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Autore: LubaLuft    08/05/2025    0 recensioni
Questo è il mio primo tentativo di originale ☺️, che nasce da spunti, interazioni e challenge.
Sarebbe dovuta rimanere una one shot autoconclusiva ma poi sono spuntate altre idee e sono andata avanti con la scrittura.
Simon e Drew sono due agenti dell'FBI. Hanno caratteri totalmente diversi e sono attratti l'uno dall'altro, in una situazione che si fa sempre più complicata e a ridosso di una missione importante.
Dal testo:
« “Usciranno, secondo te?”
“Con questo gelo? Ne dubito. Ma ci spero.”
“Senti, ti ho…”
“Tieniti comunque pronto.”
“Hai…”
“Il satellitare nella loro auto non dà segni di vita, sei sicuro di averlo attivato correttamente?”
“…FAME?”
Ed è allora che Simon, finalmente, si gira verso di lui.
Drew rimane sempre ipnotizzato dal modo in cui lo guarda, specie quando lo squadra spazientito, a un passo dalla sfuriata… e ultimamente capita spesso. Nella penombra non riesce a vedere i suoi occhi blu ma se li immagina ed è come se ne sentisse la densità, oceanica e profonda. Dylan, il suo secondo nome, Figlio del Mare. Ci annega tutte le volte che li fissa troppo a lungo.»
Genere: Hurt/Comfort, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Easter Day
 

Tallulah solleva la testa dal cuscino. È l’alba e la finestra della sua stanza è già illuminata, un quadrato che brilla dietro la tenda di mussola. Non è più abituata a tutta quella luce perché a New York le sue finestre affacciano a nord.

Su quella tela estemporanea si staglia il profilo di Lola, la sua pelle d’ebano. I capelli intrecciati sono sparsi sul cuscino, gli zigomi alti disegnano una linea morbida che prosegue giù lungo la guancia fino alla punta del naso. Il collo è teso e invitante, lo sterno piatto e liscio. La canotta oversize che indossa le lascia un seno sfacciatamente scoperto, rotondo, con il capezzolo scuro, piccolo e appuntito. Allunga un dito e gli disegna intorno le spire del suo desiderio. 

“Uhm… che ore sono?” chiede l’altra allungandosi e scoprendosi ancora di più. 

“Shhhh…” risponde Tallulah, scivolandole addosso, concentrata ormai sulle forme scure e invitanti della sua compagna, immerse nella luce sempre più intensa del mattino.  

“Tally, siamo a casa dei tuoi…”

“Mmm… questa è la mia stanza, si trova in acque extraterritoriali…”

Lola sorride sulla sua bocca. 

“Intendi fare colazione a mezzogiorno, quindi? Come in una banale domenica mattina a New York?”

“Le nostre domeniche a New York non sono mai banali. E, per risponderti, sì: intendo fare prima questa colazione.” e scosta il lenzuolo. Le accarezza i fianchi, le tira giù lentamente gli shorts. Lola le sorride e si sfila la canotta. Così com’è, nuda sulle lenzuola di lino bianco, dovrebbe essere materia di un seminario all’Accademia di Belle Arti. 

“Poi, mentre mamma e papà sono a messa, ti preparerò una fantastica colazione irlandese, soda bread incluso.”

“Mi basta un caffè, Tally. Anche perché, se ho capito bene, le tue sorelle arriveranno cariche di roba e anche tua madre deve avere cucinato l’inverosimile.”

“Sì, ma tutti gli anni basta a malapena. Vedrai, a un certo punto sarà una gara a chi si accaparra l’ultimo boccone. Io a quel punto me ne sarò già andata in cucina a fumare una sigaretta con Florence.”
“Un altra sorella?” chiede Lola con un’espressione confusa.
“Ma no! È la nostra governante nonché cuoca. È lei che mi ha beccato per la prima volta in flagranza di reato, mentre mi facevo una canna e pomiciavo con una mia compagna di liceo nella serra. Da quel giorno ho avuto un alleato in più, oltre a Simon. Sei felice di essere qui?”

“Sì. Anche un po’ nervosa, a dire il vero, ma mi piacciono le sfide.”

Tallulah ride. “Oggi c’è anche Drew a pranzo. Secondo me è più nervoso lui di te. Per non parlare di Simon. Oh, insomma, vi dovreste dare tutti una calmata!” Si tira su in ginocchio sul materasso e si sfila la vecchia maglietta dei Broncos rubata a Simon e che ormai usa per dormire. Una banale, meravigliosa domenica di Pasqua.


______




Verso le dieci, quando scende in cucina per farsi un caffè, trova Florence alle prese con le patate al forno e un complicato arrosto pieno di ortaggi appena spennellato di aceto di mele e miele. 

“Flo, buongiorno. Mamma e papà?...”
“Alla funzione delle nove e trenta, my pet.”

“Ne ero certa ma chissà perché lo chiedo tutte le volte.”

“La tua amica?” Florence ammicca sorniona.
“Sotto la doccia. Posso avere un caffè?”

“Te lo rifaccio subito, quello nella caraffa lo ha finito Simon.”
“Simon?? Ma come, è già arrivato?”

“È nella serra. Ha portato una pianta di melograno per tua madre e voleva essere certo di riuscire a interrarla prima rientrasse dalla funzione, per farle una sorpresa. Con lui c’è quel suo caro amico che è venuto il giorno di Natale. Che ragazzo a modo.”
“Oh, certo. Il suo caro amico Drew. Vado da loro.”

Nel giardino fa già caldo, e il rincospermo è in piena fioritura, con un profumo intenso, quasi insolente. Le porte della serra sono spalancate e si sentono due voci allegre e intrecciate. 

Quella di Simon suona così diversa da quando ha conosciuto Drew. Per anni ha mascherato la sua dolcezza con il disincanto e adesso, finalmente, anche la sua vita è fiorita. 

Bussa alla porta tenendosi però di spalle. “Ehi, voi due! Qualunque cosa stiate facendo qui dentro, ricomponetevi per favore!”

“Puoi girarti Tally, nessun illecito, c’è il bureau che vigila.”

“Ahahah, in realtà il bureau è in chiesa, come tutti gli anni - e se vuoi la mia opinione, ci va soltanto per sentire cantare mamma. Che bello che siate già qui, così potrò mimetizzarmi meglio e evitare quell’importuna di Grace. Ehi, ma vi serve una mano? Fa un certo effetto vedere due agenti speciali lottare contro un piccolo alberello che non vuole collaborare. Gli avete letto i suoi diritti?”

“Dannazione, questa terra sembra cemento armato, non riesco a liberare la base!” 

Simon si tira su, tutto rosso in viso, e tenta di pulirsi le mani con uno straccio, che subito dopo finisce scaraventato sul pavimento.

“Bisognerebbe ammorbidirla con dell’acqua, te l’ho detto” interviene Drew con voce pacata e sottilmente divertita. È rimasto per tutto il tempo immobile, con la chioma dell’alberello tra le braccia. “Lo bagnamo, lo lasciamo qui, magari coprendolo con un telo, scaviamo una buca e dopo pranzo lo interriamo. Fidati: sono cresciuto nel giardino di Odile.”

“Coinvolgo anche Lola, così questo affare lo piantiamo insieme. Nuovi germogli in questo giardino seminato di tradizioni!… Conviene fare come dice il tuo ragazzo e tenere un profilo basso perché fra poco arriveranno tutti gli altri e fare una sorpresa a mamma sarà impossibile.”

In quel preciso istante, un rombo smorzato di auto che rallentano e il successivo, inconfondibile, rumore di sportelli che si aprono e si chiudono, annuncia lo sbarco dei McNamara.

“Filiamocela. Ci vediamo qui dopo il dessert e i liquori, quando il gineceo sarà riunito in salotto e i maschi saranno presi dagli scacchi dal problema dei dazi.”



______



La tavola di Pasqua è faccenda ben più complessa di quella di Natale, specie se è Grace a decidere l’ordine dei commensali. Ogni anno prepara degli eleganti segnaposto, in carta di riso, decorati a fiori, vergati a mano con nomi e cognomi, li pone sui piatti di entrée e poi rimane in contemplazione del tutto, con un sorriso di porcellana sulla piccola bocca. Oggi il suo sguardo è però distratto e carambola pericolosamente da Drew a Lola e da Lola a Drew. Si è già lanciata nell’ennesima challenge di Pasqua - Tallulah ne è certa - e cioè far scattare la scintilla dell’amore tra due perfetti sconosciuti in età da matrimonio, ignara di tutto quanto possa esserci dietro. 

Al segnale convenuto, e cioè Albert che guadagna il capotavola, tutti prendono posto. Drew e Lola si siedono uno di fronte all’altra, Grace accanto a Drew, Simon accanto a Lola e Tallulah accanto a Simon.

Il pranzo parte con la preghiera di rito, poi le posate iniziano a tintinnare e l’antipasto e il primo filano via senza intoppi.

I bambini più piccoli, declamano alcune poesie di Pasqua, i più grandicelli discutono di baseball e serie Netflix. Lo stereo stavolta è in modalità shuffle e propone oltre ai Clannad, anche Costello, Cranberries, U2.

Lola è perfettamente a suo agio, Drew anche. Simon ha la guardia bassa e discute con Liam di questioni economiche. Siobhan si fa i fatti propri come al solito. E poi, quando sono tutti a metà del secondo, ecco che parte Grace a testa bassa. 

“Drew, siamo così felici che tu ti sia ristabilito! Papà ci ha detto che il tuo posto è a Quantico, ormai. Ora che non presti più servizio sul campo puoi pensare seriamente a mettere su famiglia! Hai l’età giusta, non fare la fine di Simon…”

Drew arrossisce, sicuramente si sta chiedendo perché a pranzo dai McNamara si finisca sempre per essere al centro dell’attenzione. Tallulah dà un pizzicotto a Simon sotto il tavolo e lui soffoca una risata. 

“Oh! Certo!” Le fa eco proprio Tallulah.”Grace, ma lo sai che Lola ha appena avuto una promozione? Anche lei potrebbe benissimo decidere di sposarsi.”

“Oh. Ma davvero? E di cosa ti occupi, Lola?”

Lola posa la forchetta nel piatto e prende con due dita il tovagliolo candido che ha appoggiato in grembo. Lo passa delicatamente sulle labbra e beve un piccolo sorso di vino. Le sue mani di ebano laccate di rosso, eleganti e affusolate, sono ancora capaci di stregare Tallulah. Sull’anulare sinistro brilla una piccola vera con un rubino, è la stessa che indossa anche Tallulah, che la accarezza con un dito mentre sente su di sé gli occhi di sua madre e di Siobhan, invece Grace non sente nulla al di fuori della sua ottusa sicurezza sugli uomini, le donne e il progetto che Dio ha per tutti loro.

“Sono head of finance. Per la società in cui lavoro.” Risponde Lola con tono cordiale.

“E di cosa si tratta?”

“È una multinazionale che produce… articoli da parafarmacia, diciamo.”

“E nello specifico?”

“Profilattici. E lubrificanti, gel stimolanti…” Lola descrive  l’intera linea di prodotto come un dentista farebbe con i diversi tipi di amalgama che usa per le capsule, o un contadino con le sue colture. Senza pruderie o imbarazzo, del resto i profilattici hanno salvato la vita ad almeno un paio di generazioni - e Tallulah conserva gelosamente una maglietta con la scritta Apex With Latex.

“Ah!…” Il sorriso di Grace brilla fra le sue labbra di porcellana ma il commento resta a metà.

Intanto, per qualche oscura ragione, lo stereo fa partire An Cath Dubh degli U2, con la voce di Bono che si fa torbida e luciferina mentre canta della gatta nera e delle sue tentazioni.

È il momento giusto.

“Grace, non darti pensiero per me e Lola. Non abbiamo bisogno di profilattici.”  


_____


Nel pomeriggio è il piccolo esercito dei nipoti McNamara a sorprendere la nonna, facendole trovare il melograno interrato nel cuore del giardino. Mentre tutti sono distratti dalla scena allegra e colorata, una mano ferma e nodosa si posa sulla spalla di Tallulah.

“Papà…”

“Lola è davvero una ragazza in gamba. Deve essere molto scrupolosa nel suo lavoro e molto seria nella vita privata.”

“Lo è. Mi rende… felice.”

Sono mesi che Tallulah sogna di dirlo anche a suo padre e quell’aggettivo è semplice e diretto, senza fronzoli, vero e spietato.

"Secondo me, vale la pena di dirlo anche a tua sorella Grace, sono sicuro che ne sarebbe felice anche lei. È eccessiva e invadente ma non è stupida. Ricorda: "Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche.”

“Papà…”  Tallulah si volta di scatto ma non ha parole per controbattere. Accoglie quella piccola lezione mentre Albert accende la pipa e sparisce nella serra.

Nuovi germogli.














 
   
 
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