Consegna:
Descrivi l’immagine in allegato e il sentimento che evoca in te.
Tempo: 10 minuti
Elisa guarda la foto.
L’ha trovata in un cassetto.
Quando aveva quattro anni suo fratello l’aveva portata da una mostra di ornitologia. E’ un appassionato. Probabilmente saprebbe dirle specie, habitat, nutrizione. Mille cose, insomma. A lei non è mai piaciuta. Per niente. Le metteva paura. Una sensazione strana, la pancia che stringe e la gola che fa male. Voleva sempre piangere, ma non capiva perché.
E dire che adora gli uccellini. Non come suo fratello, no. A lei piacciono perché sono piccoli, e piumosi, e morbidi e fanno cip cip e.
Ma quegli uccelli no; proprio non le piacevano. E la paura se ne restava lì, un nodo che non va né su né giù. Suo fratello ne aveva fatta una gigantografia. Ma lei aveva pianto e pianto tanto nel trovarsela sempre davanti quando entrava in camera di Fulvio che alla fine suo fratello ci aveva rinunciato e l’aveva tolta.
Non è normale quella foto. Quell’uccellino non è un uccellino ma un mostro troppo grande, osceno. E i due accanto. Le sembra di vederne le ossa, le piume attaccate con disperazione e lo sfinimento e la rassegnazione in fondo agli occhietti opachi. E’ spietata, quella foto. E si ripete ancora, da adulta, che gli uccellini non devono essere così: gli uccellini devono fare cip cip ed essere piccoli piccoli e implumi in un nido che è casa e tepore. Non quella cosa con la bocca che divora tutto.