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Autore: paiton    18/11/2024    0 recensioni
Un lupo viene morso da un cacciatore in una notte di luna piena. Il racconto breve inizia nella sezione favole ma ultimamente si stanno scrivendo da soli altri capitoli e la natura delle vicende sta cambiando. Argo inizia a sentire dei cambiamenti nella sua interiorità dopo aver iniziato a lavorare come pasticcere notturno, è tormentato da profondi mutamenti e scopre un altro tassello del puzzle.
Genere: Commedia, Introspettivo, Satirico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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spazio autore: la stesura del manoscritto continua esclusivamente nelle nottate di plenilunio.

La densa oscurità rafforza i sentimenti, Maya sta osservando preoccupata la fioca luce della Luna diffusa da spesse nubi che dipinge un alone nel cielo. Il suo istinto le dice che qualcosa di cupo incombe su di loro, un brivido le fa rizzare il pelo.
Maya parla a sé stessa, ansiosa:
"Dove sei, Argo? Ogni fibra mi urla che stanotte avremo bisogno di te…"
Lucky e Pepe stanno giocando a mordicchiarsi e rincorrersi attorno a un albero, ma percepiscono anche loro la tensione nell’aria. All'improvviso un odore sconosciuto li allerta. I loro muscoli si tendono, le orecchie dritte.
Lucky emette un sussurro:
"Pepe, senti anche tu? Non… non è uno dei nostri."
Pepe cerca di mantenere la calma, la sua voce esce comunque tremante):
"Non abbiamo paura, giusto? Mamma è qui. Possiamo chiamarla."
Maya si avvicina immediatamente annusando l’aria in modo deciso. I suoi occhi scintillano di una luce dura e determinata, e i cuccioli capiscono di essere in pericolo.
Maya resta calma, ferma e con il tono autoritario della madre protettiva cerca di salvarli:
"Ascoltate miei piccoli. State vicini a me e qualsiasi cosa succeda non vi dovete separare. Siamo un branco e un branco unito non si spezza."
Dal nulla un gruppo di lupi massicci emerge dalle ombre degli alberi. Il capo branco rivale, un lupo imponente con due cicatrici sul muso, si avvicina. È accompagnato da due seguaci più giovani ma in forze, i quali osservano Maya e i suoi cuccioli con occhi di sfida.
Il capo branco rivale ringhia con tono beffardo:
"Non sapevo che questo fosse ancora il territorio di Argo. Sentivamo un vuoto… di potere."
Maya ringhia in risposta, mettendosi tra i piccoli e i lupi rivali, ma senza perdere la sua calma. Sa che non può dimostrare paura; in tono profondo e deciso:
"Questo è il nostro territorio. Finché il branco esiste, nessun lupo vi è straniero."
Il capo branco sogghigna:
"Vedremo. Forse il vostro amato Argo è troppo occupato a… nascondersi."
Uno dei seguaci si avvicina minaccioso, ma Lucky, sentendo crescere un coraggio improvviso, si mette in posizione di difesa accanto alla madre. Pepe, tremando, lo segue. Maya osserva i cuccioli sorpresa dalla loro determinazione. È in quel momento che realizza quanto stiano crescendo.
Maya si volta verso Lucky, con orgoglio e affetto:
"Sei forte, figlio mio. Ma non dimenticare di essere furbo. Usate i sensi, fidatevi di loro."
Lucky e Pepe annuiscono concentrandosi sui nemici. Maya, pur combattendo il timore per la mancanza di Argo, sprigiona una presenza tale da far vacillare anche i lupi rivali.
Lo scontro si avvia, tra morsi e salti. Maya riesce a far fronte ai nemici, ma la fatica si fa sentire e i lupi avversari sembrano infiniti. Quando pensa di non farcela più, un profondo ululato risuona nella notte: è Argo, appena tornato. I lupi rivali si fermano per un attimo, scambiandosi uno sguardo incerto; vedono un uomo con la faccia da lupo.
Argo si posiziona con la sua famiglia, la voce ferma e autoritaria:
"Avete invaso casa mia. Non lascio la mia famiglia sola, neanche se la Luna mi chiama altrove."
Il capo branco rivale, vedendo la risolutezza del branco di Argo e l’unione tra i suoi membri, capisce di non avere più il controllo e fa cenno ai suoi di arretrare; poi si ritira in tono sarcastico:
"La luna forse ti ha donato alcune stranezze, Argo. Magari stai diventando matto ma non si può dire che il tuo branco non sia… unito. Alla prossima."
Maya osserva Argo mentre il branco rivale scompare tra gli alberi, i cuccioli si precipitano su di lui. Argo li accoglie affettuoso con la consapevolezza che il non assolvere alle sue responsabilità ha messo tutti in pericolo. La lupa lo fissa intensamente, cercando di comprendere il conflitto interiore che ancora vive dentro e fuori di lui. Lei comunica a bassa voce, con tenerezza ma anche con preoccupazione:
"La luna ti chiama, Argo, il branco sente la tua assenza. Adesso siamo in pericolo. Ci osservavano da tempo e questa era solo una dimostrazione."
Argo guarda la Luna, poi Maya e i cuccioli:
"Forse, ma stanotte sono qui. Con voi. E con voi resto, anche se diviso.
Un lampo di genio gli passa per la mente, gli si accende la lampadina:
“Forse ho trovato un modo per farli allontanare da qui senza che nessuno si faccia male, o quasi!”

   
 
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