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Autore: giusty54    30/09/2009    0 recensioni
Fantàsia, il mondo della fantasia umana. Anno 14553. Il mondo creato dalla mente umana viene invasa dai Cartoni Animati, esseri crudeli e senza scrupoli, la cui Regina, Einciandra, ha l'obbiettivo di prendere possesso del Trono dell'Infanta Imperatrice e tutto il suo Regno senza confini..Fantàsia cade alla sua autorità, ma la Consigliera, nota anche come Terrestre, dell'Imperatrice ha già trovato i suoi eroi: i Sette Guardiani di Kandrakar.
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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                                     CAPITOLO II

                                 Le collane di Kandrakar.


Dieci anni erano passati dalla Grande Invasione e dieci anni di sofferenza furono, per il popolo di Fantàsia. Tutta la sua terra aveva perso l’energia e la prosperità che un tempo possedeva.
Ora i suoi ruscelli e fiumi erano completamente prosciugati e dei pesci coloratissimi che prima vi nuotavano, ne erano rimasti solo le lische. Tutto intorno c’erano soltanto afa e un’aria irrespirabile che gli abitanti, dopo il lavoro forzato che erano costretti a compiere per i Cartoni, dovevano rientrare subito nelle loro case per non morire soffocati.
E quando soffiava un po’ di vento sui campi del lavoro, le Creature di Fantàsia tiravano un sospiro di sollievo e tentavano di prendere più aria che potevano per poter resistere a quella calura impossibile. Le uniche acque che erano riuscite a resistere al radicale cambiamento climatico erano quelle del Mare, il quale tuttavia era popolato da malvagie creature d’acqua, quali Sirene dai capelli d’argento, le più temute, ma anche squali dalle dimensioni gigantesche, i leggendari calamari giganti che abbattevano le navi all’improvviso e in alcuni punti, quelli più profondi, vi erano fortissimi mulinelli d’acqua che se per caso finivi dentro uno di essi, ti portava giù dritto nell’abisso. Ma tutte queste cose non erano niente in confronto al Nulla.
I Cartoni non avevano fatto i conti con quello che si erano portati dietro, durante le battaglie..il Nulla era ritornato e aveva approfittato di quel momento e ora, a poco a poco ma molto velocemente, si stava portando via pezzi di quel mondo che pareva infinito, gettandoli in quella dimensione chiamata Realtà o Mondo Umano, in pratica il nostro pianeta, la Terra.
Dovete sapere, infatti, che  Fantàsia non è che la gemella del nostro pianeta..soltanto con qualcosa in più. La leggendaria Terra di Mezzo non è altro che questo.. ma solo l’immaginazione è la porta per poter entrare in quel mondo fantastico e magico, ora rovinato dalla presenza dei Cartoni.
Essi, entrando nella mente dei bambini, principali eroi e piccoli, inconsapevoli guardiani della fantasia, li avevano corrotti, distruggendo anche tutto ciò che loro avevano immaginato. La Terrestre lo sapeva. Ma mentre lei correva a cavallo in una di queste terre desolate e arse dal Sole cocente, pensava anche a una soluzione che presto avrebbe messo in atto..la Ricerca Cosmica era finita. Ora spettava a lei farli incontrare.
Lasciando il suo destriero nero davanti a una roccaforte, la ragazza s’incamminò velocemente verso la Chiesa di Pietra ( Pietra era una città fatta interamente di pietre, non vi erano parchi o qualcosa che richiamasse il verde della natura), passando sotto un portico del centro di quel paese che risuonò vuoto, infatti i tacchi dei suoi stivali echeggiavano in quel silenzio tombale. Salì le scale che portavano verso la Chiesa e aprì il portone. La Chiesa di Pietra era un edificio  immenso, anche se da fuori pareva piccola..e gli affreschi raccontavano la storia dei grandi Re di Fantàsia, coloro che avevano preceduto l’Imperatrice. Tuttavia, anche quegli affreschi e ogni tipo d’arte che regnava in quel silenzio risentiva del malessere di Fantàsia: crepe ovunque che potevano annunciare una possibile distruzione della chiesa.
Ma quello era il meno dei problemi rispetto al popolo di quel mondo..tuttavia, alla Terrestre non piaceva comunque, dato che era un’amante dell’arte.
Fermandosi davanti all’altare, aspettò che arrivasse qualcuno. D’un tratto, sentì una porta laterale aprirsi e vide un vescovo. – Ah..- disse -..Buongiorno, Padre.-
Signora..- il vescovo le si fermò davanti. Aveva un’aria stanca ed era molto vecchio -..se questo per Lei è un buongiorno..-
Sì, lo so. È per questo se sono qui..sono venuta a ritirare quello che mi spetta.-
Ah, sì! Sono pronte..- il vescovo prese dall’altare un cofanetto in legno di pino, liscio e dorato e l’aprì mostrando alla Consigliera il suo contenuto. Ella sorrise – Molto bene. La ringrazio.-
Signora, se Lei ha già scelto i Guardiani significa che questo è un buon segno, per Fantàsia. Non ne ha da molto tempo e abbiamo bisogno di qualcuno che ci protegga..-
Lo faccio per il bene di tutti. E per Sua Maestà. –
Sapete come sta nel..-
Baratro delle Ombre? Non lo so. La sua luce si sta spegnendo giorno dopo giorno..e quel posto è inaccessibile per qualsiasi creatura di Fantàsia. Solo i Guardiani potranno aiutarla..-
Ma..se coloro che possono attraversare il Baratro sono soltanto i Cartoni..allora i Guardiani chi sono, mia Signora?-
La ragazza lo fulminò nello sguardo – Secondo Lei? Chi altri potrebbe passare lì, se non un..Cartone, per l’appunto? –
Il prete la guardò scioccato, boccheggiando: - M-ma..ma  mia Signora! Questa è una follia! Che cosa ne dirà l’Oracolo..-
Lui è già d’accordo. Ormai la scelta è stata fatta, Padre. Non si può più tornare indietro. Non si può più..- Ringraziandolo di averle portato quello che ora teneva gelosamente tra le mani, la Consigliera partì nuovamente al galoppo, intenta a raggiungere la sua prima tappa del lungo viaggio che la stava aspettando. Doveva solo lasciarle nei luoghi che riteneva giusti e tornare a casa. Il resto dovevano farlo loro.
La prima tappa del suo viaggio era Kravenbury, il paese delle Caverne di Cristallo. Ora trasformate in miniere.

Kravenbury era diventato uno dei più possenti campi da lavoro dei Cartoni, i quali in quell’insediamento erano soprattutto militari, guerrieri da guerra e fustigatori che incitavano le Creature a continuare il lavoro, senza sosta. I più piccoli dovevano togliere il cristallo dalle parti più in superficie delle grotte con martello e scalpello, gli adulti più robusti portare fuori alla luce i massi più grossi sulla nuda schiena, persino i Nani erano stati schiavizzati, vista la loro capacità di entrare sempre più in profondità delle viscere della terra. Nessuno di Fantàsia avrebbe mai immaginato un evento simile. Nemmeno Sonic, il giovane mercenario, avrebbe mai immaginato che un giorno un messaggero di Sua Maestà, la Regina Einciandra sarebbe entrato a forza nella sua casa sulla Collina Verde di Mobius e che gli avrebbe ordinato di arruolarsi nell’esercito, per conto dell’onore della razza dei Cartoni e per l’ascesa al potere della Regina. Quante lacrime della sua famiglia! Ricordando quel momento riusciva a sentire i singhiozzi di sua madre e di sua sorella e lo scalpitio del destriero che lo portava via, lontano, verso morte certa. Ma si sa che i Cartoni non possono sentire dolore, ne morire..sono immortali, esattamente come la loro Regina.
Anche il suo amico Tails era stato strappato alla sua famiglia e Sonic si chiedeva come una giovane volpe a due code come lui sarebbe sopravvissuto a tanta solitudine, a tanta distanza da loro. Sospirando, il porcospino blu uscì dalla sua tenda e cercò con lo sguardo qualcosa di diverso in quel campo. Niente di nuovo, a parte una violenza più brutale degli altri giorni da parte dei fustigatori e dei soldati affamati di ragazze. Esse erano state fatte schiave per render piacere ai soldati stanchi e annoiati, come aveva detto il generale Silver.
Alcune, notò Sonic, erano proprio belle: capelli sciolti d’oro o castani, sguardo intenso, molto spesso vedeva ragazze dagli occhi azzurri come il Mare. Chissà com’era invece la Terrestre. Tutti i Cartoni l’avevano descritta come una giovane ragazza dalla pelle candida come la neve e lo sguardo nero come la notte, sotto un cappuccio che dava penombra al suo viso. Nonostante avessero vinto, i Cartoni avevano timore di lei. Era una Consigliera ed essere consigliere alla corte dell’Infanta Imperatrice era una carica molto importante nella Torre d’Avorio..inoltre, era una sicurezza fondamentale per il Paese.
Tuttavia, non era andata così. Lei poteva proteggere il suo mondo, eppure non l’ha fatto. Ha lasciato che la Regina prendesse il posto dell’Imperatrice e che i suoi sudditi saccheggiassero tutto il continente infinito.
Ma perchè ha lasciato che accadesse tutto questo? Questo, Sonic se l’era sempre chiesto ma non trovava mai risposte a riguardo. – A che pensi sempre?- Gli aveva domandato, quel  giorno, Tails.
Niente..piccole cose. –
La volpe aveva sorriso – Quando dici così, è perché stai pensando a cose importanti e non vuoi dirmele. –
Beh, se ti può consolare, Tails..in realtà, mi stavo formulando delle ipotesi. –
Ipotesi? Tu?!- Rideva la volpe – Ma se non riesci nemmeno a pensare quando ti ci si mette di fronte una bella ragazza!-
Ehm. Ero distratto, va bene? –
Sì, scusa, non volevo offenderti!-
Vado al Saloon a bere qualcosa..vieni con me?-
No, io..devo tornare in tenda. Ci vediamo dopo, ok?-
D’accordo. E non addormentarti, tra poco c’è l’adunata. –
Entrando nel Saloon del campo, Sonic  scorse il generale Gambadilegno Silver, intento a ridere e scherzare sguaiatamente assieme ad altri generali. Vide con sdegno che egli stava toccando il seno di una ragazza spaurita, in mezzo a quella gentaglia. La giovane doveva aver avuto tra i diciotto e i vent’anni, o poco più, ed era molto carina. A Sonic la prima cosa che colpiva nelle donne era il loro sguardo; lui era diverso dagli altri maschi: era galante e cercava nelle donne altri segni di sensualità che non siano le solite protuberanze femminili. E lo sguardo era uno di queste.  Lo sguardo di quella ragazza era particolarmente affascinante, gli occhi verdi come le Valli Impervie che aveva dovuto oltrepassare insieme agli altri soldati. L’atteggiamento di Gambadilegno, però, rendeva quello sguardo molto timido e impaurito. Sonic le fu davanti, con sommo sbalordimento da parte della ragazza. – Ah! Ma guarda chi c’è..- aveva sbottato Gambadilegno, sputacchiandogli addosso alcune gocce di birra -..Sonic Diloscky, il mercenario. Dì, vuoi anche tu la ragazza? Prenditela pure, tanto ci stavamo già annoiando. –
Ma il porcospino non si mosse, impassibile. – Beh, allora?- Fece di nuovo il generale, cominciando già a spazientirsi – Cerchi rogna, ragazzo? Guarda che non te la lasciamo gratis, in ogni caso. -
In ogni caso, non dovreste neanche trattare così una perla del mare come questa che ho dietro. – Aveva replicato Sonic – Certe bellezze non vanno toccate. Questo è poco, ma sicuro. –
Ah, sei un donnaiolo, eh? Allora dove sta la tua ragazza..se ce l’hai?- Scoppiando a ridere con i colleghi, Gamba toccò un’altra volta la ragazza e, in quel momento, Sonic si sentì bruciare.
Il generale non fece in tempo a toccarle di nuovo il seno, che si trovò dall’altro lato del bancone con la faccia coperta di rivoli di sangue..- Comode, queste scarpe, sa, generale?- Disse Sonic, mostrandogli gli stivali militari con la suola piena di punte d’acciaio taglienti. – Me le ha comprate lei stesso, si ricorda? E ora ne pagherà le conseguenze..-
Saltando a mezz’aria, fece volare le gambe verso gli altri generali sferrandogli altri calci e provocando anche a loro ferite non poco gravi. Barcollando, i colleghi di Gamba fuggirono a gambe levate rischiando anche di far cadere le cameriere del Saloon. Ora Sonic era rimasto solo, davanti a Gambadilegno, il quale lo fulminò con lo sguardo – Pagherai a caro prezzo, soldato..un giorno pagherai. –
Ah, e con che cosa dovrei pagarle? Contanti o carta di credito?- Ironizzò l’altro, non staccandosi dalla ragazza. Lo spirito era sempre stata la sua arma segreta. La giovane, dietro di lui, lo guardò meravigliata, sentendosi finalmente protetta e difesa, in quel posto di barbari.
Ringhiando come un orso che è appena stato disturbato dal suo letargo, il generale cercò di saltargli addosso, ma si trovò ad afferrare l’aria, mentre Sonic era a un passo su di lui..e poi su di lui, conficcandogli le punte delle scarpe nella schiena. Gamba urlò. – Mai scherzare con i miei riflessi pronti, capo..non è saggio. – Fece il porcospino, e intanto il generale si alzava a fatica. Ora la sua schiena sembrava una specie di groviera. Gambadilegno si voltò verso colui che gli sembrò subito il suo nuovo nemico – Ti pentirai di aver colpito un tuo ufficiale, Sonic Diloscky.. te ne pentirai. –
Sì, certo..quando me ne accorgerò, andrò a farmi confessare dal prete! Ah, ah, ah!-
Indignato, il generale se ne andò, sbattendo la porta verso l’esterno e chiudendola dietro di sé bruscamente. Fu in quel momento che la giovane aprì finalmente bocca..e Sonic notò che la sua voce era una voce dolce – S- signore, io..non so come ringraziarla..-
Si figuri, madame! Lo fatto solo per lei..ehm..- Sonic la guardò da capo ai piedi. – Che..cosa c’è?- Fece lei, imbarazzata.- Niente, ma..credo che debba coprirsi. Prenderà freddo. –
In realtà fa caldo da scoppiare..-
Beh, comunque niente storie, signorina! Si deve coprire. – Ribatté il porcospino, prendendola per mano – Venga con me. Le darò qualcosa..-
Il soldato accompagnò la fanciulla nella sua tenda, portandola fuori da quella brutale confusione, ma vide Tails rovistare nelle sue sacche, accanto alla branda. – Tails!- Esclamò, facendo sobbalzare l’amico, il quale si voltò di scatto, portando le mani dietro la schiena, come per nascondere qualcosa – Che stai facendo con le mie cose?-
Ehm..! Niente, io..-
Tails, io conosco i miei polli. Quando tu balbetti significa che mi stai nascondendo qualcosa..avanti. Sputa il rospo. –
Ehi, e lei?! Non deve stare qui!- Fece la volpe, vedendo la ragazza solo in quel momento.
Non cambiare discorso! Dimmi che cosa stavi facendo. –
Sospirando, l’amico estrasse da una sacca del soldato una busta da lettere dal colore piuttosto strano, un beje dorato con della ceralacca a forma di triangolo viola. – Che cos’è?- Chiese infine Sonic, anche la ragazza guardò incuriosita la busta.
Beh, ecco..oggi uno strano tipo incappucciato che cavalcava un cavallo nero mi aveva chiamato. Ha detto che dovevo consegnarti una cosa importantissima e che avresti dovuto aprirla quando eri solo..Ho pensato che metterlo nel tuo zaino mentre eri assente fosse una buona idea, ma..-
..ti ho scoperto. Già..e perché solo io?-
Quel cavaliere ha detto che presto altre persone avranno lo stesso messaggio..tra i quali, anche io. Ma per me è ancora presto..-
Ma..che cos’è tutto questo mistero, adesso?- Sbottò il porcospino. Tails alzò le spalle.
Sonic tacque prima di rispondere – Allora..ha detto che devo restare solo, giusto?-
Tails annuì.
Beh, allora che aspettate a uscire? Via, sciò! Aria!- Scacciando fuori dalla tenda sia l’amico che la ragazza, lasciandole però qualcosa per coprirsi come promesso, Sonic guardò infine, stupito, la busta. Cosa ci sarebbe stato di tanto importante in una lettera? Sentì anche, tuttavia, che nella busta c’era qualcosa di duro. Preso da una grande curiosità, il mercenario aprì la misteriosa lettera e scoprì, con delusione, che era scritta in una lingua incomprensibile, ma l’oggetto cadde ai suoi piedi. Una collana. Una collana d’acciaio a forma di saetta, con un cordino di cuoio nero. – E quel cavaliere avrebbe altre collane da regalare ad altri?- Disse sarcasticamente – Tsk. Avrei preferito un braccialetto. – Tuttavia, la sollevò da terra e la osservò. Era una collana rifinita con grazia, lucido da tutte le parti, non aveva graffi o altre strane scritte sopra. Era solamente un simbolo dei lampi dei temporali estivi.
Pensò di provarla..ed ecco che, per magia, essa si restrinse al collo di Sonic sempre di più, sembrando ora più un collare che una collana. Stupito, Sonic tentò di togliersela, ma si accorse che il nodo che prima era nella collana era sparito. – Ma..che cavolo..?..Ehi! Togliti di mezzo! Tails! Aiuto!-
Che c’è?!- Intervenne Tails, entrando. – N- non..riesco a toglierla..aiutami!-
Ma che cos’è?-
Non lo vedi che è una collana?!- Sbottò Sonic, adirato – Quando me la sono messa, si è ristretta..e..non riesco più a toglierla, ora!-
Ma..che razza di magia sarebbe questa?-
Non lo so, ma se mi aiutassi a toglierla, forse non mi strangolerebbe!-
Quindi, Tails provò in tutti i modi a togliergli di dosso quel ciondolo, ma ogni tentativo era inutile. Provava con le forbici e il cordino non si spezzava. Provava con l’accetta e il risultato era lo stesso di prima..provò addirittura con il laser tagliente, ma niente. In qualsiasi modo tentava di distruggerlo, non c’era verso e la collana rimaneva lì, luccicando di una luce bianca innaturale, quasi fluorescente.
Niente..è tutto inutile! Ho provato con qualsiasi cosa, ma..sembra indistruttibile..-
Ma che cavolo..appena vedo quell’uomo incappucciato, io lo obbligherò a darmi qualche spiegazione. Accidenti, non posso andare in giro a farmi vedere con questo collare!-
Tails alzò nuovamente le spalle – Comunque, non penso che quell’uomo abbia voluto scherzare, se è questo che stai pensando..-
In effetti, era proprio a quello che stavo pensando. Ah, no? E cosa te lo fa pensare?-
Il suo tono di voce era..serio, quando mi sono incontrato con lui. Non sembrava avesse avuto molta voglia di scherzare. –
Beh, a volte ci sono anche le persone serie che amano scherzare. Ehi, è l’ora dell’adunata! Dobbiamo andare.-
L’adunata si svolse al centro del campo, dove i soldati seguirono gli ordini del generale Gambadilegno Silver, che urlava loro tutte le mosse da fare. Quando gridò di fermarsi, loro si fermarono, poggiando le loro armi da fuoco su una spalla, puntandola verso l’alto.
E in quel momento, Sonic sentiva una strana vibrazione quando toccava la sua arma di ferro.
Soldati!- Gridava intanto Gambadilegno – Fantàsia è nostra..ma ci sono ancora molte cose che non siamo riusciti a prendere. Sua Maestà vuole un regno unito..e vuole anche che tutte le sue Creature siano al suo cospetto. Ci sono migliaia di Creature in questo mondo, che aspettano di essere prese, catturate e inginocchiate. Alcune di esse sono docili e facili da ammansire..come le Fate. Altre sono invece terribili e assassine, come i Troll, o i Giganti..i Centauri e tanti altri esseri ripugnanti. E noi..noi non permetteremo che il nostro Regno sia infestato da tutta questa orrida fauna! Soldati! Voi sarete la salvezza e la fiducia di Sua Maestà. Lei si fida di tutti voi..e voi non dovete deluderla. Farete esercizi di combattimento a seconda dell’avversario che vi sarà dato, in questi giorni. E non dovrete aver paura. La paura è una cosa che non esiste nei Cartoni..noi siamo indistruttibili e immortali. Il nostro non è che un sangue colorato e non sentiamo dolore ogni volta che ci attaccano o ci feriscono. E’ questo il nostro vantaggio..e la nostra forza. Se non avessimo questa particolarità, noi potremmo perire nel nulla, potremmo incontrare una morte che non abbiamo mai avuto il piacere di vedere.. –
Ma porc..- Sibilava, intanto Sonic, cercando di staccarsi dall’arma. Improvvisamente, le sue mani si erano attaccate al fucile. E non si staccavano più..
..noi siamo i padroni di questo mondo. Ma ci sono tante altre cose da scoprire..e da sottomettere. Chi è con me?!- Tutti, tranne Sonic, urlarono l’assenso con gioia ed entusiasmo. Anche Tails urlò ma non con lo stesso entusiasmo degli altri. E temette il peggio quando vide il generale avvicinarsi verso Sonic, il quale, trovandosi di fronte all’energumeno che lo guardava dall’alto verso il basso, sorrise innocentemente.
Ho chiesto: chi è con me?- Ribadì il generale.
Ehm..c’è un’altra domanda di riserva?- Disse il soldato, provocando lo stupore negli altri soldati. Qualcuno fece il segno con il dito della lama che passava sul collo.
Devo dedurre che non sei d’accordo?! Allora..per punizione della tua impudenza, soldato Diloscky, dovrò mandare a te per primo il tuo avversario. –
Mi sembra giusto, signore, ma prima, ecco..-
Che cosa c’è?!-
E’ che..non riesco a staccarmi dal fucile..-
Gambadilegno lo guardò con sdegno – Mi prendi in giro, soldato?? Guarda che non ho tempo da perdere in queste sciocchezze! Cosa vuol dire “non riesco a staccarmi dal fucile”?! Che assurdità è questa?!-
Quello che ho detto. Non riesco a staccar le mani dal fucile!-
Tails guardava la scena stupito come i soldati. Effettivamente, guardando bene le mani di Sonic, vide che le sue dita sembravano proprio incollate..e Sonic non era il tipo da farsi fare uno scherzo simile dagli altri soldati, tutti lo temevano per la sua forza e la sua determinazione. E, intanto, guardò anche la collana: essa si stava illuminando, a intermittenza, emanando quella strana luce bianca..come un lampo. Il fulmine di un temporale estivo. Tails ebbe la sensazione che qualcosa stava per accadere all’amico, anche se non sapeva bene che cosa.. Sonic vide lo sguardo della volpe fisso su di lui..e Tails vide la stessa luce del ciondolo nei suoi occhi azzurri. Poi, a poco a poco, la luce negli occhi scomparve..e accadde l’incredibile. Una nube grossa e minacciosa, grigia e nera si avvicinò e si addensò sull’accampamento, mentre un fortissimo vento soffiò, seguito dallo stupore dei soldati e del generale. Non aveva mai più piovuto da quando erano arrivati e che si mettesse proprio a diluviare il quel momento era strano, per il generale. Soltanto in quel momento vide il ciondolo di Sonic..una collana a forma di piccola saetta..il materiale dell’oggetto sembrò più lucido quando d’un tratto, un grosso lampo si stagliò sull’accampamento, illuminando tutti i suoi dintorni e anche gli angoli più bui, facendo un gran boato.
A Tails tutto questo non piacque. Doveva essere successo qualcosa a Sonic, di sicuro. Da quando aveva indossato quella misteriosa collana. E, non sapeva perché, ma a un certo punto gli era sembrato che, guardandola bene, la collana fosse..viva. – Accidenti..- Sonic era ancora alle prese con il fucile attaccato alle mani - ..e levati!!- Alla fine riuscì a togliersela di dosso, ma con fatica, quasi come se le dita non volessero staccarsi dall’arma. O forse dal materiale dell’arma.
Gambadilegno notò che in quel momento tutti i fulmini del temporale erano fissi sopra il soldato, il quale si sentì un po’ troppo allo scoperto, troppo a portata di un’eventuale scossa.
Gli fu spontaneo fuggire al riparo, ma quando si trovò sopra il tubo di un’irrigazione che spuntava dal terreno si ritrovò alla stessa situazione di prima. Solo allora si fermò ad ascoltare quell’attrazione così intensa verso un materiale ferroso o d’acciaio, perfino quando toccava la collana sentiva le sue dita incollarsi su di essa..come fossero calamita. Quando invece toccava la terra, l’attrazione finiva.
E poi quel temporale improvviso..sì. Solo ora capì veramente. Quell’oggetto aveva poteri speciali..
Ma quali? – Ehi, soldato!- Gridò il generale, ormai zuppo d’acqua dato che in quel momento c’era un forte pioggia. – Diloscky! Torna qui!-
Sonic guardò prima il generale poi l’amico Tails, il quale lo fissava stupito e sospettoso. – Non posso, signore, io..devo vedere una persona. –

Dico, Tails, ma hai visto che diluvio c’è là fuori adesso?!- Esclamò Sonic, una volta rientrato in tenda con l’amico, mentre fuori la tempesta brontolava.
Io..devo parlare con quell’individuo. –
Chi?-
Quell’uomo che ti ha dato questa!-
Se n’è andato, ora, Sonic, non puoi più parlare con lui. Anche perché lui ha detto..-
..Sì? Ha detto che cosa?-
Che è ancora presto per darci risposte. Che..dobbiamo capire e cavarcela da soli, per il momento. –
Ha detto davvero così?-
Tails annuì, sincero. Sonic tacque, prima di ribattere – Ha detto che avrebbe dato qualcosa del genere anche a te, vero?-
Sì, ma..per me è ancora presto. Ha detto..che in me ci devono essere tutti i requisiti necessari per potermi dare quello che è necessario per me. –
È tutto così misterioso..che cosa c’è di tanto urgente per darci delle collane con strani poteri?-
Non lo so..- Disse Tails, sincero - ..ma so che dovremo scoprirlo, prima o poi. –
Sonic sospirò. Prima la guerra e poi questa stranezza..cos’altro poteva succedere di peggio?
Riesci a fare qualcosa, con questi poteri?-
Quali poteri, Tails? Finora mi sono soltanto attaccato a qualche oggetto di ferro e attirato tempeste..cos’altro dovrei fare di strano?-
Beh, non saprei, tipo..ordinare ai fulmini di fare quello che vuoi. –
Dici?!-
Tails annuì, quasi emozionato all’idea. – Oppure magari potresti attaccarti come calamita ad altri tipi di materiali..forse dovresti..dovresti esercitarti,ecco. –
Sonic ci pensò su. Effettivamente, l’idea di poter fare cose incredibili come lanciare lampi dove voleva o camminare da un materiale all’altro doveva essere divertente. – D’accordo. Stasera stessa vedrò che poteri potrò sfruttare.-


Infatti, quella stessa notte, Sonic uscì dalla tenda mentre Tails dormiva sonni tranquilli e più usciva dall’accampamento, più l’emozione gli cresceva. Sentiva chiaramente l’aria frizzante che di solito si forma dopo un temporale e l’odore dolce dell’erba bagnata..le stelle brillavano sopra di lui e su tutto il campo dormiente.
Ma Sonic sapeva come movimentare quel posto. Tenendosi fuori dal campo, il soldato iniziò a esercitarsi, guardando la propria collana che cominciava a illuminarsi di quella luce bianca fluorescente, tipo neon. Pensò intensamente a quella nube scura che aveva visto prima..ed essa arrivò, addensandosi sul campo e sui dintorni. Un altro boato, questa volta più forte, fece trasalire tutti gli altri soldati dentro le loro tende, ma non osavano uscire.
Soltanto Tails ascoltò quella che gli sembrò quasi una musica, un suono, mentre guardava la branda vuota dell’amico. Si ricordò la voce di quel misterioso cavaliere che aveva incontrato qualche giorno prima: - “ Il tuo amico dovrà indossarlo soltanto quando sarà solo. Il resto dovrà scoprirlo senza il tuo aiuto..so di potermi fidare di te.”
Chissà se si fiderebbe ancora di lui, visto che ormai Sonic aveva visto che cosa gli stava mettendo nello zaino. Cercò di non pensarci e di riposare, sentendo la voce tuonante dei fulmini, che continuavano a urlare con tutto il loro furore, con grande sgomento e terrore degli altri soldati più grandi di lui.
Sonic, intanto, si stava divertendo un mondo, fuori dal campo. Senza alcun motivo iniziò a correre velocemente verso le montagne che segnavano l’entrata della vallata dove i soldati del generale si erano fermati..forse un po’ troppo velocemente. Correndo, non si era accorto di aver lasciato una scia bianca, come quelle che di solito lasciano le stelle comete nel cielo, quando “cadono”. Stava correndo alla velocità della luce. Quasi non riusciva più a distinguere gli alberi dalle rocce, il cielo dalla terra, tutto gli sembrò meno prospettico, più confusionale, una serie di linee mentre correva. Era una sensazione bellissima e tutto questo non poteva che essere un’altra opera magica di quella collana, la quale brillava sempre più al suo collo. Corse più veloce di una stella cadente finchè non si fermò sopra una grossa gola..dov’era finito?? – Oh, oh..- mormorò, guardandosi attorno. Era in una landa desolata, piena di rocce crepate e rosse. Solo allora si rammentò della famosa Gola del Diavolo. Decise tuttavia di dare un’occhiata in giro..il luogo rosso era desolato, disabitato da altre civiltà e i soli padroni di quelle montagne rosse come il sangue erano gli avvoltoi.
D’un tratto, sentii lo scalpitio di un cavallo..gli fu spontaneo nascondersi dietro una di quelle montagne e, curioso, guardò chi era arrivato. Un individuo dalla veste nera, il cui cappuccio gli copriva completamente il volto, sopra un destriero grande e forte, anch’esso nero come la notte.
Solo allora si ricordò dell’uomo che l’amico Tails aveva incontrato. Doveva essere lui! Ma, prima di uscire allo scoperto, lo guardò ancora bene. All’improvviso, sentì la sua voce – Esci fuori, Guardiano. So che sei qui.-
Guardiano? Stupito, Sonic uscì dal nascondiglio e si sentì gelare quando il cavaliere si voltò verso di lui. – Bene..- disse lui, stranamente divertito -..vedo che l’hai indossata. La Collana del Fulmine ora è tua. –
C- cosa, questa?-
Lui annuì. – Comprendo le tue paure, soldato..ma è arrivato il momento di dirti una cosa. Una cosa molto importante. Perciò, ascolta. Hai mai sentito parlare di Kandrakar?-
-Come, signore..?Kan..-
Kandrakar. E’ un luogo senza tempo che si trova al centro dell’infinito e dello spazio. E’ un luogo dove si concentra tutta la magia e la forza degli Elementi della Natura: Aria, Acqua, Terra, Fuoco, Luce, Fulmine..Energia. A te è stato affidato il potere del Fulmine..con il quale, come avrai visto riesci a fare tutte quelle cose. Ma come dice il tuo amico Tails, il Guardiano del Fuoco, ti devi esercitare. Il Fulmine è un fenomeno che va usato con molta cautela, soprattutto da chi non è esperto perché può essere letale, se non viene usato con saggezza. Kandrakar è una fortezza e ogni fortezza che si rispetti ha i suoi guardiani..tu sei un Guardiano di Kandrakar. La Terrestre vi ha scelto perché ha bisogno di persone come voi per compiere una missione che l’Oracolo, il signore di Kandrakar, vi dirà appena sarete tutti uniti. –
Ci sono..altre persone, voglio dire..altri Guardiani, signore?- Domandò Sonic, che era rimasto ad ascoltare, rapito.
Sì, Guardiano. Ci sono altre cinque persone che aspettano di essere congiunte con voi, per poter iniziare la missione.  Una di queste è Tails, che è accanto a te..ma gli altri sono sparsi un po’ in tutto il mondo e dovete cercarli. Li potrete riconoscere perché anche loro avranno collane dello stesso materiale della tua, ma con simboli diversi. Ora devo andare, ma sono lieto di avervi aiutato e di avervi dato degli indizi..oh! Dimenticavo..- L’individuo si voltò nuovamente verso di lui e gli diede un’altra collana, stavolta più strana. Era una specie di biglia di vetro, incastonata dentro una prigione di ferro o di qualsiasi altro materiale, molto trasparente, lucido, levigato..lui non lo sapeva, ma era il.. -..Cuore di Kandrakar. Sarà la vostra guida. In realtà dovrebbe averlo il suo Custode, ma egli è lontano..perciò, lo affido a te, per il momento..Guardiano del Fulmine. Per favore, apri la mano. – Sonic ubbidì..e all’improvviso, sentì in lui una forza nuova, mentre l’oggetto entrava lentamente nel palmo della sua mano destra, seguito da una luce abbagliante che illuminò tutti gli angoli bui della Gola del Diavolo.  
Ora che la mia Ricerca Cosmica è terminata, tocca a voi trovare i vostri compagni. Appena vi sarete incontrati, sarete trasferiti a Kandrakar, dove vi saranno date tutte le risposte alle vostre domande..e il motivo della vostra missione. Adesso devo andare...-
No, aspettate! Non mi avete ancora detto una cosa..come faremo a trovare gli altri? Dove si trovano, esattamente?-
Il cavaliere sembrò sorridere, da sotto il cappuccio. Poi rispose – Sempre dritto a Nord-Ovest. Il resto verrà da se. Tu e Tails dovrete partire il più presto possibile, se riuscite anche stanotte, per cercarli. Non tardate e le risposte le avrete presto. Fantàsia ha bisogno di voi. Arrivederci, Guardiano..spero di rivedervi presto. –


Tails!!!- Gridò Sonic, eccitatissimo, irrompendo nella loro tenda e disturbando il sonno della giovane volpe, che sbadigliò – Sonic..! Ma cosa..-

Ti devo dire una cosa strepitosa! E’ successa una cosa incredibile! L’ho incontrato!-

Chi..?-

Il tizio che ti ha dato la collana! Su, alzati, altrimenti che razza di Guardiano del Fuoco sei, se continui a dormire?-

Cos..come mi hai chiamato?!-

A quel punto, Sonic gli raccontò tutto quello che gli aveva detto quel cavaliere. Gli parlò di Kandrakar e degli Elementi che si concentravano in esso e della storia dei Guardiani.
Gli disse della missione che loro due e altri Guardiani avrebbero dovuto compiere, una volta entrati a Kandrakar. Tails era rimasto a bocca aperta, dalla spiegazione.
Beh, non guardarmi come un pesce lesso, dimmi cosa ne pensi!- Sbottò Sonic.
Ma..quindi..noi saremmo..i Guardiani di Kandrakar?- Sonic annuì. – E..dovremmo andare..laggiù?!-
Sì, ma il tizio ha detto che non è un posto pericoloso, se siamo stati scelti da esso. Il problema, ora, è trovare gli altri Guardiani, che si trovano dall’altra parte del mondo..e dovremmo partire e andare a cercarli il più presto possibile, ha detto. Ha detto anche che..Fantàsia ha un estremo bisogno del nostro aiuto. –
In pratica, ci mette dalla parte del nemico. – Concluse Tails.
Io non credo sia così, anche perché, d’altronde, siamo noi i nemici, qui. Allora? Che cosa ne dici? A me sembra una cosa..elettrizzante!-
Tails, l’ipotetico Guardiano del Fuoco, ci pensò a lungo e pensò a tutti i pericoli che avrebbero dovuto affrontare in quel viaggio senza meta. La sua non era fifa ma pura prudenza..una caratteristica di lui, oltre alla sua tranquillità, era il fatto di conoscere fin troppo bene la paura, tanto che pensò anche che in un gruppo bisogna avere coraggio e spesso quelli meno coraggiosi vengono stracciati via come uccellini che non sanno volare.
Guardò l’amico, pietoso. Sonic sospirò – Ehi, cos’è quella faccia? Dài, sì forse sarà un viaggio pericoloso, andremo incontro a creature orribili, uno dopo l’altro, ma che importa di tutto questo?! Ci sono delle persone che ci stanno aspettando laggiù, da qualche parte, e se noi non le cerchiamo e non le troviamo..probabilmente, quelli di Kandrakar non ci darebbero più il titolo di..Guardiani. Saremmo dei falliti..e tu lo sai quanto non mi piace essere considerato un fallito. Io andrei subito invece di stare in questo campo a perdere tempo in camminatine e piccole marce, ne ho abbastanza di questo posto..e di lui, soprattutto. –
Se ti riferisci al Generale, sappi che hai cominciato tu a stuzzicarlo. La colpa è solo tua. –
Lo so, per questo credo sia meglio che me la fili. –
Che stai facendo?- Domandò Tails, vedendo il riccio blu preparare lo zaino. – Non lo vedi?- Rispose Sonic – Sto preparando il necessario per partire. Porteremo anche la nostra tenda, avremo bisogno di un posto dove dormire..-
Ehi, chi ti dice che venga anch’io con te?!-
Sonic fissò la volpe negli occhi. Quegli occhi, effettivamente, caldi come il fuoco. – Perché anche tu ci sei dentro, bello. Forza, preparati.  Porta lo stretto indispensabile, dobbiamo essere leggeri durante il viaggio. –
Smontando la tenda cercando di non fare troppo rumore, nel cuore della notte, i due partirono forse, pensava Tails molto a malincuore, per sempre.
Almeno sai qual è la direzione da prendere? O andiamo così, a caso?-
Sempre dritti a Nord Ovest. Il resto lo farà il destino. –
Sorpreso da quella risposta, il compagno cominciò a camminare, seguendo il passo veloce dell’amico e iniziando così la loro impresa.
Si allontanarono talmente tanto dal campo che, alla fine, al mattino dovettero fermarsi per riprendere le forze e si fermarono, perciò in una valle, sotto un grande albero secolare per non essere troppo in vista di eventuali nemici. Intanto, al campo tutti si erano accorti dell’assenza dei due soldati e, stupiti, si chiesero come mai fossero fuggiti lasciando un posto vuoto per un’altra tenda. Il Generale Gambadilegno venne a sapere della notizia che due mercenari erano partiti, ma nessuno ancora sapeva del viaggio per Kandrakar.
Tuttavia, il generale pensò che tutto questo, il temporale e la scomparsa del suo soldato, era dovuto alla comparsa di quella collana a forma di saetta. Forse era successo qualcosa a quel soldato. Chiamò quindi un chiromante specializzato eventi magici, il quale, sentendo parlare da lui della collana a forma di un piccolo fulmine, trasalì. – Signor generale..il suo soldato è uno dei sette Prescelti. E’ un Guardiano di Kandrakar!-
Intorno all’indovino si aprì un brusio di voci stupite e terrorizzate insieme. Anche il generale era rimasto colpito. – Mi dica di più, Indovino Baal. Mi dica di più. –
Allora Baal gli raccontò della storia della millenaria Kandrakar. Dei sette Guardiani scelti per salvaguardare l’equilibrio tra i mondi e detentori dei poteri degli Elementi della Natura: Aria, Acqua, Terra, Fuoco, Energia. E della venuta a Kandrakar da parte della Terrestre per cambiare le sue leggi e per aumentare il numero dei Guardiani, che un tempo erano cinque, rendendolo più forte e imbattibile con due fenomeni scelti da lei: Fulmine e Luce.  – Fulmine per colpire..Luce per apparire. Per apparire a un mondo pieno di oscurità e per rompere le leggi del buio. E del nulla. Kandrakar ha trovato i suoi Guardiani, signore..e voi li conoscerete, un giorno. Molto presto li incontrerete. Tutti e sette. Incontrerete la velocità dell’Aria. Incontrerete la forza dell’Acqua. Incontrerete la fertilità e la potenza della Terra. Incontrerete l’abbagliante Fulmine. Incontrerete il calore del Fuoco. E le due compagne, Luce e Energia. Li troverete tutti. E Fantàsia avrà di nuovo..la pace. –
Gambadilegno sentì la parola “pace” come se fosse gridata ai quattro venti e inarcò le sopracciglia, cominciando a sudare, sibilò – E se non riusciranno a incontrarsi? Se non diventeranno un gruppo?-
-Allora la loro impresa fallirebbe. Non ci sarebbe più la pace a Fantàsia..essa cadrebbe. E il Nulla diventerebbe più forte, giorno dopo giorno. –
Gambadilegno sospirò. Sotto sotto, gli dispiaceva comunque di dover perdere un soldato, anzi due..ma doveva farlo, per Sua Maestà.
-Soldati! Si parte domattina all’alba..manderò un nostro messaggero per spiegare a Sua Maestà. Pare stia per iniziare un’altra guerra. –
-Generale..- disse all’improvviso un soldato, dietro di lui -..credo che non sia possibile, perché..-
-..Perchè?-
- Beh..l’unico messaggero che abbiamo è Tails Prower..ed è uno dei due che sono partiti. –
-Di male in peggio, eh? Beh, non importa, tanto come messaggero e come soldato era una schiappa. Una scocciatura in meno, se lo faremo fuori. – Scocciato dalla situazione, Gambadilegno s’incamminò verso la Torre d’Avorio, ormai spenta del tutto, ma decorata con i colori preferiti della loro Regina: il rosso, colore della passione, e l’oro, della lussuria.
L’interno della Torre era cambiato completamente, non c’era più quella luce che un tempo possedeva ma oscurità illuminata soltanto da qualche torcia di fuoco appesa alle pareti, come nelle segrete di un castello.
Il Generale, sudando freddo, aprì il portone della Sala del Trono d’Avorio, dove ora sedeva la Regina Einciandra. Gambadilegno si domandava spesso, ogni volta che andava a farle rapporto, come faceva a diventare ogni giorno più bella: aveva dei lunghissimi capelli neri e setosi, sempre raccolti in una coda alta, a prima vista lucenti; la pelle ambrata e un corpo bello e sensuale, per non parlare dei suoi occhi, dello stesso colore dei capelli, molto profondi e sempre delineati da un trucco che lei chiamava rimmel e diceva provenisse dal mondo umano.
In effetti, aveva molto degli umani, come anche l’arredamento antico della Sala. Le sue quattro ancelle, anch’esse bellissime, le facevano sempre compagnia anche nei momenti di riti magici e di creazioni di nuove pozioni. Infatti, la passione della Regina era la magia e più passava il tempo, più lo usava per tale passione, esercitandosi in magie nuove di zecca, divertendosi a trasformare e torturare a suo piacimento animali e altre piccole creature catturate per lei, in una segreta della Torre. Solo una volta aveva tentato di affrontare una Tigre Bianca del Nord, ma l’incontro era già finito con il conseguente laceramento alla gamba destra, rimessa a posto proprio grazie alla magia.
Da tempo la Regina sognava, tuttavia, di confrontarsi con un vero mago, un grande esperto, non come quei mollaccioni che le erano sempre parati davanti e che lei era sempre riuscita a sgominare. Indossando abiti rossi, lunghi, di seta e con uno spacco che faceva vedere le sue sensuali gambe, la Regina era comunque sempre bellissima e imbattibile, in questo. Ma che tra i Guardiani ci fosse anche uno stregone degno di lei, fece accapponare la pelle al generale.
Sì, bisognava fermarli. Subito. Ma questo doveva deciderlo lei. – E così, questi..ipotetici Guardiani di Kandrakar si sono fatti vivi, infine. – Fu il commento della Regina, dopo che il generale le ebbe spiegato tutto, circondata dalle ancelle e seduta in modo comodo sul Trono.
-Non è così, Generale? E voi non avete potuto fermare quei due soldati..come si chiamano..-
- Sonic Diloscky e Tails Prower, Vostra Maestà..- rispose prontamente, ma tremando, il generale -..come avete appena detto, non siamo riusciti a fermarli perché sono partiti a notte fonda e nessuno di noi si era accorto, prima d’ora, della loro assenza. Ma credo che non siano andati troppo lontani e forse, se voi ce lo permettete, possiamo ancora fermarli. Se li fermeremo, loro non potranno più incontrarsi e quindi non andare a..-
- Kandrakar. – Concluse Einciandra, mentre il generale annuì, poiché non riusciva a pronunciare quel nome proibito. – La fortezza degli Elementi..- ridacchiò la Regina -..mi domando come saranno, questi Guardiani. Saranno dei bei fusti..- Le ancelle si guardarono, sorridendo maliziosamente. -..ma poiché sono Cartoni passati dalla parte della follia..dovremo fermarli. Trovate i due soldati e portatemeli qui. E se avranno anche delle informazioni riguardo agli altri..beh, fatevele dare. Con i metodi che sapete voi. –
- Grazie, Vostra Maestà!- Esclamò Gambadilegno, improvvisamente sollevato. Stava per andarsene, ma la Regina disse ancora:  - Ah, generale..se fallite..se non riuscirete a portarmeli, se ve li sarete fatti scappare..sapete cosa vi aspetta. – La Regina schioccò le dita e le ancelle alzarono un sipario poco più dietro il trono dove uscì un nauseante fumo caldo..e a Gambadilegno venne da sudare ancora di più: il Sicla Vomanus ! L’unica cosa che poteva uccidere i Cartoni..il liquido verdastro bolliva dentro il calderone di rame come una pozione delle streghe al momento del Sabba.
- Il mio Sicla Vomanus avrà molta fame..- Commentò la Regina, sorridendo sotto il naso.
Il Generale, sudando sempre più di prima, fece un veloce inchino e raggiunse la porta, quasi correndo, mentre la Regina e le sue ancelle scoppiarono dalle risate.
-Maledetta cagna..- sibilò, appena chiuse il portone. Un soldato gli fu di fronte – Qualche novità, Generale?-
Egli annuì – Sì..partiamo domani, all’alba. – 
  
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