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Autore: dirkfelpy89    29/03/2024    0 recensioni
2017. Marlott Island, sette giovani e ambiziosi allievi Auror, supervisionati da Ron Weasley, si preparano per una settimana di prove intense per l'esame Auror.
Quella che sembra essere una tranquilla settimana si trasforma ben presto in un incubo quando, uno dopo l'altro, gli allievi iniziarono a essere colpiti da attacchi mortali: le ombre della villa nascondono un assassino tra di loro.
Con il tempo che scorre inesorabile, nell'oscurità di Marlott Island, la linea tra amicizia e sospetto si sfuma, mentre il misterioso assassino continua a giocare con le loro vite. I giovani Auror dovranno unire le forze per smascherare il colpevole, prima che la settimana di prove diventi un macabro teatro di morte.
Genere: Dark, Drammatico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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Capitolo 12, Un Tragico Risveglio

 



Rose si trovava da sola, sulla scogliera, alla ricerca di un’impossibile via di fuga dall’incubo nel quale era caduta. Un Ippogrifo era apparso improvvisamente di fronte a lei, maestoso e nobile.
La sua via di fuga.

Con passi lenti e cauti, Rose si avvicinò all'ippogrifo, fissandolo negli occhi con determinazione. Poi, con un inchino rispettoso, attese ansiosa la reazione dell'animale, che dopo un istante di tensione la imitò.
Con il fiato in gola, l’Auror si avvicinò all'ippogrifo e montò sulla groppa con agilità e premette leggermente i talloni contro il ventre dell'ippogrifo, trasmettendo con il contatto la sua urgenza e il desiderio di fuggire da quell'isola maledetta. L'animale, con un rapido movimento delle ali, sembrò comprendere immediatamente e si preparò al decollo.
E con un poderoso battito d'ali, l'ippogrifo si lanciò in aria, Rose aggrappata con tutte le sue forze al collo della creatura, sentendo il vento sibilare nelle orecchie mentre superavano con agilità la barriera magica e si avventuravano tra le morbide nuvole.

“Rose!”
Qualcuno dall'isola la stava chiamando, ma lei ignorò quei lamenti, spalancò le braccia e urlò.
“Rose!”
Urlò più forte, era libera. Libera dall’incubo. Dalla morte. Tutto alle spalle.
“Rose, svegliati!”

La ragazza aprì di colpo gli occhi.
Impiegò qualche secondo per capire dove si trovasse. Marlott Island, la sua camera. Un pallido sole filtrava dalla finestra. Era stato solo un sogno.
Un bellissimo, beffardo gioco di Morfeo.
Qualcuno stava bussando sempre più forte alla porta.
“Chi è?” Chiese, la voce impastata dal sonno.
“Oh, c'è ne hai messo di tempo,” esclamò Alec.
“Frank è lì con te?” Chiese Marcus.
Frank?

In quel momento, Rose notò un movimento sul lato destro del letto.
Frank era appena emerso dalle lenzuola, il viso gonfio dal sonno.
“S… sì, è qui,” rispose, esitando e cercando di trattenere un'imbarazzante ondata di rossore.
“Sbrigatevi e uscite,” ordinò Marcus dopo qualche secondo di silenzio.
Con movimenti goffi e goffamente sincronizzati, i due allievi si alzarono dal letto e iniziarono a vestirsi, mentre nell'aria pesava un'imbarazzante tensione.
Rose sentiva una nebbia confusa avviluppare la sua mente.
Frank era arrivato con una bottiglia di idromele elfico, avevano bevuto, forse troppo. L'ultimo ricordo che serbava era lei che si gustava il liquido alcolico e il compagno intento a farla ridere con qualche stupida battuta.
Poi si era svegliata ed entrambi erano finiti a letto. Si erano limitati a dormire oppure…

Ma non c'era tempo per porsi ulteriori domande, Frank aveva aperto la porta e i volti di Alec e Marcus erano comparsi sulla soglia della camera.
I loro volti mostravano un'espressione strana, un misto di sospetto e accusa, appena celata. “Che cosa c'è?” Sbottò Frank.
“Venite,” si limitò a rispondere Marcus.
I due si allontanarono dalla stanza con passo frettoloso, seguiti pochi istanti dopo da Frank e Rose, con il cuore che batteva veloce nell'attesa di scoprire cosa stesse accadendo.
Non capivano proprio che cosa diavolo stesse accadendo. E poi dov'era Sillus?

Marcus e Alec erano sulla tromba delle scale, sussurrando rapidamente tra loro e fissando qualcosa con intensità al piano di sotto.
Marcus esclamò con impazienza: “Si può sapere cosa diavolo…” “Vieni e guarda tu stesso!" Alec, visibilmente agitato, replicò, facendosi da parte per permettere ai due di osservare meglio la scena. Ai piedi della scalinata si trovava Sillus, palesemente morto, immobile e pallido, in una piccola puzza di sangue.
“Cazzo…” borbottò Frank mentre un qualcosa si spense nella mente della ragazza.

Sillus. Sillus morto. Sillus morto ai piedi delle scale.
No.
Non poteva essere vero…
Sentì la voce di Marcus come se arrivasse da chilometri di lontananza.
“Lo abbiamo trovato così mezz'ora fa, quando ci siamo svegliati. Da come si è rappreso il sangue, e dal rigor mortis, deve essere successo stamattina presto.”
“Ma come…”
“Qualcuno deve averlo spinto giù dalle scale, mi pare ovvio.”
Questo era Alec.
“Ma perché mai Sillus si trovava fuori da camera sua?” Chiese Frank.

Non sentì altro, non poteva sopportarlo.
Corse a gambe levate fino al bagno più vicino, il cuore che martellava nel petto e il respiro affannoso, si lasciò cadere sulla tazza e vomitò bile e lacrime.
Il signor Weasley, Louise, Jack erano già morti eppure le loro dipartite non le avevano provocato quella reazione così viscerale.
Erano compagni, professori; Sillus rappresentava un qualcosa di ben diverso.
Da avversari ad amici a… a niente, tutto era finito.
Non avrebbe mai più visto il suo viso gentile, i suoi modi impacciati, la sua voce rassicurante.
Si rannicchiò per terra, le gambe strette sul tetto in posizione fetale e pianse a lungo, senza ritegno alcuno.
Per Sillus e per se stessa.

/ / / / / / /

La ragazza lottò per recuperare il pieno controllo di se stessa, le mani ancora tremanti mentre si alzava con esitazione e usciva dal bagno, il cuore che batteva forte nel petto.

I suoi compagni erano ancora affaccendati intorno al corpo di Sillus.
"Non abbiamo rilevato alcuna impronta, ma siamo abbastanza sicuri che sia stato colpito anche da un'Avada Kedavra", spiegò Frank.
“Come mai non abbiamo sentito nulla? Nel silenzio della notte, una caduta del genere ci avrebbe sicuramente svegliati tutti,” chiese Rose.
“Avrà usato un qualche tipo di incantesimo per bloccare i rumori esterni. Forse un Muffliato sulle porte delle nostre camere,” propose Alec.
Marcus annuì, rimettendosi in piedi.
“Non c'è molto altro da fare. Dovremmo portarlo in camera.”
“Ci penseremo io e Frank,” esclamò Alec. “Voi cercate di ripulire questo macello.”

E così fecero. Con un misto di tristezza e riluttanza, i due ragazzi fecero delicatamente levitare il cadavere del loro compagno, diretti verso la camera di Sillus.
Marcus e Rose rimasero indietro, cercando di pulire come meglio potevano la macchia di sangue che bagnava il parquet.

La giovane allieva avrebbe voluto trovarsi ovunque, in qualunque posto, tranne che ai piedi delle scale a osservare quella chiazza vermiglia.
Sillus…
“Gratta e Netta.”
Marcus aveva puntato la sua bacchetta verso la macchia e un po' di sangue era immediatamente sparito.
“Se vuoi andare in camera tua e lasciare che io mi occupi di questo… ti capisco,” mormorò il ragazzo. “So quanto eravate legati.”
Rose rimase in silenzio, il petto stretto da un vuoto doloroso che le impediva persino di articolare una parola. La sensazione di perdita era così soffocante che ogni tentativo di esprimerla verbalmente sembrava inutile e privo di significato.
Ma l'altro sembrò capire benissimo il tormento interiore della compagna.

"Al di là delle apparenze, non eravamo un gruppo particolarmente unito. Lo abbiamo visto qui, alle prime difficoltà", sussurrò, chinando il capo. “Io stesso proprio non riuscivo a sopportare Sillus ma mai avrei voluto…” il ragazzo strinse forte entrambi i pugni, la rabbia deformata Il suo bel viso. “Giuro che se scopro chi è questo maledetto assassino non aspetterò certo un processo, no, giuro che lo faccio a pezzi con le mie mani.”

Rose fece per rispondere ma in quel preciso momento delle urla risuonarono per la villa, interrompendo bruscamente ogni pensiero e mandando un brivido lungo le loro schiene.

/ / / / / / /

(Cinque minuti prima)

"Finalmente è in pace," mormorò Alec, mentre delicatamente sistemava il lenzuolo sopra il volto insanguinato di Sillus. "Da quando Arnold è morto, credo che non abbia trascorso un giorno senza avere paura della sua stessa ombra."
“Se è la pace che cerchi, posso dartela subito anch'io, se vuoi,” sbottò Frank.
L'altro alzò lo sguardo dal cadavere e lo puntò su quello del compagno.
A dividerli, il letto.

“Ti ho sentito, ieri sera," disse infine Alec, con un sorriso beffardo e il tono canzonatorio.
“Hai sentito… cosa?”
“Tu che bussavi alla porta di Rose e lei che ti lasciava entrare.”
Il silenzio cade nella piccola stanza, Frank arrossì leggermente ma il suo sguardo non aveva niente di imbarazzato, anzi era decisamente furioso.
“E quindi?” Chiese.
"E quindi sono sorpreso. Non avrei mai creduto che uno come te avrebbe scelto Rose per la sua prima volta. Su quest'isola, poi," rispose Alec, con un sorriso beffardo che si allargava sul suo volto, mentre sollevava lievemente le sopracciglia in segno di ironia. "Anche se immagino che la tensione, e la possibilità concreta di morire, possano avere un attimo allentato i freni inibitori."

Frank strinse i pugni, serrando le mascelle.
“Uno come me? Cosa intendi dire?”
“Certo e te lo spiego subito. Non sbavavi forse dietro ad Arnold?” Chiese Alec, beffardo, agitando la mano con fare teatrale.
Quello era decisamente troppo. Frank estrasse la bacchetta, imitato subito dal compagno. E i due rimasero fermi, immobili, puntandosi le bacchette uno contro l'altro.
“Che cosa cazzo…”
“Osi negare la verità? Ci conosciamo da tempi di Hogwarts, ti conosco bene. Cos'è, ci hai riuniti tutti qui per vendicare il tuo amore perduto? Ieri sera hai cercato di coinvolgere Rosenel tuo piano da amante ferito?”
“Come osi, bastardo?” Urlò Frank. “Io forse ero l'unico a volere davvero bene ad Arnold. Tutti voi vi limitavate a splendere di luce riflessa! Ma tu eri invidioso, sì, tu non potevi sopportare di essere al secondo posto, non è così? Il grande Alec messo in disparte, che orrore!”
“Ma guardati, sembri proprio una vedova addolorata!”
“Io almeno provo qualcosa, un’emozione umana!”

"Cosa succede qui?" domandò Marcus con voce decisa, mentre entrava nella stanza seguito da Rose, entrambi con le bacchette pronte per ogni eventualità.
Un’atmosfera carica di elettricità sembrava pervadere la stessa aria.
Nessuno parlò e, dopo qualche secondo, la tensione lentamente si sciolse. Alec abbassò la bacchetta e, senza aggiungere altro, uscì dalla stanza.
“Scusateci,” borbottò Frank, riponendo la bacchetta in tasca. “Abbiamo avuto solo uno… scambio di opinioni.”

/ / / / / / /

La tensione continua ad aumentare mentre il loro numero allo stesso tempo continua a diminuire.
Sono rimasti in quattro. Chi di loro è l'assassino?
  
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