Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: kannuki    07/06/2005    7 recensioni
Eva è una dolcissima pazza scatenata che fa tremare le amiche con le sue continue trovate semi suicide! Fa la chimica e ha l’hobby dei veleni che prepara personalmente ‘dovessero mai servire.’
Eva ha un difetto solo: ha un odio patologico per gli uomini e qualsiasi cosa sia fornito di cromosoma Y che le provoca fortissime allergie! Ora che è arrivato il nuovo responsabile e capo in direttissima, Julian, ritratto del malumore e della scortesia, schiavista, misogino e arrivista, Eva ha un nuovo obiettivo nella vita: cercare di avvelenarlo prima di soccombere all'orticaria!
AGGIORNAMENTI SETTIMANALI
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
“Che sta facendo quell’avvoltoio

Julian continuava a grattarsi la nuca mentre spulciava il protocollo di lavoro che gli avevano fornito la mattina stessa. Ma perché devo prendermi sempre io ste rogne? Pensò prendendola con il responsabile tecnico che aveva dato forfait quando c’era la controllare la messa a punto degli impianti.

Lui era un ricercatore, non aveva tempo di star a guardare se le cappe funzionassero o meno! Finchè facevano WOOM andava tutto bene!

 

Chinò la testa con un mugolio. Non era riuscito a prendersi il suo benedetto caffè neanche quella mattina e il malumore lo divorava. Aveva ragione Suzanne: se c’era stato qualcosa fra loro, era finito molto tempo prima. Stavano insieme per comodità, due tasche erano meglio di una per pagare le bollette e non era male tornare a casa da qualcuno che ti accoglieva con un sorriso rassicurante.

CioèSuzie faceva così, lui si limitava a darle il benvenuto con un mugolio che di umano aveva ben poco. 

Una volta non era così bestia, ma proprio non aveva tempo per farsi uscire un sorriso come voleva lei, figurarsi andare in vacanza o fare un weekend romantico! S’incupì ancora di più e sbuffò stressato.

Se non si fosse dato una calmata, avrebbe divorato un’altra volta la segretaria di Mick. Già immaginava quella befana che sparlava alle sue spalle, scherzando ferocemente sul suo cognome.

Una luce d’insoddisfazione si accese negli occhi scuri e pericolosamente accigliati.  

Una volta era l’anima della festa, sempre allegro e pronto allo scherzo...poi ‘cresci e prenditi le tue responsabilità’! Pensò scocciato gettando da una parte i protocolli. Un lavoro che non ti dava niente, Suzie che lo mollava, controllare tutti i laboratori …e Afrodite scesa sulla Terra che si faceva venire la pelle a chiazze quando lo vedeva!

Andiamo proprio bene, pensò cercando di appoggiarsi allo schienale e ricordandosi di essersi arrampicato su uno sgabello. Recuperò l’equilibrio e sbattè un piede a terra. Andiamo a mazzolare i sottoposti e a farci odiare anche qui.

 

***

 

Che sta facendo quell’avvoltoio?”

“Per adesso è chino su dei protocolli di lavoro”

 

Martina si spostò all’indietro per non farsi vedere e fissò Eva che cominciava a grattarsi. “Sei patologica, lo sai? Dovremmo studiare te invece degli anticorpi”

“Ridi, ridi” sussurrò la ragazza allontanandosi in tutta fretta “solo a vederlo da lontano, comincio a grattarmi come una pazza! Non voglio neanche pensare a quando dovrò mostrargli i miei risultati. Come farò a spiegargli lo svolgimento del lavoro a tre metri di distanza?” Borbottò rinchiudendosi nel suo antro.

E quel bastardo ieri mi ha fatto rimozionare la macchina! Con tutto lo spazio che c’era, proprio con la mia doveva prendersela?!”esclamò esterrefatta all’amica.

“Forse perchè parcheggi nel posto dei dirigenti” le disse divertita.

“A quello serve una piazza d’armi per parcheggiare! La prossima volta gliela faccio appendere al muro come si fa con le biciclette!” ribattè senza ascoltarla.

 

Sbadigliò tirandosi indietro i capelli e allungandosi sulle punte dei piedi mentre Martina la osservava sorridendo “hai fatto nottata a Risiko”

Lei annuì con un sorriso di soddisfazione “si! E ho vinto!” esclamò mostrandogli il segno della vittoria.

E quando mai non vinci tu?” le domandò trafficando fra i becker e i porta provette. “Ti hanno già dato il tuo nuovo incarico?”

Eva scosse la testa e aprì l’armadietto in cui era rinchiusa la vetreria fragile “no…non mi toccherà  mica andare da quell’essere? Oddio! Guarda, mi sta già uscendo una nuova bolla!” singhiozzò mostrando la mano su cui compariva una macchiolina rossa appena percettibile, probabilmente una puntura di zanzara.

L’amica fece un ghigno di derisione “secondo me, esageri e aggravi il problema da sola. Ti ha minacciato di licenziamento perché era incavolato. La sai benissimo che non ne ha il potere!” esclamò stanca della sua finta patologia.

Ma può mettermi note di demerito e screditarmi agli occhi del Direttore!”esplose arrabbiata perché nessuno, a suo avviso, la capiva.

 

Certo, che ne sapevano loro di cosa volesse dire stare continuamente attenta a non farsi neanche sfiorare da un essere maschile che sia stato animale o vegetale? Finora ci avevano creduto alla balla del suo odio per gli uomini, aveva recitato bene la parte. Per quanto tempo ancora sarebbe riuscita ad andare avanti in quel modo?

È vero che li considera tutti, chi più chi meno, una mandria d’ignoranti gnu arrapati…però quel ragazzo del bar è proprio carino e mi piacerebbe conoscerlo meglio!

Ignorò quel pensiero mesto, sbattè un paio d’armadietti infastidita e continuò a rovistare negli sportelli del bancone pur di fare qualcosa.

Ho capito, stamattina ti girano. Me ne vado” annunciò con aria comica, conoscendo i suoi malumori che esplodevano improvvisi e passavano immediatamente.

Eva non la filò e restò con lo sguardo perso nel vuoto, seduta sullo sgabello, infilando le mani sotto i capelli, attorno al collo e inspirò più volte sentendosi terribilmente triste.

 

Era brutto stare perennemente da soli la dentro ed era brutto dover sempre isolarsi dagli altri a causa della sua malattia.

Psicosomatica un cavolo, pensò giocherellando con un pennarello da acetato. Scribacchiò un foglio osservando il grosso tratto nero che lasciava sulla carta e sospirò un’altra volta, le sopracciglia scure strette e un magone tremendo dentro.

Sobbalzò quando sentì un bussare deciso alla porta e tutti i pori si strinsero immediatamente.

L’allarme suonava impazzito nella testa e avanzò come un condannato al patibolo verso la porta.

 

Aprì e si spostò di un passo. Quell’avvoltoio era arrivato anche da lei! “Quale tremenda disgrazia la porta nella parte più buia ed oscura dell’edificio?” gli domandò ironicamente cominciando a grattarsi.

Julian la fissò da capo a piedi e prese mentalmente appunti “quel camice va chiuso, quei capelli legati e la sua bocca sigillata” ordinò lasciandola di sasso. “Questa porta deve rimanere aperta e quella finestra chiusa” continuò appuntando note di demerito una dopo l’altra “l’aerazione è insufficiente, non può lavorare in questo modo” esordì piazzandosi all’interno della stanza e cominciando a controllare ogni cosa mentre in silenzio e particolarmente discosta da lui, Eva lo osservava spadroneggiare nella sua tana personale. Picchiettò il piede seccata e lo guardò curiosare ovunque con stizza crescente. Se mi tocca i vetrini nuovi, lo uccido con quelli!

 

La cappa a flusso laminare era aperta perché aveva dimenticato di chiuderla la sera prima, troppo stanca e sconvolta dalla reazione che aveva avuto… e ovviamente fu la prima cosa che quell’aguzzino notò!

“La stava usando?” le domandò ironicamente poiché era spenta e non c’era nulla al suo interno.

“Secondo lei la stavo usando? E’ sveglio come una faina incinta!” ridacchiò vedendolo sorridere nello stesso modo con cui le aveva detto che era stata licenziata.

Con un gesto veloce la accese e un rumore basso e sibilante si propagò nel silenzio. Accese anche la lampada UV per sterilizzare il piano di lavoro e la guardò nuovamente. “Simpatica come un gatto nero attaccato alle palle” commentò molto poco signorilmente studiandola da capo a piedi.

 

Eva ebbe un altro attacco di orticaria “la SARS è meno fastidiosa di lei!”

 

“C’è qualcosa che mi urla nella testa di ficcarla al più presto nel forno della saletta al piano superiore…sa, quello grande e grosso...come la strega di Hansel e Gretel” le disse si rimando rinunciando a circuirla come al suo solito. Tanto era inavvicinabile! Puta caso avesse risposto ai suoi messaggi subliminali e non, non avrebbe potuto sfiorarla neanche con un dito! A questo punto valeva la pena di prenderla un po’ in giro.

 

La ragazza ridacchiò, lanciatissima “ecco un altro produttore sano di battute imbecilli! Ne ha ancora per molto o posso tornare a trafficare con i miei veleni?” gli domandò continuando a grattarsi e divertendosela un mondo ad infierire contro quel tipo che le era stato antipatico fin dalla prima occhiata.

“Il fatto che lavori qua dentro da sola, non è motivo sufficiente per fare come ti pare!” decretò restando discosto da lei “le norme di sicurezza non sai neanche cosa siano e quel camice è indecente: ti suggerisco vivamente di trovarne uno all’altezza di questo nome” borbottò ancora più di cattivo umore di prima.

“Mi dia del lei” sibilò stupita da tutta quella confidenza. “E questo camice lo porto da quando ero una matricola all’università, non si tocca! Ogni singola macchia è stata sudata e calcolata al millimetro!”

 

Julian era arrivato la dentro con l’idea di impicciarsi del suo lavoro e per conoscerla un pò, ma non aveva trovato nulla d’interessante, a parte un gran disordine e quella ragazza che si stava agitando sempre di più. Eva aggrottò la fronte visibilmente scocciata e stufa di grattarsi. “Si tolga quell’espressione da tubero dalla faccia. Mai visto una donna in preda ad un attacco isterico di prutite acuta?”

Lui fece qualche passo indietro e si appoggiò al muro “è così grave?” domandò sinceramente interessato.

Eva annuì in silenzio e si allontanò ancora di più “rida e dovranno riverniciare i muri: il sangue è difficile da togliere!” sibilò vedendolo sul punto di ridere.

Lui alzò una mano scusandosi silenziosamente, sorridendo dentro di se alla battuta: aveva una lingua lunga formidabile! Quella gli avrebbe dato filo da torcere anche da addormentata. La sentì mugolare qualcosa a bassa voce e attizzò le orecchie incuriosito.

“No, non sarebbe così grave”

“Sta dicendo che è colpa mia?” le domandò vagamente risentito.

La ragazza lo fissò inclinando appena la testa “è finita l’ispezione? L’ora d’aria è scaduta da un mezzo, mein Fuhrer” sibilò a denti stretti senza nessuna voglia di rispondere.

Julian la guardò fisso per qualche istante con immagini di morti raccapriccianti che gli balenavano dietro gli occhi.

“No, non è finita” rispose allungandole i fogli che aveva in mano. “Il suo nuovo incarico. Poiché è una procedura particolarmente lunga e complicata, ho scelto lei perché dicono che sia particolarmente dotata…a farsi i capelli certamente, avrebbe un futuro da sciampista” affermò con una nota di derisione nella voce che le fece rizzare la folta chioma dalla rabbia “temo dovrà sopportare la mia affascinante presenza.

 

Un nodo scorsoio particolarmente affilato si strinse attorno al collo della ragazza che impallidì. “Cos’è uno scherzo? Temo sia impossibile” affermò cominciando già a grattarsi “come vede mi è impossibile tollerare la sua sgradevole e sottolineosgradevole’, presenza anche a cinque metri di distanza!”

 

“Si prenda un antistaminico!” ridacchiò uscendo dalla stanza con un sorrisetto maligno che sparì subito sentendosi apostrofare da uno ‘stronzo’ sibilato a voce abbastanza alta perché lo sentisse solo lui. Fattucchiera linguacciuta e impertinente!

 

 

*°*°*°**°*°*°*

L’antro del piccolo chimico: spiegazioni…e poi capirete perché gli scienziati so tutti strani!

 

 

Il Direttore del Dipartimento (Mick Johnson): è il capoccia che tutela e gestisce il laboratorio.

Julian è il Responsabile (può essere sia un ricercatore o far parte del personale tecnico o amministrativo) che coordina e sovrintende i danni e i rischi alla salute; si coordina direttamente col Direttore ed è tenuto a formare ed informare gli operatori( Eva, Martina e tutti gli altri) sulle corrette procedure da adottare e li sorveglia (lo scassapalle di turno che si prende tutte le grane = definizione perfetta!)

Eva, come operatrice è obbligata a tenere un certo contegno nel laboratorio, nei riguardi dei colleghi e delle strutture ( i banconi, la vetreria e tutto il resto). Deve avvertire il Responsabile degli eventuali mal funzionamenti e limitare i danni nelle proprie possibilità.

 

Il fatto che sia indisordine’, che lasci cappe scoperte, è motivo di sano cazziatone (eh..non vi fate un’idea di ciò che capita nei lab)

I locali devono essere aerati e la temperatura mantenuta costante fra i 17 e i 24 gradi a seconda della stagione.

Non devi mangiare o fumare nel lab per non contaminare l’ambiente (in teoria e in pratica i camici dovrebbero essere lasciati dentro il lab…la gente fa parecchio come gli pare e poi ci si stupisce se parte una contaminazione da Sars nel mondo!)

 

Strumenti di lavoro:

 

Lo spettrofotometro è una macchina fichissima (perennemente scassata, qui da me) che analizza lo spettro della luce, utile per testare lo spettro d’assorbimento di un campione in esame (in biologia le cellule assumono varie lunghezze d’onda). Ha un display rosso che da immediatamente il risultato (comodissimo. Prendi carta e penna e scrivi!).

Le cuvette sono dei parallelepipedi di 1*1 centimetro in cui si pone la sostanza in esame. Sono di vetro, plastica e quarzo e non vi fate un’idea di quanto costino queste ultime!! Fino a mille euro! 

Se te se ne rompe una, accendi un mutuo che fai prima.

Il’ bianco’ è una sostanza che contiene tutti i colori e serve a tarare la macchina e ad azzerarla dalla precedente misurazione.

I protocolli di lavoro sono i fogli che mandano le ditte che riforniscono i dipartimenti di materiali (organici, non gli strumenti) e contengono sopra tutte le istruzioni, la descrizione della sostanza in esame, come comportarsi in caso di inquinamento, di ingestione, inalazione etc.

I ROT sono dei bidoni rivestiti di plastica gialla speciale in cui vanno gettate le sostante fortemente inquinanti, vetrini usati, provette, pipette (delle lunghe cannucce sottili di plastica o vetro), i guanti usati etc… ogni tot di tempo arrivano gli addetti allo smaltimenti dei tessuti tossici e se li portano via (chissà dove li buttano)

Sta roba inquinante non va gettata nel lavandino! Regola d’oro e prima cosa che impari (a parte quella di metterti i guanti)

I bunsen sono delle fiamme ossidriche da tavolo 8fantastiche, fanno sta fiammona di 20 cm a dir poco) che mantengono l’ambiente sterile nell’immediata prossimità…l’unico problema è che devi stare attento a non bruciartici i capelli (succede, succede) o a squagliarci la roba che hai in mano.

La cappa a flusso laminare, è un’invenzione fichissima per il ricircolo dell’aria e l’aspirazione dei fumi ‘velenosi’ delle sostanze. Ha una lampada UV incorporata che è un potente germicida che sterilizza il piano di lavoro (se ci metti le mani sotto, ti ustioni)

Va sempre chiusa per evitare contaminazioni (cosa che Eva non ha fatto, da batterle le dita con la riga, come si faceva alle medie) e fa un rumoraccio infernale. È diversa dalla cappa chimica che aspira l’aria verso l’alto e basta ( ha anche i filtri che vanno cambiati spesso)

 

Ora, questo Dipartimento in cui lavorano i nostri eroi è grande e ricco: ha molte sale e frigoriferi come se piovessero. Nella realtà della vita (triste realtà)…averceli!!!

 

Che altro? Ah, Il ricercatore si sceglie chi gli pare per portare avanti gli esperimenti, ma in teoria prende il più bravo (e quello che lecca meglio).

 

La storia delle cappe che ‘se fanno WOOM va tutto bene’, non me la sono inventata! Testuali parole di quel gran fico di ricercatore del terzo piano trapiantato dalla lontana Islanda….bellissimo! Un dio Thor in carne ed ossa!

 

Ultima cosa: per arrivare al grado di ricercatore ci vuole bravura e impegno e in genere (se ti dice bene, sei intelligente, il prof ti prende a ben volere oppure papà ha i soldi per farti fare carriera , l’ho sottolineato abbastanza?) prima dei 35-40 anni (da noi in Italia) non ci riesci ad importi ‘sul mercato’..quindi mettetegli l’età che volete a Julian, io sta responsabilità non me la prendo che quello è nervoso, la donna l’ha lasciato, deve pagare le bollette ed Eva gli farà vedere i sorci verdi!

Ciaooo

  
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: kannuki