Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: lady hawke    18/10/2009    3 recensioni
Casa Black non è mai stata un posto particolarmente accogliente, o particolarmente adatto a dei bambini. Vediamo com'era possibile sopravvivere, durante l'infanzia di Sirius e Regulus...
Genere: Generale, Introspettivo, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Famiglia Black, Regulus Black, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Note: Ecco la seconda parte!


Sirius chiuse la porta della sua stanza sbattendola violentemente. Era felice di poter osservare che il calendario segnava finalmente il 31 agosto, data che aveva cerchiato con una penna rossa appena tornato a Grimmauld Place, a fine giugno. Una sola notte e avrebbe potuto abbandonare quella casa infernale per molto, molto tempo. Quel pomeriggio non aveva proprio retto ai discorsi da salotto di sua madre; per una volta, almeno, era riuscito a defilarsi senza lasciarsi scappare una sola parola. Istinto di sopravvivenza, senza dubbio, non avrebbe potuto tollerare anche le ridicole sfuriate di quella donna; non riusciva quasi più a considerarla una madre, se mai lo era stata. Farsi Smistare a Grifondoro era stata un’onta irreparabile, ma se all’inizio se n’era dispiaciuto… be’, ora la sua stanza decorata a festa durante quelle settimane dimostrava quanto ne andasse fiero. Mentre cercava di calmare i nervi, pensando se era il caso o meno di iniziare a riempire il baule, visto che ormai erano già le sei e mezza passate, qualcuno aprì precipitosamente la porta della sua stanza. Sirius si voltò di scatto, irritato. - Che cosa vuoi? Fila via nella tua cameretta con il tuo bel cartello “Vietato l’accesso”. – borbottò.
- Nostra madre mi ha detto di dirti che la cena è pronta, se hai voglia di scendere. Sempre se ci vuoi degnare della tua presenza. – riferì il fratello, riportando alle perfezione le parole e il sono di Walburga. Poi si guardò un po’ intorno, vedendo per la prima volta i cambiamenti apportati alla stanza. – Che hai fatto? Non ti permetteranno mai di tenere quelle cose lì appese!
- E allora? Vuoi fare la spia? Vediamo se Kreacher riesce a togliere un’Adesione Permanente. - Adesione Permanente? Ma è magia avanzata! – si lasciò sfuggire Regulus con quel briciolo di ammirazione che ancora portava nei riguardi del fratello maggiore.
- Già, ed è anche illegale se la pratica un minorenne… i vantaggi di vivere in una famiglia di Purosangue. – detto questo spinse via Regulus dalla soglia e si chiuse la porta alle spalle. – Andiamo a cena. – aggiunse, prima di cominciare a scendere le scale.
Il secondogenito di casa Black rimase un attimo sul pianerottolo, lasciando andare avanti Sirius. proprio non riusciva a capire che gusto ci provava ad essere così provocatorio; Walburga avrebbe fatto di tutto pur di togliere le schifezze affisse nella camera del figlio.
- Siete in ritardo, tutti e due. – li accolse freddamente il padre non appena misero piede in sala da pranzo.
- Sirius non voleva scendere, ho dovuto insistere, mi spiace. – si scusò Regulus assumendo un’aria più afflitta di quanto non fosse necessario.
- Siamo abituati alla villania di tuo fratello, ne abbiamo avuto un saggio oggi pomeriggio, quando non ha tardato a disonorare sua madre. Sedetevi. – ordinò Walburga, prima di chiamare a gran voce Kreacher.
- Desolato, madre. – risposte Sirius con un ghigno. – Volevo preparare il mio baule per domani.
- Cosa che tuo fratello ha già fatto. – commentò la strega, mentre l’elfo domestico iniziava a servire le portate. Regulus, intanto, osservava Sirius con un sorrisetto compiaciuto.
Razza di piccola vipera venduta, pensò il primogenito Black.
- Non prendo mai Regulus sufficientemente a modello. – insistette Sirius, sarcastico.
- Siamo già fortunati a considerare che lui non prenda a modello te, a partire dallo Smistamento. – l’interruppe suo padre con un tono molto duro.
Già, pensò Sirius, tutti i problemi in fondo giravano intorno a quello. L’avere un Grifondoro alla propria tavola era per Orion fonte di incredibile disagio. Suo figlio non aveva difficoltà a percepirlo: era un estraneo isolato dal resto della famiglia. Era una cosa che aveva vissuto con una sorta di sordo dolore, i primi tempi, ma aveva capito presto che non ne valeva la pena. Aveva immaginato che le cose sarebbero state diverse se fosse entrato anche lui nelle schiere verde e argento, ma dopo quello che era successo ad Andromeda sapeva che si poteva mutare l’apparenza, ma non la sostanza. Evitò di ribattere, sapendo che suo padre non si sarebbe limitato alle parole, in caso di insolenza; consumò la sua porzione in un solitario silenzio, pensando che la sua vera famiglia si sarebbe presto ricongiunta in treno.
- Questo sarà un anno importante, Sirius. – riprese poi sua madre. – Dovrai sostenere l’esame per i G.U.F.O., e mi aspetto risultati degni di un Purosangue, ma soprattutto di un Black. Sirius quasi sorrise pensando improvvisamente e Lily Evans, una delle alunne più promettenti della scuola e di miseri natali Babbani: un bello sputo in faccia alla filosofia razzista di famiglia. - Gradirei che tu considerassi seriamente la cosa, senza che tu ti metta a ridacchiare di fronte a tua madre. È di una maleducazione insostenibile. Hai un’età tale da sapere cosa sono il contegno e il rispetto. – lo gelò lei con il suo sguardo di fuoco.
- Farò il possibile. Del resto non hai di che ridire dei miei risultati scolastici. – erano risultati decisamente sopra la media. Sirius si era imposto di non impegnarsi, per evitare accuratamente di compiacerli, ma lui, a differenza del povero piccolo Reg, riusciva senza il minimo sforzo.
La cena andò avanti senza ulteriori intoppi; Sirius era troppo impegnato ad assaporare la sua futura libertà per dispiacere i suoi. Salì in camera prima che potè per finire la sua opera di riordino, lasciando il fratello a recitare la parte del figliol prodigo. Lo sentì salire le scale con il suo inconfondibile passo leggero, e non seppe trattenersi dal lanciargli una frecciatina.
- Mammina e papino sono contenti del loro piccolo tesorino ubbidiente? – chiese, affacciandosi nel corridoio.
- Sei un traditore, Sirius. Perché giochi sempre a pungolarli?
- Perché tu possa rifulgere nella tua perfezione. – commentò ridendo, prima di rientrare nella sua camera. Regulus rimase impietrito per qualche istante, ferito dall’ingiustificata cattiveria dell’altro; entrò nella stanza a passo di carica.
- Non sono io che me ne vado in giro borioso come non mai insieme a quel Potter e ai tuoi strani amichetti. Non fare dell’ironia con me, io mi comporto solo come si deve.
- Ah sì? E come? Spiegamelo. – Sirius incrociò le braccia al petto; ci sarebbe stato da ridere.
- Non lo vedi che succede là fuori? Tu, io e i Purosangue come noi siamo veramente maghi, non quelle specie di scherzi della natura. Noi siamo quelli che dovrebbero governare il mondo, invece di nasconderci come topi. Tu invece perdi il tuo tempo a giocare come un bambino. – strepitò Regulus, infuriato, indicando la foto che ritraeva il fratello e i suoi amici in pose decisamente poco serie. Perché si rifiutava di comprendere?
- Ma ti ascolti quando parli? Cosa vi fanno a Serpeverde, il lavaggio del cervello? – deciso a non passare sopra alla cosa spinse Regulus fuori dalla stanza, approfittando della sua statura, e lo fece sbattere contro il muro. Poi si avviò nella stanza del fratello.
- Ti proibisco di entrare, Sirius! – ansimò il ragazzo, ancora appoggiato alla parete.
- Vieni a impedirmelo, visto che tu sei già entrato nella mia due volte oggi, e senza permesso. – poi varcò la soglia. Il fratello lo seguì a ruota.
La stanza di Regulus era un tempio inneggiante ai Purosangue. Tutto, lì dentro, era verde e argento, e alle pareti erano appesi ritagli di giornale dedicati al Signore Oscuro.
- Ti dai al collezionismo, Reg? Sei innamorato di questo signore? Come puoi dar retta a certe fandonie. Il nome di quest’uomo è associato a brutali omicidi!
- Zia Druella dice che è in gamba. Bellatrix lo conosce personalmente. – si difese il più giovane.
- Ottime credenziali davvero: Bellatrix. Solo tre anni fa ne eri terrorizzato e ora la usi come esempio! Quale coerenza!
- Io sono cresciuto, Sirius. E’ ora che lo faccia anche tu: accettati per quello che sei! – urlò Regulus con cattiveria.
- Cos’è questo chiasso? Che succede qui dentro? – sbottò Orion comparendo sulla porta, disturbato dal chiasso dei figli.
- Sirius ha forzato la porta e mi dà il tormento. – si lagnò il figlio minore.
- Scusati e fila a letto. – ordinò il mago a Sirius.
- No. – fu la sua pronta risposta, mentre sosteneva lo sguardo del padre. Non si sarebbe mai scusato con quello sgorbio incosciente.
Lo schiaffo arrivò con una prontezza tale che lui quasi non se ne accorse. Fece tremendamente male.
- Non voglio più vederti né sentirti fino a domani mattina. Vattene.
Senza fiatare, Sirius fece precipitosamente dietro front, e di barricò nella sua stanza, bruciante di rabbia.
Io sono cresciuto, Sirius. E’ ora che lo faccia anche tu.
Odiava la sua famiglia, la odiava con tutte le sue forze. Anche Regulus ormai era uno di loro, l’aveva guardato bene negli occhi, credeva alle stronzate che gli uscivano dalla bocca in frasi preconfezionate da altri.
Accettati per quello che sei.
- Ragazzi. – disse poi rivolto alla foto. – Sto arrivando.
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: lady hawke