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Autore: Xandalphon    25/04/2024    0 recensioni
Dopo molti tentennamenti, ho deciso di rieditare e revisionare 'A new Generation' e ripubblicarla da capo.
Per chi si approcciasse ora alla storia, si tratta di una 'what if?' che prende il largo dalla trama del manga dal capitolo 689.
In questa versione della storia, un Naruto ancor giovane si metterà nei panni del sensei per addestrare tre scanzonate ragazzine... Cambiando completamente il mondo ninja (Niente Boruto e Sarada. E più avanti si scoprirà anche perché)
Genere: Azione, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hanabi Hyuuga, Naruto Uzumaki, Nuovo Personaggio, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Dopo la serie
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- Questa storia fa parte della serie 'A new generation'
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29)Rotten Roots - Part six: Lost in the fire


NewGen2

 

Perfetto, ora mi sono anche persa... Hanabi aveva seguito le tracce del suo sensei (che del resto non stava granché cercando di celare la sua presenza. Anche un bambino dell'accademia avrebbe potuto seguirle senza grosse difficoltà) per tutta la notte. Ma se rintracciare il suo percorso era facile, decisamente meno lo era raggiungerlo. Dopotutto Naruto si poteva definire lo shinobi più veloce di Konoha (e forse del mondo ninja, eccezion fatta per il raikage).

No, decisamente non se l'era immaginata così, la serata. Ryuko sama aveva decisamente fatto una cazzata a lasciarla andare e non andarle dietro, già.

Dannazione, cosa diavolo speravo di ottenere, con questa bravata? Di raggiungere in quattro e quattr'otto Naruto sensei e dirgli: “Maestro, non si libererà mai di me! Dopotutto, non ce l'ha insegnato lei, che un compagno non si abbandona?” Che ragazzina stupida e ingenua che sono.

Mentre ancora non riusciva a decidere il motivo per cui essere arrabbiata con sé stessa, per i propri limiti fisici o per la sua stupidità, fece una cosa che una kunoichi alle prime armi, sola, di notte, in territorio potenzialmente ostile non avrebbe mai dovuto fare: distrarsi.

Tliin! Il suono proveniva da un filo sottilissimo legato al ramo di un albero. Chiaro (e banale) dispositivo di sicurezza. Come avesse fatto a non notarlo con il byakugan era spiegabile solo con il fatto che troppe emozioni nel cuore e pensieri nella testa, mal conciliano, in un soggetto già incline all'impulsività, la concentrazione. Pur con tutto il talento che poteva avere, Hanabi era evidentemente ancora una genin inesperta in fatto di autocontrollo.

E adesso? Quelli che hanno messo 'sto dannatissimo filo non saranno lontani, no?

E in effetti, anche se avrebbe preferito il contrario, il suo ragionamento era corretto: vi era un complesso sistema di segnalazione che si perdeva lontano, verso ovest. Ma nel giro di cinque minuti, dei fruscii in quella direzione l'avvertirono che si stava avvicinando qualcuno. Fortunatamente era riuscita a trovarsi un discreto nascondiglio in tempo.

Erano in quattro. Ma, a dirla tutta, non sembravano gente particolarmente sveglia.

Forse con il vantaggio della sorpresa... No, aspetta, che diavolo sto pensando? No, non un'altra cazzata. Parranno anche tonti, ma non è comunque il caso di buttarmi a caso ad affrontare quattro chuunin... Meglio che me ne sto qua nascosta fino a che non se ne vanno... Ehi, ma che diavolo...

Evidentemente, le apparenze ingannavano. Crivellarono tutta la zona intorno a loro di kunai e shuriken. Per schivarli, però, Hanabi non poté fare a meno di uscire allo scoperto.

“Ma che cosa abbiamo qua? Buonasera signorina!” Fece uno del gruppo, un grosso omaccione con uno sguardo obliquo, mentre osservava meglio la creatura schizzata a tutta velocità fuori da un cespuglio.

La Hyuuga, a questo punto, con la massima agilità, partì a tutta velocità verso sud, per seminare gli aggressori. Con tutte quelle armi che volavano nella sua direzione, ringraziò una volta di più di avere un'abilità innata così potente dalla sua. Ma, per quanto, il tiro a segno contro di lei non andasse a buon fine, il quartetto era ben lontano dall'idea di arrendersi. E lei non riusciva, nonostante gli sforzi, a seminarli a dovere.

Dopo una schermaglia che parve infinita, il capo urlò ai suoi: “Beh, sono stufo! Non mi importa affatto se il capo ci rimprovererà perché abbiamo dato nell'occhio!” Poi, rivolto ad Hanabi, aggiunse: “Sentito, baby? I grandi hanno finito di giocare. Ora passano alle maniere forti.”

A quel punto, si scatenò letteralmente l'inferno. I quattro lanciarono in contemporanea tecniche dell'arte del fulmine e del vento. L'adolescente schivò il primo attacco. Poi il secondo ed il terzo. Poi ancora il quarto.

Ma quando hanno intenzione di piantarla, diamine? Ah, già, certo, finché non mi tirano giù... Merda, comincio ad essere a secco... Beh, ora o mai più.

Hanabi valutò con estrema attenzione l'intervallo tra un colpo e l'altro. Nella massima finestra di tempo consentitale, scese dagli alberi di quel bosco ormai martoriato e attivò una sua tecnica: la rotazione suprema. Se era fortunata, i colpi diretti contro di lei sarebbero rimbalzati contro i suoi inseguitori. Se era molto fortunata. Ma se avesse insistito a scappare, sarebbe stata solo questione di tempo, per cui tanto valeva.

Hakkesho Kaiten! 

I nemici non si attendevano un così improvviso sfoggio di potenza da parte di una poco più che bambina. Uno venne addirittura colpito in modo serio dall'onda d'urto della tecnica di Hanabi, mentre un altro si beccò il suo raiton in faccia, sempre rispedito indietro dalla forza della rotazione suprema che l'adolescente aveva saputo creare.

Ma la rotazione si esaurì ben presto. E mentre il quartetto era ancora in piedi, dolorante, certo, ma in piedi, lei non lo era più. Ancora una volta aveva finito troppo presto la benzina e la sua corsa era finita.

Cadde, in ginocchio, più affranta che spaventata, ed il suo pensiero, prima di perdere i sensi fu un, del tutto irrazionale: Merda, sensei, dove cazzo sei finito? La tua allieva ha bisogno di te!

Quello che le fece riprendere i sensi fu il brusco impatto sulla nuda terra. Il paesaggio intorno a lei era completamente cambiato. Era boscaglia, anche piuttosto rada, punteggiata qua e là da ammassi rocciosi, che sicuramente contenevano una rete di caverne. Era stata buttata di peso al suolo, causandole una fitta di dolore alla schiena. Non un gran risveglio.

Quel che la terrorizzò ancor di più, però, fu il fatto che i suoi rapitori stavano affrontando un nemico sconosciuto. Aveva sperato fossero dei rinforzi di Konoha, ma pareva proprio di no. In lei si fece strada la tetra convinzione che si trattava di gente che non voleva altro che il bottino che questi si portavano dietro, ovvero lei. O meglio, i suoi occhi.

Quel che più la impressionò, era una ragazza bionda che si muoveva come una furia. Agitava un enorme ventaglio e stava facendo letteralmente a fette i nemici con le sue tecniche, che dovevano essere di vento. All'improvviso evocò persino una donnola sul campo di battaglia, che li scaraventò lontano. Dei quattro, ne era rimasto in piedi solo uno, il grande e grosso che prima aveva mostrato nei suoi confronti grande senso dell'umorismo, che peraltro non perse tempo per dileguarsi. Hanabi non si accorse delle tante piccole incongruenze di quello scontro, travolta dalla velocità degli avvenimenti. Ma forse era meglio così.

C’è sempre un nuovo test. C’è sempre una nuova prova. C’è sempre una nuova danza con la morte. E ci sono sempre nuovi mostri come me che costringono delle ragazzine innocenti a giocare questa folle partita. Come fa Shika a mantenere sempre la calma di fronte a tutto questo? Aaaaah…

La bionda, dopo un impercettibile sospiro,  si avvicinò lentamente a lei.

Estrasse un kunai. Istintivamente Hanabi strinse gli occhi.

Grande fu il suo stupore quando sentì la stretta delle corde che le fermavano polsi e caviglie farsi nulla. L'aveva liberata.

“Stanotte continuo a fare strani incontri. Prima un lampo giallo mi attraversa la strada, e adesso una piccola Hyuuga nelle mani di quattro idioti. Certo che a Konoha di questi tempi la vita continua a non essere noiosa, evidentemente.”

Dopo questa esternazione tra il seccato ed il sarcastico, la ragazzina ebbe il coraggio di aprire la bocca e domandare: “E voi sareste...?”

“Temari, jounin di Suna. Ero in viaggio con la mia scorta verso Konoha e ho trovato niente meno che la sorella minore di Hinata... Hanabi-san, se non sbaglio?”

“E' esatto, Temari sama, e vi ringrazio di avermi salvata.”

Temari, con una smorfia, fece per replicare, ma qualcosa la interruppe. I suoi occhi cambiarono improvvisamente espressione e digrignò i denti. Poi si voltò e disse, in direzione degli alberi a ovest: “In ritardo come sempre, pelandrone.”

Dannazione, la prossima volta questo genere di lavori sporchi li lascio sbrigare da soli, ai maledetti konohani.

Hanabi era seriamente tentata di darle della matta. Ma si dovette ricredere.

Pochi istanti dopo apparvero Yamato, Ino, Choji e, ovviamente per ultimo, Shikamaru.

“Shikamaru sensei!” Esclamò di gioia Hanabi.

“Hana-chan... Sei più baka del tuo maestro, sappilo.”

Temari sgranò gli occhi, poi disse, lievemente divertita, a Shika: “Shikamaru... Sensei? Ah, già, scusa. E’ oggettivamente ancora difficile per me sentir usare questo termine associato alla tua persona, sappilo. Dai, davvero, è un ossimoro. E per giunta, oltre alla fastidiosa ragazzina dai capelli rossi, hai anche Hanabi Hyuuga come allieva? In quanto a masochistico senso dell’umorismo, Tsunade-Sama fa sul serio… Oh miei kami, che sia arrivata davvero la fine di Konoha?”

Senza scomporsi, l'altro rispose: “No, no, Temari, aspetta... Hanabi non è nel mio team. E' nel team di Naruto.”

Temari si trattenne a stento dal ridere, ma infine replicò: “Ma a Konoha avete la merda nel cervello? Affidare dei ragazzini alle cure di Naruto? Adesso capisco perché questa qua stava per essere fatta fuori da un branco di buoni a nulla.” O meglio, lo sarebbe stata davvero se questa non fosse stata tutta una patetica farsa calcolata.

A quel punto, però, Hanabi si ribellò: “Un momento! Pur con tutta la gratitudine che posso avere nei suoi confronti per avermi salvata, non posso permettergli di mancare di rispetto a Naruto sensei! E poi non è colpa sua se mi trovo qui!”

Oh dei... Ma che cosa diavolo sto dicendo? Io che mi metto a difenderlo? Certo che devono avermi dato un colpo in testa bello forte.

Ino le rivolse un sorriso a dir poco ambiguo ed inquietante, ma non aggiunse altro se non un sospiro, mentre Shika, sempre rivolto alla bionda della sabbia, le fece:

“Sentito la voce dell'innocenza? Comunque non siamo qui esattamente per lei. Hanno sconfitto e conciato per le feste Hinata, Kiba, Sai e Akamaru, e forse li hanno uccisi, forse rapiti, non sappiamo. Siamo sulle loro tracce. Questa qua ha avuto solo la pessima idea di fare di testa sua e andare per conto proprio alla ricerca della sorella. Stessa pessima idea che ha avuto Naruto, del resto.”

Ad Hanabi sfuggì un gemito di sorpresa, che ad Ino non passò inosservato, per cui le spiegò: “Hana-chan, non credere che tu sia stata l'unica ad accorgerti che quel baka biondo volesse fare per l'ennesima volta di testa sua! Tsunade ha dato ordine di lasciarlo andare, nonostante tutto. Ma subito dopo abbiamo fatto in modo di seguirlo. In modalità eremitica, pensavamo, avrà capito dove si trovano i nostri compagni. Sia chiaro, però: non vogliamo in alcun modo far combattere quell'idiota da solo, col rischio che si metta nei guai, stavolta! Kakashi ed il suo team saranno già alle sue calcagna, mentre noi... Beh, per merito tuo siamo stati costretti ad una leggera deviazione di percorso. 

Perfetto, ora la mia cazzata pregiudica la missione. Premio genin dell’anno in arrivo. Ma. Che. Allegria.

Vedendo la ragazzina sconfortata, Ino ridacchiò e soggiunse, per rassicurarla: “Ahhh, Hanabi-chan, tranquilla, non te ne facciamo una gran colpa. In fondo qui capiamo tutti il tuo stato d’animo. Sì, cioè, a parte Shika l’anaffettivo.”

Shikamaru si limitò a sbuffare, mentre Temari annuiva divertita alle parole di Ino.

A quel punto, Yamato aggiunse: “Al ritorno da questa avventura, una bella lavata di capo non te la leva nessuno, giovane Hyuuga. Il punto è questo: seguire gli ordini non è sempre bello, o piacevole. Ci saranno infinite volte in cui i comandi dei tuoi superiori ti parranno assurdi, o insensati. Allora che fare? Rifiutarsi di obbedire e fare di testa propria? Certo, potresti avere ragione. Potrebbe davvero essere un ordine stupido… O la stupida potresti essere tu, che non capisci la ragione di quella mossa. Potrebbe anche essere una ragione valida per cui tu NON sia al corrente di tutto il piano. Obbedire ciecamente e a prescindere da tutto non è una virtù, in questo il vecchio codice esagerava. Ma la fedeltà al proprio comandante, in guerra è fondamentale. Chi fa di testa propria diventa un eroe solo nel 5% dei casi. Nel restante 95% è uno sciocco che mette a repentaglio le vite dei suoi compagni.”

Hanabi abbassò il capo e disse: “Ha certamente ragione, Yamato sama, ma-”

Ino, anche se con fare comprensivo, la interruppe: “Niente ‘ma’. Ti sembrerà stupido, Hanabi-chan, ma per imparare quando disobbedire, bisogna prima imparare ad obbedire. Voglio davvero molto bene a Naruto, ma lui non mai ‘imparato’ nel senso reale del termine questa lezione. E’ semplicemente molto bravo a capire d’istinto certe cose. E temo fortemente che in questo senso finirete come lui…”

A quel punto Choji fu lesto ad aggiungere bonariamente: “Per quanto non saremo certo noi ad andare ad avvisare dell'accaduto tuo padre.”, commento che suscitò approvazione convinta da parte di Ino, mentre Shika e Yamato si limitarono ad un cenno d'assenso.

Ammesso e non concesso che Hiashi non sia stato già al corrente di tutto quanto, pensò Ino tra sé, fissando uno Shikamaru stranamente soprappensiero.

A quel punto, quest’ultimo si rivolse di nuovo alla kunoichi di Suna, dicendole: “Ehi, seccatura, già che ci sei, perché non ti unisci a noi?”

Quella prontamente gli rispose, sarcastica: “Ovvio, pelandrone. Anche perché senza di me dietro al culo, te ne staresti a guardare le stelle e i fiorellini di campo che sbocciano, invece che sbatterti un po' a combattere sul serio.”

Ino, allora, fece, con un ghigno a fior di labbra: “Mi spiace interrompere i vostri preliminari erotici, ma avremmo un bel po' di strada da recuperare. Hanabi, mi spiace, ma il tempo stringe, per cui dovremo portarti con noi.”

Detto questo, Yamato si caricò senza troppi complimenti Hanabi sulla spalla. Quest'ultima, dalla sua, non tentò nemmeno di protestare. Non solo perché non aveva scelta, ma perché voleva a tutti i costi essere lì quando avrebbero trovato Hinata. E voleva essere lì a vedere il suo sensei polverizzare tutti coloro che avevano fatto del male alla sua nee-san.

 
  
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