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Autore: kamomilla    12/06/2005    8 recensioni
Questo è il seguito di "Una nuova vita". Hermione e Draco sono ormai adulti e molto innamorati. Vivono insieme a Malfoy Manor, anche se la loro vita non è sempre tutta rosa e fiori. Ma è la loro vita.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PREPARATIVI

PREPARATIVI

 

 

 

 

 

Hermione era seduta sul pavimento del suo studio, intenta a spulciare meticolosamente la lista di tutte le cose da fare in vista del matrimonio. Accanto a lei Ginny e Sabrina, che in teoria erano venute per darle una mano, chiacchieravano senza sosta.

-Però! È carino!- esclamò la rossa ammirando la foto con tanto di autografo di David Beckham che l’altra ragazza si portava nel portafogli da ormai tre settimane.

-Cavoli se è carino! È… bellissimo! Lui è tutto quello che una ragazza possa desiderare.-

-Io preferisco il mio Draco.- mormorò Hermione senza alzare lo sguardo dalla pergamena spiegazzata.

Le altre due sussultarono, ricordandosi del motivo per cui erano lì.

-Oh, Herm, eri così silenziosa che ci eravamo dimenticate di te.- borbottò Ginny imbarazzata.

Sabrina scoppiò a ridere.

-Non è silenziosa, è assolutamente troppo agitata!-

La mora, punta sul vivo, arrossì.

-Non sono affatto agitata!- sbottò. In realtà non era vero: lei era agitata! Dalla famosa cena si sentiva estremamente nervosa, anche se non sapeva il perché. Ginny aveva avanzato la teoria che avesse paura delle responsabilità che avrebbe dovuto affrontare una volta diventata una Malfoy. Forse era davvero così. Avevano vissuto insieme per cinque anni, lei e Draco, praticamente come una coppia sposata, ma dopo il matrimonio tutto sarebbe stato più… ufficiale. La gente avrebbe parlato. Dopotutto Draco, sebbene facesse di tutto per tenere la sua vita ben lontana dalla cronaca mondana, era comunque un personaggio “pubblico”. Assieme ad Harry Potter aveva salvato il mondo magico dalla minaccia di Voldemort. Sommato a quello bisognava anche dire che era un Malfoy. Draco Malfoy l’Auror, figlio di Narcissa Black Malfoy la Ribelle e di Lucius Malfoy il Mangiamorte. Non era sicuramente facile essere Draco Malfoy, questo bisognava dirlo e sottolinearlo più e più volte. Finora Hermione era entrata nella vita “pubblica” del suo ragazzo poche volte. Lui preferiva tenerla fuori da quelle “stupide chiacchiere inutili”, come le chiamava. Ma una volta diventata sua moglie non si sarebbe più potuta sottrarre come ora. Ogni qual volta ci fosse stata una particolare ricorrenza della sconfitta del Signore Oscuro lei avrebbe dovuto partecipare, proprio come faceva Ginny da quando era diventata la moglie di Harry. Era così che funzionava.

-Herm… Hey, Herm!- la voce divertita della sua migliore amica la distolse dai suoi pensieri.

-Che c’è?-

-Ginny ti ha fatto una domanda.-

Hermione si girò verso la rossa.

-Scusami Gin, non stavo ascoltando. Cosa mi hai chiesto?-

-Ti ho chiesto cosa c’è sulla lista per oggi. Che dobbiamo fare?-

-Oggi…- la ragazza scorse velocemente le voci spuntante, la minoranza, e quelle non spuntate, la maggioranza. Mancava poco più di un mese al matrimonio e dovevano fare ancora molta roba. Però, quando vide l’impegno del giorno, sul suo viso comparve un sorriso. –Oggi il vestito!-

Sabrina spalancò la bocca. Aspettava quel giorno da quando ad Hermione era venuta in mente l’idea della lista.

-Che bello, il vestito!-

-Già!- concordò la mora ripiegando la pergamena e mettendosela nella tasca posteriore dei jeans. –Ne voglio uno… fantastico!- fece un ghigno, molto simile a quello del futuro marito. Le altre due si scambiarono uno sguardo: era impressionante quanto quel tratto caratteristico di Draco fosse passato subito sia ad Hermione che a Camilla. E faceva anche un po’ impressione. –E… il mio amore mi ha detto di non badare a spese!-

-Beh, tesoro, vedi la fortuna di sposarsi uno ricco? Io, invece, sfigata come sono mi beccherò uno sfigato bruttino e senza un soldo.- mormorò la bionda. Ginny fece una smorfia.

-Non ti preoccupare, mio fratello è già occupato.-

-Tuo fratello ne ha di soldi.-

-Sì, ma non si sa fino a quando ne prenderà. Le carriere con il Quidditch sono sempre in bilico. E poi anche se si ritrova con una villa grande quasi quanto questa resta sempre bruttino e sfigato.-

Sabrina storse il naso.

-Se lo dici tu! Comunque andiamo? Cioè, ci… insomma, che mi porta?-

Hermione alzò gli occhi al soffitto.

-Smaterializziamo, Sabri. Possibile che tu non abbia ancora imparato le cose più basilari del mondo della magia?-

-Scherzi?! So che per pulire le tazze sporche basta agitare la bacchetta e dire gratta e netta! Sono queste le cose basilari, mia cara. Ora andiamo?-

Ginny le prese sottobraccio ed insieme scomparirono, per ritrovarsi poco dopo a Diagon Alley, davanti al negozio di Madama Sinistra, una delle sarte migliori del posto. Entrarono e presero a gironzolare, aspettando che la proprietaria finisse con un cliente. Una vecchia donna dalle mani incallite le raggiunse dopo una decina di minuti.

-Posso esservi utile?- domandò cortesemente.

-Sì!- disse Sabrina allegramente. –La mia migliore amica…- indicò Hermione. -… si sposa e avremmo bisogno di un vestito.-

Madama Sinistra sorrise.

-Un’altra sposa! Che bellezza! Venite, mie care, vi faccio vedere un po’ di modelli.-

Si misero attorno ad un tavolo ingombro di pergamene con abiti disegnati e di campioni di stoffa. Hermione ci mise due orette buone ad arrivare ad una conclusione. La sua indecisione ora verteva su due soli modelli. La sarta le prese le misure e le disse che glieli avrebbe fatti entrambi e che poi avrebbe potuto scegliere quello che più la convinceva una volta indossato.

-Grazie, Madama! È stata davvero utile.- sussurrò Ginny al posto della mora, dato che quest’ultima era ancora tutta presa dai disegni degli abiti.

-È stato un piacere! Piuttosto, per i vestiti delle damigelle?-

La rossa guardò Sabrina, non sapendo bene cosa rispondere. Non avevano ancora parlato di quell’argomento. Hermione passò lo sguardo da una all’altra. Si schiarì la voce.

-A proposito di questo… Sabri, vorresti essere la mia testimone?-

La bionda per poco non svenne.

-Io?!-

-No, Sabrina quella dietro! Certo, tu, scema!-

-Ma… io… pensavo che l’avresti chiesto a Ginny! Voi due siete come sorelle…

La mora sorrise a Ginevra.

-Infatti lo siamo. Ho pensato di chiederlo a te, Gin. E spero che tu non ti offenda se non lo faccio. Però vorrei che fossi tu, Sabri, la mia testimone. Quando ancora non ero tornata e non avevo riallacciato i rapporti con loro sei stata tu l’unica a starmi vicina. Anche tu sei come una sorella.-

La bionda l’abbracciò, felice.

-Allora, se è così, grazie! Grazie davvero!-

-Non c’è di che! Ginny… per te va bene lo stesso, vero? Avrei voluto avervi tutte e due, ma non è permesso.-

-Certo che per me va bene, Herm! Basta che ti faccia da damigella!-

-Ovvio. Quindi, Madama Sinistra, ci servono ancora un abito da testimone ed uno da damigella d’onore!-

 

 

 

 

 

Draco era seduto sulla sua scrivania, controllando alcuni rapporti che Blaise, che era accomodato sulla poltrona, gli aveva appena portato.

-Allora, Draco, hai deciso per quella cosa?-

-Credo di sì. Però non ne sono ancora sicuro. Avrei voluto veramente che fossi tu il mio testimone.-

Il moro sorrise tristemente.

-Ma non si può. Lui andrà più che bene. Però devi muoverti a chiederglielo, sai che non ama le cose fatte all’ultimo momento.-

-Sì, lo so. Lo faccio appena posso.-

Blaise guardò la grande pendola che ticchettava in un angolo dello studio.

-Vai adesso.-

Draco sollevò lo sguardo.

-Adesso?-

-Adesso, sì. Ora non ha niente da fare, è l’ora di pranzo.-

-No, Blaise. Devo finire qui.-

-Finisco io, puoi andare!-

-Sicuro?-

-Sicurissimo! Vai!-

Il biondo non se lo fece ripetere due volte e si smaterializzò. Comparve qualche attimo dopo davanti ai grandi cancelli di Hogwarts. Un Elfo Guardiano, riconoscendo l’eroe nazionale, s’inchinò leggermente e lo fece passare.

-Bentornato ad Hogwarts, signor Malfoy!-

Draco accennò un saluto col capo e poi entrò. Naturalmente niente era cambiato. Il grande parco era rimasto immutato, così come il lago, dal quale a tratti spuntava qualche tentacolo della piovra gigante, ed il castello. Andò dritto verso la sua mèta, evitando di farsi vedere. Nei sotterranei l’aria era cupa e scura come ricordava, e come gli piaceva tanto. Arrivò davanti ad una porta in pietra con scolpito un Serpente e ne accarezzò il profilo. Quanti ricordi. Sussurrò la parola d’ordine e docilmente la porta si aprì. Entrò: anche lì nulla era cambiato. Le ampolle erano ancora sistemate sugli scaffali classificate per effetti e l’atmosfera era ancora tetra.

-Chi va là!- esclamò una voce untuosa. Il biondo si ritrovò una bacchetta puntata alla gola.

-Severus… sono io, Draco. Abbassa quella bacchetta.-

Il professore rise sommessamente.

-Scusa, Draco. Era da tanto che non venivi qui e così ho scambiato i tuoi passi felpati per quelli di qualche studente che aveva voglia di una bella punizione. Come stai?-

-Va tutto bene. E tu? Ancora non te l’hanno data la cattedra di Difesa?-

L’uomo ghignò.

-Ormai ci ho rinunciato. Quando il Preside era Silente avevo ancora qualche possibilità, ma con Minerva… Comunque, parliamo di cose ben più importanti: ho saputo del matrimonio.-

-Già. Il matrimonio. È per quello che sono venuto.-

-Cosa c’è, ti sei già pentito di aver fatto una simile proposta alla signorina Granger?-

Draco scosse la testa.

-Assolutamente no, niente del genere. Ti volevo solo chiedere se verrai.-

Severus alzò un sopracciglio.

-Ora non si usa più mandare gli inviti?-

-Certo che si usa, ma volevo chiedertelo di persona.-

-Ah. Onorato di tale trattamento. Comunque sì, verrò. Sei sempre il mio figlioccio, non mancherei per nulla al mondo.- sorrise brevemente. –Credo che tua madre potrebbe risvegliarsi dal mondo dei morti e venire a lanciarmi contro una Maledizione senza Perdono se mancassi al giorno più importante della tua vita.-

A sentir nominare sua madre Draco sussultò. Dopo un attimo, però, sorrise. Severus le voleva bene, l’aveva capito. Quando era a scuola gli parlava di lei per ore.

-Credo anch’io. Inoltre volevo chiederti un’altra cosa.-

Il professore si appoggiò al mobile dietro di sé.

-Dimmi, Draco.-

-Vorrei che tu mi facessi da testimone, Severus.-

Piton si puntò un dito contro il petto, sorpreso.

-Io?-

-Sì, tu. Vorrei il mio padrino come mio testimone.-

-Se è così… va bene. Non me l’aspettavo per il semplice motivo che pensavo l’avresti chiesto a Potter. Ora non siete “amici”?-

Draco rise sarcasticamente.

-Ci ho pensato, in effetti! Ma poi ho deciso per te. Non per niente, ma la testimone di Hermione sarà la ex di Potter e allora non potevo scegliere lui, altrimenti la piccola Weasley sarebbe stata gelosa.-

-Oh, certo. E chi sarebbe questa ex di Potter?-

-Una bella ragazza. Anche se parla troppo. Una babbana.-

L’uomo quasi si strozzò.

-Una babbana? Che parla troppo, per di più!-

-Già. Ma è simpatica. Una tipa sveglia. E comunque, se dovesse riempirti la testa di chiacchiere, potresti sempre Schiantarla. Oppure usare una di quelle merendine che i gemelli Weasley hanno appena inventato. Ti fanno sentire solo quello che vuoi sentire.-

-Utili, direi. Un buon cervello, quei due. Peccato che lo sprechino per sciocchezze del genere.-

-Peccato davvero. Eppure tirano su un sacco di soldi.-

Ghignarono insieme, mentre la campanella risuonò per il castello.

-Allora accetto, Draco.-

-Bene, ti darò i dettagli della prova dell’abito e tutte quelle cose il prima possibile. Buona lezione, Severus. Togli molti punti a Grifondoro.-

-Oh, lo faccio sempre! È ancora il mio passatempo preferito. Salutami la tua futura moglie.-

-Non mancherò!-

 

 

 

 

 

Ginny stava ricontrollando gli inviti da spedire, quando una nome attirò la sua attenzione. “Famiglia Parkinson”. Si chiese se non ci fosse un errore. Forse era meglio domandare da Hermione, non voleva di certo che ci fossero ospiti indesiderati. Si fiondò in camera sua. La mora stava lavorando al suo computer babbano ed alzò lo sguardo dallo schermo non appena sentì il tono di voce dell’amica.

-Ginny, cos’è successo?-

-‘Mione… è normale che queste persone siamo state invitate al tuo matrimonio?-

La ragazza prese in mano l’elegante busta e quando vi lesse il nome sgranò gli occhi. Evidentemente anche per lei era una novità.

-I Parkinson! Pansy Parkinson! Al mio matrimonio!- uscì dalla stanza come una furia, diretta allo studio di Draco. Lui era intento ad esaminare il rapporto di un attacco di Mangiamorte in Danimarca assieme ad Harry, ma abbandonò immediatamente la noiosa lettura non appena vide la faccia rossa della ragazza.

-Tesoro, cosa c’è?-

-C’è che hai invitato Pansy Parkinson al nostro matrimonio!-

Harry, presagendo tempesta, si dileguò vigliaccamente.

Draco si strofinò gli occhi.

-Infatti.-

-E per quale motivo lo avresti fatto, sentiamo!-

-Te l’ho detto, perché il Ministro della Magia vuole che sia un matrimonio pubblico, come quello che ha fatto Potter.-

Hermione incrociò le braccia al petto.

-Non ci vedo alcuna relazione.-

-Dato che i Parkinson si sono alleati con noi dobbiamo invitarli. Tutto qua.-

-Sì, ma lei è la tua ex! Io non la voglio al nostro matrimonio!-

Draco tentò di abbracciarla, ma venne fermamente respinto.

-Non posso farci niente, Hermione. Anche io preferirei non invitarla. Se vuoi la verità vorrei avere una matrimonio tranquillo, come la gente normale. Ma non siamo gente normale e allora dobbiamo adattarci.-

-Io-non-la-voglio!- scandì lentamente la ragazza.

-Allora spera che abbia già un altro impegno e dica di no! Io non posso farci niente!-

-Invece dovresti farci qualcosa, perché così non va bene!-

Il biondo ghignò.

-Non ti facevo così gelosa, Granger.-

-Non è gelosia, Malfoy! Semplicemente non voglio gente che detesto al mio matrimonio, dato che quello in teoria sarà il giorno più bello della mia vita!-

-E lo sarà infatti. Ma lo sarà con Pansy e la sua famiglia.-

-“Pansy e la sua famiglia”.- gli fece il verso lei.

Draco si rabbuiò in volto.

-Scusami tanto, ma il tuo ex viene! Weasley, quello che ti ha messa incinta, viene! E io non ho detto nulla al riguardo!-  

-Sì, ma Ronald è sposato ed ha una figlia! Inoltre gli ho mandato l’invito non certo perché smaniavo per averlo tra gli invitati, ma perché lui al suo matrimonio mi ha invitato, e quindi dovevo ricambiare la cortesia, e perché Camilla mi ha gentilmente chiesto di invitarlo! Non per altro!-

-Io invece ho invitato Pansy e la sua famiglia perché me l’ha imposto Caramell, non per altro.- replicò Draco con un sospiro.

Hermione si accasciò sul tappeto.

-Rovinerà tutto! Quella ancora non ti ha dimenticato, rovinerà tutto!-

Il biondo le si sedette accanto.

-Non rovinerà niente. Sarà il giorno più bello della nostra vita, che lei ci sia oppure no. Ci saranno talmente tanti invitati che non la vedrai neanche.-

-Lo spero tanto. Mi ricordo come ti stava dietro a scuola.-

-Non siamo più ai tempi della scuola, Hermione. E lei può starmi dietro quanto vuole, ma alla fine sull’altare, accanto a me, ci sarai tu, non lei. Lei sarà solo una spettatrice. Indesiderata, tra l’altro.-

Hermione annuì, molto lentamente.

-Draco… non sono sicura.-

Il cuore del biondo mancò un battito.

-Di cosa non sei sicura? Di… me?-

-Di quello che stiamo per fare.-

Calò il silenzio. Il ragazzo si allontanò di qualche centimetro. Non poteva pensarlo veramente.

-Non puoi pensarlo veramente.- disse, piano. La voce che tremava appena.

-Non lo so.- bisbigliò in risposta la mora. E davvero in quel momento non lo sapeva. Non sapeva più niente. Lui le mise due dita sotto il mento, costringendola a guardarlo negli occhi. Hermione si accorse che l’azzurro era velato di terrore. Terrore puro. Terrore che lei lo respingesse. Di nuovo.

-Hermione… cosa non sai? Non sai se vuoi sposarmi adesso o non sai se vuoi sposarmi?-

-Non so se tutto questo è giusto.-

Lui scosse la testa, lentamente, cercando di trovare le parole adatte.

-Io credo… io credo che tu non debba cercare qualcosa di giusto. Niente è mai stato giusto nella tua vita. Voglio dire… non è stato giusto ritrovarti abbandonata dalla persona che ti doveva amare. Non è stato giusto esserti ritrovata con una bambina da crescere da sola. Non è stato giusto che io ti abbia fatta innamorare e non è stato giusto che dopo ti abbia abbandonata per vigliaccheria. Non è stato giusto che tu ti sia ritrovata a piangere tra le braccia di Potter per causa mia. Niente è stato giusto. Ma dimmi… dimmi, come definisci il giusto? Io credo che tu debba fare solo quello che ti rende felice. Cosa ti rende felice?-

Hermione gli strinse una mano tra le sue, facendogli quasi male.

-Tu.-

-Io… e allora…

-Allora voglio sposarti, Draco. Ma… ho paura.-

Il biondo si passò una mano sul volto.

-Paura di cosa? Io non capisco. Ti prego, fammi capire.-

-Che dopo tra noi cambi. Io che ingrasso e smetto di vestirmi bene, tu che arrivi la sera, mi dai una volgare pacca sul sedere e mi dici “ehi, donna, cosa c’è per cena?”. Paura che diventiamo noiosi, non facciamo più l’amore ed iniziamo ad odiarci.-

-No.- ribatté lui in tono sicuro. In tono duro, perfino. –No.- ripeté. La fissò per qualche secondo. –No.- disse una terza volta. –Questi sono i pensieri di una ragazzina. Una ragazzina che non conosce la vita. Che non conosce me. Perché se tu mi conoscessi non ti sarebbe nemmeno venuta in mente una cosa del genere. Voglio sposarti perché desidero passare il resto della mia vita con te. Sia che tu ingrassi, sia che tu inizi a vestirti di stracci. E mai ti darei una pacca su sedere chiamandoti “donna”. Perché io ti rispetto, Hermione.- strinse le labbra. –E mai potrei non desiderare di fare l’amore con te. Ogni volta che facciamo l’amore per me è come respirare. Ed io sono un uomo, io devo rspirare.  Perché io ti amo, Hermione.- le lanciò un’occhiata. –Anche se comincio a pensare che sia tu, quella che non mi ama.-

La ragazza spalancò la bocca.

-Oh, Draco. Non dire sciocchezze, ti prego. Lo sai che ti amo.-

-Certo che lo so, ma me ne hai appena fatto dubitare. Ascolta… ci amiamo, ora abbiamo chiarito. Quindi, non capisco su cosa tu possa avere ancora dei dubbi.-

-Io… cazzo, non lo so. Non so nemmeno perché ti abbia detto che non ero sicura. Sono sicurissima del nostro matrimonio. Dimentica quello che ti ho detto, va bene?- si morse il labbro inferiore. –Anzi no, tienilo presente. Tieni presente che diventare tua moglie è l’unica cosa di cui sono sicura, ma che alle volte mi sento… come se tutto quello che sta accadendo fosse… troppo. E quando ho quei pensieri…

-Quando hai quei pensieri vieni da me. Ed io ti ripeterò quello che ti ho detto oggi. Ti ripeterò perché mi sono innamorato di te e perché noi due meritiamo di sposarci e di vivere felici. Hai capito?-

La mora annuì, tirando su con il naso. Non era più arrabbiata, non era più insicura, era solo stanca.

-Sì. Scusami per la scenata.-

-Non importa, lascia stare. Era da un po’ che non ti arrabbiavi con me e iniziavo a preoccuparmi. Comunque siamo solo stressati dai preparativi del matrimonio. Se avessimo fissato la data un po’ più in là avremmo potuto fare le cose con più calma e sicuramente non ci saremmo agitati in questo modo, ma abbiamo deciso così, quindi… ancora un mesetto e saremo sposati. Fino ad allora, sopportiamo.-

-Va bene. Ora devi lavorare?-

Draco contò mentalmente le pratiche che ancora doveva controllare e poi archiviare: una ventina, come minimo. Ma non ne aveva proprio voglia.

-No, faccio fare a Potter. Sai cosa facciamo? Ora ce ne andiamo su, facciamo un bel bagno caldo e poi facciamo l’amore. Così ci rilassiamo. Okay?-

Lo sguardo di Hermione s’illuminò, all’allettante proposta.

-Okay!- esclamò balzando in piedi, improvvisamente non più stanca.

Corsero fuori dalla porta, travolgendo quasi Harry che pazientemente stava aspettando la fine della lite.

-Insomma!- borbottò vagamente indignato reggendosi al muro per non cadere. A dargli una mano fu Camilla.

-Zio Harry, mamma e papà stavano litigando?-

-Già, ma a quanto pare hanno deciso di fare pace.-

-Di fare sesso.- lo corresse la ragazzina. Il moro prese a tossicchiare.

-Cosa?!-

-Sesso. Mamma e papà sono andati a fare sesso.-

-Camilla… chi ti ha detto questa cosa?-

-Andrew, un mio amico. Ha detto che i grandi per fare pace fanno sesso.-

Harry si grattò il mento, estremamente imbarazzato.

-E ti ha spiegato anche che cos’è?-

-No… Perché, cos’è?-

Il ragazzo s’irrigidì. Possibile che toccasse a lui spiegarle certe cose? Non ci poteva pensare Hermione? Oh, no, lei era troppo presa a farlo per parlarne a sua figlia.

-Ecco, vedi… È una cosa bella, che… Insomma, quando si è grandi…

La ragazzina lo guardava intensamente, pendendo dalle sue labbra e facendolo sentire parecchio a disagio. Doveva assolutamente trovare una via d’uscita.

-Il sesso è una cosa molto bella che… Sai come funziona con i fiori e il polline?-

Camilla scosse la testa.

-No, come funziona?-

-Ma non ti hanno insegnato niente in quella scuola babbana? Funziona… beh, non lo so, ma non è importante, non c’entra molto. Comunque…- vide Ginny, seduta sul divano intenta a dare ordini ad una ventina di gufi. –Vai a chiedere a zia Ginny come funziona. Lei lo sa meglio di me.-

-Davvero?-

-Certo. Lei sa tutto meglio di me. Forza, vai!-

La ragazzina corse dalla rossa e lui la seguì.

-Zia Ginny, posso chiederti una cosa?- domandò Camilla. L’altra alzò gli occhi dalla lista che teneva in grembo.

-Ma certo che puoi.-

-Ho chiesto allo zio Harry cosa sia il sesso e lui mi ha detto che su quello tu sei più brava.-

-Ah, questo sicuramente!- mormorò Ginevra scrollando le spalle. Il marito le lanciò un’occhiataccia.

-Cosa vorresti dire?-

-Che ora so da chi hanno preso i tuoi spermatozoi, amore. Sono vigliacchi proprio come te.-

Il moro s’incupì.

-Oh, Ginny!-

Si guardarono in cagnesco. Camilla sbuffò sonoramente.

-Oh, visto che qui nessuno mi ascolta io vado a chiedere a Andrew cos’è!- esclamò correndo su per le scale. Harry impallidì.

-Oh mio Dio. Vado a dirle che non deve chiedere ad un ragazzo di spiegarle cosa sia il sesso prima dei trentacinque anni!-

-Ti amo!- gli gridò dietro la rossa.

-Anch’io!- si affacciò dalle scale. –E i miei spermatozoi non sono vigliacchi!-

-Certo che no!- gridò Ginny. –Forse sono solo pigri.- mormorò poi sottovoce tornando agli inviti.

 

 

 

 

 

Oh, un altro capitolo tutto per voi! C’è un po’ di tensione… ma penso sia normale. Cioè, io non mi sono mai sposata, ma penso che il nervosismo sia tanto. Anche la felicità, certo, ma molto nervosismo. Insomma, Hermione sta per sposare Draco Malfoy! E ho detto tutto… Vabbè, lasciamo perdere. Piuttosto, passiamo ai ringraziamenti:

Savannah (damigelle assatanate… mi hai dato un’idea! Comunque, per quanto riguarda un Harryno anche il fato ha pensato che fosse una catastrofe naturale e così sta dando qualche problema ai nostri coniugi Potter… situazione un po’ complicata, che verrà spiegata nei prossimi capitoli. Ciao, un bacio!), bimba88 (sì, Ron e Calì sono invitati al matrimonio e come hai visto Draco non ha perso occasione per farlo notare ad Herm… però lei lo sa rimettere al suo posto. Ah, povero Draco!^^), isabell, valy, sky88, super gaia, mirtilla, patty (Sabrina avrà presto una bella sorpresa, vedrai!)

 

 

 

 

 

 

   
 
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