Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Miss_Slytherin    15/10/2009    4 recensioni
"Lilian Luna Potter, diversa dagli altri Potter. Fredda, crudele, insensibile, apparentemente senza cuore. Questa è la sua storia, la storia di un Giglio che non è un Giglio, non è puro, non è innocente". Dal primo capitolo: "...vedo ambizione, desiderio di gloria…intelligenza anche…poi…uno spiccato senso di autoconservazione…e se non mi sbaglio quella dovrebbe essere una punta di cattiveria mista ad astuzia…".
Genere: Generale, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lily Luna Potter, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

                                                                                       CAPITOLO 3

                                                                                                                                    A very abnormal little girl

 

Le normali ragazzine di undici anni leggono ancora i fumetti magici, giocano con le zuccherose bacchette di marzapane, si divertono a giocare alla strega rubando i libri d’Incantesimi ai genitori; si lasciano vestire dalla mamma e arrivate ad Hogwarts, indossano ciò che trovano nel loro baule, accuratamente rifornito di abitini anonimi. La maggior parte di loro cerca di impegnarsi a scuola e, salvo qualche caso raro, pensano che ottenere buoni voti, non farsi notare dai professori, confondersi con la massa in sostanza, siano le cose più importanti.

Lily Luna Potter no. Aveva già capito, sedendosi a colazione al tavolo degli Slytherin il primo giorno di lezioni, quali fossero le cose che contavano ad Hogwarts. Non l’essere i migliori nelle arti magiche, non studiare con diligenza, ma la popolarità, la fama, l’essere sulla bocca di tutti nel bene e nel male. Aveva appreso questo fondamentale concetto con una sola occhiata, lanciata alla Sala Grande prima di mettervi piede.

Hufflepuff: ragazze mediocri, banalmente carine o brutte, che cercavano di darsi tono con volgari rossetti Babbani e smalti appariscenti; vestiti che non meritavano neanche uno sguardo, talmente erano nella norma. Ragazzine del primo anno destinate dunque a fare quella fine, crogiolandosi nell’autoconvinzione che l’onestà e la lealtà fossero meglio di tutto il resto.

Ravenclaw: stile ragazza studiosa. Le Corvonero avevano un modo di vestirsi e atteggiarsi del tutto uniforme: divisa rigorosamente perfetta, capelli legati a coda o tirati indietro da un cerchietto, così che non fossero d’ostacolo allo studio, borse di spessa pelle, orribili, adatte a contenere i numerosi libri di testo. Persino sua cugina Molly, Ravenclaw da soli due giorni, presentava già le caratteristiche di un inevitabile declino verso quello stile di vita: una matita dalla punta perfetta sull’orecchio, le calze bianche della divisa tirate su fino al ginocchio; aveva raccolto i capelli castano scuro in una stretta treccia, dalla quale non sfuggiva neanche una ciocca.

Gryffindor: look casual, stile porto-i–capelli-in-questo-modo-perché–potrebbe-essere–che- oggi-io-debba-salvare-il-mondo. Divisa leggermente spiegazzata, gonna poco sopra il ginocchio, gilet leggermente più scollato. Niente trucco: il coraggio è al naturale, ragazzi!

Arroganza che trasuda da tutti i movimenti, persino nelle pupattole del primo anno, che avevano già acquisito la camminata da Grifondoro orgoglioso, proprio per il fatto che si trovavano in quella Casa; uniche eccezioni Rose Weasley, mancata Corvonero, forse perché il gene paterno aveva prevalso su quello materno, e sua cugina Angelica, troppo occupata a nascondere la propria presenza per ricordarsi di pavoneggiarsi in stile Gryffindor.

Ed infine Slytherin, patria di eleganza e raffinatezza, se non altro perché un cospicuo conto alla Gringott permetteva anche la forma più basilare di ricercatezza; e tutti gli Slytherin avevano come minimo patrimoni più che ingenti. Inoltre le Vipere riuscivano a superare la loro innata avversione per i Babbani e per tutto ciò che derivava dalla loro cultura quanto bastava per mettere i loro aristocratici piedini nelle boutique Chanel, Prada e Gucci; la moda è moda infondo. Perciò maglioncini grigi Armani, gonna in stile scozzese collezione Versace 2000, e per quanto aberrante fosse non indossare nulla che non fosse all’ultimo grido, quella era l’unica che somigliasse quanto bastava all’originaria gonna della divisa, accorciata naturalmente di qualche centimetro, mocassini Prada. Glorya Zabini aveva già provveduto alle modifiche necessarie, anche per Lily e Cassiopea. Le Slytherin dovevano trasudare ricchezza a qualsiasi età.

-Cassiopea…farai tardi! Lily è già scesa!-

Quella era la terza volta che Glorya Zabini cercava di svegliare la mini Malfoy; poi vedendo che la sua amica non dava cenni di vita, decise di lasciar perdere e lasciò il dormitorio, non prima di essersi specchiata un’ultima volta; meglio cominciare subito a far capire alla popolazione di Hogwarts di che pasta era fatta.

A tavola trovò Lily seduta distante dagli altri Serpeverde; il più vicino era suo fratello Derek, una decina di posti più in là. Gli rivolse un breve cenno di saluto, per poi raggiungere la sua amica.

-Buon giorno- le disse, senza aspettarsi una risposta. Infatti Lily sollevò appena gli occhi su di lei, per poi continuare la lettura della Gazzetta del Profeta che- ahimé - esisteva ancora.

-Cassiopea…?- chiese la rossa poco dopo, sorseggiando con calma il suo tè.

-Dorme- sospirò l’altra rassegnata, guardando indecisa le pietanze sulla tavola.

-Farà tardi- osservò Lily.

- Gliel’ho detto, ma ho seri dubbi riguardo al fatto che mi abbia sentita-.

-Sarà il caso di andare, sono le otto e venticinque…- stava dicendo la giovane Potter, proprio quando la bionda Malfoy si sedette accanto a loro, naturalmente perfetta anche se un po’ affannata. Non le salutò, mangiò al volo due biscotti integrali, li innaffiò con un po’ di succo di mela, poi sempre senza dire nulla si alzò e aspettò le due amiche, che avevano seguito lo svolgersi della colazione in stile Cassiopea entrambe con un sopracciglio leggermente inarcato.

-Succo di mela?- domandò Lily perplessa, mentre si incamminavano verso le serre, dove avrebbero seguito la prima lezione di Erbologia insieme ai Grifondoro.

-Sì…! Senza quello non so come iniziare la giornata…- rispose Cassiopea osservando schifata una Tassorosso del settimo anno con la camicia macchiata di non si sa quale cibo trangugiato a colazione; pur essendo una bambinetta di undici anni al primo, Cassiopea riuscì a fare arrossire la Hufflepuff.

-Presupponendo che tu ti sia alzata dal letto, intendi vero?- chiese Glorya sarcastica. Quando però entrarono nella serra numero 3, dove un sorridente professor Paciock li aspettava, le tre pupattole sbiancarono. Ad attendere gli studenti, ordinatamente preparati accanto ad ogni postazione di lavoro, c’erano malconci grembiuli più o meno puliti, stivali di gomma, e guanti di lattice.

-Cosa? Io dovrei mettere quella roba? – sibilò Lily orripilata, attirandosi gli sguardi degli altri primini.

-Ti sconvolgerà saperlo Potter, ma è così- disse una voce che Lily non seppe riconoscere.

Apparteneva a Vanessa Blindsworth, Grifondoro primo anno. La ragazzina dai chiari occhi verdi e capelli biondo grano, la guardava sostanzialmente male. Lily la conosceva di vista: sua madre, Selena Cooper in Blindsworth, lavorava nella stessa squadra di Auror di cui facevano parte suo padre, sua zia Hermione e suo zio Ron. Lily ricambiò l’occhiata, prima di dirle:

-Questa roba da proletari andrà bene per te, Blindsworth, ma di certo non per me-.

Poi le voltò le spalle e pretese che il professor Paciock perlomeno le disinfettasse gli indumenti; Neville, un po’ perché era troppo stupito nel constatare un atteggiamento così snob nella figlia del suo amico, un po’ per evitare risse fra studenti al primo anno, e un po’ perché voleva solo iniziare la lezione, l’accontentò, salvo poi riservare lo stesso trattamento a Zabini e Malfoy.

Rivolgendo un sorrisetto trionfante a Vanessa, Lily si voltò per iniziare a seguire la lezione.

Due ore più tardi, Lily aveva deciso che detestava Erbologia. Odiava sporcarsi, anche se in minima parte, di terra e altre sostanze fuoriuscite dalle piante, trovava inquietante il muoversi di foglie e prolungamenti vegetali e non le piaceva nessuno degli odori che aveva respirato nella serra 1. Nonostante questo, si sforzò di seguire ogni parola detta dal professore, perché voleva essere la migliore, la più brillante; e ci riuscì. Dando la risposta esatta a tre domande di fila, ottenne 15 punti per Serpeverde, che Neville concesse a malincuore; il ricordo dell’antica

–tuttavia attuale- disputa fra Slytherin e Gryffindor era ancora vivido.

Dopo Erbologia, ebbero un’ora di Trasfigurazione con i Corvonero, durante la quale Lily ebbe modo di verificare di persona la severità della professoressa McGranitt; ed infine due ore di Pozioni con i Tassorosso.

Appena ebbe messo piede nel sotterraneo dove si trovava l’aula di Pozioni, Lily sentì che quello era il suo regno. Era strano, ma non insolito, considerando i suoi geni: suo padre era stato totalmente imbranato in Pozioni, sua madre Ginny non aveva mai brillato particolarmente, ma Lilian Evans in Potter, sua nonna, era stata una genio in quella materia. Ad attenderli c’era ancora il vecchio e sempre più largo professor Lumacorno, che a quanto si vociferava, non aveva smesso di cercare accoliti per il suo “Lumaclub”: aveva tentato di accalappiare James, che aveva rifiutato con sdegno, avendo ereditato il non-talento paterno in Pozioni, e poi aveva provato con Albus, che dopo aver partecipato ad una festa più che per cortesia che per altro, ne era scappato a gambe levate. A buon ragione Lily si aspettava che Lumacorno cercasse di assoldare anche lei.

Per iniziare, dopo alcune nozioni teoriche, Lumacorno assegnò una semplice Lozione Anti-Fruncolosi, che sebbene fosse utile, emanava un odore particolarmente sgradevole. Quella di Sissy Brown, che in teoria doveva sapere di tutto e di più su cosmetici e altro, era giallo-marrone, anziché verde chiaro, e puzzava talmente tanto che Lumacorno dovette fare un Atmosferico per creare un po’ di vento che alleggerisse l’aria; Glorya se la cavò bene, come Cassiopea e insieme portarono altri 10 punti alla loro Casa. Ma la vera sorpresa fu Lily, che terminò il compito assegnato ben mezz’ora prima, e si era messa a leggere qualche pagina da Pozioni Elementari.

-Potter! Cosa sta facendo, di grazia?- le domandò Lumacorno, con un tono a metà fra il seccato e lo stucchevole; evidentemente era infastidito dal fatto che Lily fosse nullafacente, ma d’altra parte voleva ingraziarsela.

-Leggevo Pozioni Elementari, professore. Ho già terminato la Lozione Anti-Fruncolosi- rispose lei tranquilla. Un minuto dopo, venti smeraldi cadevano nella clessidra di Slytherin. A fine lezione, le toccò declinare cortesemente l’invito di Lumacorno ad un festino di inizio anno organizzato dal Lumaclub.  

Fu a cena che Lily vide per la prima volta Caroline Anastasye Cavendish.

La Slytherin al settimo anno sedeva accanto a Clarissa Dixon, la Caposcuola, ed a un’altra ragazza che Edward le aveva presentato con il nome di Grace Salinger. Sedeva perfettamente composta e teneva il tovagliolo sulle gambe snelle, come se si trovasse in un ristorante di lusso. La divisa era chiaramente modificata e Lily poteva persino sentire quanto fosse morbido il cachemire del suo maglioncino ed immaginare soltanto in quale boutique esclusiva avesse acquistato il resto del suo abbigliamento. Quella sera portava i chiari capelli biondi stretti in uno chignon elegante dal quale fuoriuscivano casualmente alcuni riccioli fatti ad arte; portava un fiore nero sull’orecchio sinistro, non troppo vistoso, non troppo anonimo. Aveva poi adottato un leggero trucco: matita nera a sottolineare gli occhi azzurri ed un velo di fard ad imporporarle le guance chiare, ottenendo l’effetto vento: leggermente rosate, come se fosse appena entrata dopo aver corso sotto la pioggia. Guardandola, Lily pensò che in tutta Hogwarts non esistesse una ragazza più elegante, raffinata e di classe di lei.

-Ehi, ti vuoi unire anche tu alla schiera di corteggiatori di Caroline Cavendish?-

Cassiopea aveva interrotto in maniera poco carina il filo dei pensieri di Lily che evidentemente stava fissando la Cavendish da un po’.

-Simpatica…tu sai chi è quella ragazza?- le chiese Lily, indicandole la Slytherin “perfetta”.

-Certo, mio fratello non fa altro che parlarne, come d’altra parte tutta la fauna maschile di questo posto…quella è Caroline Cavendish, la Regina di Slytherin- rispose Cassiopea, seguendo il suo sguardo.

-Regina?- Lily era perplessa.

-Oh sì, tutto quel che avviene qui dentro, avviene perché lei lo ha deciso. Sa tutto di tutti, non perché sia una sciocca pettegola, ma perché conoscendo i punti deboli della gente, li può sfruttare. Così ottiene quello che vuole: che siano i compiti fatti dal secchione di turno, un po' di tutto, insomma. È ambita, ammirata, temuta: una sua parola può distruggerti. Ogni ragazzo la desidera, ma lei sta attenta a scegliersi gli amanti: si prende ciò che le interessa, quando le interessa, soprattutto se l’oggetto in questione è ricco e purosangue. Non che il conto alla Gringott dei suoi non sia ingente, solo, le piace il potere- le spiegò Cassiopea.

Lily era sbalordita, sia da Caroline Cavendish, sia da Cassiopea, che sembrava destinata a diventare l’Informatrice ufficiale.

-E tu come le sai tutte queste cose?- le domandò giustamente Glorya, che aveva seguito la spiegazione della Malfoy con altrettanto interesse.

-Oh, segreto professionale- le blandì Cassiopea, prima di gettarsi elegantemente sulla cena; aveva stile persino nel trafiggere senza pietà il tacchino.

Lily mise da parte il piatto appena vuoto, pensierosa. Spostava lo sguardo da Caroline Cavendish al resto della Sala. Le parole di Cassiopea sembravano veritiere: tutti, almeno una volta, avevano guardato la Regina di Slytherin, chi ammirato, chi con invidia negli occhi, chi bramoso. Tuttavia a nessuno era stato concesso un sorriso o una semplice occhiata di sfuggita; di certo una Regina non degnava di attenzione la semplice plebe! I pochi che avevano il privilegio di sederle accanto erano Clarissa Dixon, Grace Salinger, più quelle che sembravano le sue dame di corte. Di fronte a Caroline invece, doveva trovarsi l’amante del momento, a giudicare dagli sguardi che il ragazzo le lanciava.  

Come faceva? pensò Lily, come aveva fatto a rendersi così potente? E soprattutto, prima di continuare la cena, Lily si chiese come avrebbe fatto a rubarle il posto. Non si chiese se ci sarebbe riuscita, si chiese solamente come. E quando…

 

                                                                             *****

 

-James, giochiamo a scacchi?-

-No…-

-Allora vuoi accompagnarmi alla Gufiera?-

-No, sono stanco…-

-Ehi James, un asino giallo a pois viola!-

-Ma dai, salutamelo…-

Beatrice Venci sbuffò, seccata. Non sapeva più come distrarre il suo migliore amico, che non faceva altro che starsene disteso sul suo divano preferito in Sala Comune a fissare le fiamme. D’accordo che vedere sua sorella seduta al tavolo verde-argento poteva essere un duro colpo, ma non era il caso di deprimersi così! E poi, era solo il primo giorno di lezioni, ne aveva di tempo per abituarsi…

-James! Basta!- urlò all’improvviso la mora Grifondoro, ottenendo l’effetto sperato: James infatti sussultò spaventato, chiedendo:- Cosa?! Chi?? Che è successo??-

-È successo che è arrivato il momento di smetterla si comportarsi come un’ameba- gli rispose lei calma.

-Ma sei matta?? Urli così per questo stupido motivo?- le domandò allibito James. A volte la sua migliore amica era strana, d’accordo, ma il mettersi a urlare all’improvviso era nuovo!

 -Stupido motivo? Fissi il fuoco come se stessi decidendo se buttartici o meno!- lo rimbeccò lei, sostenuta. Beatrice aveva il classico temperamento da italiana, quale infatti era. Lei e la sua famiglia si erano trasferiti dall’Italia circa una decina d’anni prima, adattandosi perfettamente alla società inglese, ma alcune tracce inconfondibili delle sue origini si potevano ancora scorgere, a partire da un leggero accento e a finire con il suo aspetto mediterraneo. Aveva scuri capelli lisci, una carnagione perennemente abbronzata e caldi occhi castani; non era poi la classica anoressica. Era allegra, vitale e spensierata, e soprattutto ribelle: proprio per questo lei e James erano subito diventati amici, o meglio, soci in marachelle e scherzi, degni eredi dei gemelli Weasley, o anche di Harry Potter con il suo Trio Miracoli, a pensarci bene.

-Più o meno…-

-E allora buttatici, almeno la pianti!-

-Beatrice!- esclamò lui sconvolto, - sei senza cuore! Mia sorella è a Slytherin!-

-Okay e io ho la pelle più scura della tua, e allora? Non è mica una tragedia!-

-Aaaah tu non capisci…- James sventolò una mano, come per allontanarla, procurandosi gli sguardi ammirati di alcune secondine che passarono di lì ridacchiando – ha già assunto caratteristiche tipicamente slytherinesche!-

Beatrice scoppiò a ridere di gusto, poi gli domandò: - E sarebbero queste caratteristiche slytherinesche???-

-Punto primo: guardare tutti dall’altro verso il basso. Punto secondo: trattare tutti come se fossero inferiori a te…ha preteso che Neville le pulisse la roba di Erbologia!!!- la informò lui sempre più sconsolato.

-Ah…- fu il commento pensieroso di Beatrice, che poi fu distratta dal leggero beccare di un gufo sul vetro della finestra. Era Musa, la sua civetta bruna, che probabilmente le portava una lettera dall’Italia. Mentre la leggeva sorridendo leggermente, James s’immerse di nuovo nelle sue riflessioni su sua sorella. Quando Hugo, che aveva assistito alla scena di Erbologia, gli aveva riferito l’accaduto dopo aver premesso che Lily gli era passata davanti senza nemmeno salutarlo accompagnato dalla Zabini e dalla Malfoy, James non poteva crederci. Né al fatto che Lily non l’avesse salutato –da bambini Hugo e sua sorella erano stati molto legati, per via dell’età- né che fosse arrivata a lezione con una Malfoy e con una Zabini e soprattutto che avesse preteso un trattamento speciale da Neville. Eppure anche Davide Venci, il fratellino di Beatrice, gliel’aveva confermato, sostenuto dai commentini sarcastici di Vanessa Blindsworth di sottofondo. Dunque era vero che Lily si era comportata in quel modo così Slytherin, così come era vero che evitava sistematicamente sia lui, sia Albus, sia gli Weasley da quando erano arrivati ad Hogwarts. Perché? Cos’era successo –da due anni a quella parte- alla bambina che l’aveva salutato in lacrime alla sua partenza per la scuola? Che temeva di finire a Slytherin, non che sorrideva compiaciuta – perché lui l’aveva notato il luccichio fatuo nei suoi occhi- quando il Capello Parlante l’aveva assegnata a quella Casa?

-Ehi James!-

James perse di nuovo il filo dei suoi pensieri, questa volta a causa di sua cugina Angelica che era appena passata dal buco del ritratto insieme alla sua migliore amica Susan Sims, che in effetti aveva avuto non poche difficoltà per via del suo peso non proprio lieve.

-Mi puoi prestare il tuo gufo? Devo assolutamente rispondere a mia madre, ma ho perso la chiave della gabbia di Svolazzo…- gli chiese lei preoccupata, un po’ per il fatto che non riusciva a liberare il suo gufo reale, un po’ per la reazione che sua madre avrebbe avuto se non avesse ricevuto sue notizie nel giro di un’ora. Eleanor Duncan, squinternata ex-cantante di un gruppo folkoristico romeno – probabilmente Charlie si era innamorato di lei proprio per il fatto che le mancava qualche rotella- era quello che si suol dire una madre ansiosa. E iperprotettiva nei confronti della sua adorata bambina.

-Certo, prendilo pure, è su nella Gufiera…- le rispose lui un po’ assente.

-Ehi Angelica aspetta, vengo anch’io, devo spedire una lettera…- disse Beatrice, che poi seguì la piccola Weasley e la sua amica alla Gufiera, lasciando James da solo.

Questi, decidendo che effettivamente era ora di darsi una svegliata, si alzò e andò a rubare i compiti a suo fratello, giusto per divertirsi un po’ e mandarlo nel panico.

 

-Simpatica la Potter…- commentò Edward Nott, buttandosi sul suo letto nel dormitorio maschile del terzo anno di Slytherin. Poco dopo sentì un tonfo: anche Thomas l’aveva imitato.

- Macché, ha sempre quell’espressione annoiata…- ribatté suo fratello, contrariato.

-Come tutti noi Slytherin…- lo corresse Edward, malizioso.

-È odiosa- sentenziò Scorpius, entrato in quel momento con Derek Zabini. Entrambi si erano attardati in Sala Comune a chiacchierare con le rispettive sorelle, e Lily aveva rivolto a Malfoy solo parole taglienti, riservando la cortesia per Zabini.

-Solo perché ti risponde a tono…- lo rimbeccò quest’ultimo sarcastico. Scorpius gli fece una faccia indignata, che fece sorridere mestamente il suo migliore amico. Poco dopo i quattro Slytherin si misero a letto, ognuno pensando in modo diverso a Lily Potter.

 

Nota dell’autrice: (oooh che effetto scrivere autrice :P)

Ringrazio vivamente Lady Lynx per la recensione lasciata, sei stata gentilissima!

In effetti generalmente ci si aspetta una Lily simile ai suoi genitori, e proprio per questo ho voluto renderla diversa. Sono contenta che la storia ti piaccia e spero di poter aggiornare presto…ancora grazie mille, baci!!!

 

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Miss_Slytherin