Film > Basil l'Investigatopo
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Autore: Bebbe5    25/03/2024    2 recensioni
Rattigan è tornato in azione e tocca di nuovo a Basil sconfiggerlo. Ci riuscirà anche stavolta? Per tutti i fan dell'argomento. [capitoli e titolo modificati e corretti]
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 35

CAPITOLO 35

La serra era immersa nell’oscurità quando Basil e Topson la raggiunsero ed entrarono. Appoggiata al braccio del dottore, procedeva una figura femminile, tremante dalla testa ai piedi e con il viso coperto da una veletta a maglie fitte, dietro la quale era praticamente impossibile intravedere i lineamenti. Di tanto in tanto, Topson le batteva qualche colpetto sulla mano per farle coraggio, senza però ricevere alcuna risposta o reazione. La capiva e gli dispiaceva: aveva compiuto una mossa sbagliata, dettata forse dalla possibilità di ottenere un titolo a cui molti aspiravano senza fare troppa fatica. Era stato un terribile errore di calcolo e ora doveva pagarne le conseguenze.

Basil aveva ideato un piano che, almeno in teoria, avrebbe dovuto prevenire che qualcuno di loro si facesse del male, ma con Rattigan non si poteva mai sapere: quel demonio aveva una mente molto simile a quella dell’Investigatopo, ma intrisa di una malvagità che lo rendeva molto più imprevedibile, in quanto spregiudicato. Avrebbero dovuto fare molta attenzione ai loro movimenti, così come l’ispettore Laroux che, appostato fuori, doveva cercare di non farsi scoprire da eventuali sentinelle, o avrebbe compromesso tutto.

Brynna, invece, era stata incaricata di controllare i momenti degli agenti dall’esterno, ma Topson aveva visto Basil prendere in disparte la sorella per dirle qualcosa ed aveva il forte sospetto che avrebbe avuto anche un altro ruolo in quella storia. Per il momento, però, preferì concentrarsi sulla fase iniziale del piano, ovvero portare Rattigan allo scoperto e cominciare le trattative per provare a liberare Cornelia.

Secondo Basil, nonostante fosse altamente improbabile che gli scagnozzi del criminale lo avessero raggiunto in così breve tempo, non era impossibile che fosse riuscito a trovare qualcuno da cui farsi aiutare, magari anche solo per controllare che la polizia non intervenisse, come da sua richiesta. Intorno a loro, il silenzio regnava sovrano, rotto solo dal suono di qualche goccia d’acqua che cadeva da una foglia e precipitava nelle pozze sottostanti.

“Ma dov’è?” domandò il dottore, facendo sobbalzare la topolina accanto a lui. Basil non rispose subito, preso com’era dal guardarsi intorno per individuare il suo rivale nella serra.

“In qualche punto da cui può vedere tutto, per assicurarsi che rispettiamo le sue condizioni. Direi sopraelevato”.

Aveva ragione, ovviamente: quando si avvicinarono al centro della serra, videro che c’era una luce accesa su una delle fontane più alte. Era di pietra, costruita su due piani concentrici: sul piano più alto, si intravedevano delle ampie foglie che sembravano costituire una sorta di piccola foresta tropicale intorno a uno zampillo dal quale, durante il giorno – almeno così pensò Topson - l’acqua doveva scorrere da un piano all’altro, creando un gioco di correnti che probabilmente faceva muovere le piante che galleggiavano sulla superficie.

In quel momento, tuttavia, non era l’acqua a muoversi, ma Rattigan, il quale passeggiava avanti e indietro sul cerchio esterno, le mani intrecciate dietro la schiena, gli occhi fissi sui tre topi in arrivo.

“Bene, bene, bene. Siete arrivati giusto in tempo, quasi cominciavo a pensare che Brynna fosse riuscita a convincerti a desistere, Basil” li accolse beffardo, mentre i tre si fermavano davanti alla fontana.

“Ah, il trucco della donna velata… un po’ datato, non trovi? Molto irritante, soprattutto”

“Dov’è Cornelia?” chiese l’Investigatopo, ignorandolo e ottenendo una risata in risposta.

“È qui vicino a me e sta bene, non temere. Nonostante la tua opinione su di me, sono uno di parola. Tuttavia, a questo punto, vorrei che le trattative si svolgessero allo scoperto, se capisci cosa intendo”

“Oh, capisco perfettamente, ma un accordo del genere prevede un’azione equa da ambo le parti, non trovi?”

“Trovo che tu non sia nella posizione di trattare. Ho letteralmente il coltello dalla parte del manico, vedi?”

Rattigan sollevò un pugnale che teneva stretto in una mano, mostrandolo ai tre topi con un ghigno. Topson deglutì a vuoto: sembrava che la situazione si stesse avvicinando a uno stallo molto pericoloso, che difficilmente si sarebbe sbloccato senza fare vittime o danni. Si voltò a guardare il suo socio e vide che teneva gli occhi fissi su Rattigan, quasi a volerlo tenere inchiodato. Che stava facendo? Perché non faceva qualcosa di pratico oltre a parlare? Aveva fiducia nel suo amico, ma quella fase di incertezza lo stava rendendo nervoso e, a giudicare dal tremore della zampa della topolina accanto a lui, non era l’unico a sentirsi così. Si azzardò a distogliere per un momento lo sguardo dal criminale per controllare l’ambiente che li circondava, sperando di scorgere qualcosa, qualunque cosa che indicasse che la situazione non era così disperata come sembrava.

Sopra la fontana, legata saldamente allo stello di una pianta acquatica, Cornelia ascoltava quello che poteva della conversazione, anche se era difficile sentire con chiarezza cosa stesse dicendo Basil. Aveva finito le lacrime da un po’, ormai: Rattigan aveva tenuto fede alla sua parola e, a parte malmenarla un po’ per immobilizzarla, non le aveva fatto alcun male. Il pianto della topolina era stato causato dalla rabbia, dall’umiliazione, dal fatto di essere stata, per l’ennesima volta, la causa di una situazione spinosa e difficile da risolvere. Alzò gli occhi sul professore che, fermo davanti a lei, fissava il punto in cui dovevano trovarsi Basil, Topson e qualcun altro. Era improbabile che si trattasse di Elizabeth, l’Investigatopo non l’avrebbe mai esposta a un pericolo certo come quello, nonostante quello che aveva combinato. Doveva sicuramente trattarsi di Brynna, ma aveva ben poca importanza a quel punto: come prevedeva di uscirne? Come poteva anche solo sperare che Rattigan cedesse ai suoi patti e che tutti ne sarebbero usciti incolumi in quella situazione? Era inutile anche arrovellarsi su quelle domande, dato che lei, catturata per l’ennesima volta, avrebbe potuto fare ben poco se non aspettare.

Proprio mentre stava sospirando, però, sentì qualcosa premerle sulla bocca e sul naso, soffocando anche un grido che le sorse spontaneo. Si accorse che si trattava di una mano e che, lentamente, mentre il suo respiro affannato si assestava, stava cominciando ad allentare la stretta. Un movimento alla sua sinistra la fece voltare e fu così che si trovò davanti il volto di Brynna che, senza dire una parola, le fece cenno con la mano libera di fare silenzio. Lei annuì leggermente e vide l’altra topolina sparirle alle spalle. L’attimo successivo, cominciò a sentirla armeggiare con i nodi che le tenevano bloccati i polsi e le caviglie. Stava succedendo tutto molto in fretta e la sua mente, stanca e provata dalle mille emozioni di quei giorni, tardava a reagire come forse si sarebbe aspettata. Da una parte era un bene, perché, considerando gli ultimi eventi, se avesse provato a collaborare troppo attivamente avrebbe rischiato di rovinare tutto. Tenne dunque gli occhi fissati su Rattigan, il quale, almeno per il momento, sembrava all’oscuro di quanto stava accadendo. Forse era quello il trucco? Forse gli stavano facendo credere che Brynna fosse di sotto con Basil? Oh, ora cominciava a capire: era geniale, certo, ma anche molto rischioso, considerando il fatto che, da quello che poteva vedere, Rattigan si stava infastidendo sempre di più e stava lentamente perdendo la pazienza. Quanto ci avrebbe messo per pensare di coinvolgerla, di portarla davanti a Basil per ricordargli con cosa stava giocando?

Fortunatamente, anche Brynna sembrava saperlo: Rattigan era stato eccellente con i nodi, ma lei doveva essere venuta attrezzata, dal momento che, qualche istante dopo (anche se a Cornelia parve un’infinità), le corde si allentarono, lasciando liberi i polsi e le caviglie della topolina, la quale, però, rimase immobile, almeno all’inizio. Si concesse giusto di voltare la testa per cercare con lo sguardo il volto di Brynna che, in effetti, comparve poco dopo nel suo campo visivo.

Usando di nuovo dei gesti, le fece capire che doveva seguirla, stando però attenta a dove metteva i piedi: la cima della serra, in effetti, era un groviglio di rampicanti e foglie umidi e scivolosi, su cui sarebbe stato facile cadere e rovinare tutto.

Annuendo all’altra, Cornelia cominciò a muoversi, seguendola dalla parte opposta rispetto a Rattigan, ben attenta a dove posava i suoi passi: quella volta, era determinata più che mai a non rovinare tutto, considerate le volte precedenti, e a fare in modo che tutta quella brutta storia finisse. Se fosse riuscita a sfuggirgli, Rattigan sarebbe rimasto con un pugno di mosche e sarebbe stato più facile per loro sconfiggerlo una volta per tutte. Forse sarebbe diventato ancora più pericoloso, in quanto disperato, ma non ci sarebbe più stato alcun deterrente a fermare Basil dall’impiegare qualunque arma possibile per sconfiggerlo. Da un lato, quel pensiero la fece rabbrividire, ma non c’era tempo per le preoccupazioni o per eventuali rimorsi: quella storia durava da troppo tempo e aveva rovinato troppe vite per poter proseguire ancora. Persa in quei pensieri, Cornelia continuava a seguire in automatico Brynna, evitando con attenzione di mettere i piedi nel punto sbagliato. Improvvisamente, la vide fermarsi sul bordo della parte alta della fontana e afferrare qualcosa, prima di voltarsi per farle cenno di avvicinarsi. Quando ebbe coperto la distanza che la separava dalla topolina, quest’ultima si avvicinò per sussurrarle all’orecchio: “Prendi questo rampicante e calati giù. Sherringford mi ha detto che sei in grado di farlo”.

Non era esattamente quello che si era aspettato, ma non era certo il momento di replicare o di provare a dire qualcosa, anche perché Brynna continuava a guardare nella direzione di Rattigan con evidente preoccupazione, cercando di cogliere alcuni cambiamenti nella sua voce o nel tono, per capire se si fosse accorto dell’inganno.

Proprio quando Cornelia aveva afferrato il rampicante e stava per calarsi, sentirono quello che temevano: un ruggito giunse alle loro spalle, seguito da un suono di passi affrettati nella loro direzione. Tra le due topoline calò un istante di silenzio terrorizzato, finché Brynna non si mosse per guardare di sotto.

“Cambio di programma” disse a Cornelia, mentre, alle loro spalle, i passi si facevano più vicini.

“Sei impazzita?” Le chiese l’altra, guardando anche lei l’acqua ferma sottostante. “È troppo alto, ci schianteremo”

“Non so te, ma, considerata l’alternativa, preferisco correre il rischio” Le rispose Brynna, prendendola per un braccio. “Forza, salta!”

Cornelia era tutto fuorché convinta: il balzo era davvero alto e, anche nel caso in cui fosse riuscita a non farsi troppo male, non era scontato che sarebbe riuscita a nuotare fino al bordo e a issarsi.

“Eccovi qui!”

Bastò tuttavia quella voce minacciosa e fuori di sé per la rabbia a darle la spinta che le mancava per muoversi. Un ultimo sguardo a Brynna, poi si gettò nel vuoto. Il volo sembrò non finire mai e l’impatto violentissimo con l’acqua rischiò di farle perdere i sensi. Riuscì comunque a rimanere cosciente e a nuotare verso la superficie, prendendo una gran boccata d’aria e nuotando subito verso il bordo. Quest’ultimo era alto, ma, per fortuna, sembrano esserci dei piccoli appigli a cui lei si aggrappò per issarsi oltre il bordo. Era fradicia, stanca, stravolta, ma ce l’aveva fatta.

Mentre cercava di recuperare il fiato, però, colse l’occasione per voltarsi e guardarsi intorno: cercò anzitutto Rattigan il quale, per qualche motivo, sembrava aver scelto la via del rampicante. Era veloce, certo, ma in quel modo stava regalando un bel vantaggio a lei e a Brynna.

Già, Brynna…

Voltandosi di nuovo, cercò la maggiore dei Basil e si accorse con orrore che non era ancora risalita. Ci stava provando, ma i gemiti che emetteva mentre si aggrappava al bordo non erano per niente rassicuranti. Senza esitare ancora e senza porsi troppe domande, Cornelia le si avvicinò per aiutarla a risalire il più in fretta possibile, visto che Rattigan era quasi arrivato in fondo al rampicante.

Furono istanti infiniti e, quando alla fine Brynna riuscì a scavalcare il bordo, si accasciò sul terreno fangoso, gli occhi serrati e un’espressione dolorante sul viso, il braccio destro posato sul lato sinistro del petto, mentre lei cercava di recuperare il fiato.

“Vai…” disse con un tono così basso che Cornelia a stento riuscì a sentire quello che stava dicendo. “C’è… un buco… dritto davanti a noi. Vai… vai lì ed esci”

“E tu?” chiese l’altra, guardandola con preoccupazione: più passava il tempo, più si rendeva conto che Brynna non accennava a riprendersi, probabilmente perché, pensò Cornelia, non si era ancora ripresa del tutto dal trattamento che le aveva riservato Rattigan e qualche ferita doveva essersi riaperta.

“Vuole te” le rispose l’altra. “Devi… uscire da qui” continuò poi, prendendo un respiro più profondo per provare ad alzarsi, ma cadendo di nuovo contro la fontana e gemendo più forte dal dolore. “Maledizione…” borbottò poi, appoggiandosi con la testa alla pietra e mordendosi il labbro inferiore.

Cornelia la fissò per un momento, indecisa sul da farsi: ogni volta in cui aveva disobbedito agli ordini era successo qualcosa di brutto, ma quando alzò lo sguardo e vide che Rattigan, dopo essere sceso dalla liana, stava cominciando ad avvicinarsi utilizzando una specie di grossa ninfea come zattera – perché diamine si ostinasse a non volersi bagnare era un mistero per la topolina – decise che, anche quella volta, avrebbe fatto di testa sua. Dunque si chinò in avanti, passando un braccio intorno alla vita di Brynna, che cominciò a protestare.

“No, no, te ne devi… andare subito” le disse, seguendola comunque nei movimenti e cominciando ad alzarsi.

“Sì, così tuo fratello stavolta mi uccide sul serio. Bel piano, Brynna, ma non funzionerà” le rispose Cornelia, tirandola in piedi e poi prendendole un braccio per passarselo intorno alle spalle. “Tanto abbiamo tempo” aggiunse, mettendosi a camminare verso l’uscita.

“C-come?” domandò Brynna, arrancando accanto a lei.

“Sta evitando l’acqua, non se è perché…”

Avevano appena raggiunto dei cespugli enormi con delle foglie molto ampie. Mancava poco ormai all’uscita e, infatti, Cornelia intravide tra le piante il buco di cui aveva parlato Brynna. Affrettò il passo in quella direzione, tirandosi dietro la sorella di Basil, che faceva sempre più fatica.

“Coraggio, non manca molto” le disse, non sapendo bene se stesse incoraggiando lei o se stessa, quando la sentì barcollare e quasi strattonarla verso il basso. Mentre stava cercando di recuperare l’equilibrio, si voltò indietro e si accorse con orrore che Rattigan era riuscito a raggiungere l’orlo della vasca e si stava arrampicando, stringendo qualcosa di luccicante in mano che lei non riuscì a distinguere. Decise comunque di non soffermarsi per capire cosa fosse e di procedere verso il buco nella serra. Di punto in bianco, si sentì letteralmente abbracciare da dietro una foglia e tirare da un lato insieme all’altra topolina. Il movimento improvviso le tolse il fiato, impedendole di urlare o di emettere alcun verso, a parte un gemito strozzato che la interruppe nel mezzo della frase.

La sua prima reazione fu quella di provare a difendersi da chiunque le avesse attaccate, ma, passato il momento di sorpresa, si accorse che lei e Brynna erano state tirate al riparo di una pianta molto ampia e profumata, appena prima che Rattigan arrivasse a mettersi in piedi sull’orlo della vasca e a guardarsi intorno. La soluzione che avevano trovato – o meglio, che aveva trovato loro – non era ottimale, ma era sempre meglio che finire nelle zampe del Professore che, almeno da quanto poteva intravedere Cornelia da dietro le foglie, era sceso dalla fontana e aveva cominciato a cercarle come un segugio inferocito, i movimenti rapidi e scattanti, qualcosa di luccicante stretto nel pugno. Quando poi lo vide passare sotto un raggio di luna che filtrava dalla sera, capì di cosa si trattava e perché lui non si era buttato in acqua per inseguirle.

“Ha una pistola” sussurrò tra sé, arretrando tra le foglie, vicino a Brynna e a chiunque le avesse tirate dietro le piante. Voltandosi, vide che la maggiore dei Basil se ne stava accasciata contro l’altra figura, la quale le teneva una mano sulla bocca, anche se non sembrava con cattive intenzioni. Il braccio libero, infatti, era stretto intorno alla topolina con fare quasi protettivo e Brynna non stava provando a divincolarsi, anzi, stava sfruttando quella mano per lasciare andare dei versi di dolore che, soffocati dalle dita dello sconosciuto, non potevano essere sentiti da Rattigan. Guardandolo meglio, Cornelia si rese conto che quel topo le sembrava anche stranamente familiare, ma non riusciva a ricollegare dove lo avesse visto o come lo avesse conosciuto, anche perché aveva una sciarpa avvolta intorno alla parte bassa della faccia e solo gli occhi e la fronte erano scoperti. Quando lui vide che lei lo stava guardando, si portò un dito alla bocca e si sporse un po’ tra le foglie, cercando di vedere a sua volta cosa stesse facendo Rattigan. Dopo qualche istante, giunse una voce dall’altra parte della fontana e Cornelia la riconobbe: anche Basil li aveva raggiunti.

“Rattigan! È finita, ti abbiamo preso. Arrenditi ora, finché puoi”

Per tutta risposta, nell’aria echeggiò uno sparo, che fece quasi gridare Cornelia e la spinse a sporgersi dietro le foglie per cercare di vedere qualcosa, senza successo.

“Io sono armato, tu no. Chi ha preso chi?” ribatté il Professore, dopodiché la topolina sentì un rumore di passi affrettati, lontani da loro.

“Ci sta facendo guadagnare tempo” disse il topo accanto a lei, che, dopo aver posato delicatamente Brynna a terra, si era avvicinato a Cornelia. “Ecco cosa devi fare: vai all’uscita e cerca Laroux con i suoi. Sono appostati nelle vicinanze e sanno di doversi muovere quando ti vedranno uscire. Di’ che entrino e che si preparino a qualunque cosa: questa volta non deve scappare”

La topolina lo guardò, stupita, incapace di parlare: ora che lo vedeva ancora più da vicino, era ancora più sicura di conoscerlo.

“Chi sei?” gli chiese infatti, vedendolo poi alzare gli occhi al cielo.

“Brynna ha ragione: fai troppe domande stupide” le disse e Cornelia avrebbe ribattuto, ma un altro sparò esplose da qualche parte intorno a loro, facendola sobbalzare. “Vuoi l’invito scritto? Forza! Se lo raggiunge o lo colpisce, non ci sarà più niente da fare” la incalzò poi il topo e fu questo a convincerla ad alzarsi e a correre verso l’uscita, dopo aver lanciato un’occhiata verso la fontana, per assicurarsi che Rattigan non fosse nei paraggi.

Era la seconda volta che lasciava Brynna, ubbidendo all’ordine di andare a cercare aiuto, ma in quel caso aveva la sensazione che fosse la scelta più giusta e che, chiunque fosse il topo che era con lei, sembrava volerla tenere in vita. Con questi pensieri, corse fuori il più velocemente possibile, sentendo ancora un altro sparo. Per paradossale che fosse, si rese conto che era un bene continuare a sentire quei rumori: se Rattigan continuava a sparare era perché non aveva ancora colpito Basil, quindi aveva ancora tempo.

L’aria fresca che la accolse fuori dalla serra la fece fermare un momento a prendere fiato: si era sentita soffocare, là dentro, sia per la situazione in cui si era trovata, sia per il caldo opprimente e ora, sentendo una flebile brezza che le sfiorava il pelo, le sembrò di tornare a vivere. Fu un attimo, poi si accorse che alcune figure si muovevano verso di lei e riconobbe l’ispettore Laroux, che si avvicinava cautamente con i suoi uomini.

“Signorina, state bene?” Le chiese, fermandosi per un momento accanto a lei, che annuì, mentre i topi di Scotland Yard si avvicinavano al buco della serra e si preparavano a fare irruzione. Dietro, seduti su un sasso, Cornelia scorse anche Topson ed Elizabeth, visibilmente scossa, che dovevano essere riusciti a scappare mentre Rattigan inseguiva lei e Brynna. Accanto a loro, c’era un topo che ricordava di aver intravisto a casa di Elizabeth e che sembrava conoscere bene Basil, ma non ricordava il nome. Fu proprio quest’ultimo ad avvicinarsi a lei con un’espressione preoccupata e a bruciarla sul tempo, mentre stava per rispondere all’Ispettore.

“Brynna, dov’è?”  un altro colpo di pistola risuonò, seguito subito dopo da un rumore di vetri infranti che fecero istintivamente chinare tutti a terra. I topi che stavano per entrare tornarono sui loro passi e si schierarono nella direzione dalla quale erano provenuti quei suoni, puntando le loro armi, ma non accadde niente. L’istante successivo, però, un altro sparo ancora squarciò il buio in un altro punto della serra.

“Si stanno inseguendo”

Mormorò il topo che l’aveva interpellata prima, gli occhi rivolti alla serra.

“Io vado dentro a cercare Brynna. Ispettore, voi dovreste irrompere” aggiunse poi.

“Se irrompiamo, gli lasciamo campo libero per scappare” ribatté Laroux, dando una rapida occhiata ai suoi uomini. “Stavolta non ce lo possiamo permettere”

“Allora dovremo cercare di portarlo fuori. Tenetevi pronti”

“Dottor Ansmaueser, non faccia…” si intromise Topson, lasciando per un momento Elizabeth da sola.

“Dottor Topson, non ho intenzione di buttarmi nella mischia, ma dentro c’è una mia paziente e, allo stato attuale, potrebbe non solo essere in pericolo, ma anche causare una distrazione. La questione deve essere chiusa entro stanotte e non possiamo permetterci altri errori”. Lo fermò l’altro, prima di voltarsi di nuovo verso Laroux. “Io cercherò di portarla fuori e di capire la situazione all’interno, vi aggiornerò il prima possibile. Signorina Blackwood, dove ha detto che la posso trovare?”

Qualche istanti dopo, Cornelia, frastornata, aveva dato tutte le informazioni a quel dottore, il quale, senza esitare più, sparì nel buco da cui era uscita lei, mentre altri spari risuonavano nella serra.  

 

N.A. Vi rubo solo qualche altro secondo per dire che il capitolo è dedicato ad ary_anna, la quale, ogni tanto, mi lascia un commento molto carino e gentile ai vecchi capitoli. Davvero, grazie di cuore. Il merito di questo aggiornamento è tutto tuo.

Spero che possa piacerti.

 

 

 

  
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