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Autore: Manuel Lanhart    13/06/2005    1 recensioni
Un incontro inaspettato...
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il tramonto estivo picchiava di ultimi raggi le finestre di Private Drive, alcune delle quali aperte, altre chiuse al fresco interno dell’aria condizionata. Pochi passanti si affrettavano a raggiungere la loro casa, mentre solo un ragazzo indugiava fuori, sdraiato sotto un cespuglio, nascosto allo sguardo degli altri. Si trovava nella stessa condizione in cui aveva trascorso quell’estate, almeno sino a una settimana prima, ovvero in solitudine, la mente persa tra pensieri dolci e ricordi indesiderati. Nemmeno le frasi vuote e sconnesse dei parenti potevano disturbare le riflessioni del ragazzo, che a volte sospirava, a volte invece gemeva, e una lacrima gli bagnava la guancia, riflettendo la luce della sera imminente. I L’amica che Harry aveva conosciuto al parco, Lily, era una ragazza speciale, ben diversa dalle solite oche chiacchierone che aveva incontrato ad Hogwarts (Pansy, Lavanda, Calì, e la lista sarebbe potuta continuare). Non che i ragazzi fossero da meno, in fondo! Ogni qualvolta l’argomento di cui ciarlare corrispondeva a un adolescente con la cicatrice sulla fronte, gli occhiali rotondi, e un’insolita predisposizione per i guai, allora entrambi i sessi contribuivano allo stesso modo a quella fiumana di dicerie false e stupide che rendevano la vita quotidiana di Harry a scuola parecchio nervosa. Comunque il ragazzo scacciò quel pensiero e tornò a concentrarsi su Lily e sui momenti vissuti insieme negli ultimi giorni. Legavano sempre di più, e cominciavano a fidarsi l’uno dell’altra, sebbene l’accrescersi dell’amicizia facesse aumentare pure il senso di rimorso di Harry. Nascondere i suoi segreti diveniva via via più difficile, ed era certo che non avrebbe potuto celarli a lungo. Una mossa sbagliata, un passo falso e le conseguenze sarebbero state pericolose. Con il mago più terribile di tutti i tempi alle costole, non c’era da stare tranquilli, e lo stesso rapporto con Lily era mal visto da Moody e da coloro che erano incaricati da Silente della protezione di Harry sino al suo ritorno a scuola. Ma il giovane mago non aveva badato ai moniti continui, poiché non credeva ci fosse nulla di male nell’apportare variazioni alla vita in casa Dursley: più ne stava lontano, meno avvertiva il peso dei ricordi. Stare tra quella mura, nel buio della sua stanza, non faceva che risvegliare ricordi su ricordi, i quali poi proseguivano sotto la veste di sogni. Quando invece era con Lily, era riusciva, seppur per poche ore, a distrarsi da tutto quello, e ad assaporare la gioia di stare insieme a qualcuno che temeva di aver dimenticato. Era stata una novità gradita e mai sperata.
Lui e Lily erano stati dappertutto, a fare compere, a pranzo e a cena fuori, di nuovo al parco, quasi ogni sera. A lui piaceva com’era cominciata la loro amicizia, e sperava che avrebbe proseguito allo stesso modo. Lei mostrava lati nuovi del suo carattere di volta in volta, e quando le battute e gli scherzi reciproci finivano, lasciavano il posto a discorsi più seri. Quasi per magia, si ritrovavano a parlare del loro passato, lei sinceramente – Harry così credeva - , lui non tanto, ma nonostante condisse le esperienze personali di bugie e storielle inventate di sana pianta, il succo di quanto aveva rappresentato per lui la sua vita fino a quel momento, non lo aveva mai alterato. Su un punto però era onesto: i tormenti costituiti dagli zii e dal porcino, un argomento di cui ridevano spesso. E poi c’erano i dolori e la malinconia di ciascuno dei ragazzi. Delusioni, occasioni non colte al volo, rimpianti erano tutte esperienze che avevano in comune. Inoltre Harry aveva scoperto che sotto sotto anche Lily era timida, anche se non come lui: le battute, le prese in giro…erano uno schermo per coprire la paura e l’insicurezza.
Alzandosi dal suo rifugio ed entrando in casa, Harry salì in camera, non avendo fame né voglia di cenare con gli altri. Voleva distendersi un po’ prima di uscire e recarsi al parco con l’amica, cosa che non sarebbe affatto piaciuta all’Avanguardia! Raggiunto il letto, si tolse le scarpe, posò gli occhiali sul comodino assieme alla bacchetta, e si sdraiò. Chiuse gli occhi, assaporando la pace di un silenzio non disturbato dal traffico. Sirius. Potente, incontrastabile, il flusso di emozioni tornò a scorrere come pece bollente nel suo animo. Il dolore e la frustrazione erano aumentati anziché diminuiti, perché andavano sommandosi alla serenità e alla felicità che Lily riusciva a comunicargli. Era un contrasto insanabile, una lotta interna all’io che né lo scorrere dei giorni né l’indifferenza avrebbero potuto cancellare. Lui, Harry, doveva fare qualcosa, dal momento che non poteva continuare ancora a lungo a sentirsi così…diviso. Doveva trovare la soluzione per unificare se stesso, eliminare le lacerazioni. Solo una parola lampeggiava nella mente…verità. Devo dirle la verità. Era una delle mosse più stupide da compiere, lo sapeva bene, ma se avesse fondato sulla menzogna il rapporto con la nuova amica, allora per cosa aveva lottato? Lui, che era cresciuto anzitempo, affrontando orrori che nessuno dei suoi coetanei aveva mai immaginato, che si era scontrato con Voldemort diverse volte, riuscendo poi miracolosamente a raccontare ciò che aveva visto, che aveva sopportato, lui non aveva forse patito in nome della verità? Non aveva sentito un peso dentro, quando tutti si rifiutavano di prestargli fede? Non avrebbe urlato al mondo che Voldemort era risorto dalle ceneri, pronto ad instaurare una seconda era del terrore? Se nascondeva questo a Lily, passava dalla parte del torto. Eppure, lei era babbana, estranea al male che imperversava nel mondo magico; non sarebbe servito a nulla rivelargli ciò che era in realtà, un mago. Sarebbe andato solo contro di lui il parlare apertamente, confessare la sua vera natura, e probabilmente Lily si sarebbe allontanata, spaventata da ciò che lui era. Per non parlare poi del rischio che gli eventi della magia giungessero alle impreparate orecchie babbane, e quel sottile velo di coesistenza si sarebbe dissolto in modo definitivo.
I rischi erano tanti, ma la voglia di provare una vera amicizia era forte: nulla poteva distogliere Harry dal rinunciare ad avere un punto di riferimento al di fuori di Hogwarts, al di fuori del suo mondo. “Sirius, tu che faresti al mio posto? Oseresti anche in questa circostanza? Oh, se solo potessi rispondermi.” Una guancia bagnò la federa del cuscino, e il mago si addormentò.

Gli alberi che si stagliavano ai lati di Albion Avenue fremevano quasi impercettibilmente al fresco serale. Lily avanzava a passi lenti sul marciapiede, percorrendo più piano che poteva la distanza che la separava dal parco, il luogo del primo incontro, il luogo dove lo aveva conosciuto. Non era affatto piacevole essersi resa conto che nel quartiere si vociferava su lei ed Harry, e per quanto davanti agli occhi dell’amico si sforzasse di apparire forte e sprezzante dell’opinione altrui, in realtà non era così. Era un’immatura, questa era la sua unica certezza. Non era in grado di fregarsene di tutto e di tutti in nome di ciò che provava per Harry. La parte più razionale della mente le suggeriva di aspettare, di saggiare, prima di lasciarsi prendere da ciò che provava. Non voleva soffrire di nuovo a causa di un ragazzo, essendo da poco uscita da una storia importante, da un’amicizia che si era ostinata a tramutare in amore rimettendoci colui a cui era più legata. Ma era anche vero che non voleva indossare una cintura di castità, tormentandosi nei ricordi. In fondo, il suo ex l’aveva abbandonata senza tanti riguardi, come se crescere insieme fosse stato un accidente, anziché una fortuna dell’esistenza. Perché dunque lei doveva costringersi a rimpiangerlo invece di allargare i propri orizzonti? Harry era ben diverso dai molti altri mocciosi idioti della sua età. Lei non era riuscita a scoprire molto sul suo passato, e si era sempre scontrata con una parete impossibile da valicare, che racchiudeva i ricordi dell’amico. Temeva comunque che le stesse volutamente celando qualcosa, ma cosa lei non sapeva affatto immaginarlo. Che poteva aver visto di tanto terribile, un ragazzo come lui? Forse la prematura perdita dei genitori lo aveva reso introverso, ma checché lui ne potesse pensare, questo velo di mistero non faceva che accrescere il suo fascino. L’aria da brava persona, gli occhiali rotondi, l’espressione spesso assente erano tutti elementi tipici di un secchione delle superiori, timido e senza amici. Questo però non si addiceva ad Harry. Lui…era molto di più, e lei non riusciva a capirci un tubo. Lily non si era mai trovata alle prese con una situazione del genere, e preferiva andarci cauta.
Come sospettava, e nel suo cuore immaginava, lui le aveva mostrato di volta in volta sfaccettature sempre nuove del suo carattere. Al lato spiritoso si contrapponeva quello serio, al lato gioioso si accompagnava una malinconia che talvolta prorompeva nell’animo dell’amico, che diveniva all’improvviso freddo e distaccato. Al ragazzo imbranato e tenero si affiancava un giovane uomo maturo e sensibile, l’aspetto di Harry più amato da Lily. E spinta dal desiderio di scoprire ancora un po’ l’amico, si era incamminata quella sera tralasciando gli altri impegni, e dedicandosi a lui.
Era come un puzzle che lei completava con pazienza tessera dopo tessera, stando accanto ad Harry, assaporandolo a piccoli morsi. Anche se non voleva illudersi, non avrebbe finto di fronte a sé stessa. Non ignorava, ne si sarebbe sforzata in futuro d’ignorare quell’interesse nei confronti di lui che cresceva poco per volta, e si accentuava quando lei gli stava lontana, chiusa nella sua stanza, persa in riflessioni più profonde del suo solito. Le ultime settimane erano state le migliori di quell’estate, per lei. Non aveva fatto nulla di eccezionale, nelle squallide strade di quel quartiere di periferia, e proprio questa era stata la magia più grande dell’amicizia di Harry: vedere con occhi diversi l’ordinario. Il parco sarebbe stato degno della residenza della regina, o l’arco nel vicolo sarebbe stato benissimo l’ingresso di una cattedrale, se c’era Harry a renderlo tale con la sua semplice presenza.
Un’atmosfera sconosciuta, di cui Lily si era subito inebriata, nasceva con Harry, non si poteva negare. E lei desiderava approfondirla man mano, per constatare se davvero l’irrazionalità costituita dai sentimenti l’avrebbe spinta a farsi avanti.
  
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