Hermione
correva eccitata tra le varie camere di casa Potter. La sua casa. La casa di
Harry e finalmente anche sua. Corse da Ginny, che
fortunatamente non era a lavoro, ma amorevolmente abbracciata a suo marito
entrambi immersi in un bel sonno ristoratore. In mezzo a loro stava loro figlio Alex, sparito poco dopo la sua nascita e
ritrovato grazie alle rivelazioni di Voldemort a
Harry.
Hermione
mosse la sua migliore amica stando attenta a non disturbare Alex, ma decisa a
stressarla finchè non
avesse aperto gli occhi.
Non le ci volle molto.
-Vestitevi e preparatevi. Vi aspetto giù di sotto.-
disse Hermione allegra, anzi decisamente
esuberante scomparendo subito dalla sua vista lasciandola lì a capire cosa
stesse accadendo.
Ginny si
guardò intorno , sincerandosi
che suo marito e suo figlio stessero bene poi sospirò molto più rilassata. Non
aveva capito niente di quello che la sua migliore amica, e probabilmente ex migliore amica se non le avesse dato una spiegazione di quel
gesto entro pochissimi minuti, aveva blaterato alla velocità della luce.
Soffermò il suo sguardo ancora incredulo verso quella piccola creaturina bisognosa di coccole che dormiva al loro fianco.
Ripensò ancora una volta al risveglio di Harry, per la precisione al momento in
cui Harry, riacquistata la memoria, aveva svelato cosa sapeva.
-Vostro
figlio è vivo- disse Harry. –Si trova in un orfanotrofio, lo stesso dove è
cresciuto Voldemort- disse cercando di farli
riprendere dallo shock..
I loro
cuori battevano forte e avevano paura. Tanta paura che quella rivelazione fosse
falsa e che la loro speranza fosse di nuovo sostituita da una forte delusione.
Ginevra sorrise nel suo letto mentre con una mano,
anzi con un dito sfiorava il viso di suo figlio sorridendo teneramente. Quei
momenti passati a correre alla ricerca di Alex erano stampati nella sua mente
in maniera indelebile. Ne aveva vissuti tanti e tutti deludenti e soprattutto
pieni di dolore
-Harry basta per favore. Non illuderci ne abbiamo
abbastanza. Non ora che sembrava passare e riuscivamo ad andare avanti- gli
risposero i due coniugi con sentita rabbia ma con un tono di voce gentile, che malcelava un forte rammarico.
Loro
stessi avevano cercato ovunque, ma senza risultati e con forte coraggio avevano
deciso di andare avanti e interrotto le ricerche. Certo la polizia stava
continuando, gli auror erano all’opera e di tanto in
tanto qualche ex collega li aggiornava sugli sviluppi.
-Ci siamo stati Harry e non c’era traccia di Alex o di altri bambini che avessero più o meno la sua età- disse Draco
-Non
ha usato lo stesso nome e non ce lo ha portato subito.
Io vado a controllare venite?- rispose deciso
Harry
aveva guidato come un pazzo, sua abitudine da quando aveva perso la memoria e Daniel
gli aveva fatto da istruttore di guida.
Guardarono
il piccolo edificio scalcinato che era di fronte a loro, Ginny
e Draco sbuffarono poi
facendosi coraggio si presero la mano e con Harry si avviarono al suo interno.
Sorrise al ricordo di come il suo cuore
sembrò fermarsi quando le parole di Harry trovarono conferma, istintivamente si
asciugò una lacrima che non c’era in quel momento di ricordi e prima che si
mettesse nuovamente a piangere scese dal letto infilandosi le pantofole sui
suoi piedi nudi. Prese la vestaglia di seta rosa si avviò verso il salotto
decisa a esigere spiegazioni.
Hermione era
corsa da Ron e Pansy saltando questa volta
direttamente sopra il morbido letto matrimoniale. Rimosse il folto piumino
bianco che pesava sopra i suoi amici creandogli un ambiente caldo e
confortevole, facendoli svegliare con deciso vigore. Dalla bocca di Ron
uscirono diverse parole inopportune dovute al brutto risveglio, mentre Pansy non aveva proferito parola
ma era fortemente decisa a ignorare quel disturbo di quaranta e piu chili posto sopra il loro letto.
-Vestitevi e preparatevi. Vi aspetto giù di sotto-
disse loro semplicemente, -Non azzardatevi a riaddormentarvi-.
continuò prima di saltare via per andare da sua sorella.
Isabel non la considerò nemmeno e dopo essersi coperta
con il cuscino cercò in tutti i modi di ignorare il
terremoto Hermione Jane Granger.
Daniel dopo un principio di infarto si prese la briga
di aprire gli occhi e ascoltare, prima di pensare se valesse la pena commettere
un omicidio.
Anche per loro le stesse parole prima che Hermione se ne andasse sequestrando la coperta a Susan
che imprecò contro il freddo improvviso e sua sorella.
Tre belve inviperite seguite da altrettanti morti
viventi a causa del brutto risveglio scesero nel salotto in cerca di
spiegazioni. Non ne trovarono. Hermione non c’era e
aveva lasciato una busta con dentro un indirizzo e la scritta MUOVETEVI! E un Ps, Recuperate i miei genitori,
li ho già avvertiti.
Harry era già sul luogo e camminava nervoso. Avevano
deciso su due piedi improvvisamente e incapaci di rimandare. Lui si era
attaccato al telefono e aveva cercato un parroco e Hermione
aveva chiamato a raccolta i loro amici e parenti.
Erano le due di notte e stava per sposarsi.
Sorrise.
Harry vide arrivare per prima i signori Granger spaesati ma contenti.
-Di chi è il merito di questo risveglio?- chiese
sbadigliando il Sig. Granger
-Vorremmo saperlo anche noi- dissero in coro i loro
amici nascosti dietro di loro.
-Sssshhh- fece
Harry osservando il passeggino dove dentro dormivano i suoi figli.
-Dove è Hermione?-
sibilarono loro
-E’ a cambiarsi, sta preparandosi per la cerimonia-
-Quale cerimonia?- mormorarono in coro
-Ci sposiamo, ma non vi ha spiegato niente?- rispose
basito Harry.
Susan gli passò la busta, trovata in salotto,
contenente tutte le informazioni in loro possesso.
Harry rise
-Scusate ragazzi, ma è stata un’improvvisata anche per
noi- mormorò –Non ho avvertito i tuoi genitori e i
tuoi fratelli Ginny!- esplose poco dopo battendosi la
mano sulla fronte.
-Stai fermo lì, vado io o me li fate crepare di
batticuore- disse lei preoccupata per i suoi cari.
-Già fatto- disse Lupin accompagnato dalla madre di Pansy –Non preoccuparti Ginevra, sono ancora vivi - concluse sorridendo.
Dire che tutto filò liscio come l’olio voleva dire
aver sbagliato matrimonio.
La testa del parroco dondolava per la stanchezza e
dopo aver fatto eucarestia dondolava anche per il vino, ma nonostante tutto
riuscì a finire la cerimonia. I due pargoli di Harry e Hermione
a metà cerimonia si erano annoiati di stare in collo ai nonni e avevano
reclamato i genitori a gran voce. In tutto quel trambusto le fedi erano rimaste
nel comodino a casa obbligando Ron a correre fuori dalla chiesa per poi
smaterializzarsi a casa recuperarle e tornare. Quando il parroco lo vide
apparire tre minuti dopo osservò a lungo la coppa del vino chiedendosi come
avesse fatto a fare circa cento chilometri in così
poco tempo si rispose pensando che doveva sostituire il vino con altro per le
messe future.
Ma in tutto questo Hermione
era bellissima, nel suo vestito bianco avorio, con un piccolo strascico. La
gonna lunga era piegata più e più volte creando l’effetto di un
onda che si disperde verso terra. Il tessuto solo a vederlo faceva capire
quanto fosse delicato e prezioso. Aveva le spalle scoperte dal vestito ma vi cadevano sopra i suoi capelli ricci. Non le
piacevano acconciature particolari e di difficile realizzazione anche per una
maga. A lei piacevano sciolti, a Harry pure sintesi problema risolto e in
quell’occasione mai pensiero fu più felice.
Il top era contornato di perline che a prima vista
sembravano sparse a caso, ma ad un occhio più attento
si notava che raffiguravano due bambini piccoli che si abbracciavano
amorevolmente.
L’unica modifica effettuata all’ultimo minuto
riguardava proprio il suo top. Quando si accorse che non era più in grado di
contenerle il suo seno, cresciuto a causa della maternità. Le era preso il
panico e, in preda ad uno sciopero generale dei suoi neuroni, era corsa da
Harry piangendo facendo deglutire il prete e il suo futuro marito, impegnati a
parlare dello svolgimento della cerimonia, nel vederla correre verso di loro non
preoccupandosi di cosa mostrava.
Divenne rossa come un peperone quando il Harry con un leggero colpo di bacchetta aggiustò l’abito
riaccompagnandola al suo camerino per completare l’opera.
Infine il suo sorriso, adornato dai suoi occhi estremamente lucidi e completamente persi a osservare Harry
che cullava loro figlio con un braccio mentre con l’altro le teneva al mano,
regalava il lieto fine a tutta la novella.
Finalmente il suo sogno si era realizzato.
Ancora non ci credeva, ma lui era lì, nel suo completo
nero, con un calzino bianco e uno nero, con la camicia sgualcita da loro figlio che teneva in collo da metà cerimonia,
mentre lei cullava la loro bimba. I suoi occhiali, gli stessi che aveva riparato la prima volta sul treno e che li aveva fatti
conoscere, posti sul naso a ingrandire i suoi occhi color smeraldo. Non
potevano mancare i suoi capelli ribelli che vincevano ogni battaglia contro il
loro Voldemort personale. Il pettine.
I testimoni e i vari presenti alla cerimonia,
non erano certo eleganti come loro. Chi era in tuta, chi
vestito ordinariamente con semplici Jeans e un maglione, in pratica nessuno di
loro era vestito per una cerimonia e l’unica cosa che avevano in comune era la
felicità per i neo sposi e una massiccia dose di stanchezza.
Una pioggia di riso, prontamente ricavato con la
trasfigurazione dalle cose più impensate, invase Harry
e Hermione non appena uscirono dalla chiesa dopo aver
camminato lungo il tappeto rosso steso per l’occasione dal parroco.
Albeggiava.
La loro nuova vita da sposati e da neo genitori, iniziava con dei tiepidi raggi solari che
scacciavano le tenebre della notte.
Dire che non avevano progettato, negli anni passati,
un matrimonio perfetto era paragonabile a dire una bugia.
Lo avevano fatto e rifatto a volte parlavano di un
dettaglio, degli invitati o di chissà che cosa aspettasse una loro decisione
sperando di realizzare il loro progetto. Lo avevano fatto?
No decisamente no.
Eppure nonostante tutto per loro era perfetto così.
Sapevano bene che è un momento unico, singolo e irripetibile eppure…
I loro amici erano vivi e presenti. Poco importava di
cosa indossavano, loro stessi erano eleganti solo
perché avevano gli abiti erano pronti da tempo a prendere polvere in attesa di
essere usati.
E dopo mille avventure erano riusciti a comporre una
famiglia da crescere con amore ed erano circondati dai loro amici.
In pratica erano felici.
Si baciarono e fecero il loro primo passo verso il
futuro, accompagnati da una luce piena di speranza che illuminava
loro il cammino.
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Migliaia di grazie a chi ha avuto il coraggio di
leggere e ancora di più a recensire questa mia storia.
Purtroppo il tempo, l’ispirazione e anche un po’ la
voglia mi avevano abbandonato.
Finalmente sono riuscito a concludere,
sebbene non come avrei voluto.
GRAZIE A TUTTI
CIAO