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Autore: mugsy    20/09/2009    1 recensioni
"se ne dicono di stronzate da bambini. Stronzate in cui noi crediamo. Stronzate che abbiamo l’illusione che si avverino. Stronzate che chiamiamo sogni"
In un'anonima periferia di un'anonima città, si incrociano le strane vite di un omicida per hobby, una "sfigata" con un terribile segreto e una lesbica che vuol cambiare pagina. A far da contorno, le turbe mentali e le strane angoscie di Virginia, condite da sogni altrettanto bizzarri. Perchè quando perdi la tua strada, recuperarla richiede un prezzo elevato.
Genere: Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chissà per quale motivo, ma a Federica a quel momento venne in mente quel lontano giorno in cui la neve in città si era fatta talmente fitta da impedire alle auto e a qualsiasi mezzo di trasporto di passare. Era incredibile una simile nevicata in un posto che alle nevicate non era certo abituato, e Federica, approfittando di questo, decise di approfittarne per fare una passeggiata in mezzo a quel  meraviglioso manto bianco. La ragazza era eccitatissima all’idea di poter ammirare tanta neve, dal momento che non l’aveva mai vista dal vivo. E la camminata si rivelò per lei un vero toccasana, consentendole di dimenticare tutti i suoi problemi e le sue preoccupazioni. Preoccupazioni fissate su quel segno rosso a forma di mano aperta che le era stato lasciato pochi minuti prima da colei che l’aveva generata. Tutto era nato a causa di una rivelazione fatta da Federica a questa persona, a cui lei voleva un bene dell’anima e a cui faceva male mentire. Probabilmente tale rivelazione si era rivelata troppo forte, troppo potente per questa persona, al punto da indurla a lasciare a Federica un segno nella faccia, ma soprattutto nell’anima. Perché esser trattati a quel modo da chi ti ha messi al mondo è probabilmente una delle cose peggiori che possano capitare, talmente brutta che nessuno la augurerebbe a nessuno, nemmeno al peggior nemico. D’altronde, ci sarà un perché se Saffo è stata così malvista in tutto questo tempo…



Con la mente libera da tali veleni, la ragazza si godette pienamente quell’improvvisa e inconsueta spruzzata di candido manto bianco, giocandoci, lanciandoselo addosso e costruendo improbabili pupazzi di neve, magari con il corpo più piccolo della testa, o con un sorriso stentato, o magari senza cappello… ma a lei non importava, perché stava incredibilmente bene in quel momento, senza timore, pressioni, paure, preoccupazioni. Si sentiva incredibilmente viva, attiva, giocosa, senza freni ne inibizioni.
E probabilmente era così che doveva sentirsi una strana ragazza che si trovava di fronte a lei, che, chissà perché, attirò immediatamente l’attenzione di Federica.
Il suo nome, in quel momento ancora sconosciuto, sarebbe diventato ben presto fin troppo familiare. Perché era il nome del suo più grande amore, nonché della sua più grande condanna.
  
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