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Autore: Thumbelina    15/10/2009    5 recensioni
Chi adora le Lily/Sev questa non se la può proprio perdere. Perchè? Perchè è una storia totalmente diversa da tutte le altre, una storia che cambia totalmente il punto di vista di chi la legge (e di chi la scrive). Lily Evans ne è la protagonista assoluta ed indiscussa (cosa che accade ben poco spesso nelle Lily Sev. In poche parole la giovane e timida auror ventiduenne Lily Evans si ritrova a scontrarsi con il suo ex migliore amico nonchè mangiamorte Severus Piton. Un Severus Piton che però, nei suoi ventiduenni, è meno chiuso di quello della Rowling, e che prova ancora qualcosa per lei. Cosa succede dopo? Per saperlo dovrete leggere...
TRATTO DA CAPITOLO 4:
La Evans aveva appena finito di parlare che il rumore della porta del granaio si aprì. Severus Piton scattò subito in piedi, guardando sospettoso la porta.
Chi si aspettava che fosse? Un auror, suppongo, o la polizia, o uno dei suoi cari amici mangiamorte che avevano cercato di farlo fuori tre settimane prima.
Genere: Romantico, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gellert Grindelwald, Lily Evans, Nuovo personaggio, Severus Piton | Coppie: Lily/Severus
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La valigia e il granaio

Un uomo vestito di nero si muoveva furtivo nella notte in quelle strade inglesi. Il mantello scuro ne nascondeva la persona e il volto mentre Severus Piton avanzava svelto verso l’oggetto del suo desiderio. Bussò tre volte alla porta.
Ad aprirgli fu una donna di mezza età con dei capelli color ciliegio e una carnagione maledettamente rosea, le labbra perpetuamente sorridenti. La donna sembrò alquanto spaventata alla vista di quell’uomo in nero che le si presentava davanti ma Severus Piton vide bene di chiarire qualsivoglia malinteso.
- Niente paura, Fiordaliso – fece alla donna – sono io, Severus, il figlio dei Piton, dovrei parlare con vostra figlia.
- Oh, Severus, non ti avevo riconosciuto – fece la signora Evans – Lily è in salotto, stiamo ancora cenando. Ma tu entra, entra pure.
E ciò detto si fece da parte per permettere all’oscura persona di Severus Piton di mettere piede in quella dimora.
- Lily! – chiamò a gran voce la signora Evans – Lily, vieni: c’è una persona per te!
- Arrivo!
Sorridente come al solito, bella come al solito, la ventitreenne Lily Evans fece irruzione nell’atrio. Alla vista del suo amante la sua pelle rosea perse totalmente colore e le sue gambe corsero per lei verso l’uomo buttandosi letteralmente fra le sue braccia.
- Severus – scandì la ragazza fra lacrime e baci – Severus tu… tu sei qui e io… Severus… Severus… io avevo paura che… Severus…
- Va tutto bene, amore mio – rispose lui stringendola forte a se – non c’è nulla di cui aver paura. Sei con me adesso.
La ragazza gli sorrise asciugandosi le lacrime dagli occhi.
- Mi sei mancato. – confessò guardandolo negli occhi, la sua bella pelle aveva di nuovo preso colore
- Anche tu. – rispose lui dandole un piccolo bacio a stampo sulle labbra – Più di quanto pensi.
- Ho passato notti insonni, e non riuscivo a mangiare, e non riuscivo a pensare, e non… io non…
- Lo so, amore mio, anche io sono stato in pena, ma va tutto bene adesso, non c’è più nulla da aver paura.
La ragazza sorrise stringendosi nell’abbraccio del suo amante, appoggiando la testa dai folti capelli rossi sul suo petto.
- Ma che diamine sta succedendo qui? – chiese la voce urticante di Petunia entrando nell’atrio. Rimase allibita dinnanzi a quella scena, eppure erano solo due giovani abbracciati – Che cosa diamine ci fa LUI qui? – gridò furibonda, il dito puntato contro il mangiamorte.
- È il mio ragazzo, Petunia – rispose Lily senza staccarsi da lui, - torna in salotto
- No, - rispose quella – io non vado proprio da nessuna parte. È un ricercato, Lily, e lo voglio subito fuori da casa mia
- Non è casa tua, Petunia, è la casa di mamma e papà, e mamma lo ha fatto entrare
- Smettila di fare la stupida, Lily, e se arriva la polizia? Io non voglio condividere l’aria con un ricercato!
- Finiscila, Petunia, è la mia vita e non sono affari tuoi!
- Via di qui!
- No!
- Sì invece!
La lite delle due ragazze richiamò l’attenzione degli altri presenti alla cena, ciò portò Sergio e Fiordaliso Evans e Vernon Dursley a fare irruzione nella sala.
- Si può sapere che cosa sta succedendo? – chiese loro Sergio
- Lily ha portato in casa un latitante, un ricercato! – gridò Petunia
- È il figlio dei Piton, Petunia – spiegò lei Fiordalisa – non è un ricercato, è un amico di tua sorella, è un bravo ragazzo
- No, non lo è! La polizia lo sta cercando, è solo un fuorilegge e non può stare qui!
- Conosco Severus, Petunia – continuò Fiordaliso – lo conosco fin da quando era bambino. È della famiglia, non lo caccio via e non dovresti parlargli in questo modo
- Ma è assurdo! Vieni, Vernon, andiamo via: non voglio dividere neanche l’aria con gente come questa.
E ciò detto uscì dalla porta guardando male i suoi famigliari, seguita dal suo ragazzo, il tondo e grasso Vernon Dursley.
- Mi dispiace – commentò Severus – non era quello che volevo, non sarei dovuto venire qui
- Oh, no, caro ragazzo – fece materna la signora Evans – Petunia era solo un pochino scossa, nulla di più, non offenderti, per favore, siamo contenti che tu sia venuto, puoi restare qui quanto vuoi.
- Solo tre minuti – rispose il ragazzo – non rimarrò di più, se la polizia mia cerca non voglio che mi trovi qui
- Dove andrai? – chiese lui Lily tornando ad appoggiarsi sul suo petto
- Campagna. – rispose lui accarezzando i capelli rosse della sua amante – ho trovato un granaio che mi pare essere abbandonato lì. La campagna è vasta e lì non c’è pericolo che mi trovino.
Il silenzio invase la stanza.
- Te ne andrai di nuovo? – chiese lui Lily, accigliata
- Sì, esatto
- Ma… avevi detto che… tu… tu non puoi… non puoi lasciarmi sola, non di nuovo… Severus, io… io…
- Devo farlo, Lily, qui è rischioso per me. Devo andare.
- Ma…
- No. Non posso restare.
Io vengo con te, queste quattro parole scaturì la mente contorta di quella ragazza prima che la sua bocca le pronunciaste.
- Non puoi venire con me, Lily, non posso permettertelo
- Sì che puoi. È una mia decisione. Io vengo con te. Tu non puoi impedirmelo.
- Sì invece. Ma non lo capisci quanto sia rischioso, Lily, se ci trovano io… io non posso permettere che ti prendano.
- Sì che puoi. Io ti amo, Severus, e non puoi impedirmi di seguirti in capo al mondo, amore mio. Se mi ami non mi lascerai da solo.
Il ragazzo le dedicò uno sguardo impenetrabile, cercando a sua volta di entrare nella mente della rossa, invano.
- Vai a preparare la tua roba – le disse poi staccando il corpo da quello di lei.
- No. Non ci vado senza di te, so che cosa vuoi fare, Severus, so che scapperai se mi allontano.
- Wow, ammetto che non ti facevo così accorta. D’accordo. Verrò su con te.
E la seguì per la scatenata di legno duro fino ad arrivare alla camera della ragazza, e lì l’aiutò a prendere la sua valigia dal ripiano più alto dell’armadio, e la guardò mentre rovistava in cerca qualcosa da portare.
- Porta solo le cose più brutte – le disse come a farlo sembrare un ordine, - solo le cose che ti piacciono meno al mondo.
- Perché? – gli chiese sorridendo la ragazza
- Perché se arrivano e dobbiamo scappare non avremo tempo di raccare la roba e non voglio che tu perda qualcosa di bello.
La ragazza gli sorrise mettendo nella valigia una felpa azzurra.
- Ho due sacchi a pelo – continuò Lily, un sorriso d’infanzia stampato sul volto roseo – li usavamo io e Petunia quando andavamo l’estate in colonia.
- Non stiamo andando in vacanza, Lily – le disse il ragazza, troppo maturo per la sua età – è una cosa pericolosa.
- Ma i sacchi a pelo ci serviranno comunque, vero? – chiese lei come se non avesse sentito le ultime parole del suo discorso
- Vero.
- Allora è perfetto, li prendo.
- Non mettere troppa volta, più il bagaglio è pesante e più è faticoso portarlo, e forse dovremo spostarci spesso.
- D’accordo. Poca roba.
Severus Piton la prese per la vita portandola via da armadi e cassetti e la strinse forte a se.
- Sei sicura di quello che fai?
- Sicurissima – rispose lei sdraiandosi sul suo letto a una piazza e tirando il suo ragazzo sopra a se.
- Ti amo.
- Ripetilo.
- Ti amo.
- Ripetilo.
- Ti amo.
- Non smettere mai. Mai.
Lui le sorrise.
- Devo dire una cosa ai tuoi genitori, Lily, devo rassicurarli. Appena ai finito scendi. Ti giuro che sarò ancora qui.
Ciò detto si alzò da quella piucchè comoda posizione ed uscì dalla stanza della ragazza.

Dopo un quarto d’ora Lily lo raggiunse nell’atrio. Il manico della sua piccola valigia nella mano destra e il sacco con dentro sacchi a pelo e coperte nell’altra.
- Ho fatto – disse raggiante. – possiamo andare.
Fiordaliso la strinse forte a se.
- Promettimi che sarai prudente, promettimi che sarete prudenti tutti e due – le disse in lacrime prima di staccarsi da lei, e poi Lily corse ad abbracciare suo padre, e dopo l’ultimo saluto anche con questo uscì con il suo ragazzo da quella che era sempre stata la sua dimora.

Camminavano in quei prati da tre ore ormai, entrambi stanchi e affaticati, Severus portava in mano la valica e il sacco, entrambi pesanti, e Lily quasi gli dormiva sulla spalla, perché le già le mancavano le forze. Quando furono a pochi passi dal granaio Severus lasciò che la ragazza si stendesse a terra e corse a portare dentro i bagagli prima di tornare a prenderla. La prese fra le sue braccia come fosse una principessa e la portò dentro a quel minuto edificio, la stese in un sacco a pelo e la coprì con ambedue le coperte che la rossa aveva portato, temendo che questa potesse aver freddo. Poi infilò le gambe nel proprio sacco a pelo e le rimase vicino, senza dormire, continuando a cullarla, ad accarezzarla, a vagliare su di lei.
   
 
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