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Autore: Princess Kurenai    13/10/2009    2 recensioni
{Francia/OC!Sardegna} Stare con il sardo era una continua battaglia, una sfida che Francia non era intenzionato a perdere, sapeva che un giorno avrebbe posseduto quel giovane dalla pelle olivastra, gli occhi della pece e i capelli increspati come le onde del mare.
Lo sapeva e basta così come in quel momento sentiva che sarebbe stato semplicissimo farlo, Sardegna era debole e ferito: non avrebbe combattuto più di tanto.
Genere: Romantico, Introspettivo, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Francia/Francis Bonnefoy, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: La Mattina della Battaglia

Fandom: Axis Power Hetalia

Personaggio/Coppia: Francia, OC!Sardegna (Francis Bonnefoy, Vixente Dessalvi)

Rating: Arancione

Avvertimenti e Generi: Guerra, Introspettivo, Drammatico

Note: 1. Ambientata nel 1409 in Sardegna nella storica battaglia dove i sardi persero la loro indipendenza e sovranità nella loro terra. Una battaglia che vedeva impegnati oltre ventimila sardi volontari pronti a morire per la patria.

 

 

{ La Mattina della Battaglia ~

 

Il 30 Giugno 1409,

presso Sanluri,

si scontrarono l’esercito

Catalano-Aragonese,

guidato da Martino il Giovane,

Re di Sicilia,

e Infante di Aragona

contro l’Esercito Sardo Giudicale,

al comando del francese

Guglielmo III Visconte di Narbona,

Ultimo Giudice del Giudicato d’Arborea.

 

Carezzò leggero il muso del suo cavallo che si spinse, docile, contro la sua mano assecondando il tocco.

“ Andrà tutto bene.”, sussurrò, cercando di convincere più sé stesso che l’animale che, già vestito per la battaglia, continuava a godersi le carezze del padrone.

Fuori dalla stalla, la popolazione era in fermento. Non era ancora sorto il sole e quell’agitazione non era assolutamente riconducibile all’inizio della giornata lavorativa né ad una possibile messa: tutti fremevano per quella battaglia.

Anche se la sua isola era piccola aveva visto e combattuto tante guerre e quella che lui e la sua gente stavano per affrontare poteva essere l’alba di una nuova era. La fine del Giudicato avrebbe portato via loro l’indipendenza e Sardegna non poteva permetterlo.

Sardaigne tu es prêt?”, Vixente sussultò voltandosi verso l’ingresso dove un altro uomo, vestito con eleganti e sgargianti vesti, lo attendeva. Sorrideva e, carezzandosi il mento irsuto, mostrava con quei semplici gesti una certa sicurezza: era come se quella battaglia non lo impensierisse.

Sardegna storse il naso. Non capiva il francese - lingua e non - né si sforzava di comprenderlo ma non poteva fare a meno di chiedersi come potesse essere così tranquillo.

Erano in netta minoranza e quello che avevano non era un esercito preparato e ben armato, erano solo contadini e ragazzi che avevano abbastanza forza nelle braccia per sorreggere una spada e uno scudo - e le armi non erano neanche perfette come quelle dell’esercito aragonese.

Li stavano mandando incontro alla morte, ne era consapevole, ma non si sarebbero fermati: tutti erano animati dallo spirito di libertà e dalla voglia di mantenere stabile quella situazione d’indipendenza.

Vincent? Mi stai ascoltando?”

“ Mi chiamo Vixente, Frantziscu...”, Sardegna calcò sul nome finale con tono volutamente iroso e ben poco ironico.

Francis, s’il vous plaît, e non quell’accozzaglia di suoni antifonici.”, rispose il francese avvicinandosi con passo leggero, saltando agilmente quello che sembrava essere un ricordino di un cavallo. “ Guillaime, in ogni caso ci teneva a dirti che tra un’ora, al sorgere del sole, saremo in marcia.”

Il moro assentì e si allontanò di qualche passo dal cavallo che, tranquillo come Francia, riprese a mangiare il suo fieno.

“ Ti vedo teso.”, constatò Francis, fermandosi dinnanzi al compagno, cercando di guardarlo in viso.

“ Come dovrei essere?”, ribatté il sardo, distogliendo lo sguardo - non per timidezza, assolutamente no, ma per la frustrazione e la tensione. “ C’è la peste, siamo mal armati e rischio di perdere la mia indipendenza.”

Mon chéri Sardaigne.”, soffiò il francese, allungando una mano per carezzargli il viso. “ Vuoi provare a rilassarti?”, propose con tono dolce ritirando l’arto velocemente per evitare che gli venisse schiaffeggiato.

“ Smettila, Francia.”, sbottò Vixente menando a vuoto la mano per l’aria, tentando di colpire l’arto del compagno precedentemente allontanato. Sospirando si appoggiò alla parete cercando da solo di rilassarsi: andare a combattere con quello stato d’animo non avrebbe aiutato nessuno.

“ Posso provare ad aiutarti.”, Francis si avvicinò ancora, andando maliziosamente a carezzare con le punte delle dita l’interno della coscia di Sardegna. “ Sono parecchio bravo in alcune pratiche per allentare la tensione.”, si godette il leggero fremito del giovane e per un attimo pensò di essere riuscito a farlo cedere.

“ Francia...”, un sospiro abbandonò le labbra del sardo.

Oui...”, Francis sorrise compiaciuto, muovendo ancora la mano con più delicatezza, salvo poi veder balenare sotto il naso la lucente lama di un coltello.

“ Allontanati subito o ti ritrovi mutilato.”, ringhiò Vixente appoggiando la sola punta dell’arma sul collo del francese, vedendo brillare una prima gocciolina di sangue. “ Non me lo sentirai dire altre volte: ma mi servi vivo per la battaglia. Ma osa ancora toccarmi e non avrai più né mani né cazzo. Intesi?”

Francia si allontanò di un passo toccandosi la pelle lesa - era abituato alle minacce dell’isola ma quella volta il tono del giovane era quasi simile a quello di Inghilterra quando pretendeva di richiamare alcuni spiriti: inquietantemente pericoloso.

D’accord.”, sospirò. “ Ma lo facevo per te e per farti sentire meglio, Vincent.”, si difese.

Sardegna gli puntò ancora contro il coltello in risposta.

Vixente! Il mio nome è Vixente! E mi sentirò meglio solo quando avremo vinto la battaglia, quindi vedi di concentrarti, bastardo.”, esclamò per poi superarlo e uscire dalla stalla con un’espressione più risoluta, così lontana da quella abbattuta e sconsolata di qualche istante prima che causò un sorriso in Francis.

Non aveva ottenuto quello che voleva - non ancora, sfortunatamente - ma almeno lo sguardo di Sardegna brillava di nuovo di quella luce ribelle che lui tanto amava.

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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