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Autore: Yuki Delleran    15/02/2024    0 recensioni
Era davvero preoccupato, non poteva fare a meno di chiedersi se le cose sarebbero state diverse se il giorno prima non avesse fatto il bambino viziato e avesse seguito Lan Wangji nella caccia notturna. Probabilmente sarebbe riuscito a convincerlo a coprirsi più di quanto l’austerità dei Lan prevedesse e forse in quel modo gli avrebbe evitato il malanno. O forse sarebbe dovuto andare direttamente da Lan Qiren a chiarire che era una follia far congelare a morte i suoi familiari. L’anno prossimo, cascasse il mondo, avrebbero trascorso l’inverno a Yunmeng o a Lanling e si sarebbero portati dietro anche Sizhui.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Lan Wangji/Lan Zhan, Wei Ying/Wei WuXian
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quella mattina Wei WuXian si era svegliato con un leggero mal di testa.

Il giorno prima aveva nevicato per tutto il pomeriggio e i discepoli erano stati irrefrenabili. Lo avevano supplicato di permettere loro di uscire, quindi non aveva potuto fare altro che promettere loro che quel giorno li avrebbe portati a fare un allenamento speciale all’aperto. Non avrebbe mai potuto resistere allo sguardo acceso d’entusiasmo di SiZhui e Jin Ling.

Da poco Lan Qiren gli aveva permesso di tenere delle lezioni ai più giovani e Wei WuXian aveva preso quell’impegno molto seriamente: era la dimostrazione che l’anziano zio aveva finalmente accettato la sua presenza ai Meandri delle Nuvole, dandogli un ruolo all’interno del loro clan. Per nulla al mondo sarebbe venuto meno a quella fiducia.

Per questo motivo non avrebbe permesso a un piccolo malessere passeggero di mandare all’aria i suoi programmi.

Lan WangJi ovviamente si era già alzato e aveva già provveduto sia alla meditazione mattutina che alla sua colazione, che ora si stava beatamente raffreddando su un tavolino accanto al letto. Suo marito era sempre così premuroso che Wei WuXian non poté fare altro che farvi onore con gratitudine.

Quando ebbe finito, si affacciò alla finestra per controllare le condizioni meteorologiche e si rese conto che nevicava ancora. I ragazzi sarebbero stati contenti e di certo si sarebbero divertiti un sacco.

Un leggero capogiro lo colse, costringendolo a sospirare. Di certo lo stavano aspettando, era meglio che si desse una mossa.

Indossò le vesti più pesanti che aveva e sopra di esse sistemò il mantello rosso bordato di pelliccia che Lan WangJi gli aveva regalato a inizio inverno: teneva caldo ed era la sua arma migliore contro il gelo che aveva ricoperto i Meandri delle Nuvole. Come ultimo tocco, si legò Suibian al fianco: doveva almeno sembrare un allenamento.

I discepoli erano già all’esterno del Jingshi in attesa che li raggiungesse, con sorrisi smaglianti e spade in pugno, perfettamente a loro agio nell’aria ghiacciata del mattino. Lan WangJi era in piedi a lato del gruppetto con la sua consueta espressione impassibile.

«Buongiorno, Lan Zhan!» lo salutò allegramente. «Ti unirai alla lezione?»

Il marito annuì appena, non dandogli la possibilità di capire se lo faceva per scrupolo, per preoccupazione o semplicemente perché voleva divertirsi con loro. Qualunque motivo sarebbe stato ben accetto.

«Hanguang-jun ha detto che ci mostrerà alcune tecniche di spada che hanno il loro effetto migliore nella neve.» disse SiZhui, gli occhi che brillavano.

Wei WuXian non aveva mai sentito una scusa peggiore per prendere parte a una battaglia a palle di neve, ma non poté che annuire con un sorriso.

«Allora diamoci da fare!»

Raggiunsero un campo piuttosto distante dai consueti luoghi di allenamento, circondato solo da cespugli ma completamente libero al centro e coperto di uno strato candido.

«Molto bene.» iniziò, slacciando Suibian dalla cintura. «Innanzi tutto per un combattimento nella neve dovete badare a…»

Non finì mai la frase perché un ammasso gelido lo colpì in pieno sul naso.

La risata di Lan JingYi si levò nell’aria, a stento trattenuta da un rimprovero a mezza voce di SiZhui.

Wei WuXian si asciugò la faccia con un lembo del mantello e abbandonò la spada a terra.

«Quindi volete la guerra!» esclamò, raccogliendo a sua volta una manciata di neve e lanciandosi all’inseguimento dei ragazzi.

Jin Ling strillò quando la ricevette dritta nel colletto della veste, mentre Lan SiZhui si ritrovò ben presto con le punte dei capelli gocciolanti. Ouyang ZiZhen tentò vanamente di ripararsi con le maniche della veste, ma se le ritrovò subito zuppe. Lan JingYi, che era riuscito miracolosamente a schivare un lancio, finì per scontrarsi con il ramo di un cespuglio carico di neve, che lo ricoprì da capo a piedi. Era assolutamente un caso che Lan WangJi si trovasse proprio lì accanto.

La situazione degenerò completamente quando Wei WuXian afferrò il marito per un braccio e lo trascinò in mezzo al campo.

«Lan Zhan! Dobbiamo difenderci! È in corso uno scontro in piena regola, dobbiamo costruire un fortino!»

E subito Lan WangJi si affrettò assieme a lui ad accumulare più neve possibile in modo da poterla compattare in un muro dietro cui ripararsi.

Dall’altro lato della barricata, Lan SiZhui aveva preso per mano Jin Ling e l’aveva coinvolto nella medesima attività, sebbene l’altro protestasse che quella fosse una strategia poco efficace in battaglia. JingYi e ZiZhen nel frattempo stavano accumulando munizioni, che non lesinavano di scagliare contro il “nemico” a ogni accenno di apparizione.

Ormai sia Wei WuXian che Lan WangJi avevano i capelli bagnati e le guance arrossate dal freddo. Lo scollo di pelliccia del mantello rosso gocciolava per la neve sciolta e Wei WuXian si sentiva sia accaldato per il movimento che percorso da brividi di freddo a causa delle goccioline gelide che gli scivolavano sulla pelle e sotto la veste. Doveva essere una sensazione normale, data l’attività che stavano svolgendo. A Yunmeng non nevicava mai quindi non aveva mai avuto modo di sperimentare quel tipo di giochi e di certo quando stava ai Colli dei Sepolcri non ne aveva avuto il tempo. Era stato troppo impegnato a sopravvivere all’inverno per potersi permettere certi svaghi. Ora invece si stava divertendo un mondo e aveva tutte le intenzioni di godersi la giornata il più possibile.

Improvvisamente, Jin Ling si erse oltre la barriera di neve opposta alla loro, le guance in fiamme e i capelli scompigliati.

«Marrani, come osate attaccare queste sacre mura? Io, Jin RuLan di Lanling, re di questo fortino, vi impongo di arrendervi seduta stante a…»

Una palla di neve lo colpì in piena faccia, strappandogli uno strillo indignato.

Wei WuXian si voltò verso Lan WangJi, che stava abbassando la mano con espressione impassibile, e scoppiò in una sonora risata.

Dal lato opposto del campo SiZhui si affrettò a soccorrere il fidanzato che sputacchiava neve, trattenendo a sua volta una risatina. Chi non si tratteneva affatto erano JingYi e ZiZhen, che si guadagnarono ulteriori urli da parte del malcapitato.

«La regina del fortino è stata messa a tacere!» lo prese in giro JingYi, guadagnandosi una sequela di insulti e una serie di palle di neve che non lasciarono un centimetro della sua veste asciutto.

«Ragazzi… ragazzi…» tentò di mediare SiZhui, ma nessuno gli prestò ascolto.

«Forse è meglio se andiamo a sedare la rissa prima che degeneri.» disse Wei WuXian, ancora con il sorriso sulle labbra, mentre si alzava da dietro la barriera di neve.

Aveva mosso solo un paio di passi, quando un violento capogiro lo colse, facendolo barcollare. Era già pronto a finire a faccia in giù nella neve, quando sentì un paio di braccia forti stringerlo.

«Wei Ying!»

La voce di Lan WangJi lo raggiunse in tono preoccupato.

Un attimo dopo tutto il clamore attorno a loro si era placato e qualcuno gli stava stringendo una mano.

«Baba, cosa succede?»

Wei WuXian aprì gli occhi e vide entrambi gli uomini della sua vita che lo fissavano con apprensione.

«Ehi, non guardatemi così. Sto bene.» mormorò. «È stato solo un attimo di sbandamento.»

Lan WangJi gli posò una mano sulla fronte.

«Scotti.» disse.

«Ho solo caldo perchè mi sono agitato.»

Lan SiZhui gli appoggiò due dita sull’interno del polso.

«Non è solo questo.» disse, poi si rivolse a Lan WangJi. «Forse dovremmo rientrare. È meglio che lo veda un guaritore.»

Lan WangJi annuì e, con un movimento fluido, lo sollevò tra le braccia.

«Lan Zhan! Non è necessario!» protestò immediatamente Wei WuXian, imbarazzato dal gesto.

L’altro gli rifilò un’occhiata di rimprovero che lo zittì e si avviò, con al seguito i discepoli.

Quando giunsero nei pressi del padiglione medico, i ragazzi si congedarono rispettosamente e solo SiZhui rimase con loro.

«Sei arrabbiato con me?» chiese Wei WuXian mentre Lan WangJi lo rimetteva delicatamente a terra.

Lan WangJi scosse la testa.

«Certo che no. Però perchè stamattina non mi hai detto che stavi male?»

«Pensavo che fosse solo stanchezza passeggera e i ragazzi ci tenevano tanto a uscire!»

«La tua salute è più importante.»

«Hanguang-jun ha ragione, baba.» aggiunse Sizhui. «Devi prenderti cura di te stesso. Tu sei più importante di qualunque promessa!»

Wei WuXian sospirò e gli accarezzò la testa umida.

«Va bene, va bene, ma adesso vai ad asciugarti o prenderai anche tu un malanno.»

«Passerò più tardi al Jingshi a vedere come stai.» disse il ragazzo, prima di inchinarsi a entrambi e avviarsi verso le residenze dei discepoli.

Quando Lan SiZhui rientrò nella propria stanza trovò gli amici che ancora discutevano.

«Se non avessimo interrotto lo scontro, avrei vinto di sicuro!» stava dicendo Jin Ling, tronfio e con le mani sui fianchi.

«Ma smettila!» ribattè Lan JingYi. «Se non fosse stato per il malessere di Wei-qianbei, Hanguang-jun ti avrebbe seppellito nella neve!»

«A proposito di questo!» esclamò Ouyang ZiZhen con occhi sognanti. «Non trovate anche voi che il modo in cui Hanguang-jun ha portato in braccio Wei-qianbei sia stato molto romantico? Quanto li invidio, stanno così bene insieme!»

A quelle parole JingYi smise di prendere in giro Jin Ling e lanciò un’occhiata inorridita all’altro amico.

SiZhui ne approfittò per intervenire.

«A-Ling, sei ancora tutto bagnato.» disse. «Vieni ad asciugarti i capelli e a cambiarti i vestiti, o baba non sarà l’unico con la febbre a breve. Hai avuto il raffreddore per tutta la settimana scorsa.»

Jin Ling arrossì e fu sul punto di ribattere, quando JingYi intervenne.

«Giusto, la nostra Jin-guniang è delicata, non vorremmo mai che si ammalasse.»

SiZhui lo fulminò con lo sguardo.

«Anche tu sei fradicio e dovresti cambiarti prima di ammalarti.» lo rimproverò, il tono sempre cortese ma deciso.

JingYi alzò le mani in segno di resa.

«Va bene, va bene, ho capito. Andiamo, ZiZhen, lasciamo questi due alle loro faccende.»

«Quali faccende?!?» strillò Jin Ling alla porta che si chiudeva, la voce appena attutita da un asciugamano che gli veniva posato sulla testa.

SiZhui gli strofinò i capelli, sciogliendo il nastro che li legava.

«Su, non prendertela.» disse. «Sai com’è fatto JingYi, scherza sempre su tutto. Vuoi che ti faccia preparare un bagno caldo?»

Jin Ling gli tolse dalle mani l’asciugamano e continuò a strofinarsi la testa da solo.

«A volte penso che abbia capito tutto.» mugugnò imbronciato. «E non so se quest’idea mi va.»

SiZhui sollevò un lembo dell’asciugamano e gli posò un bacio leggero sulla guancia, perfettamente conscio di quello a cui l’altro si riferiva.

«Se anche avesse capito non farà nulla di male, questo mi sento di assicurartelo. E se avesse qualcosa da dire sono sicuro che verrà a parlare prima con me che con chiunque altro. È un bravo ragazzo, di questo non devi dubitare.»

«Non lo dubito, però… a volte è davvero frustrante.»

SiZhui sorrise mentre si levava la sopraveste bagnata e recuperava a sua volta un asciugamano. Dallo stesso cassetto estrasse anche un paio di talismani che sistemò su due pareti opposte della stanza.

«Sono talismani per generare calore.» spiegò. «Me li ha dati baba perché non voleva che stessi al freddo. Così noi staremo meglio e i vestiti si asciugheranno prima.»

Jin Ling impiegò un attimo di troppo a rispondere, al punto che l’altro si voltò a guardarlo, perplesso.

«Sei sempre così tranquillo.» disse infine. «Non sei preoccupato per shishu? Non si prende mai cura di sé stesso come si deve e finisce per stare male per dei motivi stupidi.»

SiZhui intuì precisamente da dove veniva quel discorso.

«Come uscire a giocare con noi o togliere una maledizione di dosso a suo nipote che lo odiava?»

Jin Ling sobbalzò e distolse lo sguardo, a disagio.

SiZhui gli accarezzò una guancia.

«Baba è così, mette sempre gli altri al primo posto. Ma non sono preoccupato perché so che Hanguang-jun si prenderà perfettamente cura di lui. Più tardi andrò a vedere come sta, se vuoi puoi venire con me.»

Jin Ling annuì brevemente.

«A proposito, prima parlavi di un bagno caldo!» esclamò poi. «Penso che riconsidererò l’idea!»

SiZhui sorrise e trattenne la battuta maliziosa che gli era salita alle labbra, prima di uscire a chiamare il personale di servizio.

Lan SiZhui e Jin Ling se n’erano appena andati quando Wei WuXian finalmente s’infilò sotto le coperte.

I guaritori lo avevano sgridato per bene, prima, dicendogli che era stata una follia buttarsi nella neve con quella febbre e che avrebbe dovuto avere più cura della sua salute. Ormai era un ritornello che si sentiva ripetere in continuazione. Ne era consapevole e sapeva anche che se avesse continuato a non badare a sé stesso avrebbe finito per far preoccupare troppo le persone che tenevano a lui. In questa nuova vita ne aveva ed era bene che avesse cura di loro. Lo sapeva, eppure ogni volta non poteva fare a meno di spingersi appena più in là dei suoi limiti, finendo poi per pentirsene. Non tanto per le conseguenze che pativa in prima persona, quanto per gli sguardi preoccupati di Lan WangJi e SiZhui che finivano per farlo sentire in colpa.

«Lan Zhan.» chiamò, con un tono di voce fievole.

In effetti doveva ammettere di sentirsi abbastanza male. I guaritori gli avevano dato una medicina per abbassare la temperatura ma ci avrebbe messo un po’ a fare effetto e, fino a un attimo prima, aveva avuto l’impressione che la stanza gli girasse intorno.

Il marito fu accanto a lui in un istante.

«Wei Ying.»

Dal suo tono traspariva tutto l’affetto e l’apprensione che provava in quel momento.

«Sei ancora arrabbiato con me?» chiese Wei WuXian, sentendosi come un bambino.

Lan WangJi sospirò debolmente e scosse la testa.

«Non sono arrabbiato. Non lo sono mai stato. Ero preoccupato.»

«Mi dispiace…»

L’altro si sporse in avanti e gli posò le labbra sulla fronte.

«Dormi.» disse.

Wei WuXian alzò gli occhi, supplichevole.

«Lan Zhan, vorresti…»

«Mn.»

Lan WangJi scostò le coperte e si fece spazio sul materasso, mentre Wei WuXian, contento, si accoccolava contro di lui. Il fresco del tessuto della sua veste era piacevole contro la pelle accaldata.

«Grazie, Er-gege.»

«Non serve ringraziare.» rispose Lan WangJi, come al solito, circondandogli la vita con un braccio e tenendolo stretto.

«Ah, Lan Zhan, mi vizi davvero troppo.» mormorò contro la sua pelle.

La voce di Lan WangJi giunse come una vibrazione dolce alle sue orecchie.

«Wei Ying merita di essere viziato.»

A un’argomentazione simile non era davvero possibile rispondere, se non con il rossore che gli incendiava le guance. Quindi Wei WuXian si concesse di essere egoista e lasciare che il suo amato lo coccolasse fino a quando non si addormentò.

   
 
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