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Autore: AMYpond88    13/02/2024    2 recensioni
Mediamente Shoko pagherebbe per cinque minuti di silenzio, per un pomeriggio senza schiamazzi, buffonate e maledizioni evocate nei corridoi, ma questo, qualsiasi cosa sia quello che sta avvenendo tra i suoi due compagni, non è normale.
Le verrebbe da parlare di imbarazzo, se avesse mai considerato in precedenza che quei due potessero in qualche modo provarlo.
Gira il volto verso l'amico, decisa a saperne di più.
Sta per morire dal caldo. Non vuole morire anche di noia. E alla fine il ruolo di investigatrice le calza anche bene.
"Allora...", esordisce, "che succede tra te e Gojo?"
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Geto Suguru, Gojo Satoru, Haibara Yu, Ieiri Shoko, Nanami Kento
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lunedi...

'Le pareti esterne dell’addome, formate nella maggior parte da ampi e robusti muscoli...'

bzzt

'...ampi e robusti muscoli con espansioni tendinee, si distinguono in anterolaterali e posteriori...'

bzzt

Shoko alza la testa di scatto dal volume di medicina, stufa marcia di rileggere la stessa frase per quella che è probabilmente la quinta volta, mentre il suo telefono continua a vibrare come impazzito.
L'ha ignorato per dieci minuti buoni, cercando di concentrarsi sui libri, il viso affondato tra le pagine del tomo, le narici soffocate dall'odore di muffa e stantio, con l'unico risultato di leggere e rileggere quelle ormai odiatissime righe, al ritmo pulsante della sua tempia impazzita.
La ragazza fissa con un sopracciglio alzato la sequenza di notifiche che infesta la sua schermata di blocco, prima decidersi (rassegnarsi) a scorrere i messaggi di testo... se così li può chiamare.

- Shoko, ci sei?-

- Ehi, ci sei? -

- È un'emergenza! -

Idiota sta digitando...

- Probabilmente sto per morire... -

Gojo. Ovvio.
Chi se non lui poteva essere tanto insistente da mandarle quella sfilza di sms ad intervalli di pochi secondi uno dall'altro?
Ignora i messaggi, pensando che difficilmente una persona che sia davvero sul punto di morire abbia il tempo per perdersi in sproloqui.
Il silenzio, a sorpresa, si potrae per ben dieci minuti.
Non le va di ammettere che di minuti ne siano passati poco più di cinque, prima che prenda a sbirciare nella direzione del suo cellulare.
Non può fare a meno di chiedersi se il compagno non stia male sul serio. Un po' se lo immagina, stranamente vulnerabile, come solo con lei (e Geto, ovvio) si fa vedere: raggomitolato attorno ad un cuscino o aggrappato alle pagine di un manga, il labbro piegato in un broncio.
Per un istante, in preda a quello che si vergogna quasi a chiamare un moto di tenerezza, pensa che sì, se proprio non ha tempo, potrebbe mandare Haibara e Nanami a vedere come sta il coetaneo.
O forse, potrebbe finire quel paragrafo e trovare cinque minuti lei.
Cinque minuti che diventerebbero mezz'ora seduta sul letto di Gojo, tanto vale che si rassegni in partenza; il ragazzo comincerebbe a lamentarsi e lamentarsi e lei, consapevole di quanto folle sarebbe ogni suo tentativo di interrompere il monologo dell'altro, finirebbe per sfilargli gli occhiali dalla testa e cominciare a studiarli.

Abbassa le spalle in uno sbuffo, mentre lascia cadere la testa all'indietro, pronta ad arrendersi al suo destino di vittima sacrificale sull'altare delle stronzate di Gojo Satoru.
È solo un momento però, perché il suo telefono comincia di nuovo a vibrare e, sarà la proverbiale goccia che fa traboccare il vaso, ma questa volta la sua pazienza va subito in pezzi.
Prende il cellulare, pronta ad insultare il compagno, peccato che i messaggi non siano quelli che si aspetta.
O meglio, di chi si aspetta.
Giusto, ricorda a se stessa. Di idioti con cui avere a che fare lei ne ha due.

- Ehi... sai che succede a Satoru?-

- È chiuso in camera da questa mattina...-

- Ha aperto la porta solo per mettere fuori il cestino dell'immondizia...-

- Era pieno di involucri di caramelle...-

- Non che sia andato a guardare, ma il cestino si è rovesciato...-

Geto sta digitando...

- Puoi mica parlarci? -

Il suo sopracciglio si inarca, mentre la sua tempia riprende a pulsare piu forte di prima.
Quindi sono arrivati a questo? Gojo Satoru, il prodigio del Jujutsu, che si intossica di caramelle per attirare l'attenzione e Geto Suguru, che manda una delle sue maledizioni di più basso livello, tanto povera di energia maledetta da mimetizzarsi con quella dormiente dei gusci di Yaga, così da non far scattare nemmeno un allarme, per far rovesciare il cestino e vedere cosa l'altro abbia buttato?
Ne ha abbastanza, se i suoi compagni intendono sguazzare nel ridicolo, lei non si farà coinvolgere.
Spegne il telefono, chiude il libro e decide di andarsi a fumare una sigaretta.
Alla fine, nessun stregone è mai morto per delle caramelle... crede.


Martedì....


Shoko lascia scorrere le dita tra le ciocche bianche, alla ricerca del bozzo che lo scappellotto che Yaga? Sì, c'è una alta probabilità si tratti di Yaga, deve aver lasciato sulla nuca del compagno.
Chino sul tavolo, testa appoggiata tra le braccia, pare quasi che Satoru voglia mimetizzarsi, affondare quasi, tra le assi di legno del tavolo.
Chiunque penserebbe che si sia addormentato, non fosse per il muoversi del suo dito indice, impegnato ad attivare Blu per richiamare e allontanare la pallina anti stress che Utahime Senpai le ha regalato.
Dito e pallina paiono incastrati in un loop temporale infinito, accompagnati dal continuo e costante borbottio di formule che esce dalle labbra di Gojo.
Trovato, esulta internamente Shoko, mentre i polpastrelli che premono sull'ematoma strappano un sibilo al compagno.
"Dai, non fare il ragazzino...", sospira, il tono più annoiato che spazientito.
Potrebbe quasi dire che le parole le siano scappate per abitudine, come un passo di un copione già scritto: Gojo si presenta da lei con l'ennesimo bozzo sulla nuca, regalo del solito botta e risposta con Suguru o, come sospetta in quel caso, di una lezione di Yaga e lei, tra mugugni e brontolii di ogni sorta, glielo risana.
Quel giorno, nulla. Solo quel piccolo soffio sfuggito dalle labbra del ragazzo ad interrompere la litania di formule sussurrate.

Aspetta qualche istante, qualcosa, qualsiasi cosa: che sia una risposta piccata o un lamento troppo teatrale per essere credibile, ma quando nemmeno questi arrivano, quasi ci rimane male.
Niente su come i rimproveri di Yaga siano ingiusti; nemmeno una parola su come il loro professore sia un 'energumeno senza cervello', che però almeno a loro non tocca quella mummia di Gakuganji, come a quegli sfigati di Kyoto, ma hai visto Shoko come si è incazzato quando l'ho chiamato 'nonnino?', Suguru pensava che gli avrei fatto venire un infarto.
No, nulla di tutto quello che lei scimmiotta nel suo cervello esce dalla bocca del ragazzo.
È divisa tra l'incredulità e il senso di colpa e, mentre si rende conto di quanto sia preoccupante che di lamentele a Gojo questa volta non ne sia scappata manco mezza, l'apatia di Satoru diventa sempre più scomoda da ignorare.

"Ho finito..."
Il moto della pallina cambia e il piccolo souvenir finisce per cadere oltre il bordo del tavolo, mentre Satoru si alza.
Si muove per la stanza senza dire una parola, mettendo un piede avanti all'altro, meccanico, spento.
Solo arrivato ad un passo dalla porta alza una mano in segno di saluto, senza smettete di darle le spalle.
Solo all'ultimo, sentendo il suo sguardo addosso, ovviamente , si volta per un istante, quasi indeciso sul da farsi, poi si blocca.
Fallo uscire, fallo uscire, fallo uscire..., ripete una vocina subdola subdola.
È come se una piccola se stessa appollaiata sulla sua spalla le sussurrasse all'orecchio.
Fallo uscire, fallo uscire, fallo uscire...
Non ce la fa. Il ragazzo che ha di fronte le ricorda davvero troppo il quindicenne, tutto spocchia e boria, incontrato in aula il primo giorno all'istituto.
Quello che non si era ancora preso uno scappellotto da Yaga, quello che non aveva idea, non concepiva, che qualcuno potesse anche solo pensare di farlo finire con il culo in terra, tantomeno riuscirci.
Quello solo, quello che lei e Geto avevano tirato giù dal piedistallo a colpi di sbuffi rassegnati, insulti, risate e battute sceme.
Il compagno è cambiato da quei giorni, ma resta... Satoru Gojo: un dio in piccolo.
Un dio in piccolo che, a volte, guarda al suo cuore umano che batte come ad una novità, una stranezza.
Se c'è qualcosa che Shoko ha imparato, è che la cosa cui il ragazzo eccelle è senza dubbio la velocità con cui apprende e di passi avanti Satoru ne ha fatto molti.
Per quel che riguarda le emozioni umane però, è ancora a Suguru che guarda, alla ricerca degli input di ciò che il suo cuore dovrebbe provare, a volte ancora incredulo quando il compagno gli spiega, quasi accompagnandolo passo passo, che gli è permesso di sentire.
Ma Geto ora non è qui.
Se lo fosse probabilmente i due passerebbero il tempo come hanno fatto nell'ultima settimana: comportandosi come i fottuti idioti che sono, cercando di evitare l'elefante nella stanza. Quindi, tocca a lei, di nuovo.

Sospira, già stanca e rassegnata per i prossimi minuti prima ancora di doverli affrontare.
"Hai bisogno di parlare?"
Gojo sbatte le palpebre una, due volte, impegnato in un goffo tentativo di riconnettersi con il pianeta terra e i suoi abitanti.
Quando la connessione riprende, torna sui suoi passi, muovendosi dinoccolato per la stanza, fino a crollare sulla sedia con uno sbuffo teatrale (eccolo), lasciando cadere la fronte sul piano del tavolo.
Shoko trattiene un piccolo sorriso, realizzando di non essere mai stata così sollevata da una delle più classiche manifestazioni della proverbiale stupidaggine di Satoru Gojo.
Aspetta che l'altro parli, riordinando tomi di medicina e muovendosi rapida per la stanza.
Tanto può continuare con quello che sta facendo, sa benissimo cosa Gojo sta per dirle:

'Suguru non mi considera...'

'Perchè Suguru è così stupido?'

Invece Satoru rimane zitto ancora qualche secondo, prima di sollevare un poco la testa e barbottare qualcosa che suona come...
Cielo spera di aver capito male.
"Cosa?", prova in risposta.

"Ho baciato Utahime..."

No, forse questo non se lo aspettava.
Gli occhi di Gojo sporgono da sopra lenti, osservandola con un misto di curiosità e attesa, consapevole della bomba appena sganciata, la metà inferiore del viso nascosta tra le braccia incrociate.
Lei intanto fa mente locale, prova a mettere insieme i pezzi.
Forse intossicarsi con le caramelle non era la peggiore idea che il ragazzo potesse avere...
Forse per non insultarlo (ucciderlo) le basta contare fino a dieci... o cento.
O forse no.

"Ma sei idiota?"

... continua.





Ok, prometto che il prossimo capitolo (che poi è la seconda metà di questo) non ci metterà sei mesi ad arrivare.
Ho voluto provare ad immaginare come un Gojo Satoru adolescente avrebbe gestito le conseguenze di una situazione imbarazzante e scomoda e la risposta nella mia testa è stata solo una: fare le cose più stupide, per attirare attenzione. Spero il capitolo vi abbia divertito o strappato un sorriso.
Un abbraccio
Amy
   
 
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