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Autore: MissNanna    18/10/2009    6 recensioni
Può il sesso unire due persone completamente diverse? Può un approccio fisico generare un sentimento? Ispirato da una storia vera ... N.B. il mio primo originale.vi prego commentate e fatemi sapere le vostre opinioni .un bacio nanny COMMENTATE PLEASE!!!Se non piace la cancello ... un bacio, fatemi sapere!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo uno: Un giorno qualunque 

Il sole è già alto nel cielo e illumina, con i primi raggi del mattino, il mio viso ancora assonnato.
Quel giorno, forse per l’ansia da compito di matematica previsto quel dì, ero riuscita a svegliarmi senza l’aiuto della sveglia. Mi alzo con calma e, svogliata, inizio a prepararmi. 


Odio la nostra divisa scolastica: la trovo da pervertiti. Le ragazze indossano una gonna troppo corta e una camicetta bianca troppo aderente, con una giacca e un cravattino blu, rosso e verde. Ai ragazzi spettano dei comodi pantaloni con camicia, giacca e cravatta.
In pratica, noi ragazze dobbiamo uscire mezze nude ed essere vittime degli sguardi poco casti dei nostri compagni, in piena adolescenza.


In ogni caso, io sono Clizia Torrisi e ho da poco compiuto 17 anni. Ancora non mi rendo conto di quanto il tempo passi troppo in fretta. Frequento la 4F del Margherita di Savoia, Napoli.
Sono una ragazza normalissima: mi piace divertirmi e uscire con le amiche, ma odio esagerare.


Non ho mai avuto un ragazzo, ma questo non mi provoca veri e propri problemi, però, certe volte, spiegarlo a persone della mia età mi mette in imbarazzo….


Sono una ragazza solare, ma anche lunatica e alcune volte un po’ timida; adoro mangiare, sebbene io pesi a stento 55 kg.
La maggior parte del mio tempo la dedico ad MSN, Facebook e alla lettura, poiché non amo studiare ma, grazie alla mia memoria alquanto fotografica, riesco sempre a rimanere sul 6, anche perché la mia filosofia di vita è “Prima trovo il modo di divertirmi e poi faccio ciò che si può fare per prendere un 6”.


Io e le mie amiche Sara, Federica e Soreja passiamo più tempo a fumare nei bagni che in classe e chiacchieriamo almeno mezz’ora prima di entrare a lezione.
Sara è un tipo molto frenetico: è piuttosto robusta, ha gli occhi grandi e le labbra carnose; alcune persone la definiscono “poco femminile” per lo scarso tatto con cui dice le cose: per me questa è la cosa che la differenzia dalle altre ragazze e che la rende speciale.
Poi c’è Federica, che, a mio parere, è bellissima, forse la più bella della scuola: ha un sorriso splendente e gli  occhi scuri e profondi, a mandorla, un nasino e delle labbra a cuore; è paffutella, ma grazie al suo carattere simpatico riesce ad “eliminare” anche quei chili di troppo.
Infine, ma non meno importante, c’è Soreja: ha i capelli riccissimi, gli occhi nocciola e le labbra carnose, risulta sexy grazie alle sue curve. Ma è anche molto testarda e capricciosa, e quando ci si mette può far morire dalle risate.


Oltre a noi quattro pazze, ci sono anche Azzurra e Brunella che, a differenza nostra, preferiscono non entrare nel bagno a fumare, dato che non gradiscono molto l’effetto “ciminiera” che il bagno assume quando io, Federica, Sara e Soreja entriamo lì.


Azzurra è ripetente ed ha, appunto, 18 anni; ha i capelli castani e gli occhi a mandorla, il naso piccolo e le guance incorniciate da chiare lentiggini. Il suo carattere è forte e autoritario, infatti noi quattro la chiamiamo “mamma” e, anche se spesso mi fa fare delle vere e proprie figuracce, le voglio un bene dell’anima.
Brunella, be’, che dire: è bellissima. Ha gli occhi scuri incorniciati da lunghe ciglia; è magra e ha lunghissimi capelli neri.


Rinornando a me e al mio inizio giornata posso dirvi solo che le cose che odio di più la mattina sono: il traffico, i pullman affollati, gli uomini che ti guardano indugiando un po’ troppo sulle gambe e cadere davanti a 30.000 persone intente a raggiungere la propria destinazione. Se poi ci mettiamo il sedere nell’acqua sporca e il tuo accerrimo nemico che si bacia con una ragazza piuttosto civettuola, le cui gambe si aprono con uno schiocco delle dita, be’, che magnifica mattinata!


Indaffarata a rialzarmi, mi appare dinnanzi al viso una mano virile, credo di sapere di chi si tratti.


«Allora, Torrisi, ti serve una mano?» ovviamente la mia intuizione era giusta, dato che, colui che mi sta parlando con voce troppo divertita, è proprio Principe.


«No, grazie. La giornata è già iniziata di merda e, se permetti, mi rialzo da sola.» e, con uno scatto agile mi rimetto in piedi, cosa molto strana dato che fino a quel momento non ero riuscita a muovere nemmeno un arto.


«Be’, vedo che sei riuscita ad alzarti da sola! Forse, ora, posso anche andare… ma credo che potrei aiutarti a togliere quell’enorme macchia di fango che hai sul sedere, eh, Torrisi?» dice, stringendo più forte la vita della sua ragazza, sogghignando e sottolineando ancora di più quell’assurda provocazione.


«Oh, grazie per avermi fatto notare la macchia! Magari, chissà, trovo qualche altro volontario, molto più sexy, che è disposto ad aiutarmi. Addio!» termino, ridendo divertita per la mia folle capacità di affrontarlo riuscendo a trattenere l’imbarazzo per quell’enorme macchia… Bleah, che schifo!


Corro veloce per tutta Piazza Dante e salgo quell’orribile discesa-montagna che mi separa dalla scuola. Arrivo ai piedi del portone con ben dieci minuti di ritardo, e con un fiatone che non mi aiuta per niente a camminare.


«Ehi! Ancora qui? Strano! Non mi sembravi un tipo che si permetteva di entrare in ritardo.» dice quel deficiente di Principe, che ovviamente è divertito per l’espressione affaticata che ho per aver percorso tutta quella strada, mentre lui si bea dei privilegi del motorino dell’ochetta che è con lui.


«Forse perché non mi conosci per niente! Non crederti chi sa chi, perché non penso che tu possa essere in grado di deridere qualcuno!» sbotto, più infuriata che mai, continuando a percorrere il cortile per poter entrare in classe.


«E chi ti dice che io sia qualcuno? E, tanto meno, che io non ti conosca?» chiede, sempre con quel suo sorriso che tanto odiavo.


«Primo: se non ti credessi un Dio sceso in terra ora non saresti qui a scocciarmi, facendo finta di provare interesse per me, quando entrambi ci odiamo. Secondo: tu non mi conosci, perché solo chi mi è veramente vicino mi conosce.» continuo, fermandomi di botto tra le scale del primo e secondo piano, solo per guardarlo negli occhi. Cerco di assumere un’espressione di sfida, con le parole non mi sono mai trattenuta, anzi…
Però, quando si trattava di guardarlo negli occhi, non ci riuscivo. 
A 14 anni ero, strano ma vero, innamorata follemente di Principe. Poi, ovviamente mi passò quando, in estate, conobbi Jake, un americano niente male con cui non conclusi nulla… come al solito, aggiungerei.
Fatto sta che dopo un po’ la voglia di rivedere ‘sto stronzo di Stefano diminuì e quando lo vidi baciarsi con una mia “amica” delle medie, la fitta al petto fu così forte che mi porto ad odiarlo e a giudicarlo per quei suoi atteggiamenti da bastardo, il quale motto era “Ti fotto e poi ti butto”. 
Forse il mio problema con lui era proprio quella stupida cotta infantile…


«Terrisi, ti vedo quando non esci all’intervallo perché preferisci fumare nel bagno con le tue amiche, o quando arrossisci dopo che qualcuno ti fa un complimento, o quando ti arrabbi se ti prendo in giro…» e, sussurrando al mio orecchio, aggiunge «so anche che non hai mai baciato nessuno…».


Deglutisco rumorosamente per quel contatto e per le sue parole, trattenendo il forte imbarazzo mi scanso da lui e riprendo a camminare.
«Vedo che sai osservare, quindi, osserva il mio culo sporco di fango che ti saluta: ciao ciao!» affermo, correndo per non fare ulteriore ritardo.


Quando arrivo davanti alla porta della classe, sento un “Pss! Pss!” proveniente dalla fine del corridoio. Mi volto e vedo Sara nascondersi dietro al muretto del bagno e farmi cenno di raggiungerla.


«Ehi, Clì, come mai così tardi?» si informa abbracciandomi, tenendo in mano la prima sigaretta della giornata.


«Niente, sono caduta. A proposito, guarda qui che schifo!» le dico, indicando la macchia di fango sulla gonna.


«Che schifo… Sicura che non sia merda?» chiede, prendendo l’ultimo tiro della sigaretta prima di gettarla nel water.


«Sì… almeno credo…» inizio, un po’ titubante. «Comunque, non puoi capire che imbarazzo, sono caduta davanti a…».


«No! Non mi dire!» mi interrompe Sara, incredula. Io le faccio un cenno d’assenso e lei continua a parlare. «Sei proprio un disastro! Come si fa a cadere proprio davanti a Principe? Comunque, io quello non lo sopporto, ma se ne avessi l’opportunità…» interrompe la frase, lasciandomi immaginare.


«Sì, certo! Io a stento ho dato un bacio a stampo, figuriamoci, da dove mi esce il coraggio? E poi proprio con lui… pff… MAI!» esclamo fiera, sedendomi sul pavimento con le gambe incrociate e la cartella alle spalle.


«Sei una stupida, Clì! Perché tu potresti riuscire ad arrivare facilmente a lui, e poi Principe è veramente bono, non negarlo!»


«Ma io lo odio!» dico, cercando di far ragionare Sara.


«Sì, capirai, lo “odi”, ma parché? Per quel maledettissimo bacio con la tua amica delle medie? È una vera stronzata, sono passati 4 anni e ora lui non si ferma al bacio, va ben oltre.» divertita, si accende un’altra sigaretta.


«Per me, lui può far quello che gli pare, non mi importa! Comunque, non capisco perché mai dovrei fare sesso con lui, non posso semplicemente aspettare la persona giusta? Per lui la mia prima volta non avrebbe molta importanza, mentre io voglio che sia tutto perfetto!» dico, poggiando la testa sulle ginocchia. Il pensiero di lui, nelle braccia di altre ragazze, mi fa uno strano effetto, quasi disgusto.


«Scusa eh, ma che ne puoi sapere, tu? È pur sempre un ragazzo, potresti riuscire ad abbindolarlo.»


«Ma perché dovrei abbindolarlo? Neanche mi piace, Principe…» sbotto, imbronciata.


«Tzè! Raccontalo a qualcun altro! E soprattutto non farti sentire da Federica, altrimenti è morte assicurata.» mi avverte la mia amica.


«E per quale motivo, scusa?»


«Semplice: ti ha sempre detto di non mollare con lui e di farti avanti come una possibile “fidanzata” e non come “rivale” in guerra.»


«Vabbè, comunque il problema non si deve creare, perché non voglio né fare sesso con lui né diventare la sua fidanzata, punto e basta.» esclamo, irritata.


«Certo, certo! Voglio proprio vederti domani, alla festa di Claudio, quando lui porterà Raffaella nel privè, quale faccia farai.»


«E che faccia dovrei fare? Lui-non-mi-piace-PIÚ! Stiamo parlando di una cotta di 4 anni fa!» sbotto, cercando di non alzare troppo la voce.


«Spiegami, allora, per quale motivo dopo quella vecchia cotta non hai voluto saperne più sui ragazzi! Sono veramente curiosa!» esclama, portando la sigaretta alle labbra.


«Forse, bah, perché non m’interessa avere un ragazzo?!»


«Ma fammi il piacere! Non prenderti in giro da sola, Clì! Per una volta, una, sii sincera e ammettilo che ti piace ancora e che non vai quasi mai in cortile perché c’è lui che ci prova con tutte, e, casualmente, queste tutte riescono sempre ad entrargli nelle mutande!»


«Sì, vabbè, okay. Hai ragione te!» esclamai, sarcastica. Anche se… NO!


«Contenta tu, contenti tutti.» dice Sara, con evidente tono scocciato.


«Ecco!»


«Comunque, per una volta, non pensare e, se domani ti capita a tiro un bel figo, butta nel cesso la razionalità e tuffati in quell’occasione!»


«Okay!» le rispondo, divertita da quel consiglio. «A parte ciò, chi c’era in prima ora?» chiedo.


«Latino. Vai una bomba, eh! Come al solito uscirà cinque minuti prima, così entri in classe e ti metti un bel ritardo da sola.»


«Ovvio!»


Appena suona la campanella, io e Sara sgattaioliamo come ladre fuori dal bagno per attuare il nostro piano.
Prima di entrare, scorsi una figura familiare sulle scale: era lui e una delle tante. Restai immobile guardando quei due, presa da una fitta allo stomaco.
Possibile che… NO!

   
 
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