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Autore: Rikori    03/10/2009    1 recensioni
Sono passati dieci anni dal ritorno della dea Amaterasu sulle Celestial Plains. Il Celestial Envoy Issun vive la sua vita dipingendo e, così facendo, adempiendo al compito che gli era stato assegnato: ispirare la fede della gente negli dei. E aveva promesso ad Amaterasu di aiutarla ad avere quanti più credenti possibili. Ma se un giorno uno dei suoi dipinti diventasse vero, incarnando proprio la dea del sole, cosa succederebbe? E soprattutto, perchè succederebbe? Per scoprirlo i due reintraprenderanno il viaggio già compiuto dieci anni prima e, durante il cammino, il loro rapporto diventerà ben più che amicizia.
Genere: Romantico, Commedia, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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she's back cap4 Il sole iniziò a tramontare, dipingendo ombre aranciate sulle cime degli alberi mentre iniziava a sparire lentamente dietro l’orizzonte.
“Ammy,” iniziò Issun voltando la testa verso di lei. Dopo aver esplorato ed aver chiacchierato tutta la giornata, i due si erano stesi a terra ad osservare il cielo divertendosi a fantasticare sulla forma delle nuvole. “Non pensi sia meglio tornare ora?”
“Come vuoi,” sospirò lei. Fece per alzarsi, ma un qualcosa che vide alle spalle di Issun la fece fermare di botto iniziando a scodinzolare.
“Cos.. Che c’è?” si chiese perplesso il Poncle girando la testa. La sua espressione mutò in disappunto puro, “No.. Non tu!”
“Bonjour, ma chérie!” salutò allegramente Waka apparso dal nulla. “Vedo che ti diverti.”
“Possibile che devi sempre rovinare i momenti più tranquilli della giornata?” borbottò Issun alzandosi in piedi e pulendosi l’erba dagli abiti con poderose manate. “Neanche rimpicciolendo ci si riesce a sbarazzare di te, eh?”
“Le dimensioni non sono un mio problema, mio piccolo amico saltellante,” ridacchiò il profeta gesticolando animatamente. “Sono qui con una profezia per voi.”
“Noi?” echeggiò Amaterasu sbattendo le palpebre.
“Sì, voi,” ripeté Waka frettolosamente. “C’è un motivo se sei qui.. E sicuramente ve lo starete chiedendo no?”
“Non sono affari tuoi,” ringhiò Issun con fare ostile. “Ora fuori dai piedi.”
“Non t’interessa conoscere la profezia, ma chérie?” continuò il profeta, rivolgendosi ad Amaterasu ed ignorando bellamente il poncle.
“Ehi! Sto parlando con te!” ruggì questo iniziando ad emanare una flebile luce rossa.
“Shh,” si affrettò a sibilare la dea mettendo un braccio davanti ad Issun per bloccarlo, “Potrebbe essere interessante.”
Dopodichè voltò la testa verso Waka, annuendo, “Sì, mi interessa. Vai pure.”
Questo girò sul posto, improvvisando una specie di balletto e, tirando fuori il flauto, iniziò a suonare una flebile melodia. Dopodichè si fermò, con le braccia alzate al cielo, e declamò:
Non ci rendiamo conto di ciò che è prezioso fino a quando non lo abbiamo perso.
Troverete sempre le risposte che avete cercato,
Ma  ciò che è passato non ritornerà.
” *
Detto ciò scoccò uno sguardo ai due, “Beh, che ne pensate?”
“Penso che non ci servirà a niente,” borbottò Issun lanciando uno sguardo assassino a Waka. “Brutto profeta immaturo che non sei altro.. Se hai finito puoi anche andartene, non credi?”
“Vedo che siamo di buonumore oggi,” sghignazzò lui. “Come al solito.”
“Brutto…!!”
“Dai, calmi!” s’intromise Amaterasu frapponendosi tra i due. “Se questo è tutto penso che saremo noi ad andarcene.”
“No, penso che me ne andrò prima io. Oh… Ricordate che a Kamiki c’è sempre qualcosa di nuovo da scoprire. Au revoir!” concluse Waka, girando su sé stesso e sparendo tra scintille luminose.
Ammy tirò un sospiro di sollievo spostandosi per lasciar muovere Issun, il quale ringhiò irato, “Quanto lo odio!”
“Su,” sospirò la dea posandogli una mano su una spalla, “non stavamo tornando? Sto iniziando ad avere sonno.”
“Sì, andiamo,” acconsentì lui spostandole la mano dalla sua spalla con un gesto stanco. S’incamminò verso il tronco cavo che ospitava Ponc’tan, mantenendo un occhio vigile su Amaterasu che lo seguì con fare preoccupato; le sue orecchie erano appiattite contro la testa e la coda era ritta.
Sospirò, entrando nella fessura dopo il poncle.


“Allora, come lo risolviamo questo problema? IO a terra non ci dormo più,” borbottò Issun incrociando le braccia. Era già buio, e i due stavano discutendo di chi dormiva dove da parecchi minuti.
“Te l’ho detto,” sospirò Amaterasu, “IO potrei dormire a terra.”
“Non se ne parla nemmeno! Non hai nessuna pelliccia, ti ricordo, Ammy! Fa freddo!”
“E allora dormiamo insieme!” tagliò corto lei, esasperata.
Issun si bloccò, una mano alzata nell’atto di spegnere la lanterna. “Insieme?” ripeté, sbattendo le palpebre. “I-Intendi… Nel mio letto?”
“Esattamente,” borbottò lei. “L’importante è che si dorma.”
“… Come vuoi,” acconsentì il poncle arrossendo appena; fortunatamente, alla luce delle lanterne non si notava.
Le spense soffiandoci sopra, dopodichè si slacciò il fodero della spada, riponendolo accanto al letto, e si tolse l’enorme copricapo poggiandocelo sopra.
Si stiracchiò, trascinandosi nel letto di foglie. Ammy vi ci si infilò dopo di lui, rannicchiandosi. “Buonanotte.”
“B-Buonanotte…” balbettò lui in risposta cercando di allontanarsi un po’ dal corpo della ragazza. Ma dietro di lui c’era la parete della capanna e non si poteva spostare più di così; il giaciglio non era stato pensato per due.
Sospirò, mentre il respiro lento ed irregolare di lei gli disse che si era già addormentata.
-Wow, crolla come un sasso…- pensò osservandola stupefatta. Guardandola alla luce della luna che penetrava dalla finestra le sembrò ancora più esile; la vide tremare, probabilmente di freddo.
Scoccò un’occhiata alla porta, nervoso, prima di stringersi a lei e di coprirla con il suo mantello, passandole un braccio attorno alla spalla.
Amaterasu si mosse appena, stringendosi a lui a sua volta e premendo la guancia nell’incavo del suo collo cercando di riscaldare entrambi e rannicchiandosi tra le sue braccia quasi a cercare protezione.
Lo sguardo di Issun si addolcì mentre poggiava la guancia sulla sua testa, chiudendo gli occhi e tirando un lungo sospiro rilassato prima di addormentarsi.

*Le parole sono da Reset di Ayaka Hirahara, ebbene sì :3
   
 
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