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Autore: Ryta Holmes    13/09/2003    4 recensioni
Come avevo promesso, questa è la seconda parte della mia fan fic. Eravamo rimasti al punto in cui Lou ritorna sulla terra, dopo ben 14 anni, e troviamo Miyu e Kanata felicemente sposati… beh non proprio felicemente, in realtà… non ve lo dico, scopritelo voi!!Ryta Holmes
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 6

 

IO, SENZA DI LUI

 

Kanata aprì gli occhi intontito. Da quando aveva avvertito quella forte sensazione di nausea, non aveva capito più niente. La terra gli era mancata sotto i piedi, e in preda alla confusione aveva visto milioni di immagini scorrergli davanti agli occhi, come impazzite. Ora, cercava di coprirgli, perché un sole accecante gli annebbiava la vista. Quando, finalmente, riuscì a distinguere le forme e i colori, si rese conto di trovarsi nel viale di un’abitazione.

- Ma… ma cosa ci faccio qui!?! Che strano… la mia voce sembra anormale, è come se… rimbombasse!!!- Kanata non capiva nulla di quello che gli era successo, e, rialzatosi, si era messo a vagare sbandando per il viale. Giunto fino alla porta, era in procinto di suonare, quando sentì una voce familiare, provenire dall’interno dell’abitazione.

- Che? A…America!?!… Un momento! Volete traslocare in America e lasciarmi qui?-

- Esatto… non c’è altra soluzione, Miyu. Ieri tua madre…- la conversazione continuò, proprio come Kanata se la ricordava. Miyu gli aveva raccontato mille volte quella famosa discussione, e lui la conosceva molto bene.

- Ma… ma… non è possibile!!! Sono tornato indietro nel tempo!!!- si accostò alla porta per sentire meglio, ma quando vi si appoggiò, la trapassò cadendo a terra ed entrando in casa Kozuki.

- Ahio!!! Ma come cavolo ho fatto a trapassare la porta!!!- Kanata si massaggiò la guancia che aveva toccato terra, poi si rialzò e si diresse dove provenivano quelle voci. Si rese conto di essere invisibile, perciò si avvicinò di più alla famiglia che discuteva, e attese che Miyu si rassegnasse all’idea di dover andare a vivere nella sua casa. Ma con sua grande sorpresa, Miyu non demorse.

- No mamma, io a casa di questo vostro amico non ci vado!!! Sono sempre stata sola, anche qui, perciò perché non potrei esserlo anche in America!!! Per lo meno lì saprei di trovarvi sempre a casa la sera, no? Ve lo chiedo per favore, portatemi con voi!!!- l’espressione di Miki si fece più seria.

- Ma Miyu, se vieni in America, dovrai cambiare ambiente, scuola e amici, te la senti?-

- Lo dovrei fare anche se rimango in Giappone, se non mi sbaglio. Io sono pronta, e sento che non me ne pentirò!!!- i signori Kozuki sospirarono.

- E va bene, è deciso. Verrai con noi!-

- Ma non doveva andare così!!!- Kanata era in preda all’agitazione.- In questo modo io non la incontrerò mai!!!- queste ultime parole, rimbombarono come un martello. Nella sua mente, riaffiorò il ricordo delle ultime parole che aveva scambiato con Miyu, e capì.

- Allora è così che sarebbero andate le cose, se lei non mi avesse mai conosciuto!!! Dice che non se ne pentirà!!! Lo spero per lei!!!- la rabbia lo colse, ma ad un tratto non capì più nulla, perché di nuovo le immagini iniziarono a correre velocemente.

Si trovò in una villa, che lui aveva già visto.

- Ma certo, questa è la loro casa in America!!!-

Kanata assistette, imperturbabile alla diversa vita di Miyu, ma ogni giorno, ogni momento, ogni anno che passava, in cui lui si trovava, vedeva Miyu ogni giorno più triste, sempre più sola.

I suoi genitori, spesso non tornavano a casa per giorni, e lei viveva lottando contro il silenzio opprimente della sua casa vuota, e la solitudine. In America si era fatta qualche amico, ma nessuno era stato in grado di renderla felice, perché dopo la scuola, o in estate, quando tutti andavano in vacanza, lei rimaneva sola, senza un amico, o qualcuno che le stesse vicino. Col tempo, la rabbia di Kanata si era tramutata in tristezza, e perfino in compassione, per quella povera ragazza, spesso abbandonata da tutti. Vide ogni giorno Miyu chiudersi sempre più in se stessa, e perdere quel suo carattere allegro, e questo lo fece soffrire sempre di più.

Arrivò a non poterne più, quando assistette impotente a ciò che accadde a Miyu due anni dopo la sua partenza dal Giappone.

Come al solito era rientrata a casa, dopo la scuola, e si era messa a preparare la sua cena. Credeva di essere sola, come sempre, ma si sbagliava. Un ladro si era intrufolato nella casa, approfittando del buio, ed era rimasto bloccato quando era entrata Miyu. Cercando di scappare, si era trovato costretto a colpire la ragazza alle spalle. Kanata aveva tentato in tutti i modi richiamare la sua attenzione, ma lui non esisteva, perciò rimase impotente a vedere Miyu che, colpita alla testa, con le poche forze che le rimanevano, cercava di chiamare un’ambulanza, prima di svenire a terra.

Ancora una volta, le immagini si velocizzarono, e Kanata si trovò in un ospedale. Vide i genitori di Miyu che si disperavano, in preda ai sensi di colpa, per averla lasciata da sola, e lei in un letto, in coma. Si avvicinò al suo capezzale soffrendo terribilmente, vedendola in quello stato, e maledicendo le sue parole. Non era vero che lei avrebbe vissuto meglio senza di lui, e che non ne aveva avuto bisogno. Se loro non si fossero mai conosciuti, le loro vite sarebbero state un totale fallimento.

- E adesso che cosa posso fare? VOGLIO ANDARE VIA DI QUI!!!- Quasi come se le sue parole fossero state esaudite, l’oscurità lo avvolse, e il silenziò piombò sulla sua testa. Iniziò a camminare, non sapendo dove andava, ma in quel momento sperava in tutti i modi che potesse rivedere la sua Miyu. Senza rendersene conto, iniziò a chiamarla. Urlò il suo nome, sperando che anche lei fosse rimasta vittima di quella situazione. Proprio quando stava per arrendersi, sentì la sua voce che proveniva da un punto nel buio…

 

- KANATA!!! DOVE SEI!!!!- Kanata sentiva la voce di Miyu sempre più vicina, ma non sapeva dove stava andando, e correva come un ossesso.

- Miyu non so dove sei!!! MIYU!!!!!- nell’oscurità scorse una luce. Si diresse dritto quella fonte, e man mano che si avvicinava, si rese conto che in realtà era una chioma bionda e lucente, quella di Miyu.

- Miyu sono qui!!! Miyu!!!- e finalmente lei lo vide. Si corsero incontro, e senza pensare all’affanno per la lunga corsa, si unirono in uno strettissimo abbraccio. Era una liberazione poter essere di nuovo uniti!

- Kanata mi dispiace, io non volevo…-

- Shhhh…- Kanata la zittì con la mano, e la guardò dolcemente negli occhi.

- Ti chiedo scusa anch’io, però adesso basta! Quello che abbiamo passato serve a spiegare tutto… ti chiedo solo una cosa… io ho un terribile bisogno della tua presenza, non posso stare senza di te! Tu, mi vuoi restare sempre accanto? Non mi abbandonare, ti prego!- Kanata era molto serio, e aveva paura che lei potesse rifiutare. Miyu, invece sorrise, e abbracciandolo, gli sussurrò nell’orecchio:- E come potrei non volerlo. Io non vivo senza di te!- Kanata non sperava che dicesse altro. La baciò appassionatamente, e in quel momento avrebbero potuto rimanere in quell’oscurità per sempre, perché ormai erano insieme, e niente, nemmeno una donna come Jinny, avrebbe potuto più dividerli.

Quando si staccarono per riprendere fiato, e aprirono gli occhi, erano ritornati nell’ufficio di Kanata, però si resero conto di non essere soli.

- Se non ci fossi stato io chissà cosa avreste combinato!!!- Miyu e Kanata si voltarono continuando a rimanere stretti l’uno all’altra.

- Lou!!! Era impossibile che non ci fosse il tuo zampino in questa faccenda!!! Lo sai che…- Kanata si avvicinò a Lou con un’espressione severa, ma non appena fu davanti a lui, lo prese per una spalla, e gli sorrise dolcemente.

- Grazie!- Miyu lo abbracciò, e insieme uscirono dall’ufficio, scavalcando Jinny, che si trovava stesa a terra, svenuta. Kanata, però, prima di andare via, le poggiò una lettera sul grembo.

- Che cos’è?- Miyu lo guardò con aria preoccupata.

- E’ semplice!!! La mia lettera di dimissioni!!!- Miyu fece uno dei suoi più bei sorrisi, abbracciò Kanata, e insieme a lui, tornò nella sua casa, dove Baumiau e la piccola Mai, attendevano il loro ritorno.

 

*   *   *

 

- Mi dispiace, ma è ora di andare…-

- Lo so, Lou… fatti abbracciare ancora!- Miyu strinse forte a sé Lou. Erano trascorsi due anni, e il ragazzo si era trattenuto più del previsto. Adesso doveva fare ritorno sul suo pianeta. Quei due anni erano stati meravigliosi. Avevano vissuto insieme come una famiglia, e solo il pensiero dei suoi veri genitori, fece decidere Lou a tornare a casa. Dopo il licenziamento di Kanata, tutti si erano prodigati per trovargli un nuovo lavoro, e in pochissimo tempo, era riuscito ad entrare ad insegnare in una scuola privata. Poter insegnare ai bambini era una cosa che lo rendeva veramente felice, e in più adesso poteva stare molto più tempo con la sua famiglia. Col tempo la piccola Mai si era affezionata di più a suo padre, che l’accudiva, quando Miyu era impegnata con il suo lavoro, lasciando anche a Baumiau, più tempo libero. Mai adorava Lou, e lo considerava a tutti gli effetti come un fratello. Adesso che doveva andare via, piangeva aggrappandosi a suo padre.

- Forza Mai, Lou deve tornare dai suoi genitori! E te non mancherebbero mamma e papà se non li vedi da due anni?- la piccola mostrò il visino che nascondeva dietro la spalla di Kanata.

- Sì… però…- Lou si avvicinò a Mai e l’accarezzò.

- Ascoltami Mai, ti prometto che tornerò. Adesso starò un po’ con i miei genitori, ma ti prometto che fra qualche anno tornerò! Tu però mi devi dare la tua parola che non piangerai più finché non tornerò! Allora, me lo prometti?- Mai annuì, e dette una bacio sulla guancia al ragazzo.

- Va bene, ma torna presto!!! Ciao!!!- Lou salutò Kanata e abbracciò ancora Miyu, che a fatica tratteneva le lacrime.

- Ti ringrazio Lou, senza di te ora non saremmo così uniti!!!-

- Era solo mio dovere. Addio, anzi, arrivederci!!!- Lou entrò nella sua astronave, seguito da Baumiau, che piangeva disperato.

- Buaaaaa!!!… arrivederci…. Buaaaaaa!!!!-

La famiglia Saionji continuò a scrutare il cielo, finché l’astronave non sparì all’orizzonte. Lou era arrivato nel momento più difficile, e aveva portato la serenità nella loro famiglia, e di questo Miyu e Kanata, e in seguito, anche Mai gliene furono grati.

 

Adesso vi potrei dire che Lou anni dopo è tornato sulla Terra, ma questa è un’altra storia…

 

FINE

 

Allora, vi è piaciuta? Per tutti coloro che stanno pensando che scriverò “HO BISOGNO DI TE3”  se lo scordi!!! Oramai la loro storia si conclude così. Però adesso che ho letto il numero 9… ho deciso che scriverò un probabile NUOVO UFO BABY!!! Io già me lo immagino, e voi?

Ciaooooo

Ryta Holmes

 

 

 

 

   
 
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