Grazie per i bellissimi commenti .. sono felicissima che la storia vi stia piacendo ... e come ho già detto è gratificante poter leggere i vostri commenti! ^________^
Vi lascio immediatamente al capitolo, purtroppo stamattina ho avuto un pò di analisi da fare e non mi sento granché bene!
Un bacio!
Manu
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Trascorsero
due settimane,
due orribili settimane in cui non feci che evitare categoricamente
Isabella.
L’unico istante in cui mi concedevo di bearmi della vista del
suo viso o della
sua voce era durante le colazioni, sebbene io restassi nel
più totale mutismo.
Inizialmente avevo previsto di allontanarmi il mattino presto, onde
evitare di
incrociare anche solo i suoi occhi. Ma la sua sveglia suonava ad
un’ora
decisamente improponibile.
E
non mi pareva
il caso di trascinarmi in versione zombie per il resto della giornata a
causa
della scarsità del sonno!
Mi
bastava
l’attuale versione Edward - faccia da pesce lesso/disperato
Cullen. Appellativo
generosamente attribuitomi da Alice.
Alle
sei Bella era già in
piedi, intenta a preparare la colazione e a lavorare agli articoli
tramite il
suo portatile. Alla fine mi ero arreso all’evidenza,
decidendo di godermi i
suoi deliziosi manicheretti.
Con
mio disappunto, la mia
infatuazione per lei non era affatto migliorata. La
loquacità di mio fratello
mi aveva permesso di apprendere numerose informazioni su Isabella e
sulla sua
vita.
Che
il destino
infierisca su di me non vi è alcun dubbio! Mi odia!
Emmett
non perdeva occasione
per elogiare le sue doti, che fossero culinarie o intellettive non
importava.
Continuava a lodarla facendo aumentare a dismisura il colore rosso del
suo
volto.
Sembrava
quasi
stesse cercando di convincermi a sposarla … cosa che non
sarebbe stata
assolutamente necessaria! Bastava la mia mente a perpetuare sciocchi
desideri
in proposito.
Anche
quella mattina si
stava ripetendo la medesima scena. Almeno sino a quando mio fratello
non decise
di conferire con me in privato, facendo irruzione nella mia stanza
mentre mi
cambiavo.
“Emmett,
è buona educazione
bussare!” lo ammonii, recuperando un paio di jeans scoloriti
dall’armadio.
“Edward,
ti devo parlare!”
affermò in tono serio. Decisamente troppo serio …
Deglutii
a fatica,
immaginando il motivo della conversazione. Doveva aver intuito i miei
sentimenti per Bella, e naturalmente non doveva aver gradito la cosa.
Certo,
io non la
prenderei con maggiore filosofia. Potrei spaccare la faccia a chiunque
osasse
posare il suo sguardo su di lei!
Un
pungo di
Emmett farebbe decisamente male …
Sospirai
sommessamente,
tentando di non incrociare il suo sguardo.“Dimmi!”
“Fratello,
se sei
infastidito dalla nostra presenza credo sarebbe più
opportuno che ne parlassimo.
Io e Bella potremmo andare in albergo!” spiegò in
tono accorato.
Mi
voltai verso di lui con
un’espressione corrucciata. “Che?”
Avevo
dimenticato quanto fosse scarso l’acume di mio fratello
… ha l’intuito di un
bradipo!
“Edward,
non fare il finto
tonto! - bofonchiò malcelando la sua irritazione.
– ormai non passi a casa più
di dodici ore e, considerando che generalmente sono durante la notte,
posso
presupporre che tu non voglia incontrarci …”
asserì convinto, scuotendo il capo
con un certo rammarico.
Bhe,
forse non è
totalmente stolto … almeno qualcosa lo ha capito!
Peccato
gli
abbia attribuito un distorto significato …
“Se
ho deciso di trasferirmi
da te, per questi giorni, è stato semplicemente
perché volevo trascorrere un
po’ di tempo con il mio fratellino e permettergli di
conoscere Bella! Sai che
tengo molto al tuo giudizio!” continuò
imperterrito, facendomi sprofondare
nella vergogna.
Se
solo sapesse
che lo faccio per lui …
Sospirai
tentando di
giustificarmi. “Non è come credi. Sono sotto
pressione a causa del concerto e
passo le mie giornate in teatro a provare!”
Il
che non era proprio una
menzogna. Era lì che trascorrevo il mio tempo, dedicandomi
al pianoforte. Le
forti emozioni dell’ultimo periodo avevano prodotto un esito
lato positivo –
per quanto blando, considerando l’esasperazione che mi
stavano provocando.
L’ispirazione
era tornata, e
ormai componevo nuove melodie come non era mai accaduto. Nella musica
stavo
riversando la mia immensa frustrazione e il mio disappunto per
ciò che era
accaduto. Ero certo di non essere ancora innamorato di Bella ma, allo
stesso
tempo, ero conscio che quel passo non fosse poi troppo distante.
Ogniqualvolta
incrociavo il
suo sguardo, osservavo il suo sorriso, avvertivo una sensazione di
calore mai
provata.
Una
sera sono rincasato
prima del previsto, trovando la sua figura beatamente addormentata sul
divano …
quella notte avevo composto la sua melodia.
Una
ninna nanna che potevo
considerare l’apoteosi del mio percorso creativo. Le note si
susseguivano
dolcemente creando una lenta armonia dal suono morbido e vellutato.
Tendenzialmente più semplice delle melodie che ero solito
comporre, ma
meravigliosa proprio nella sua semplicità. Quella
caratteristica che tra tutte
avevo sempre apprezzato in Bella, proprio come la dolcezza
Non
esiste
creatura che abbia saputo destare in me un tale interesse da permeare
con il
suo ricordo anche la mia musica.
“Edward?”
avvertii il tono
irritato di Emmett, ridestandomi dai miei pensieri.
“Cosa?”
domandai celando
appena il mio stato confusionale.
Possibile
che
ogni qualvolta si parli di Bella il mio cervello vada in cortocircuito?
Starò
impazzendo
…
Sbuffò
spazientito,
rivolgendomi uno sguardo non poco contrariato “ Dicevo
– esitò - oggi
l’accompagnerai a fare un giro turistico per Forks!”
Strabuzzai
gli occhi
sconvolto, sperando di essere realmente pazzo e preda di qualche
scomoda
allucinazione. Perché, per quanto allettante fosse la
proposta, mi avrebbe
posto in una posizione alquanto scomoda!
No
ti prego …
non può chiedermi questo!
Non
solo perché pensare ad
un giro turistico per quella città dimenticata da Dio
potesse essere solo
frutto di una mente seriamente disturbata.
E
ciò non può
che farmi supporre l’esistenza di una malattia congenita:
pazza Alice, pazzo io, pazzo Emmett … adesso mi
manca solo
sapere che mio padre si crede un vampiro per completare il quadro della
disperazione.
Ma
soprattutto considerando
che avrei dovuto essere il cicisbeo di colei che avrei dovuto in ogni
modo
evitare.
Situazione
a
tratti esilarante oserei dire.
…
Sono
rovinato …
l’inferno si sta scatenando su di me con la sua ira funesta.
“Edward,
per favore!”
insistette in tono supplichevole, notando la mia palese esitazione.
Oh
destino
immondo ed infame … e adesso?
“D’accordo
…” mormorai non
propriamente convinto.
Percepisco
la
punta della spada di Damocle sul mio capo … e non
è affatto una bella
sensazione.
La
sua espressione esultante
non mi rallegrò affatto. Mi stava costringendo alla
più atroce delle torture.
Poterla
osservare
nella consapevolezza di non poterla avere …
Che
Dio mi aiuti.