mutilati, loti
mortali. Ogni dettaglio, ogni tratto era inconfondibile. Lo rivede; nella calda
estate a Koyehn, a dipingere immerso nel tramonto; lo rivide sorridere,
accarezzargli il collo, il respiro sulle labbra. L’odio arrivò vorace, avrebbe
voluto distruggere tutto Hwei, eppure…
«È un bel quadro vero?»
Una voce lo riportò indietro strappandolo dal buio interiore. Hwei sprofondò
nella vergogna, si voltò sperando l'espressione non lo tradisse.
Un uomo all'incirca della sua età sedeva sopra la balaustra poco distante; la
pelle scura e la fattura degli abiti a sottolinearne l’originale shurimana.
Un viso proporzionato e aguzzo incastonato in una barba curata, unità a capelli
fluenti come seta; l’ampia tunica bianca esaltata nelle pieghe e nelle sottili
decorazioni dorate, celava solo in parte il fisico tonico e asciutto, i muscoli delle
braccia accentuati da bracciali d’ottone impreziositi da lapislazzuli e agata rossa.
Una bellezza esotica dal profumo di melograno, un soggetto perfetto per un
quadro. Ma quel pensiero, così puro e pacifico, si annacquò all’istante. Hwei
lo notò, notò come egli stava scrutando le Ninfee. Dettaglio reso più palese
quando l’uomo si portò al suo fianco.
Nostalgia, ecco cosa emanavano gli occhi marroni, la musica calma nel Cuore.
Nostalgia, ammirazione… amore?
Quanto aveva desiderato provarli Hwei se solo…
“Se solo non mi avessi tradito.”
«Ah… non sono neanche quattro Ninfee.»
Dolce ironia in un sorriso appena accennato.
Fu come una pugnalata, una lucente pugnalata.
«Come ha detto scusi?»
«Il fiore più in alto. Se guardi bene alcuni petali sono più spessi. Fra le ninfee è
nascosto un giglio.»
Distrutto, Hwei non disse nulla, la gola improvvisamente secca. Come poteva
essergli sfuggito un dettaglio del genere? Hwei… che più di altri ne aveva
compreso l'arte? L’arte di colui che più di tutti l’aveva capito, l’uomo con cui
aveva condiviso tutto, a cui aveva aperto il Cuore. L’odio l’aveva accennato a tal
punto? Come poteva uno sconosciuto averne colto l’essenza? Possibile che…?
«Ambasciatore! Eccovi finalmente!»
Questa volta fu Jayce a salvarlo dall’abisso. Il Consigliere li raggiunse salutando
l’altro con una stretta di mano. Hwei li osservò chiudendosi in un guscio di
silenzio.
«Avete conosciuto Hwei, mi fa piacere!»
«Si, abbiamo avuto modo di parlare un pochino», disse l’uomo con sincera
cordialità.
Jayce si scostò un poco, lasciando spazio ad altre due persone.
«Lasciatemi concludere le presentazioni. Caitlyn, Violet… Akshan
l’ambasciatore di Shurima, direttamente dalla Capitale. Akshan…
Caitlyn Kiramman, capo sceriffo e Viol-»
«Chiamami pure Vi.»
«E Vi…sua vice. Lui invece è Hwei Lukai, l’artista di cui vi ho accennato.»
Hwei le notò appena; Caitlyn, una donna alta e snella dai lunghi capelli
blu scuro, in perfetto contrasto con Vi, leggermente più bassa, dal fisico più
muscoloso e i corti capelli viola modellati in un ambito ciuffo. Brevi frasi di
circostanza sennò che Caitlyn partì alla carica senza giri di parole.
«Jayce… sicuro che lui possa rimanere?», chiese indicandolo con un cenno.
«Hwei si è dimostrato affidabile, inoltre gli ho già spiegato alcuni dettagli.»
«Fantastico. Non ti smentisci mai, eh Jacye?», sbuffò Vi fingendo contrarietà.
«Lo so, lo so. Oh… sempre non sia un problema per l’ambasciatore.»
«Assolutamente… e chissà non possa fornirci un punto di vista diverso.»
Una pausa impercettibile, lo sguardo a posarsi su di lui, poi Akshan tornò a
rivolgersi a tutti i presenti.
«Shurima si sta modernizzando. Dopo la Mietitura, sono stati molti i Signori
della Guerra a fuggire in esilio o a unirsi sotto l’egida dell’imperatore Azir.
Presto la schiavitù sarà solo un ricordo. Ora più che mai occorre stringere le
giuste alleanze, avviare commerci proficui. Oltre a mettere… un freno a vicini
più invasivi.»
«Tranquillo belloccio… qui puoi parlare chiaro», inveì bonaria Vi.
Nei secondi che seguirono Akshan e non solo, volse rapide occhiate tutt'attorno.
Doveva apparire una normale conversazione, ma ora si stata entrando in una
parte quanto mai cruciale e riservata. Infine, l’Ambasciatore continuò;
«Due anni fa l’attentato al Consiglio rischiò di spezzare gli equilibri fra le Città
Gemelle e non solo. Mel Medarda subì gravi ferite e da allora è in coma. Le mie
condoglianze Consigliere Talis. Solo grazie alla vostra determinazione si è potuto
evitare il peggio. Ma le nazioni più grandi non sono state a guardare e alla nave
di Ambessa Medarda, madre di Mel, altre tre giunsero di lì a poco, a bordo una
donna ben più pericolosa.»
Hwei provò a ricordare l'arrivo a Piltover, ma giungendo da Ionia dalla costa
orientale non aveva notato nulla. Le imponenti navi noxiane non passavano
certo inosservate, era probabile avessero transito nel mare interno ormeggiando
infine sulla riva opposta.
Quel pensiero così analitico venne spezzato. Turbamento e apprensione tinsero
il Cuore di Jayce, un’intensa sfumatura grigia e viola.

-A una persona a me cara piace molto dipingere-

“Ecco a chi si riferiva… Mel Medarda.”

Akshan si sporse in avanti tagliando quella visione, quello stato con la verità,
nient'altro che la verità.
«A Piltover servono scambi commerciali e… una protezione nel caso Noxus
decida di giocare le sue carte.»
Hwei si fece avanti desideroso di aiutare Jayce, di portare conforto a un così
grave fardello. Scavò raccogliendo quanto di più prezioso aveva imparato.
«Per quel che vale la mia opinione», fievoli parole, in grado però di
canalizzazione ogni attenzione, «penso l'equilibrio sia doveroso in questi
casi…»

-No… l’equilibrio ti ha imprigionato, soffocato.-

«...va… applicato anche ad altre realtà, specie fuori da Ionia.»
Credeva che tutto si sarebbe perso nel vuoto, nell’indifferenza dovuta a uno
straniero. Una pacca sulla spalla e il sorriso di Jayce fu… Luce.
«Grazie Hwei. Mel avrebbe parlato allo stesso modo. Chiederò ancora udienza
all’Ambasciatrice Itrir. Nel frattempo, Akshan, possiamo definire l’accordo
concluso?»
L’altro sollevò le mani con fare gioviale.
«È sempre stata mia intenzione. Domani verrò a sottoscrivere tutti i documenti
del caso.»
L’atmosfera si rilassò e, come a far calare il sipario su una scena, una suadente
musica invase l’ambiente. Sporgendosi Hwei notò i tavoli spostati, ampie pedane
fluttuare a circa trenta centimetri dal pavimento, dove già alcuni invitati stavano
prendendo posto da soli o in coppia.
«Uff… anche se sono in servizio qualche stupido non perderà occasione di invitarmi»,
sbuffò Caitlyn decisamente irritata.
«Danzare non è il mio forte», ammise Akshan, «ma se vuole può usare me come
scappatoia Signorina Kiramman. Mi concederà un “ballo”? Ovviamente anche a
lei Signorina Violet.»
«Lei vuole troppo Ambasciatore», sentenziò il Capo Sceriffo.
«Dai pasticcino, sarà divertente.»
«Allora ballerò anche con Hwei!», aggiunse felice Akshan.
Estraneo allo scambio di battute e all’imbarazzo di Caitlyn, Hwei avvertì le
guance avvampare.
«V-Vi ringrazio Ambasciatore, ma preferisco rimanere ancora un po' qui.»
“ Devo continuare. Rincontrarlo. Finalmente rincontrarlo.”
Osservò il gruppo allontanarsi, Jayce ed Akshan salutarlo con più affetto.
Restò a guardarli fin quando non ebbero raggiunto il piano terra, mentre i
pensieri, i reali pensieri tornavano a intrecciarsi. Inevitabilmente lo sguardo
tornò sulle Quattro Ninfee Scarlatte, nel tacito significato nascosto dietro quei
fiori rossi. No… dietro tutta quella serie di eventi. Dopo un tempo indefinito il
Curatore tornò a palesarsi, come un corvo recante un messaggio.

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

Correva fra le strade di Piltover, il biglietto stretto fra le mani, il Cuore in gola,
tremante, sul punto di frantumarsi.

-Hwei dove vai?! Hwei!-

L’eco della voce di Jayce diventava via via più fievole, nulla in confronto alle
parole del Curatore così nette, precise.

-Un invito da parte del nostro artista più eccelso. Riservato a lei, al giovane pittore di
Ionia che si fosse fermato davanti alle Ninfee.-


Non prestò attenzione a nulla, né a quante persone scontrò, né ai più o meno
velati insulti. L’albergo più lussuoso della città svettava a pochi isolati dalla
mostra, inconfondibile nella luce dorata. Hwei continuò, indifferente ai vari
inservienti ad accoglierlo, alle loro parole gentili. Ogni emozione si era fermata,
pietrificata, in attesa di essere liberata. Quante volte aveva immaginato di trovarlo?
Di liberare quei dubbi, quel dolore indicibile? Perché aveva distrutto tutto? L’aveva
mai amato? oppure era stato tutto bugia? Solo un gioco per farlo soffrire? Per
gettarlo in due baratri senza fine?
Non c'era nulla nei suoi occhi, solo il vuoto dell'attesa, fin quando i numeri lucenti
della suite 444 non si palesarono e Hwei vide le dita tremanti a pochi centimetri
dal pomello.
"Manca un quattro… cos'altro potevo aspettarmi? Da Koyehn hai rubato quattro
delle tele più preziose, trucidato quattro maestri componendo sculture di carne,
bruciato i primi quattro piani. Sono morti tutti… tranne io. Tranne io. Adesso
eccoci qui… dopo quattro anni… a scrivere l’atto finale.”
Ma il Cuore tremò, soffocato da un pensiero così logico.
«Entra. Ti stavo aspettando, Hwei.»
La voce…la sua voce? L’aveva attesa, desiderata, odiata… in così tante
sfumature da non riuscire a ricordare. In un tuffo al Cuore spalancò la porta.
Una porta d’oscurità e oltre essa una luce ancora più oscura, abbagliante e
sensuale.
Lo vide e Jhin, voltandosi, gli sorrise.





Angolo Autrice:

E uscito da poco Hwei e il Fandom è impazzito male, quindi perché non unirmi? Ho già letto alcune fanfic su Ao3, ma come idea mi sembrava carino spostare l’ambientazione a Piltover e utilizzare un cast più variegato. Anche far vedere come Hwei reagisce ad altri personaggi.

Rispolverare i miei cassetti su Arcane è stato interessante; non so come mi sono ricordata che Mel dipingesse, ma non ricordavo bene che fra il primo e il secondo atto della serie passassero 5/6 anni, oltre alle varie età dei personaggi.

Dunque… quando è ambientata la storia, visto che Riot ci metterà ancora un po’ a creare un TimeLine chiara e ad aggiustare la Lore?

Alla fine della S1, ho immaginato che Mel non se non ne sia uscita benissimo (e chi non lo sarebbe dopo un razzo di Jinx in faccia?). Un anno prima nel Mondo è avvenuta la Mietitura (l’evento ufficiale de Le Sentinelle della Luce, e durante il quale è ambientata la mia FF Along the Death). Dall’attentato al Consiglio sono passati due anni, anche perché nel recente Teaser della S2 in uscita a Novembre 2024, Jinx è rimasta abbastanza invariata nell’aspetto.

Altro dettaglio; Jayce a un certo punto nomina l’ambasciatrice di Noxus Itrir, lei non è un personaggio ufficiale ma un mio OC. Arcane ha introdotto molti pg nuovi diventati poi ufficiali (come la serie stessa), quindi perché non fare la stessa cosa?

La storia sarà composta da tre Capitoli, fatemi sapere intanto cosa ne pensate <3

Un abbraccio a tutti e alla prossima

Elgas
   
 
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