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Autore: _Fedra_    07/04/2024    1 recensioni
Greta ama l'arte e per questo ha deciso di abbandonare la grigia provincia in cui vive per trasferirsi a Firenze.
Lì, tra le aule della Scuola di Comics e le austere gallerie colme dei capolavori del Rinascimento, incontrerà Noemi. Le due ragazze scoprono di avere molte cose in comune, gli stessi sogni insieme a qualcosa di più oscuro. Una rabbia bruciante verso il proprio passato che a poco a poco inizia ad affiorare.
Greta si accorge che intorno a lei sta accadendo qualcosa di terrificante. A poco a poco, tutte le persone che la circondano iniziano a isolarla, quasi stentassero a vederla. E, man mano che lei scompare, Noemi emerge sempre di più nel fumetto come nella sua vita privata, fino a cancellare qualsiasi confine che separi l'identità di una dall'altra.
Cosa sta accadendo davvero?
Greta sta scivolando nella follia o esiste una terribile verità dietro l'innocente finzione dell'arte?
Genere: Sovrannaturale, Suspence, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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3.
 
Hugo delle meraviglie
 
*
 

 
 
 
 
 

L’ha incontrata per la prima volta circa un anno prima, in una torrida mattina di agosto. Aveva approfittato dell’ingresso gratuito per sgattaiolare all’interno di Palazzo Pitti alla ricerca di un attimo di respiro dall’accozzaglia di voci bibliografiche della tesi in fase di consegna e dall’angoscia di un futuro incerto una volta lasciata l’università.
La ragazza aveva attirato la sua attenzione alla pari di un dipinto del Beato Angelico finito per errore in mezzo a un gruppo di cupe nature morte del Seicento fiammingo. Era ferma di fronte a un ritratto firmato Telemaco Signorini, le fattezze nascoste da una cascata di capelli color cioccolato che le sfioravano la camicetta a fiori. La folla le sciamava intorno senza prestare la minima attenzione né a lei né al dipinto, con il rischio di rovinarle addosso nella fretta di individuare i capolavori esposti in maniera caotica lungo le pareti rivestite di broccato.
Teneva un grosso albo da disegno in equilibrio sulle braccia ed era tutta presa a riprodurre il giovane patriota raffigurato sulla tela davanti a lei.
Luca si era avvicinato, colto dalla curiosità. Solo a quel punto si era reso conto che in realtà la ragazza non stava affatto ricopiando il soggetto del ritratto. Ne aveva mantenuto le fattezze a grandi linee, come ad esempio i capelli scuri e i tratti delicati, per poi reinterpretarlo sul foglio bianco in svariate pose ed espressioni. Aveva una mano rapida quanto minuziosa.
La sua curiosità doveva essere stata troppo imprudente, perché di colpo la ragazza aveva nascosto l’albo da disegno contro il petto. Una vampa di rossore le si era arrampicata lungo le guance, quasi fosse stata sorpresa a commettere un crimine.
«Mi dispiace, non volevo disturbarti. Disegni molto bene, comunque.» Luca le aveva rivolto un sorriso imbarazzato e aveva fatto per muovere un passo indietro.
Lei aveva riposto l’albo contro il fianco. «Non importa, tanto avevo finito.»
«Per caso studi all’Accademia di Belle Arti?»
«Magari! No, io mi limito ai fumetti. Frequento la Scuola Internazionale di Comics, qui a Firenze. Stavo solo cercando ispirazione per un progetto, e credo di averla trovata.»
«Lui?» Luca aveva indicato il ritratto. Era un dipinto di neanche trenta centimetri di altezza, ma a giudicare dallo sguardo della ragazza sembrava che ci avesse visto molto più di una semplice combinazione di macchie di colore sopra una tela.
Lei gli aveva sorriso e aveva riaperto l’albo con cautela, come a volergli confidare un segreto molto intimo. «Si chiama Hugo. Hugo con la ‘h’ davanti, mi raccomando, perché è di origini francesi anche se vive in Italia. Suo padre era un soldato al servizio di Napoleone.»
«E l’ispirazione ti è venuta così, dal nulla?»
«Di solito funziona così. Faccio un po’ fatica a spiegartelo, succede e basta.» La ragazza aveva sfiorato la carta con le dita sottili. Era evidente che teneva a quello che faceva, molto più di quanto volesse a dare a vedere, quasi come se i personaggi nati dalla sua fantasia fossero in realtà esseri umani in carne e ossa. «Lui non è un giovane come tutti gli altri. Sin da bambino riesce a vedere delle cose, all’interno del nostro mondo, che gli altri non vedono. Creature soprannaturali, a volte benigne e altre oscure. All’inizio fa molta fatica ad accettare questo potere, e spesso si caccia nei guai. Ma poi, per fortuna, incontra un maestro che gli insegnerà come usarlo. In fin dei conti, Hugo sta cercando il suo posto nel mondo. Proprio come me.»
«E non solo voi due, a quanto pare.» Luca non aveva potuto fare a meno di sorridere.
La sua espressione non era sfuggita alla ragazza, che di colpo si era fatta più attenta. «Di che cosa ti occupi?»
«Scienze dell’Educazione. Se tutto va bene, mi laureo a settembre. Mi piace stare a contatto con i bambini, anche se al momento le prospettive nel mondo del lavoro sono tutt’altro che rosee.»
«Bello! Non conosco molti ragazzi che hanno intrapreso la tua strada. Io, purtroppo, ho mollato l’università al secondo anno. Ho avuto un po’ di… problemi in famiglia, se così vogliamo chiamarli. Mettici anche la pandemia, che ha reso tutto molto più difficile. Non è una cosa di cui vado fiera, lo ammetto.»
«Non preoccuparti. Comunque piacere, mi chiamo Luca.»
«Greta.»
Si erano stretti la mano, entrambi impacciati. In fin dei conti, il museo non è esattamente il primo luogo dove ti aspetti di fare nuovi incontri.
«E Hugo? Hai qualche progetto per lui?» Luca aveva indicato l’albo.
Greta si era stretta nelle spalle. «Mi piacerebbe molto pubblicarlo, magari attraverso il Web visto che sono ancora un’esordiente. Poi spero che la scuola mi dia qualche opportunità, ma c’è tempo ancora. Intanto devo trovargli un titolo e una trama.»
«Che ne dici di Hugo delle meraviglie? Dopotutto, vede e fa cose ben al disopra dell’ordinario.»
A quelle parole, gli occhi di Greta si erano come illuminati di una luce del tutto nuova. «Hugo delle meraviglie… mi piace!» Si era appuntata il titolo in un angolo del foglio.
«Fammi sapere quando esce. Sono proprio curioso di vedere il risultato finale!»
«Se vuoi, ti lascio il mio contatto Instagram. Lì ho già postato qualcosina.»
Greta aveva afferrato il cellulare e gli aveva mostrato il suo profilo. Lui l’aveva imitata e aveva iniziato subito a seguirla.
«Ecco fatto.»
Lei gli aveva sorriso. I suoi grandi occhi castani apparivano raggianti. Luca l’aveva trovata a dir poco irresistibile.
«Ti va di prendere un caffè, prima di andare?»


 

 


È tornato di nuovo lì, dove tutto è cominciato. Il caldo morente di agosto ha ceduto la scena all’oro di ottobre. Sono ormai le quattro e mezzo del pomeriggio e la galleria è quasi vuota. Il giovane patriota è ancora lì, solitario e malinconico come lo ricordava. Sembra anche lui in attesa di qualcosa. Una promessa che non è stata mantenuta.
Luca sospira. È passato più di un anno dal suo incontro con Greta, ma non si sono più rivisti. Avevano preso a sentirsi molto spesso, specie a ridosso dell’uscita di Hugo delle meraviglie sul sito Web della ragazza. Luca era stato subito uno dei membri più attivi della piccola community che le si era radunata intorno. La serie gli piaceva, pur non essendo un assiduo lettore di fumetti, ma soprattutto si era in qualche modo affezionato a Greta. Forse la piaceva, ma era troppo timido per farsi avanti.
Poi, all’improvviso, le cose erano cambiate. Tutto a un tratto, la ragazza aveva smesso di rispondere ai suoi messaggi. Sulle prime Luca aveva pensato a una semplice perdita di interesse da parte sua, ma poi aveva iniziato a notare i toni distaccati e alle volte provocatori dei suoi ultimi post, così distanti rispetto ai modi gentili della ragazza che aveva conosciuto.
Anche Hugo era cambiato. Le sue avventure si erano fatte sempre più cupe, così come il tratto dei disegni era diventato più marcato e aggressivo, quasi disperato. I mostri avevano preso il sopravvento. Erano comparse scene violente, senza troppe censure. Quando poi Hugo aveva perso un braccio durante uno scontro con un goblin, Luca aveva capito che era giunto il momento di dire la sua.
Greta non avrebbe mai permesso una cosa simile nel concept originario, glielo aveva confidato più volte mentre lavorava al progetto. Era troppo affezionata al personaggio per arrivare addirittura a mutilarlo in quel modo. In qualche modo si assomigliavano, loro due. Il nuovo Hugo non aveva niente a che vedere con il ragazzo a un tempo ingenuo e brillante di un tempo, così come il mondo fiabesco in cui si muoveva.
La Firenze in cui erano ambientate le sue avventure era diventata una città cupa che traboccava di demoni e altri orrori. I personaggi avevano perso non solo la morale, ma anche l’originalità, quasi come se fossero stati scritti per mezzo di un algoritmo impazzito. Più di una volta aveva riconosciuto delle battute copiate e incollate dai film di Quentin Tarantino. Per non parlare poi dei nuovi personaggi, alcuni dei quali apparivano come delle copie sbiadite dei protagonisti di Game of Thrones.
Ma la cosa che più lo disturbava era il fatto che nessuno all’interno della community sembrava essersi accorto del drastico cambiamento che aveva avuto la serie, anzi, sembrava essere molto apprezzato.
Quando poi Hugo era ricomparso con un’estetica del tutto stravolta, con tanto di braccio meccanico munito di cannone in perfetto stile steampunk per annunciare la prossima pubblicazione con una celebre casa editrice del settore fantasy, Luca aveva chiesto spiegazioni. I suoi toni erano stati gentili come sempre, eppure la risposta che aveva ricevuto pochi secondi dopo lo aveva lasciato a dir poco senza parole.
Il pubblico vuole questo. Aggiornati, prima di sputare sentenze.
Subito dopo, Greta lo aveva bloccato. La cosa sembrava finita lì, come un boccone amaro che ormai doveva essere solo mandato giù.
Poi però, un paio di giorni, dopo, aveva ricevuto un messaggio da un contatto che non conosceva che riportava uno screen del suo commento. Aveva capito subito che c’era qualcosa che non andava.
Grazie. Se vuoi ancora parlarne, ti aspetto lì dove tutto è cominciato. Hugo sta aspettando di riavere la sua vera voce. G.
Così recitava il testo allegato subito dopo. Era seguita un’altra immagine. Un semplice schizzo a matita. Luca non aveva dubbi. Quello era Hugo, il vero Hugo, senza braccia meccaniche e quell’espressione truce che non gli apparteneva.
Un terribile sospetto aveva preso a farsi strada dentro di lui al pari di un tarlo. Qualcuno doveva essersi impossessato dell’opera originale, e forse anche della stessa identità digitale di Greta. Possibile che la ragazza non avesse fatto nulla per tutelarsi?
Si era affrettato a rispondere. Dimmi quando e dove.
Ed eccolo lì, di nuovo al punto di partenza. Solo che questa volta Greta non c’è. Al suo posto, un foglio di carta ripiegato sporge da dietro un pannello esplicativo posto accanto al dipinto. Luca lo afferra con il cuore in gola per l’emozione. È un altro schizzo. Hugo è raffigurato di spalle, sta correndo verso l’uscita del museo. Gli sta dicendo a chiare lettere di seguirlo.
Non attende oltre e si precipita dritto nel cortile principale. Fuori è già buio e l’aria della sera pizzica sulle guance. Ancora nessuna traccia di Greta.
Luca si guarda intorno, l’adrenalina sta montando dentro di lui a ritmi vertiginosi. Ha come la sensazione che sia successo qualcosa di terribile, è una sensazione strisciante che non riesce più a scrollarsi di dosso. Forse Greta è stata addirittura rapita e quella bizzarra caccia al tesoro potrebbe avere come unico scopo quello di togliersi dai piedi l’unico testimone che in qualche modo ha scoperto l’inganno.
Luca preferisce non pensarci. Aguzza lo sguardo alla ricerca di ulteriori indizi. Solo Greta può aver realizzato quel disegno, e lui deve scoprire perché.
Gli si avvicina una ragazza orientale, forse una turista appena uscita da sotto le arcate monumentali del cortile. Ha la faccia tonda e gli sorride da dietro le lenti degli occhiali.
«Sei Luca?»
Il ragazzo si blocca. La sconosciuta non sembra minacciosa, eppure la sensazione che sta per accadere qualcosa di terribile non accenna ad allentare la morsa. Annuisce con prudenza.
«Molto bene!» La ragazza gli allunga un foglio di carta ripiegato e se ne va per la sua strada senza aggiungere ulteriori spiegazioni.
Luca lo apre con le mani che tremano. Hugo lo sta aspettando seduto al tavolino esterno di un bar. Sopra di lui, un’insegna a caratteri corsivi recita L’occasione.
Conosce quel posto, si trova a pochi isolati da lì. Si mette subito in marcia, la voce piatta del navigatore di Google Maps che gli indica la strada.
Intorno a lui, Firenze si stiracchia nella notte limpida e gelida come la lama di un coltello.

 

 

   
 
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