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Autore: Risa_chan    05/02/2024    0 recensioni
Questa raccolta partecipa alla CARNIVAL/VALENTINE CHALLENGE- COME AS YOU ARE NOT | SFIDA DI FEBBRAIO2024 indetta dal gruppo Fecebook "Non solo Sherlock". La raccolta è un insieme di One-shot/flashfic sull'amore di coppie non convenzionali.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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#comeasyouarenote2024 - Prima storia

FANDOM: Haikyuu!!

TITOLO: Lattina fatale 

PERSONAGGI: Kenma, Kuroo

GENERE: Romantico, Commedia

PROMNT: || @Aislinn Ni Sorar Festa di fine anno scolastico, Kenma si ubriaca|| @EleanorBones «Conosco un modo più interessante di passare il tempo. Vuoi provare?»

WARRINGS: //

 

MARZO 2013 - Metropolitan Nekoma High School – Festa fine anno

 

 

Sarebbe stata l’ultima.

Dall’anno prossimo Kenma non avrebbe più partecipato a quelle americanate insopportabili. Kenma lo promesse a se stesso. Circondato dall’rumore assordante della musica e da ragazzi sudati, i quali si muovevano senza alcun senso sulla pista da ballo improvvisata della palestra del club di pallavolo, cercò in tutti i modi di estraniarsi e di nascondersi il più possibile da Kuroo.

Kenma si alzò un po’ dalla sua sedia e iniziò a cercarlo nella folla; per quanto sia strano a dirsi, il suo migliore amico era una sorta di faro, il suo posto sicuro, quello che si perdeva cura della sua salute quando non lo faceva da solo.  Kenma si domandava cosa ne sarebbe stato di lui in sua assenza.

«Eccoti qui! Pensavo sarebbe stato più difficile scovarti.»

Tetsuro sbucò da dietro con quel ghigno da gattaccio di malaffare. Altissimo, con la sua cresta nera incuteva soggezione reverenziale, emanava fascino animale.

Tutto il contrario di Kenma.

«Dici?» rispose fissando la console che teneva in mano.  

O forse si nascondeva per farsi trovare.

«Non vorrai passare il tempo a giocare ai videogiochi durante una festa!»

Kenma voleva rispondere di sì, che a quella festa non voleva andare ma non era rimasto a casa per amore suo perché quello era l’ultima festa liceale a cui Tetsuro avrebbe partecipato. Per farlo necessitava di un coraggio che non possedeva.

«Conosco un modo più interessante di passare il tempo. Vuoi provare?»

Kenma ripose la tasca interna della sua giacca. «Quale sarebbe?»  chiese scettico.

Il suo amico sorrise vittorioso. Gli afferrò il polso e lo trascinò al tavole delle bevande.  Non si fermarono di fronte, ma andarono dietro dove c’era un cartone ben nascosto. Kuroo prese un pacco da sei di lattine di birra. Si guardò introno e gli fece segno si seguirlo. «Fa finta di niente.»

Kenma sempre più scettico lo seguì verso un angolo particolarmente appartato della palestra.  Gli organizzatori avevano allestito una sorta di magazzino in cui mettere le riserve di bibite e patatine, e tutti gli scatoloni serviti per trasportare le decorazioni.

«Tieni,» Kuroo gli passò una lattina, «ti aiuterà a scioglierti.»

«Sciogliermi?»

«Scioglierti, rompere i freni inibitori, così ti butterai in pista e per una volta ti divertirai» spiegò.

«E l’unica soluzione che hai trovato è farmi bere alcolici?» chiese Kenma.

Il gattaccio aprì una lattina e bevve; il movimento della sua gola era ipnotico e quando Kuroo finì la sua sorsata, Kenma fece fatica a distogliere lo sguardo.

«Beh, vedila così,» rispose Kuroo, «non posso stancarti con l’esercizio fisico, ci metterei troppo tempo.»

Il cervello del Nekoma osservò la lattina che aveva in mano, poi, l’aprì e bevve. La prova che non sempre le persone intelligenti fanno la cosa giusta: Kenma non avendo mai bevuto alcolici prima e non sapeva di essere astemio.  Bastò finire una lattina di birra per essere completamente fuori.

«Kenma stai bene? Sei tutto rosso…»

La testa gli girava e non riusciva più a mettere un piede dietro l’altro, aveva una forte nausea e stava andando infiammare. Si toccò le guance. «Per niente bene»

Il risultato fu che Kuroo dovette trascinarlo fino all’infermeria.

«Dai, non è difficile prova destra, sinistra, destra…» lo incitò l’amico. Kuroo sistemò meglio il braccia introno alla sua vita e lo tirò su di peso.

«Voglio andare a casa…»

Kuroo ridacchiò: «e cosa raccontiamo ai tuoi?»

«È tutta colpa tua,» biascicò Kenma, «non dovevo darti retta invece di lasciarmi convincere…»

Tetsuro aprì la porta dell’infermiera e lo depositò nel letto vuoto. «e perché lo fai?»

Kenma chiuse gli occhi, voleva solo dormire. «Cosa?»

«Assecondarmi.»

«Perché sei tu,» rispose Kenma con una facilità che non gli era propria, «volevo farlo un ultima volta perché domani ti diplomerai e non sarai più nei paraggi.»

«Scemo,» disse Kuroo con voce roca. Kenma sentì   il tocco gentile della sua mano sul suo viso. «Sarò sempre nei paraggi, per te ci sarò sempre.»

Kenma sorrise poi scatto a sedere impietrito. «Devo vomitare!»

«Aspetta, prendi il secchio!»

Vomitare dentro il cestino della carta non era bello, in generale non lo era mai; farlo al posto di ballare e divertirsi, forse, peggiorava ancora di più la situazione. Tuttavia, avere la mano di Kuroo che lo accarezzava e lo aiutava, sapere che ci sarebbe stato a sostenerlo quando cadeva, ecco quello, rendeva sempre le cose brutte belle.

 

 

 

   
 
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