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Autore: Volpe__    01/10/2024    0 recensioni
Due avventurieri si incontrano in un bar... non è l'inizio di una barzelletta ma è la prima storia dedicata al mio mondo fantasy.
In questa storia due uomini che si sono appena conosciuti andranno alla ricerca di un misterioso artefatto, mossi solo dal senso dell'avventura. Chissà quali posti visiteranno e quali personaggi incontreranno?
Una storia leggera che scava nel carattere dei due protagonisti.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Le luci serali nel quartiere residenziale illuminavano le strade quasi deserte della zona.
I due compagni procedevano spediti mentre intorno a loro regnava il silenzio. Le uniche voci che si sentivano erano quelle delle  persone dentro le proprie case. Famiglie che litigavano, amici che conversavano e coppie che si amavano. Tutto risuonava nelle strade della zona dove le persone comuni di Genevria trascorrevano le loro notti.
Dopo un paio di vie svoltate, in lontananza, si iniziò ad intravedere la meta della loro camminata. La taverna del cammello li attendeva come un faro in mezzo all'oscuro mare notturno.
Da fuori la porta si potevano già iniziare ad udire gli schiamazzi dei clienti ubriachi che si godevano del tepore nella gelida notte desertica.
La struttura della locanda era attinente alle altre abitazioni del centro abitato. Case di pietra e legno, con qualche accenno di marmo nelle parti frontali delle abitazioni.
Dentro di se Josè era abbastanza tranquillo, aveva trascorso notti in luoghi peggiori, l'unica sua preoccupazione era quell'anello che Ermando aveva rubato poco prima nel bazar. Nonostante questo timore costante l'uomo teneva questi sentimenti dentro di sè, non voleva appesantire ancora di più la coscienza del ragazzo facendolo sentire responsabile.

Entrarono nella locanda senza dare troppo nell'occhio. I tavoli erano pieni di uomini delle più svariate razze. In un tavolo un gruppo di guardie locali si godeva il riposo serale bevendo un classico liquore a base di liquirizia di Genevria. Sul fondo del locale un gruppo di elfi discuteva di cose troppo importanti per essere sventolate ai quattro venti. Vicino al bancone un gruppo di nani si divertiva a fare gare di braccio di ferro, con più birra che sangue nelle vene. 
Josè ed Ermando si misero seduti al bancone su due sgabelli isolati. Dopo poco tempo il proprietario del locale, un uomo alto e magro con capelli castani ed uno sguardo abbastanza irritato, si avvicinò a loro.
-Cosa posso portarvi?- chiese mentre con la coda dell'occhio osservava il tavolo dei nani. Era visibilmente preoccupato che qualcosa avrebbe fatto una brutta fine da li a poco.
-Buonasera oste, ci porti due boccali di birra. Ci servirebbero anche due letti per passare la notte- rispose Josè mentre osservava anche lui il tavolo dei nani.
-Datemi un minuto e vi porto le birre...- l'oste si girò di scatto con una vena che gli pulsava sulla fronte -TAVOR SMETTILA IMMEDIATAMENTE DI TIRARE PUGNI AL TAVOLO O GIURO CHE TI IMPICCO!- imprecò, prese un boccale di birra vuoto da sotto il bancone e lo lanciò in testa al nano che stava usando il tavolo come un tamburo. Quando colpì il malcapitato un rumore metallico si sentì nella taverna, seguito dal tonfo di un corpo piccolo e robusto che cadeva per terra.
Il tavolo dei nani smise improvvisamente di fare rumore, per qualche minuto nella taverna regnò la calma.
Nonostante la confusione intensa fino a qualche minuto prima Ermando non spiccicava parola, era ancora molto perplesso da quello che era successo prima nel bazar. Aveva l'anello nella tasca e poteva giurare che ogni tanto sentiva una leggera sensazione di calore provenire da dove aveva nascosto il gioiello.
Dopo qualche minuto l'oste tornò da loro con due boccali di birra pieni nelle sue mani. Li poggiò cautamente sul bancone e guardò Josè -Per i boccali di birra e la stanza mi devi 2 liti di argento- disse mentre avvicinava la mano all'uomo.
Josè si mise la mano in tasca e prese due liti d'argento dal suo portamonete per poi porgerli all'oste. Una volta presi i soldi si allontanò per andare a controllare i tavoli più affollati.
-Si può sapere perchè sei diventato muto da quando siamo usciti dal bazar? Ti ho già detto di non preoccuparti riguardo l'anello- disse Josè mentre avvicinava il boccale di birra a Ermando.
Il ragazzo prese l'anello dalla tasca e se lo mise all'anulare della mano destra.
-Questo anello non è normale, sento come se emanasse calore- bisbigliò il ragazzo mentre avvicinava la bevanda alla bocca per fare un sorso. Il sapore amaro della birra gli avvolse la gola, era molto simile ad una che aveva bevuto l'anno prima a Logoria per il suo compleanno.
Josè guardò con più attenzione l'anello per provare a notare qualche strano dettaglio. Tutto inutile.
-Non vedo nulla di particolare in questo anello, il calore potrebbe essere solo una tua sensazione. Bevi la tua birra e andiamo a riposarci, domani sarà una giornata lunga.

I due compagni iniziarono a sentire degli sguardi su di loro dal tavolo dei nani. Alcuni bisbigli che si potevano udire riguardavano l'anello che Ermando portava al dito. Uno dei nani, visibilmente ubriaco, si alzò dal tavolo e con passo molto incerto si avvicinò al bancone dove erano seduti Josè ed Ermando.
Aveva un'aura di alcol che si sentiva anche da qualche metro di distanza. La sua barba era impregnata dalla birra, i suoi lunghi capelli neri erano sciolti e disordinati. Indossava solo una abito di cuoio, uno di quelli che si mettono sotto indumenti più corazzati.
Una volta arrivato davanti Ermando lo guardò con occhi freddi ed  indicò con il dito l'anello -Un ragazzino come te come fa ad avere un oggetto magico di quel calibro? Sentivo le rune magiche dal mio tavolo- esclamò il nano.
Ermando si mise le mani in tasca e guardò preoccupato il suo compagno. Sentiva che la tensione stava salendo e non se la sarebbe cavata con una scusa qualsiasi -L'ho ereditato dal mio defunto padre, perchè dovrebbe interessarti?- mentì spudoratamente il ragazzo mentre delle gocce di sudore gli scendevano dalla fronte. Sentiva il cuore esplodere nel petto, gli stava venendo un attacco di panico.
-E io dovrei credere ad una scusa così abbozzata? Dammi quell'anello ragazzo, io sicuramente saprei valorizzarlo di più- disse il nano, iniziò ad avvicinarsi sempre di più ad Ermando. Ormai poteva sentire il suo alito pieno di alcol sul mento.
Josè si alzò dallo sgabello e mise un braccio tra il nano e il ragazzo -Non fare un altro passo, l'anello è suo, non deve interessarti come l'ha preso.- esclamò mentre allontanava di peso il nano con il suo braccio.
Un moto di stizza partì dal nano che con tutta la sua forza spinse Josè contro il bancone, causandogli un fastidio nella zona bassa della schiena. La situazione peggiorò in un istante.
L'uomo ripresosi dalla botta non ci vide più dalla rabbia, con tutta la sua forza tirò un calcio sullo stomaco del nano che fece due metri di volo all'indietro.
Una volta rialzatosi il nano si diede due schiaffi sul viso -Ragazzi venite a sistemare questo bastardo!- urlò rivolgendosi ai suoi compagni nani. Un trambusto di sgabelli ribaltati iniziò a risuonare nella taverna insieme a delle urla. 
Nello stesso momento le guardie, assistendo a tutta la scena, si alzarono per placare il conflitto. Inutilmente. I nani iniziarono ad azzuffarsi con le guardie mentre in disparte gli elfi si godevano tutta la scena. Nel mentre Josè e il nano ricominciarono a picchiarsi. Volarono calci e pugni oltre a del sangue. 
Ritrovandosi davanti la scena del suo compagno che veniva malmenato Ermando si alzò per aiutarlo, mettendosi in mezzo tra i due avversari. Il nano noncurandosi della sua presenza lo scansò e con un movimento di bacino provò a tirare un montante sul mento di Josè. Ermando sentì un calore crescente nell'anello che portava nella mano destra. 
-FERMO!- urlò Ermando puntando con la mano destra verso il nano. Improvvisamente il calore divenne insopportabile, nel corpo di Ermando comparì una crescente sensazione di prurito che culminava nella sua intensità dalla mano rovente. Dall'anello uscì un potente raggio di luce accecante che colpì il nano, facendolo volare dall'altro lato della locanda.

Il silenzio scese nella locanda, l'unico rumore era quello prodotto dai passi dei nani che si dirigevano a soccorrere il loro compagno svenuto e ferito. Chi non guardava il nano puntava il proprio sguardo verso il ragazzo che pochi secondi prima era riuscito ad evocare un raggio di luce dal suo anello.
Josè guardava scioccato il suo compagno, completamente sopraffatto da tutto quello che era appena successo. -Stai bene?- chiese Josè mentre Ermando si stava sfilando l'anello dal dito. Finì immediatamente nella sua tasca, lontano da sguardi indiscreti.
-Prima i nani mi sfondano i tavoli ed ora qualcuno lancia raggi di luce nella mia taverna? Io sono veramente stanco- disse l'oste mentre guardava lo scenario del suo locale disastrato con le mani fra i capelli.
Poco dopo il gruppo di nani uscì dalla taverna portando sulle spalle il loro compagno svenuto. Prima di uscire guardarono tutti Ermando con uno sguardo che era un misto di rabbia e paura.
Nel locale rimasero il gruppo di guardie e in fondo gli elfi stavano osservando la scena in silenzio.
Il cuore di Ermando stava iniziando a calmarsi, ancora non sapeva spiegarsi cosa era appena successo. -Io non so cosa fare... Josè aiutami a capire- disse supplicante guardando il suo compagno.
Josè si guardò intorno nella taverna e finalmente riuscì ad inquadrare il gruppo di elfi nel fondo della locanda -Io non sono un esperto di magia ma forse loro potranno darti una mano, andiamo-.
I due attraversarono la locanda mentre le guardie li osservavano da lontano, ancora leggermente brilli per tutto il liquore bevuto.
Il tavolo degli elfi li guardava in silenzio. I suoi componenti erano molto simili tra di loro. Niente barba sul viso e capelli leggermente più lunghi del normale. Orecchie a punta e sguardo diffidente ne facevano il marchio di fabbrica mentre i due uomini si avvicinavano al loro tavolo.
Josè si avvicinò per primo guardando con sguardo serio la tavolata -Il mio compagno ha bisogno di aiuto ed io non sono un esperto di magia, potreste darci una mano?.- Ermando li guardava con sguardo supplicante, ancora spaventato da quello che era accaduto poco prima.
Un elfo con un completo elegante verde ed i capelli raccolti in una coda molto lunga si alzò dal tavolo, avvicinandosi ad Ermando -Fammi vedere l'anello- una voce pacata ma tagliente allo stesso momento colpì le orecchie del ragazzo. Mise la mano in tasca e mostrò l'anello all'elfo.
-Vediamoci domani mattina in biblioteca, ora è troppo tardi per darti risposte ottimali- esclamo l'elfo. Fece un cenno ai suoi compagni che, tutti insieme, si alzarono dalla tavolata per poi uscire dalla taverna.
Josè ed Ermando si guardarono per un paio di secondi, incerti su cosa dire all'altro.
-Andiamo a dormire, ci penseremo domani- suggerì l'uomo. Ermando tirò un sospiro di sollievo.
Josè si avvicino al proprietario della taverna che era impegnato a rimettere in ordine la sala principale -Oste mi scusi, ma avremmo bisogno delle chiavi delle camere- disse mentre il locandiere lo fulminava con lo sguardo. 
Samuel sand, locandiere molto stanco, prese una chiave dal mazzo che portava attaccato alla cintura e lo diede a Josè -Domani mattina lasciate le vostre stanze, non voglio rivedervi- disse mentre gli faceva cenno di andare via.
Con la chiave tra le mani Josè, insieme al suo compagno, si diressero nella camera per una notte di meritato riposo.
   
 
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