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Autore: loverrrr    13/03/2024    3 recensioni
Edward e James hanno un sogno: diventare avvocati e aprire uno studio insieme. Le loro giornate sono fatte di studio e lavoro, per pagarsi gli studi. Nella loro testa c'è solo una cosa: prendere la laurea. Cosa accadrebbe se l'amore bussasse alle loro porte? Scopriamolo insieme...
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, James, Victoria | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Buona sera/buongiorno. Questa storia mi sta prendendo tantissimo e non potete immaginare come andrà avanti; più leggo i prossimi capitoli e più mi piace sempre di più. Vi lascio al capitolo e vi aspetto nei commenti, fatemi sapere cosa ne pensate.

 

 

 

Bella, frustrata e arrabbiata con sé stessa, sperava segretamente di poter tornare indietro nel tempo, per cancellare le bugie raccontate a Edward. «Dio!» esclamò, lasciando trasparire la sua frustrazione, continuando a strofinare la spugna sul manico della tazza. «Devo trovare il modo di farmi perdonare da Edward» disse.

Victoria mise una mano sul braccio dell’amica, cercando di calmarla. Bella si voltò verso di lei con uno sguardo cupo e disse: «Avevi ragione tu, dovevo parlargli subito. Ma ogni volta che lo vedevo… e poi, lui cominciava a parlare… e… non sai tutti i discorsi che mi ha fatto riguardo Cime Tempestose» sospirò, ricordando le conversazioni con Edward.

«Ti prego, non nominare quel libro perché ne ho le scatole piene» intervenne James con un brontolio, appoggiando sul tavolo un vassoio pieno di bicchieri vuoti.

Victoria si voltò verso di lui. «Non credo sia il caso di creare discussioni.»

«Invece, James dovrebbe prendermi a sberle. Ho rovinato tutto con Edward, e ora non vuole più vedermi» si lamentò Bella, riprendendo a strofinare il manico della tazza con più forza.

«Il fatto è che Edward è sempre stato sfortunato in amore. La sua ex stava con lui solo per i soldi e la fama di suo padre» continuò James. «E quando ti ha conosciuta, era così felice di aver finalmente trovato una ragazza seria, dedita allo studio. Bella, tu lo hai ferito molto.»

«Ferito? James, io ho tradito la sua fiducia. Mi sono comportata come una stronza e dubito che riuscirò a farmi perdonare. Ma ci sarà pur un modo?» chiese Bella, con voce piena di rimpianto. Mentre pronunciava l'ultima frase, Bella sfregò così forte il manico della tazza che si ruppe. Sospirò. «Lo vedete? Io so solo combinare guai.»

«Forse, un modo c’è» disse James, cercando di tirare fuori una soluzione.

«Farò tutto quello che vuoi. Tutto pur di riconquistare la sua fiducia» disse Bella determinata.

«Ok. Edward lavora ogni fine settimana alla pizzeria Volturi come cameriere e lavapiatti. Ho saputo…» James esitò prima di confessare, poi proseguì: «Ok, me lo ha detto lui, che stanno cercando due cameriere e… pensavo che… tu e Victoria…»

«Sì, ci sto! Dimmi quando mi devo presentare per il colloquio» disse Bella d'un fiato, entusiasta all'idea di un piano per riconquistare Edward.

«Se vuoi, ti posso accompagnare anche oggi stesso dopo l’orario di lavoro» si offrì James.

«Ottimo! Victoria viene con me, vero?» Bella si voltò verso l’amica, sperando di sentirle dire di sì.

«Un lavoro extra ci farà comodo, per cui, d’accordo» rispose Victoria, riconoscendo l'opportunità che si stava presentando.

«Oh, grazie Viky. Grazie davvero» esclamò euforica Bella, abbracciando Victoria, riconoscente per il suo sostegno.

***

Il colloquio con i proprietari della pizzeria Volturi andò alla grande; presero entrambe e diedero loro appuntamento per il prossimo sabato. La pizzeria distava venti minuti dalla loro abitazione, ma con un taxi o un autobus l’avrebbero raggiunta in poco tempo. Bella sperava che Edward non avrebbe fatto scenate, ma era pronta anche ad essere umiliata davanti a tutti, pur di riconquistare la sua fiducia.

Victoria la rassicurò: «Andrà tutto bene, vedrai.»

Bella non ne era proprio convinta, ma ringraziò l’amica per il suo supporto mentre scesero dall’autobus. Era giunto il momento di entrare in pizzeria, salutare i nuovi colleghi e mettersi al lavoro. 

Dopo aver indossato il grembiule e infilato una penna con un taccuino nella tasca del grembiule, Bella e Victoria uscirono dalla stanza adibita allo staff. A pochi metri da loro, Edward e un loro collega, Eric, stavano venendo avanti.

«Edward, loro sono…»

«Cosa ci fai qui?» chiese Edward, stringendo le mani a pugno dal nervoso.

«Io e Bella abbiamo letto in rete che stavano cercando due cameriere e…»

Victoria fu interrotta da Edward, non proprio amichevolmente.

«Bella, ti ho fatto una domanda: cosa ci fai qui?»

«Hai ragione, sono stata una vera stronza con te e sono la prima ad odiarmi per quello che ti ho fatto. Ma ti prego, lasciami spiegare» disse Bella con uno sguardo che rifletteva tutto il suo dispiacere.

«Hai tutto bene, sei stata una stronza» le disse Edward con occhi carichi di odio e di risentimento. Poi, le passò davanti e andò a cambiarsi.

«Anche qui me la dovevo ritrovare. Quella stronza!» brontolò nervosamente, infilando il grembiule.

«Edward, io e Ben non pensavamo che voi due vi conosceste. Se vuoi posso dirgli di cambiare i turni» fece Eric. Lui era capo sala, mentre Ben si occupava della gestione del personale.

«Lo sai cosa mi ha fatto? Si è finta una studentessa della Columbia per prendermi in giro» raccontò Edward con frustrazione e odio. «Ah, ma questa me la paga cara. Si sbaglia se pensa che mi basti mandarla a quel paese» aggiunse mettendo il taccuino e la penna nel grembiule.

«Quindi, con i turni come facciamo?» chiese nuovamente Eric.

«Lasciali pure così. Adesso è arrivato il mio momento» disse con una punta di vendetta negli occhi e uscì.

Eric sperò che non combinasse casini durante il servizio, altrimenti addio lavoro. La pizzeria si riempì in poco tempo, e Bella sperava di riuscire a trovare un minuto di pausa per poter parlare nuovamente con Edward. Al contrario, Edward ignorava Bella mentre girava tra i tavoli meditando vendetta.

La fine del turno arrivò, Bella uscì dalla stanza dello staff, accompagnata dal pensiero di lasciare quel lavoro. Perché continuare a servire i tavoli in pizzeria, se Edward le rivolgeva solo sguardi di odio?

«Mi dispiace di averti trascinata qui Viky» disse Bella, salendo in taxi. «Credevo che sarei riuscita a parlare con Edward, invece...» abbassò lo sguardo, rattristata «Credo sia il caso di lasciare il lavoro. Scusami per averti trascinata qui»

«Dispiace anche a me, Bella. Ma non ti preoccupare, qualunque decisione tu decida di prendere, io sarò al tuo fianco.»

***

Un altro fine settimana era alle porte e Bella era indecisa sul tornare a lavorare in pizzeria. Al contrario, Victoria ci aveva riflettuto bene e un altro lavoretto non era poi così male. Sommando i soldi del lavoro alla caffetteria, più quelli della pizzeria, avrebbero potuto mettere più denaro da parte per l’università. Il problema, però, era convincere Bella.

«Victoria ha ragione, cosa ti frega di Edward? Sbaglio, o sei venuta qui per realizzare insieme alla tua migliore amica il vostro sogno?» Mike era arrivato a casa loro in soccorso di Victoria.

«Mi frega perché Edward mi piace e sto male a lavorare nello stesso posto, sentendomi una merda perché l’ho trattato male!» confessò Bella frustrata, alzandosi di scatto dal divano.

«Fallo per me. Ti prego, Bella» la supplicò Victoria.

«Lo so che tu ci tieni molto e, credimi, anche io ci tengo al nostro sogno. Ma…»

«Allora, fallo. Vieni a lavorare lì e fregatene di Edward» nel tono della voce di Victoria c’era tutto il desiderio di diventare traduttrice, e Bella, non se la sentì di infrangere il sogno dell’amica.

Si voltò verso di lei. «Va bene» disse cercando di sorriderle.

«Grazie.»

«Infondo, hai ragione tu, e anche tu Mike. Siamo venute qui per diventare traduttrici, no? Perché dovrei farmi rovinare questo sogno da un Edward qualunque?» disse Bella, cercando di convincersi.

«Così mi piaci, cugina!» esclamò Mike, dando una pacca sulla spalla di Bella.

Dopo un abbraccio di gruppo, Mike le accompagnò in pizzeria. Bella non si lasciò trasportare dalla tristezza, bensì cercò di focalizzarsi sul suo sogno: diventare una traduttrice. 

Tuttavia, quando incrociò lo sguardo di Edward, ecco che i sensi di colpa tornarono a farle visita. Il giovane avvocato era intenzionato a non degnarla di uno sguardo o, nel caso in cui lei si fosse girata a guardarlo, era pronto a lanciarle uno sguardo carico di odio; questa era la sua vendetta.

Il servizio era giunto al termine, mancavano solo da pulire alcuni tavoli e Bella doveva prendere una pezza. Si rivolse a Edward, il quale stava sistemando dei bicchieri sopra un vassoio. Insieme a lui era rimasto Eric, e naturalmente Victoria, ma erano andati a pulire il forno e sistemare alcuni cartoni delle pizze.

«Edward, scusami, tu per caso sai dirmi dove si trovano le pezze nuove? Le altre sono tutte a lavare» gli chiese con gentilezza, cercando di ignorare la tensione tra loro. Si era detta di non farsi rovinare il suo sogno da un Edward qualunque, nonostante il suo stomaco fosse ancora attanagliato dai sensi di colpa.

«No, però so dirti dove si trovano le stronze perché ne ho una qui davanti a me» rispose Edward, con rabbia.

Lei scappò via e si rifugiò in bagno, dove scoppiò a piangere.

*TOC, TOC!*

«Victoria, vai via!» singhiozzò. Era sicura che fosse lei.

Victoria aprì la porta, e trovò Bella seduta per terra con le ginocchia al petto. «Ehi…» mormorò, abbassandosi per avvicinarsi.

Bella l’abbracciò, tra i singhiozzi. «Ho sbagliato, è vero. Ma perché trattarmi in questo modo? È tutta la sera che mi guarda con odio e prima mi ha dato di nuovo della stronza» cercò di dire, tra le lacrime.

«Sono sicura che gli passerà. Ora, però, ci asciughiamo queste lacrime e diamo le nostre dimissioni.»

«Viky, cosa stai dicendo? E il nostro sogno di diventare traduttrici? Lo desideriamo dai tempi del liceo» Bella sciolse l’abbraccio e guardò l’amica con sgomento.

«Il nostro sogno è importante, ma non quanto la nostra amicizia e se lavorare qui significa vedere la mia migliore amica piangere, be’…»

Victoria venne interrotta dal rumore di un piatto caduto a terra, che la fece sussultare insieme a Bella. 

Edward indietreggiò, schiacciando alcuni pezzi del piatto. Si sentiva una merda, uno stronzo per le parole dette poco fa a Bella; soprattutto, non immaginava che lei avesse un sogno così tanto grande.

«Edward, tutto bene?» Eric era preoccupato.

«Scusa, ora raccolgo.»

«Lascia stare, faccio io. Tu, vai pure a casa.»

«Grazie» Edward gli sorrise e andò a cambiarsi.

Accartocciò il grembiule sulla sedia, invece che rimetterlo al suo posto quando nelle orecchie gli arrivò la voce di Eric.

«Ragazze, qualcosa non va? Non vi trovate bene con qualche collega?» chiese Eric, dispiaciuto.

«Ma no, Eric. Victoria è solo un po’ stanca e stava pensando di mollare il lavoro, tutto qui» Bella sorrise al ragazzo. «Però, non ti devi preoccupare. Noi rimaniamo.»

Eric, sospirò. «Mi fa piacere, anche perché siete molto brave e al momento non ci possiamo permettere di rimanere scoperti.»

«Grazie a te per averci prese. A sabato prossimo» replicò Bella e uscì con Victoria.

«Bella, ma sei sicura?» chiese Victoria, preoccupata.

«Sì, stai tranquilla.»

Fuori dalla pizzeria, Mike le attendeva con due panini e due bibite. «Eccovi ragazze!» disse andando incontro alle due.

«Ehi, cugino!» esclamò Bella.

«Allora, com’è andata?» chiese Mike.

«Edward mi ha data della stronza e Victoria voleva licenziarsi, ma nel complesso tutto bene.» rispose Bella.

«Oh, vi ho portato due panini.»

«Grazie, ho una fame. E tu, Viky?»

«Io? Sto morendo di fame!» confermò Victoria.

Mike porse alle ragazze i due panini. «Le bibite sono in macchina.»

Bella e l’amica diedero subito un morso ai panini; poi li misero dentro al sacchetto e salirono in auto.

   
 
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