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Autore: blackjessamine    21/10/2024    0 recensioni
Voci.
Tentativi di comunicazione.
Contatto non stabilito.
[“Questa storia è candidata agli Oscar della Penna 2025 indetti sul forum Ferisce la penna”.]
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Forse sogno troppo.

Metaforicamente?
No, oniricamente. Di notte. Il mio cervello non si spegne.
Nessun cervello si spegne di notte.

Ma il mio è particolarmente attivo.

Tutti i cervelli sono particolarmente attivi.

Che palle, dai. È solo che vorrei non esserne consapevole.

    (pause di riappacificazione)

Che cosa hai sognato?
Tante cose.

Tipo?
Tipo di litigare con un sacco di gente al lavoro.

Forse dovresti iniziare davvero a litigare con qualcuno.

Già.

Per non fare la fine della pentola a pressione.

Speravo bastasse la palestra.
Come se tirassi su 200 chili.

Vabbè, il mio bilanciere da venti mi basta e avanza.

    (bronci divertiti)

E poi che cosa hai sognato?
Vuoi davvero saperlo?

Non te lo chiederei, se no.

Vuoi sentirtelo dire, perché lo sai già.

E allora?
E allora sogno spesso te.

E che facciamo?
Esistiamo.

Avanguardia.

Esistiamo come due persone che esistono insieme, dico.

Io mi sento abbastanza esistente.

    (sguardi truci)

Dai.

Nel senso, esistiamo e ci comportiamo come persone che hanno un legame anche fuori da questi dialoghi.
Interessante.

Ci siamo anche sposati, una volta.

Non ti sembra di esagerare?

Ovvio!

    (risate)

Ci ha sposati il sindaco.

E chi dovrebbe sposarci? A parte un prete, ma mi sembra ovviamente fuori discussione, per noi.

Sì, ma non un sindaco a caso, il mio sindaco.

Ah.

Te ne ho parlato, no?
Sì.

Ecco.

Forse preferisco il prete.

Forse lo preferisco anche io.

    (silenzio contemplativo)

È stato un bel matrimonio?
Ti dico solo che c’era un videoproiettore.

Oh.

Eh.

Spero almeno sia stato un matrimonio felice.

Fin troppo.

Troppo?
Sì, perché poi mi sono svegliata.

Non ti facevo una che sogna l’abito bianco.

Infatti, ma il mio cervello…

    (pausa breve)

E poi?
E poi ho sognato il tuo cane.

Il mio cane?
Sì, lo portavo in montagna.

Non è mai stato in montagna.
E io non sono mai stata in montagna con un cane.

Un sogno pieno di prime volte.

E poi ho sognato che facevamo l’amore in Guatemala.

Perché proprio in Guatemala?
Perché ci voglio andare la prossima estate, e prima di dormire ho cercato voli per Antigua.

Io voglio tornare a Tokyo.

Eh, vedi che funzioniamo solo nei sogni?

    (silenzio sporco)

Però non era un sogno erotico.

Siamo noiosi anche nei sogni?
No, non noiosi. Confortanti. 

    (silenzio)

Eravamo nudi e sereni.

C’è correlazione?
No, ma non sono quasi mai serena, se sono nuda.

    (silenzio)

Vabbè. C’era anche un pranzo di Natale, ma non mi ricordo bene.

Eravamo nudi anche al pranzo di Natale?

No, era un pranzo di Natale e basta. Ma eravamo sereni anche lì.

Mi piace come sogni.

Non mi piace che siano sogni.

    (suono di una sveglia)

 
   
 
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