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Autore: Lizzyyy02    15/01/2024    5 recensioni
Natsu e Lucy. Due anime lacerate, deluse, sofferenti. Entrambi innamorati di chi non può ricambiarli.
Si troveranno, iniziando un gioco pericoloso, che li porterà ad impazzire. E chissà se non gli si rivolterà contro. Quello di cui erano stati certi fino a quel momento si incrinerà pericolosamente. A volte non possiamo controllare le nostre emozioni, i sentimenti, le sensazioni.
"Sa che è sbagliato, per una serie infinita di ragioni, ma quel momento è fuori dalla realtà. Che male c'è nel trovare un po' di conforto..."
"«Ora conosci il mio segreto, Natsu. Non sono pura, non sono innocente, non sono quello che Loki crede io sia. Il mio istinto ha la meglio su di me e lo lascio vincere...»"
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Lisanna, Loke, Lucy Heartphilia, Natsu
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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N
Ora è di nuovo solo sul pianerottolo, seduto sul secondo scalino. Il corpo ancora intorpidito e la mente confusa ma rilassata. Eppure, non riesce a godersi questa sensazione di appagamento, continua a pensare, e pensare. Di colpo fa una risata, il suono a riecheggiare perdendosi lungo le scale.
Ho io il potere, si diceva. Certo, come no.
Ritrovarsela davanti di colpo era stato talmente inaspettato da ammutolirlo, un unico pensiero in testa: sono doppiamente fottuto.
Aveva capito quanto inconsciamente aveva sperato di rivederla, che quell’ansia data dalla sensazione che lei potesse essere lì, altro non era che speranza.
Mi mandi fuori di testa, le aveva detto. Beh, doveva esserlo proprio completamente per aver fatto...quello che aveva fatto. L’aveva presa lì, in piedi…e in pubblico.
Si passa una mano sul volto, improvvisamente accaldato. Solo adesso, a mente fredda, si rende conto che davvero chiunque avrebbe potuto aprire quella porta.
Ma che fuori di testa, tu mi ucciderai, Lucy
Però è stato fantastico. Fantastico, cazzo. Non ricorda l’ultima volta che ha provato sensazioni così forti. Probabilmente sono state anche tutte quelle emozioni negative ad acuire il piacere e la foga del momento, se ne rende conto. Ma Lucy ormai è molto di più che uno sfogo, è molto di più anche di ciò che hanno fatto lì contro il muro.
Le ho chiesto di uscire perché so di Lisanna…o perché lo volevo già da prima?
Ma non ha nemmeno il tempo di darsi una risposta che probabilmente non ha, perché la porta si apre, rivelando lei, di nuovo.
«Scusami, non mi ricordavo dove la tenessimo» Dice flebile, mentre si siede accanto a lui, e poggia sul gradino ai loro piedi una scatola rossa lucida con una croce bianca nel mezzo. Lui rimane inerme mentre la mano piccola e morbida di lei prende la sua iniziando a tamponarla con del cotone inumidito di disinfettante. Non dice niente, quel silenzio tra loro sembra giusto e sbagliato allo stesso tempo.
Lei non gli ha ancora risposto. Dopo quell’invito a uscire ha semplicemente detto che sarebbe andata a cercare qualcosa con cui curargli la mano, sparendo dalla porta. Ma lui non ha alcuna intenzione di insistere, non adesso che ha già subito una sorta di rifiuto. Un altro non lo reggerebbe proprio.
«Va bene, comunque» il suono improvviso della sua voce gli fa alzare la sesta. Lei tiene lo sguardo basso sulla sua mano ferita, continuando a tamponarla con delicatezza «Dico, mi farebbe piacere uscire» Fa, nemmeno gli avesse letto nel pensiero.
Conclude soffiando piano sulle ferite, con gli occhi semichiusi. È un’immagine così…dolce. Ingoia un groppo in gola «Okay» Gli esce soltanto, mentre lei ripete l’operazione con l’altra mano. Fa per prendere le bende, ma lui la blocca.
«Non preoccuparti, ci sono abituato…e poi inizierebbero tutti a tartassarmi di domande se mi vedessero fasciato» Dice.
«Ci sei abituato…?» Ripete lei, un velo di preoccupazione nella voce.
«Faccio boxe o, meglio, facevo. Mi avevano proposto di iniziare a competere a livelli più alti, ma con il lavoro che mi occupava sempre più ore ho iniziato un po' staccarmi da quel mondo» Dice. Probabilmente questa è la prima cosa strettamente personale che le ha mai detto. Vede i suoi occhi di cioccolato brillare.
«Ti ci vedo però, sai?» Commenta. Natsu fa uno sbuffo di risata dal naso «Ti avrei fatto paura, ogni giorno uscivo dal ring con occhi neri e labbro spaccato…ma l’altro stava peggio eh» Lei ride sommessamente, guardandolo «Ci credo» Continuano a fissarsi negli occhi, quando il suono di un bip-bip metallico riempie l’ambiente con il suo eco. Lucy fissa lo smartwatch al suo polso, sgranando poi gli occhi «Oddio» Sussurra, alzandosi. «Che ore sono?» Le chiede. Ha perso completamente il senso del tempo.
«Le tre» Risponde in tutta fretta, mentre raccatta disinfettante e cotone richiudendo la valigetta del pronto soccorso. Natsu si pietrifica. Già si immagina Gajeel sbraitargli addosso che la pausa pranzo era finita quaranta minuti fa e strepitando dove cazzo si fosse andato a cacciare.
Si alza anche lui, lasciando che lei si allontani. Sicuramente non possono uscire da lì insieme.
Lucy fa per aprire la porta ma all’ultimo rinuncia. Si volta verso di lui, lasciando cadere la valigetta e raggiungendolo in tre falcate.
Si aggrappa alle sue spalle, incollando le labbra alle sue con forza. Natsu le afferra la testa, le dita sulla nuca ed il pollice ad accarezzare quelle guance lisce. Con un ringhio liberatorio la riconduce di nuovo verso la parete, approfondendo il contatto, accarezzandole le labbra, il palato, la lingua, con la sua. Quel bacio sembra parlargli, lo riempie di un calore fortissimo, qualcosa dentro di lui si spezza e si unisce nello stesso momento.
Quando si stacca, è come se improvvisamente sentisse freddo. Lei continua a fissarlo con quegli occhi così limpidi.
«Chiamami» Il tono è strano, non gliel’ha mai sentito…sembra una richiesta disperata.
Natsu sgrana gli occhi. Lei…quando gli ha dato il suo numero sembrava così…indifferente, fredda, e invece magari Lucy aveva davvero sperato in una sua chiamata.
Lui abbassa la testa fino alla sua spalla, e lì si poggia, inalando il suo profumo «Te lo prometto…infondo dobbiamo anche organizzarci per uscire, no?» Volta il viso rimanendo poggiato sulla sua spalla, alzando gli occhi e scorgendo il suo sorriso. Anche lui ghigna di rimando. Si staccano e lei sparisce dalla porta una volta per tutte, non prima di avergli lanciato un ultimo sguardo.
Natsu si poggia al muro, il volto verso l’alto, le mani si stringono in due pugni contro la parete. Un sorriso gli nasce spontaneo in volto, mentre si decide anche lui ad uscire da quello stretto abitacolo. Dentro di lui, un tumulto di emozioni decisamente diverse da quelle con cui ci era entrato.

L
Lucy prende lunghi respiri mentre cerca di calmarsi, e, rimettendosi la propria maschera di ghiaccio, torna alla scrivania, non badando agli sguardi indagatori dei suoi colleghi. Eppure, ce n’è uno in particolare che è proprio insistente.
«Luce, adesso mi rispondi, a costo di doverti imbavagliare su quella stramaledetta sedia» Le strepita Levi, che però è costretta comunque a mantenere il tono basso, per non disturbare gli altri.
«Tu piuttosto, piccoletta, è per quell’energumeno là fuori che ieri guardavi in aria sbavando?» Ribatte Lucy, sardonica.
Prima, mentre cercava la valigetta rossa, aveva intravisto la sua amica parlare con un ragazzo tutto muscoli e capelli, alto quasi il doppio di lei, e non le ci era voluto molto per collegare i puntini. Eppure, non è tanto per prenderla in giro che la sta provocando, quanto per evitare l’interrogatorio.
Ma anche Levi ormai conosce bene le sue strategie «Ah-ah, non ci provare nemmeno, tanto non riesci a distrarmi. Non pensare che non ti abbia sentito piangere ieri notte, Lu. Non ho insistito perché eri visibilmente scossa e volevo lasciarti il tuo tempo, ma poi sparisci per più di un’ora e ti vedo entrare nella porta delle scale antincendio con la valigetta del pronto soccorso. Mi vuoi dire cosa sta succedendo?» La incalza, fissandola con quegli occhioni indagatori. Lucy ricambia lo sguardo. Come ogni singola volta, si arrende alla sua amica, raccontandole tutto. Vede passare sulla sua faccia prima sorpresa, tristezza, comprensione, per poi lasciare spazio alla confusione e allo shock totale.
«Ma dico, sei pazza!?»
«Sh!» La riprende Lucy, facendo poi un sorriso innocente a Laki che si è voltata nella loro direzione. Torna poi a guardare l’amica, ancora con la bocca aperta «Non mi pento di averlo fatto…è stato…stupendo, Levi»
«Volevo vedere quanto ne saresti stata sicura se vi avessero sorpreso» La riprende l’amica, non convinta.
«Comunque, dopodiché mi ha…chiesto di uscire» La vede alzare le sopracciglia «E tu che hai detto?»
«Ho detto di sì» Fa. Non ha idea del perché senta le guance scaldarsi. L’amica le sorride dolce, ma un’ombra passa sul suo viso subito dopo «Tu gli avevi chiesto di iniziare una relazione di…solo sesso, giusto? Sei ancora di quell’idea? È per questo che vuoi uscirci?» Subito Lucy rivede come in un flashback loro due nel bagno di Fairy Tail, lei che si sentiva così sicura, tanto da fargli quella proposta.
«So solo che ora è diverso. Non devo più aspettare Loki e poi…prima ho…vabbè niente»
«Lucy Heartphilia» Ringhia la sua piccola amica, in una non troppo velata minaccia. Lucy ingoia un groppo in gola e continua «Non so…non mi è sembrato di star facendo sesso…» Levi inarca le sopracciglia ma Lucy la interrompe prima che possa parlare «mi è sembrato di…star…facendo l’amore, Levi» Abbassa lo sguardo, quasi rossa. Era stato veloce, rozzo, senza preliminari, fatto con lui in piedi in una stanza accessibile a chiunque.
Eppure, quel calore, quel senso di…completezza, non li aveva mai sentiti prima.
La sua amica la guarda con occhi brillanti, le fa un sorriso da un orecchio all’altro «Oh Lu…» Sa che la abbraccerebbe adesso, ma si sono guadagnate già diverse occhiatacce, meglio non allargarsi troppo.
«E invece riguardo…» Continua la sua amica, facendo un cenno con la testa verso la porta chiusa non troppo distante dalla loro scrivania. Lucy sospira «Ho sofferto per troppo tempo e per niente. Sono pronta a staccarmi adesso» Dice a una Levi con sguardo sorpreso e apprensivo «Lu, sai…proprio perché ti ho visto soffrire così tanto…forse non dovresti uscire con questo ragazzo» Fa Levi, spiazzandola totalmente.
«Prima devi capire ciò che provi, oppure soffrirai di nuovo, e farai soffrire anche lui, capisci?»
Far soffrire…Natsu
Lucy si morde il labbro a quel pensiero. È l’ultima cosa che vuole, davvero. Anche adesso, ripensare al ragazzo le crea una fitta. Sospira, per poi riaccendere il computer.
È ora di rimettersi a lavoro. Seriamente, adesso.

N
«Dragneel, la pausa è finita quaranta minuti fa, mi vuoi spiegare dove cazzo ti sei andato a cacciare? Sei sparito!» Nastu gli riderebbe quasi in faccia per quanto è stata accurata la sua previsione, ma si trattiene, o rischia seriamente di finire spiaccicato a terra, lanciato di peso dal settimo piano.
«Sono sceso a prendere una boccata d’aria» Si giustifica, oltrepassando il suo superiore, diretto verso la stanza a lui assegnata. Lo sente grugnire di esasperazione «Dragneel, alla prossima ti licenzio, non me ne frega un cazzo, mi hai rotto i coglioni» Sbraita, per poi tossicchiare, quando due tizi ben vestiti gli passano a fianco, quasi spaventati.
Nastu ridacchia, per poi continuare a camminare imperterrito, alzando una mano in aria in segno di saluto. Sa bene che sta tirando un po' troppo la corda, e sa anche che il fatto che siano amici non lo salverebbe da un ipotetico licenziamento. No, ciò che lo salva dall’ira di Gajeel sono le sue capacità: anche se lui non glielo direbbe mai apertamente, Natsu è bravo con i lavori manuali e soprattutto affidabile. Certo, dimentica le cose…abbastanza spesso…ma è uno di cui ci si può fidare, e Gajeel questo lo sa.
Si rimette a lavoro, di nuovo energico, mentre pensa a cosa potrebbe fare per organizzare il primo appuntamento migliore di sempre.

Con un sospiro si butta sul letto, i capelli ancora umidi dopo la doccia. Afferra il telefono e fissa ancora quel numero, ma la sensazione che prova ora guardandolo è molto diversa rispetto a due giorni fa: non c’è incertezza, né frustrazione. Trattiene un ghigno mentre preme quel tasto portando il telefono all’orecchio. Si sente stupido a sentirsi così trepidante.
Deve alzarsi dal letto, non ce la fa.
Cammina per la sua camera, con Happy che lo guarda stranito. A ogni “bip" cambia direzione, finché non si blocca sul posto.
«Pronto?»
«Ehy»
Un attimo di silenzio.
«Chi è?»
Lui aggrotta le sopracciglia. Davvero non lo ha riconosciuto? Non…
Una risata.
«Natsu, sto scherzando»
Gli nasce un sorriso.
«Che stronza»
«Oi, guarda che riattacco»
«Tu provaci»
Uno sbuffo di risata.
«Allora? Hai ancora un lavoro?»
«Ah, Gajeel non può licenziarmi, non avrebbe più nessuno da tormentare»
Vorrebbe farle la stessa domanda, ma si ricorda del suo capo e all’ultimo desiste.
«Senti, tu, io, dopodomani»
«Dio mio, avrò diritto a scegliere qualcosa di questo appuntamento?»
«Ne avrai fin troppo»
«Cioè?»
«Mi è venuta un’idea fantastica»
«Ho già paura»
«Di solito agli appuntamenti uno dei due porta l’altro in un posto, no? Ma, se lo facessimo entrambi? Ognuno dei due sceglierà un posto, però dovrà essere speciale, un luogo dove…imparare a conoscerci»
Una pausa. Gli sembra quasi di vederla sorridere.
«Mi piace»
Anche lui sorride.
«Allora è deciso»
È felice che le sia piaciuta l’idea. Non si è nemmeno accorto di essere tornato sul letto. L’agitazione di prima, totalmente sparita.
«Spero solo che non mi porterai a fare bungee jumping»
«Ma come? Era la mia prima scelta»
«A parte scherzi, me lo dirai vero?»
«Certo che no, è una sorpresa. E anche tu non devi dirmelo!»
«Sai, di solito si sceglie un posto anche per capire come vestirsi…»
«Decisamente non ti servirà un abito da ballo»
«Sarà un primo appuntamento strano, vero?»
«Se con strano intendi il migliore della tua vita, allora si»
«Mi stai creando un po’ troppe aspettative. Potresti pentirti di non avermi portato in un normalissimo ristorante»
«Ci…sarà tempo anche per gli appuntamenti normali»
Dice, sdraiandosi, gli occhi puntati al soffitto.
Lei non dice nulla per un po’, solo il ronzio lieve del telefono a riempire il silenzio.
Per un attimo teme di aver esagerato. Sta per dire qualcosa, qualsiasi cosa per riparare al danno, ma lei lo precede.
«Non vedo l’ora»
Lascia andare un sospiro di sollievo senza fare rumore. Sorride di nuovo. Non c’è bisogno di pensare al “dopo”. Adesso ci sono solo lui, il telefono che regge tra la mano destra e la voce di Lucy. Non vuole pensare a nient’altro. Anche se una cosa se la chiede, e non riesce a trattenere un ghigno: chissà che faccia farà quando vedrà il posto dove vuole portarla.
 
L
La ragazza continua a guardare di fronte a sé come in trance. Deve essersi sbagliato. Okay che le aveva detto che non le sarebbe servito l’abito, ma non avrebbe mai pensato sarebbero andati in…
«Allora? Entriamo?»
«Natsu, aspetta, aspetta. Stai scherzando, vero?»
«Certo che no» Lucy sposta lo sguardo su di lui, che le rivolge un altro di quei suoi sorrisi letali. Ma non può cedergli.
«Natsu! Perché non me lo hai detto? Mi sono truccata, e okay, non ho un vestito, ma sono in jeans e…»
«E che sorpresa sarebbe stata? E comunque non ti preoccupare, puoi cambiarti dentro!» Dice, con assoluta nonchalance «te l’ho detto, dobbiamo imparare a conoscerci, e qui dentro è racchiusa gran parte della mia vita. Avanti. Fidati» Le tende la mano, e in quel momento, cede.
Sospira mentre insieme varcano le porte di quella…palestra.
Eppure, non sembra una di quelle normali, lo capisce non appena vede quell’enorme ring che occupa gran parte della sala. Subito, ringhi, urla e versi strozzati le riempiono le orecchie e l’odore di disinfettante misto a sudore le arriva al naso in una zaffata.
È già stata in delle palestre, per molti anni ha avuto anche un abbonamento, ma lì si sente in qualche modo fuori luogo: l’ambiente è più…rozzo, e le prime cose che i suoi occhi hanno captato sono quell’energumeno intento a distruggere di pugni un povero sacco, e un altro mandato al tappeto da una ragazza, che rialza lo sguardo proprio su di lei.
Le viene da stringere la presa sulla mano del ragazzo accanto a lei. Lui se ne accorge e la guarda «Ehy, andrà tutto bene, ti divertirai»
Vorrebbe tanto dirgli che le sembra molto difficile, quando nota la ragazza in questione avvicinarsi a loro, la coda chilometrica di capelli fiammanti si muove seguendo i suoi passi sicuri.
«Guarda guarda chi si rivede. Hai deciso che volevi assaggiare di nuovo il sapore del pavimento, Dragneel?»
«Erza, ti presento Lucy. Lucy, Erza» Da vicino sembra ancora più minacciosa, la circonda un’aura di…potenza? Non saprebbe come altro definirlo.
Lei però le fa un sorriso bello, che la fa sciogliere.
«Una nuova recluta?»
Ma dove è finita, nel Fight Club?
«Mh, e chi lo sa. Magari…se le piacerà…» Risponde Natsu.
La rossa aggrotta le sopracciglia «Che vuoi dire? Non l’hai portata qui in prova?
«Meglio, è il nostro primo appuntamento»
Dopo un attimo di sconvolgimento, la ragazza scoppia a ridere, tenendosi la pancia. Si calma, asciugandosi una lacrima «Non ti smentisci mai»
Natsu si volta di nuovo verso di lei «Ti lascio nelle mani di Erza, sono le più affidabili che conosco»
Lucy vorrebbe protestare, o quantomeno chiedergli che direzione dovrebbe prendere questo “appuntamento”, ma la rossa la afferra in un secondo, guidandola verso lo spogliatoio.
«Ho un altro cambio nell’armadietto»
Decide di assecondare la ragazza, e Nastu. Come le ha detto, deve fidarsi. Già che c’è, è una buona occasione per indagare sul ragazzo.
«Ehm, Erza…da quanto conosci Natsu?»
«Fin troppo. Sette…no, forse otto anni, da quando è venuto qui ad allenarsi per la prima volta. Il vecchio ci ha visto subito qualcosa in lui, e anche io ho dovuto poi ammettere che non se la cavava affatto male, ma quello zuccone ha rinunciato a diventare professionista per un “lavoro più sicuro”» Fa, imitando le virgolette in aria «però continua ad allenarsi e venire qui abbastanza regolarmente. Immagino non riesca a rinunciarci del tutto» Conclude, mentre Lucy finisce di indossare pantaloncini e top.
«Trattamelo bene, sono le mie armature» Le dice, con un occhiolino. Lucy ricambia con un sorriso e insieme ritornano in sala.
«Mhh direi che possiamo iniziare da un po' di colpi al sacco. Vieni»
Raggiungono un sacco nero appeso al soffitto, la rossa le da poi due guantoni e si mette dietro a reggerlo.
«Vai. Con tutta la tua forza» La incoraggia.
Lucy è tentennante «Sembro ridicola, vero?» Le chiede.
La rossa fa capolino da dietro «Affatto. Lucy, tutti sono partiti da zero, non farti problemi. Prendi quest’occasione come…esperienza da aggiungere al tuo bagaglio. E poi, voglio dire, hai la possibilità di colpire fortissimo tutto e tutti senza che nessuno possa dirti nulla, quando ti ricapita?»
Lucy scoppia a ridere, un po' più tranquilla e si rimette in posizione. E colpisce. Prima piano. Poi più forte. E più forte. E più forte.
«Esattamente questo intendevo. Vai Lucy, vai!» La incita Erza, e Lucy ride di nuovo, mentre colpisce quel sacco che le sembra maledettamente duro. Si è quasi abituata, quando qualcosa la distrae.
Lui.
Proprio in mezzo alla sala, sul ring. Sta lottando con qualcuno, ma non fa caso a tutto il resto. Indossa una maglia nera, attillatissima. I dorsali guizzano a ogni movimento delle braccia, le sue spalle sembrano ancora più larghe mentre carica pugni velocissimi. Le gambe si muovono agili e veloci, coperte per metà da pantaloncini larghi, stretti sulla vita. Sembra quasi stia danzando. È leggero. Ma devastante. Manda al tappeto l’avversario dopo soli altri tre colpi ben assestati.
«We, Lucy, ti sei incantata?»
Si, decisamente sì.
Lo vede togliersi il guantone e aiutare l’altro a tirarsi su. Si gira, asciugandosi il sudore sul volto. E la guarda. E sorride di nuovo.
Lucy sente le braccia ricadere lungo il corpo, trascinate dai guantoni, diventati improvvisamente troppo pesanti.
Lui si libera di entrambi, uscendo dal ring e venendo verso di lei. Lucy ingoia un groppo in gola.
«Ehy, come va?» Una goccia di sudore gli cola dal retro del lobo lungo il collo. Lucy ingoia di nuovo.
«Ehh…bene, bene, io e Erza…» Guarda verso la ragazza, ma si è volatilizzata.
«Era qui un attimo fa…» Dice piano, ma smette di pensarci non appena lui annulla le distanze. Il suo odore è ancora più intenso adesso. Le passa una mano lungo capelli, lasciandola scivolare piano sul braccio.
«Mi dispiace di aver scelto questo posto» Sussurra. Lucy ha l’istinto di chiudere gli occhi, ma non lo fa. Non vuole negarsi la vista che ha davanti. Lei scuote la testa, ma lui continua «la verità è che…volevo averti…qui dentro» Fa, prima di chinarsi a lasciarle un bacio umido di sudore sulla fronte. Ci rimane per un po', le sue mani poggiate sulle guance. Si stacca, fa per andarsene, ma Lucy lo trattiene.
 
La schianta di peso contro uno degli armadietti. Le bocche finalmente a incontrarsi di nuovo. Nella foga non si è nemmeno tolta i guantoni. Ride mentre prova a sfilarli mentre Natsu le tortura il collo con morsi e leccate, per poi tornare sulla sua bocca non appena le sue mani sono di nuovo libere di toccarlo, accarezzargli i capelli, sfilargli la maglia.
«Lucy» La richiama, tra un bacio e l’altro «aspetta…mhh…aspetta»
«Che c’è» Protesta. In fondo l’hanno già fatto rischiando di venire sorpresi. E di donne non ha visto nessun’altra a parte Erza: lo spogliatoio femminile è sicuramente il posto meno rischioso.
«Non credo Erza…si scandalizzerebbe…» Gli sussurra.
Lui sbuffa una risata, mentre Lucy gli assalta il collo muscoloso «L-lo so…non è quello…ti…voglio…presentare una persona» Riesce a dire.
Lucy fa un verso di protesta, ma si stacca leggermente.
Poco dopo sono di nuovo nella sala principale. Nastu la guida tra gli attrezzi e gli altri che si allenano. È totalmente a suo agio in quell’ambiente. Guardandolo ora, capisce davvero perché l’ha portata lì.
Questo è il posto nel mondo di Natsu. Il posto in cui si sente più a casa, in cui può davvero essere sé stesso. Ha voluto farla entrare nel suo mondo, farsi conoscere…davvero. Spera di riuscire a fare altrettanto con il posto che ha scelto lei.
«Lucy, ti presento il vecchio!»
«Ragazzo io ti bandisco da questo posto se continui! Io sono Makarov, cara» Un vecchietto bassino tutto baffi le tende la mano, che Lucy afferra con piacere. Le ispira simpatia quel nonnetto.
«Non ti far ingannare dall’aspetto» Interviene Natsu di nuovo «una volta era conosciuto sul ring come “il gigante”! Beh…ora…» Un pugno in pieno stomaco lo fa piegare in due.
«Beh, allora, cara? Cosa ne pensi di questo posto? Passato da generazione in generazione fino al sottoscritto. Ha visto nascere dei veri e propri campioni» Dice, fiero «e forse ce ne sarebbe stato anche un altro, se solo non avesse il cervello totalmente bacato» Conclude, guardando truce Natsu che ha preso a fischiettare, allontanandosi.
«Sa…non credo che ci abbia totalmente rinunciato» Fa, guardandolo, ripensando alle parole di Erza «lo vedo quanto ama questo posto, e la boxe, riesco a percepirlo. Non gli permetterò di smettere di credere in qualcosa di così importante per lui. Gli parlerò» Dice, ritornando a fissare Makarov, che le restituisce uno sguardo quasi commosso.
«Allora conto su di te, cara»

N
Dopo due rapide docce, saluti agli altri e a Erza, e dopo un altro pugno da parte del vecchio, sono di nuovo fuori.
Sapeva sarebbe stato un rischio, ma non è pentito per niente, soprattutto ora che la vede così serena e con gli occhi che brillano.
«Vedi che devi fidarti?» Le fa.
«Va bene, ammetto che pensavo molto peggio»
«Ahh ora mi godo la mia, di sorpresa» Dice, sfregando i palmi delle mani.
Lucy scuote la testa ridendo «È un posto speciale, ma non aspettarti la luna. È…tranquillo»
«Quanto tranquillo»
«Tranquillo»
«Stile biblioteca con annessa bibliotecaria pazza che dice di fare silenzio ogni due secondi?»
Lucy scoppia a ridere a quelle parole, un po' troppo per i suoi gusti «Lucy»
Non gli risponde. Sta ancora ridendo.
«Lucy. No, ti prego»
«Oh, sì»
Dopo circa dieci minuti di camminata, è il momento di Natsu di rimanere stranito. La scritta a caratteri cubitali “Biblioteca Comunale di Magnolia” lo fissa dall’alto quasi ridendo di lui e della sua figura di merda.
«Senti, lo sai che non intendevo…» Prova a giustificarsi in qualche modo.
«Lo so, lo so» Dice lei, un sorrisetto sbieco sulla faccia mentre lo oltrepassa percorrendo la gradinata che conduce all’entrata.
Fissa ancora per un po' l’edificio. Ovviamente sapeva che a Magnolia c’era una biblioteca, probabilmente ci sarà anche passato davanti decine e decine di volte considerata la vicinanza con la palestra -ironia della sorte- ma in qualche modo l’ha sempre ignorata. Non ci è mai entrato da bambino e, anzi, ha sempre collegato la parola “biblioteca” al concetto di noia mortale e silenzio.
«Ma c’è davvero una bibliotecaria pazza?» Fa, riscuotendosi dai pensieri, e salendo veloce i gradini a due a due, raggiungendola.
«Io mi sono fidata, è il tuo turno» Gli fa, mentre apre il portone, entrando nell’edificio.
Stranamente, non c’è silenzio. O meglio, si, non è come entrare al Fairy Tail, ma si sarebbe aspettato…boh, di sentire il ronzio delle mosche.
«E cosa faremo di bello? Mi farai una sessione di lettura di “Orgoglio e Pregiudizio”?»
«Lo conosci!?» Fa, sorpresa. È quasi in imbarazzo a dirle che ha visto solo il film, ma, ehy, almeno sa la trama.
«Comunque, tranquillo, non sarà niente di così impegnativo per te come leggere»
«Che simpatica» Ha il tempo di sussurrarle, prima che una vecchietta dall’aria truce si avventi su Lucy come una furia.
«È in ritardo, signorina Heartphilia» Ah, è questo il suo cognome. Aspetta, in ritardo per cosa?
«Mi scusi Polyusca, ho avuto…un contrattempo» Fa, lanciandogli un sorriso. La vecchietta segue il suo sguardo «Immagino il contrattempo sia qui presente» Fa, guardandolo come lo volesse trapassare «spero almeno possa esserle d’aiuto»
Eh? D’aiuto per cosa?
«D’aiuto per co…?» Prova a chiedere ma Lucy lo trascina via quasi correndo. Vanno in una stanza con su la scritta “Personale” e Lucy si mette a rovistare in uno scatolone.
«Lucy ma che succede? Che dobbiamo…?»
«Shh, l’hai detto tu che volevi una sorpresa, giusto?»
Prende aria per ribattere ma non sa che dire. D’improvviso lei gli lancia un groviglio non meglio identificato di peli bianchi «Mettitela»
«Che cosa dovrebbe essere?»
«È una barba»
«Ovvio. Scontato. E non posso chiedere niente nemmeno di questa, vero?»
Lucy sta morendo dal ridere. Felice che almeno uno di loro due si stia divertendo. Lui non ci sta capendo nulla.
Indossa quella maledetta barba finta e ora Lucy ha le lacrime agli occhi.
Eppure, la situazione fa ridere anche lui
«Ammetto che forse mi hai battuto in stranezza. E io che ero preoccupato di portarti ad allenamento. Era per me che dovevo preoccuparmi»
Lei si calma, asciugandosi una lacrima «Avrà tutto senso poi» Prende un libro molto grande dalla copertina colorata, e escono dalla stanza.
Lui la segue tenendo gli occhi puntati a terra per non incrociare lo sguardo di nessuno, ma d’improvviso sotto i piedi non ha più il pavimento, ma un tappetone morbido. Alza lo sguardo e viene invaso di colori e vocine agitate.
Sono nel reparto bambini, o almeno crede. Una decina di piccoletti sono seduti a terra, a giocare e sfogliare libri dai quali spuntano forme di carta. Non appena vedono Lucy, si illuminano.
«Lucy! Lucy!» La richiamano, circondandola. Lei saluta tutti, accarezzandogli le testoline, dicendogli di mettersi a sedere per la storia di oggi.
«Ah, bambini! Prima di iniziare, guardate chi ci è venuto a trovare! Albert il mago!» Da Lucy, i bambini assaltano lui. È preso alla sprovvista. Va nel panico. Alza gli occhi in cerca di aiuto, ma lei lo sta guardando con un’espressione che lo fa bloccare lì sul posto. Un sorriso radioso.
È stupenda, davvero. Passerebbe tutto il giorno a guardare quel sorr…
«Scusa» Una vocetta gli fa abbassare la testa. La maggior parte dei bambini sono già tornati da Lucy, è rimasto solo un bimbo dai capelli scuri e lo sguardo furbo «non mi sembri un mago»
Natsu si sforza di sorridere, anche se in effetti con quella barba dubita si noti.
«E invece sono proprio un mago. E se non stai attento ti do fuoco alle scarpe!» Non sa da dove gli sia uscito. Sperava gli facesse ridere e invece il bambino fa un passo indietro quasi spaventato.
«Romeo! Vieni!» Il bambino scappa da Lucy, facendolo sentire ancora più stupido.
Non appena sono tutti radunati, Lucy inizia a leggere il libro. I bambini pendono dalle sue labbra, affascinati dalle parole della storia, ma Nastu sa che è tutto merito dell’enfasi che la ragazza sta mettendo nel raccontare. Fa ampi movimenti con le braccia, si ferma nei punti giusti per creare tensione, e addolcisce la voce quando arriva al finale. I bambini sono totalmente ammutoliti ad ascoltare, così come Natsu.
Chissà da quanto tempo lo fa. Non avrebbe mai sospettato che la stessa ragazza dal lati così tenebrosi, andasse in una biblioteca a leggere storie ai bambini. Quanti lati ci sono di lei che ancora non conosce? Quante cose di cui lui non ha idea? Vuole scoprirle tutte. Vuole che lei gliele mostri tutte.
Finisce la storia e i bambini applaudono felici, rimettendosi poi a giocare. Una bambina dal viso dolcissimo e con due codini si aggrappa a Lucy.
«Lucy! Un’altra!»
«Wendy ci vediamo la prossima settimana. Ti leggerò un’altra storia bellissima!»
«Ma ne voglio un’altra!»
«La pazienza è importante Wendy, le cose migliori si ottengono aspettando un pochino, lo dice anche Albert il mago!» Fa. La bambina lo guarda con quegli occhioni blu come in cerca di conferma, e Natsu annuisce con aria saggia, accarezzandosi la barba.
«Stai tranquilla, Wendy, ci vediamo tra pochi giorni» Conclude, lasciandole carezze sui capelli. Salutano tutto il gruppetto e si allontanano, ritornando nella stanza di poco fa.
«Grazie dell’aiuto, Albert» Dice, sfilandogli la barba e rimettendola nello scatolone. Natsu si avvicina di soppiatto, abbracciandola da dietro.
«Eri bellissima lì con loro. Altro che mago, sei tu che li hai stregati» Sussurra, poggiando le labbra sul suo collo morbido «Da quanto vieni qui?»
«In realtà non ti saprei dire. Questa biblioteca è sempre stata la mia seconda casa, crescendo cambiavano i reparti ma il posto rimaneva questo. Polyusca mi assegnava sempre qualcosa da fare, all’inizio mi faceva rimettere a posto i libri, almeno non pagavo la tessera!» Una risata «quindi…da quando mi hanno assunto nel giornale, più o meno, perché potevo venire solo una volta alla settimana, e mi ha trovato quest’altro “lavoro”. Ma è la cosa migliore che mi abbia mai chiesto di fare. Li adoro»
«E loro adorano te»
Lucy si volta nell’abbraccio, fronteggiandolo «Vedi che devi fidarti?» Gli fa, con un sorrisetto.
Lui le prende di nuovo il volto tra le mani, annullando le distanze. Lei stringe di più l’abbraccio. Mentre l’assapora, sente chiaramente il cuore battergli a mille. Cosa gli prende?
Sta per guidarla verso il pavimento quando una voce li fa staccare bruscamente.
«Eh-ehm»
«Polyusca» Lucy si risistema, nemmeno li avesse beccati nel mezzo dell’atto.
«Ottimo lavoro oggi. Magari la prossima volta evita certi…contrattempi» Fa, prima di abbandonare la stanza.
Scoppiano a ridere piano «Allora c’era davvero la bibliotecaria pazza» Sussurra.
«Shh che sente tutto! Non so come. Usciamo, sbrigati, o non ce ne libereremo»
E insieme lasciano l’edificio tenendosi per mano.
«E quindi è finito, il nostro primo appuntamento» Fa Lucy. Una luce aranciata ha iniziato ad allungarsi sulla città preannunciando il tramonto.
«Eh già. Allora? È stato o no il migliore della tua vita?»
«Mhh, non me la sento di fomentare il tuo ego»
«Ma lo è stato»
«Per il cinquanta percento è merito mio»
«Ma è stata mia l’idea»
«Non ti vuoi proprio arrendere eh? E va bene, è stato…carino»
«Carino?»
«Carino»
Di colpo Nastu si blocca, chinandosi veloce e prendendola in braccio «Nastu!»
«Ti faccio vedere io cosa sarà “carino”. Non ti ho detto dell’altra parte a cui avevo pensato»
«Ah sì?» Fa Lucy in tono di sfida, ma il sorriso che gli rivolge la tradisce.
«Si, e poi forse avrai qualcos’altro da dire, oltre a “carino”» La ragazza allarga il sorriso, mordendosi il labbro. Già. Il loro appuntamento non è ancora finito.
 
 
Lisanna
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Biiiip
«E-ehy Natsu. Ascolta. Devo parlarti, è importante. Non si tratta di Bixlow, né di nessun altro, si tratta di…me e te. È un po’ che mi tengo dentro questa cosa e devo parlarti. Assolutamente. Richiamami»
Biiiip
 
Loki
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Biiiip
«Lucy, come stai? La nostra ultima chiacchierata è finita in modo un po'…strano, ma…ecco, ci sono stati degli sviluppi con la ragazza di cui ti ho parlato. Non sono buoni. Non voglio usarti per sfogarmi, la verità è che ho riflettuto molto su una cosa e credo di essere arrivato a una conclusione importante…richiamami appena senti il messaggio
Biiiip
   
 
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