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Autore: cyra    25/02/2024    1 recensioni
[COMPLETA]
lui, che avrebbe voluto proteggerla dal mondo, con quel suo modo di fare presente ma mai troppo invadente. Lui che per farla contenta, sarebbe riuscito a portarle giù la luna, caricandosela sulle spalle.
[HakYona]
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Son Hak, Yona
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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3

3.







Yona urlò.

In un attimo l'arco lungo fu lanciato lontano e la rubina iniziò a correre in direzione della sua figura.
Era lui. Era lui ed era lì, difronte a lei. Era vivo. Era tornato.
Per lei
.

Cercò di non annaspare mentre i propri occhi vagavano frenetici su quel corpo. Quel corpo così malandato. Pieno di graffi, lividi, contusioni...
Il cuore le perse un battito quando vide il braccio destro di Raiju a penzoloni che, nonostante le condizioni, trascinava dietro di se la pesante spada lunga, facendola strusciare con non poca fatica sul terreno.
Il ragazzo ormai così esausto da non riuscire neanche a sollevarla.
Il viso di lui era una maschera di sangue. La rossa intravide delle spesse bende fasciargli la testa. Si erano allentate e gli cascavano leggermente sugli occhi, logore. La sua tunica era sporca di terra, fango e sangue ma quando si accorse che finalmente solo pochi metri li sepavano, la ragazza trattenne lo stesso il respiro.
Era lui e le potenti vibrazioni che emanava erano inconfondibili.
E' Hak.
Mentalmente se lo ripetè più volte, come un mantra, e si diede finalmente il permesso di tornare a respirare.

Lo vide arrancare verso di lei... Quel giovane uomo per lei così importante.

L'unico della sua vita a non averla mai abbandonata  ad esserle rimasto fedele. L'unica spalla su cui sapeva di poter contare, su cui poteva piangere e appoggiarsi senza aver paura di essere tradita.

Sentì le proprie mani tremanti sollevarsi verso di lui. Ancora pochi passi e l'avrebbe stretto tra le sue braccia e non l'avrebbe lasciato mai più.


L'eccitazione però, durò poco.

Gli occhi rubino della principessa del Regno di Koga si puntarono in quelli cobalto di Raiju e quello che a malapena intravide la fece arrestare di colpo.
Scosse il capo incredula.
Non c'era traccia di Hak dentro quegli occhi.
Yona si portò tremante una mano alle labbra e cercò invano di dire qualcosa mettendo meglio a fuoco la sua figura che si trascinava in una camminata lenta e altalenante che sembrava sfiancarlo ad ogni incerto passo che compiva.
Si gelò e non riuscì a proferire parola, protraendo invece, con dolcezza e trepidazione, una mano verso quell'uomo a lei sconosciuto, - ma allo stesso tempo dannatamente familiare, - dall'aria stanca e sconfitta.
Una scossa le percorse la schiena. Una scossa carica di aspettativa e desiderio che la rossa non riuscì a reprimere, al pensiero di quel contatto da lei così bramato.


Un contatto che mai arrivò...


Yona sgranò gli occhi cremisi quando Raiju la superò affaticato.
il mondo si spense intorno a lei e un freddo gelido la circondò, facendola rabbrividire. Facendola sentire sola.

Si girò meccanicamente, quasi a fatica, intravedendo con gli occhi pieni di lacrime - a cui non dava ancora il permesso di cadere liberamente -, la figura sfocata di Hak accasciarsi sulla spalla di quello che un tempo era il terzo elemento del loro trio. Il loro caro amico d'infanzia, ora loro Sovrano. Vide il Re sgranare gli occhi, incerto su come muoversi.

Il volto del biondo era segnato dalla stanchezza e dalla sofferenza che la malattia gli stava procurando.
Lo vide abbassare poco e lentamente lo sguardo, accettando la presenza inspiegabile e scioccante, - per lui,- del ritrovato ex-amico.
Gli occhi cerulei tremolanti, mentre ne constatava le condizioni.

Alla principessa non sfuggì un'importante particolare... Nella presa ben salda della mano del moro v'era un sacchetto logoro, di un marrone scuro.

"E' l'erba Senju..." il sussurrò di Raiju le arrivò chiaro alle orecchie e la vista di lui che piano scivolava nelle braccia di SuWon le fece venire alla gola un conato di vomito.
"HAK!" Gli corse incontro, anche se il suo cuore era titubante.
Si diede della stupida mentalmente.
In quel momento, la principessa, valutava il valoroso e altruistico gesto della Bestia del Tuono come un'oltragio, un tradimento, e si sentiva tremendamente in colpa per questo.

La verità era solo una. L'unica. (*)
Voleva esserci lei.
Lì, in quel momento, voleva essere lei ad abbracciare, sostenere e ricomporre, Hak.
Ma, la cosa che le faceva stringere il cuore, era il pensiero che lui, invece, non la pensasse così. Che non la valutasse degna. Che non avesse pensato a lei ogni secondo in quella forzata lontananza come invece la principessa aveva fatto. Ogni minuto, ogni istante, si era ricordata di lui. Si era impegnata ad imprimere a fuoco l'immagine del ragazzo nella mente, agoniando il momento del tanto desiderato incontro.

Quei pensieri la schiacciarono con una forza inaspettata mentre si avvicinava cauta all'uomo, - accasciato e privo di forza,-  fonte della sua fissazione.
Allungò una mano verso di lui e gli toccò piano una spalla ricopera dalla leggera veste in lino, sporca di sangue.
Quel leggero e breve contatto la fece scoppiare in lacrime mentre, bramosa, fece scivolare la mano sulla schiena di lui, avvicinandosi.
"Hak..." le fuoriuscì in un sussurro. "Hak, Hak... HAK!" la voce le si alzò di un'ottava, mentre lo sguardo ancora sconvolto di SuWon cercò il suo, di un disperato rubino.
"Yona... Sta respirando. E' vivo!"

La principessa si immobilizzò.
Avrebbe voluto urlare, in quel momento.
Lascialo! E' mio! Sono io a doverlo medicare! Lascialo andare! Lascialo a me!
Nella sua mente, i suoi veri pensieri lottavano per uscire. Pensieri di una principessa viziata e malavezza. Pensieri di una natura così lontana da lei. Pensieri che la fecero vergognare e sbottare in lacrime, afflosciandosi a terra.


Pensieri di una donna innamorata.






***





L'acqua era ovunque intorno a lui.

Ancora...

La sentiva schiacciante, in ogni parte del corpo, ed il rumore che gli risuonava nelle orecchie era assordante.
Sono ancora fermo qui? Hak pensò che sicuramente, quella era la fine. Pensò di ritrovarsi in un vortice che mai avrebbe smesso di girargli intorno.
Pensò che mai sarebbe riuscito a salvarsi e tornare da loro. A quei giorni spensierati. Quando tutti insieme vagabondavano per la contea, felici anche solo di essersi svegliati salvi, affamati e uniti.
Quanto gli mancavano quei momenti. Erano l'unica luce che, nel buio di quegli istanti interminabili, gli avevano donato la forza per non crollare...
Ancora
.

Aprì un occhio. Poi un altro.

Era notte. Lo intuì dal fatto che non cercò subito di coprirsi le iridi. Si schiarì la gola e si guardò intorno spaesato, tirandosi su a sedere con fatica. Appurò di trovarsi in una tenda ed abbassando lo sguardo sul suo corpo si accorse di essere stato medicato.
Dove sono?
Cercò invano di far riaffiorare i ricordi, ma era tutto così sfocato, nella mente del guerriero, che non potè dire con certezza di essere finalmente al sicuro.
Al sicuro?

L'attenzione dell'uomo venne catturata da un leggero ticchettio. Inizialmente era flebile e proveniva al di sopra di lui. La Bestia del Tuono alzò lo sguardo ed il fastidioso rumore si estese insistente intorno a lui... Lo circondò. Pesante. Assordante. Ritmico.

Acqua.

Raiju schizzò a sedere. Ignorò le vertigini che prepotenti lo annebbiarono e cercò di trascinarsi fuori da quel momentaneo rifugio.
"Devo... Devo riferirlo a Yun!" I pensieri gli vorticavano in testa insistenti e malevoli.
Immagini di distruzione e dolore gli si presentarono davanti agli occhi. Il villaggio non sarebbe stato distrutto e gli abitanti non avrebbero sofferto se solo lui fosse riuscito ad avvisarli. Se solo lui avesse avuto più forza. Se solo lui fosse riuscito ad arrivare in tempo.

Uscì dalla tenda e, mentre il rumore dell'acqua si faceva sempre più nitido alle sue orecchie, sentirla cadere e posarsi su di lui gli fece pian piano perdere quel poco di senno che gli era rimasto.


***






Yona sollevò di lato il leggero ombrello rosso rubino e lo sguardo si posò curioso sul paesaggio intorno a lei.
Immobile.
Sembrò che il tempo si fosse fermato mentre i contorni delle capanne si facevano nitide ai suoi occhi ed il rumore dell'acqua diventò un sottofondo piacevole e continuo. Si era presa solo quell'unico momento per lei, da quando tutti insieme si erano recati all'accampamento per medicare i feriti, riposarsi e rimpiangere i morti.
La scarlatta aveva aiutato in giro a preparare letti, assistendo i soldati ridotti in condizioni più o meno critiche. Tuttavia, in molti avevano riportato ferite. Fisiche e non.

Passando tempo nelle tende, - nella realtà della guerra, così nuda e cruda, - aveva provato e percepito molto dolore, riconoscendo paura e lealtà nel viso di chi aveva medicato.

La principessa si ritrovò a perdersi e ritrovarsi in quell'unico istante. Si rivedeva lì, in piedi sotto la pioggia, con il frenetico mondo che le scorreva intorno.

Stava facendo di tutto per non fermarsi a pensare, (a lui).
Sta bene.
Inspirò.
E' vivo.
Espirò.

Uno spostamento. Un rumore di passi pesanti poco distanti la lei...
E lei, si girò.
Vide una grande figura. Familiare. Zoppicava... allontanandosi. (da lei)

Sgranò gli occhi quando mise finalmente a fuoco.
Era grondante d'acqua. Le bende, la tunica, i piedi... Tutto di lui era fradicio. I capelli gli si erano attaccati alla fronte. Molto più lunghi di come lei li ricordasse.
Cosa stava facendo? Il ragazzo era malridotto e pieno di ferite. E, dallo sguardo vitreo, Yona capì che quell'uomo che arrancava davanti a lei, non era lui.
"H-...Hak?" un sussurrro.

Lo udì, ma non si voltò.

Yona scattò in avanti, parandosi davanti il ragazzo, cercando di afferrargli un braccio. "Hak! Cosa stai facendo?!" la voce risultò allarmata anche alle proprie orecchie.
"Sei ferito, non dovresti essere qui fuori!" Lo scosse, cercando di riportare l'attenzione dell'uomo su di lei.

Lo sentì tremare e lo vide alzare il possente braccio, scostando malamente il suo, - al confronto esile e fragile - e l'ombrellino della rossa cadde sul terreno con un tonfo ovattato dalla pioggia.
"Hak! Dobbiamo tornare dentro, devi riposare! Hai riportato gravi ferite..."
"Devo avvertire Yun! Devo avvertire le persone del villaggio... Scappate!" Gli occhi dell'uomo erano fissi davanti a lei, la oltrepassavano, ma non guardavano nessun punto in particolare.
Fu in quel momento che Yona capì che il suo fedele compagno e amico, era sì, lì davanti a lei, ma allo stesso tempo non era più lì con lei.
Lo sguardo di Hak trasudava di tristezza e d'impotenza e... di paura. Una paura quasi tangibile.

Yona posò gli occhi sul volto dell'uomo, scansionandolo. Comprese solo allora, guardando i grandi cerchi viola intorno agli occhi e le rughe intorno ad essi che Hak non si era mai mosso dal villaggio dov'era avvenuta la 'Grande Inondazione'. Il ragazzo si trovava ancora lì, intento a combattere e a difendere gli innocenti anche a costo della propria vita.
La principessa si chiese solo per un secondo se mai l'avesse ritrovato e, a quel pensiero, scosse freneticamente il capo.
"Hak, guardami!"
Vuoto. I suoi occhi erano vuoti.
"Hak... perfavore..." sussurrò.
Lo vide fermarsi e voltarsi, con lo sguardo perso, nel suo.
Finalmente.
"P...Principessa?" Un sussurrò di lui, che risuonò come un grido nelle orecchie di lei. Si avvicinò, entrando piano tra lesue braccia.
Si posizionò al centro del suo petto e lo vide alzarasi e abbassarsi, ritmicamente, affannato.
I lineamenti duri di lui si ammorbidirno un poco e negli occhi atoni passò una breve scintilla di consapevolezza. Chinò il capo, guardandola. Come se la rivedesse per la prima volta, dopo un lungo, interminabile, periodo.
"Voi siete... Davvero la principessa?" Hak chinò il capo mentre, incessante, la pioggia cadeva senza pietà su i due giovani.

Yona puntò gli occhi nei suoi, carichi d'emozione.
"Sono io. Ora... Puoi riposare, ci sono io." Alzò tremante una mano e la posò leggera sui capelli fradici di lui, accarezzandoli.
Di risposta Hak afferrò saldamente la mano della rubina, trascinandosela a coprire l'orecchio. Chinò il capo e scese lentamente ad appoggiare la fronte su quella di lei, chiudendo gli occhi.
"Salvami." un mormorio.
Yona scoppiò in lacrime mentre portava anche l'altra mano a coprire l'orecchio del guerriero e rimaneva così, a fissarlo tra i singhiozzi, volendo cancellarne tutte le sofferenze.

Yona pianse a dirotto, scossa da potenti singhiozzi, sotto la pioggia.
Pianse per tutte le battaglie passate fino a quel momento. Pianse per tutti i morti, i feriti e i dispersi... Pianse per il suo regno, e per tutta la cattiveria che la circondava. Pianse per la malattia del Re che si aggravava ogni secondo che lei passava lì fuori; pianse per il destino dei quattro Draghi e allo stesso tempo per la felicità di averli conosciuti.
Pianse per lei stessa. Pianse per l'orrenda fine che era inesorabilmente toccata al suo povero padre, cercando invano di scacciare gli agghiaccianti flash di quella notte che, a tratti, sembrava rivivere senza una fine.
E, alzando gli occhi e guardando il ragazzo davanti a lei, pianse per lui.
Che aveva sacrificato la sua intera esistenza per servire lei, per accompagnarla, sostenerla e guidarla.
E alla fine tra i due era stato il primo a perdersi.





Entrarono nella capanna abbandonata uno alla volta, infreddoliti e gocciolanti.
Erano così distanti, - non solo fisicamente,- che a Yona sembrò di non riconoscere affatto la persona davanti a lei.
Vide le spalle grandi di lui precederla ed entrare nell'abitazione.

Tutto era distrutto ed abbandonato. Le travi sopra il soffitto erano marce e perdevano acqua, mentre il rumore della pioggia era scemato quasi del tutto.
Intorno a loro c'erano solo pochi mobili ammuffiti e coperte logore buttate a terra, ricoperte di fango e terriglia.

La principessa si girò verso il muro, dando le spalle all'uomo, con l'amaro in bocca ed un nodo allo stomaco.
Aveva passato le ultime notti prima dello scontro con il Kai del Sud a porsi domande su dove potesse essere la Bestia del Tuono... Se fosse vivo e nascosto da qualche parte. Se la stesse aspettando e pensando come faceva lei tutti i giorni dalla sua scomparsa. Ma ora che l'aveva nuovamente davanti agli occhi era ferma al suo posto, impotente.
Si sentiva bloccata.
Bloccata dalle proprie emozioni. Non riusciva a reprimerle ma sopratutto a dimostrarlgiele.
Come se in quel momento, anche un semplice abbraccio di bentornato, oltre all'affetto e alla familiarità che da sempre legava i due giovani, sapesse ora anche di un'altro sentimento.
Consapevolezza.

"Aspettiamo che la pioggia cessi del tutto poi tornerem-!" Yona si bloccò sul colpo, mentre due braccia possenti la circondarono da dietro, facendola immobilizzare.
"H-Hak..?" Sentiva il torace scolpito dell'uomo premere dietro la sua schiena e deglutì alla sensazione di sicurezza che la invase. Raiju la fece girare, chinandosi su di lei, afferrandole il viso con una stretta delicata, ma allo stesso tempo ferrea.
"Credevo..." Puntò gli occhi cobalto nei suoi, di quel rubino così intenso che sarebbe potuto rimanere a fissarli per ore. "Che non ti avrei più rivista."
Un brivido corse lungo la schiena della ragazza che coprì le grandi mani del guerriero con le proprie, così minute a differenza dell'uomo, e guardandolo si emozionò.

Lei stava toccando quelle mani... Mani ruvide piene di calli, schegge e tagli. Mani forti che ricoprivano interamente le proprie. Mani calde come il fuoco che lasciavano scie bollenti sul suo corpo. Mani che avevano salvato così tante vite.
Le sue mani.

E lei, non avrebbe mai voluto altre mani a toccarla.
"E invece siamo qui... Insieme." sussurrò. Alzò gli occhi quando il viso di lui si abbassò alla propria altezza e rimase estasiata dal colore acceso e dall' urgenza di come la guardava. Come se non esistesse nient'altro che loro due, in quel momento.
In quella bettola abbandonata.

Raiju la fissò intensamente, chinandosi fino a sfiorarle la fronte. I propri occhi seguirono la curva dritta del nasino di lei e si incatenarono a quelle labbra piene e rosee che aveva sognato senza tregua, in quei giorni.
"Principessa..." un sussurro appena percettibile sul suo labbro inferiore e Yona deglutì, aspettando con ansia il momento del contatto. Le palpebre le si abbassarono poco, socchiudendosi, protraendo il viso verso quello di lui.
Hak sghignazzò intuendo l'urgenza di lei. "Vi sono mancato?" quando solo pochi millimetri li separavano, lei annullò del tutto la distanza, fiondandosi sulle sue labbra, assaporandole in un timido ma fremente bacio.

La testa di Yona vorticava mentre i due erano un non ben identificato intreccio di labbra e mani. Raiju le teneva la testa china, tirandole leggermente i capelli, non staccandosi nemmeno per un secondo da quelle labbra così perfette. I leggeri gemiti che si susseguivano languidi da lei gli facevano perdere quel poco di lucidità rimasta. La mano lasciata libera corse alla veste della principessa, cercando invano un modo per toglierla.

Yona si era completamente sciolta alle effusioni di lui. Effusioni che celavano un desiderio ed una fretta che la lasciarono senza fiato. Certo, non era la prima volta che si lasciavano andare a quelle dimostrazioni, ma stavolta tutto era diverso. Sentiva le mani di lui ovunque, le percorrevano il corpo magro che fremeva ad ogni tocco. Voleva di più. Molto di più.

Avvicinò il corpo minuto a quello di lui, molto più grande. La sovrastava e la cosa le piaceva da morire. La eccitava. Si schiacciò su quel petto scolpito ed alzò una mano sul tessuto di lino, infilandola dentro. Era caldo. Di un caldo bollente che la fece sospirare mentre i baci di lui si spostavano sulla linea dritta e delicata della sua mascella, scendendo in una scia infuocata verso il collo dove alternava morsi e leccate che la fecero sussultare dal piacere.
Gli aprì poco la veste di lino e accarezzò quei pettorali scolpiti, attenta a non toccargli le bende che spuntavano prepotenti a mezzo busto.
Toccarlo la fece sentire finalmente viva e al sicuro.
Lui era lì con lei.

"Mh... cazzo?!" Hak cercò nuovamente un'apertura nella veste della donna e, non trovandola, mugugnò sul suo collo.
"Al diavolo!" imprecò e, con un gesto rapido e preciso, afferrando l'estremità di una spalla, gliela trascinò via lungo i seni, finalmente scoperti.
Alla sua vista, con il volto arrossato, le labbra gonfie e la veste raggomitolata lungo i fianchi... Con il seno scoperto e i capezzoli turgidi all'aria fresca, il cervello di lui ebbe un black-out totale.

Si tuffò su quella vista, chinando il volto sui seni di lei, che gemette, inarcando la schiena, permettendogli il pieno accesso. Hak li leccava, li mordeva e non poteva più aspettare. La sua pelle morbida era un richiamo davvero periocoloso per lui ed in quel momento capì che c'era un solo posto dove voleva essere. Dentro di lei.

Yona si ritrovò a stringere le mani intorno ai capelli corvini dell'uomo, mentre sussurrava il suo nome misto a dei gemiti che nessuno le aveva ancora mai fatto emettere.
Con lui, la sua timidezza andava a farsi un giro e rimaneva solo la voglia che la ragazza sentiva in sua presenza. La voglia di toccarlo, di stargli accanto. Di supportarlo. Di passare la vita con lui. E con gli altri. Magari viaggiando, alla ricerca di avventure... Non importa, lei non voleva la vita di palazzo.
Ma ormai solo di una cosa era certa... Aveva capito. Le loro vite erano legate.

Solo con lui si sentiva viva e libera di esprimersi appieno. Senza pregiudizi. Ma con la costante consapevolezza di sapere che per lui sarebbe rimasta sempre la principessa del Regno di Koga.

Solo per lui.

Hak fece scivolare le mani al di sotto della tunica, vicino alle cosce di lei, ed ebbe un brivido quando non vi trovò nessun tessuto a sbarrargli la strada.
Si arrestò e la guardò, bramoso.
"Io davvero..." Cominciò. La voce rauca e piena di lussuria. Aveva bisogno di dirglielo. Voleva che lei capisse.
"Voi non potete capire cosa significhi per me vedervi ora. In questo esatto istante. Ed iniziare a comprendere davvero che siete reale... Che io non sono morto."

E Yona si ruppe.



Era sicura di essersi rotta a quelle parole.

La donna era ansante e carica di eccitazione. Gli piaceva la piega che stava prendendo la situazione ma quelle parole la riportarono bruscamente alla realtà.
Lo guardò e gli prese il viso tra le mani.
Le sue dita così piccole si posavano delicate sulla spigolosità della mascella di lui, in un gesto così dannatamente tenero che sciolse il cuore già malridotto di Raiju.
Yona cercò di caricare il suo sguardo con tutta l'emozione che provava in quel momento e di trasmetterglielo.
Uno sguardo carico di passione, di nostalgia, e di tutti i sentimenti che aveva provato quando aveva saputo della sua scomparsa. La lacerazione che aveva subito il suo spirito a quella perdita.
"Hak. Io sono qui e tu sei qui. E io non ti lascerò andare di nuovo." L'affermò, convinta e sicura.
"Non lascerò nuovamente che il mio mondo vada in frantumi." sussurrò.
Hak sgranò gli occhi a quelle parole. Il cuore che batteva frenetico nel petto. Le prese una mano e se la portò proprio su quell'organo che ora, sotto lo strato di pelle, batteva solo per lei.
La guardò, suggellando una tacita promessa.
"Lo senti?"
Yona chiuse gli occhi, sorridendo al suono regolare e ritmico.
"E' tuo. Io sono tuo, per sempre."  

Le labbra di lui trovarono con foga quelle della rubina, alternando baci infuocati a carezze ed effusioni che mandarono tutti e due in estasi, estraniandoli dalla realtà e da tutto ciò che questa comportava.

Quel giorno, in una capanna abbandonata, due giovani si amarono in silenzio.
In quella giornata di pioggia battente, da dietro le spesse nuvole cariche d'acqua, uscì il primo raggio di sole.








NOTE DELL'AUTRICE
:

(*: se avete notato i due hanno pensato la stessa frase. Ho voluto fargli esprimere lo stesso concetto per far intendere che anche se non l'ammettono apertamente hanno preso coscienza dei sentimenti per l'altro.)

Dio mio che fatica!
Salve e buona domenica! :) Credevo che non sarei mai riuscita a pubblicare, sembrava che questo capitolo non avesse mai una fine per me.
Continuavo a scrivere e aggiungere cose inutili che poi mi portavano ad aggiungerne altre e insomma... Sarebbe durato altri quattro. XD
In definitiva mi dispiace per due cose: la fine forse un pò frettolosa (ma davvero, sennò non sarei mai riuscita a concludere) ed il fatto che attenendomi ai capitoli del manga, cercando di far prendere la piega che volevo io, ho potuto giocare poco di fantasia. Ma alla fine era solo una revisione dei capitoli quindi... vabbuone cusì.
Potevo spingermi più in la nelle scene hot? Bhè si ovvio, ma avrei dovuto cambiare il genere e ho preferito rimanere sul leggero...
Alla fine sono comunque molto contenta di aver scritto questa breve storia! Spero che anche a voi sia piaciuta e di esser riuscita a regalarvi qualche emozione!


Vorrei - almeno nella mia testolina - prima o poi scrivere un'originale con personaggi ambientazione etc tutto creato da me... Staremo a vedere e spero la seguirete!

Mando a tutti un abbraccio e di nuovo, buona domenica!

cyra.















   
 
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