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Autore: Hinata_Dincht     11/11/2009    2 recensioni
"I due bambini lavorarono per quella che poteva sembrare un’ora o semplici minuti, finché non intravidero qualcosa di bianco avorio nella terra. Spianarono la terra, abbastanza per vedere che quel qualcosa di bianco avorio era una mano scheletrica." E se gli incubi ti portassero alla Vigilia di Natale in un giardino un po' troppo sospetto? Lievissimi accenni al triangolo Neji x Hinata x Sasuke. Fan fiction classificatasi 3° al concorso "The Nightmare Before Christmas Contest", aggiudicandosi il premio "Giuria"; ha partecipato anche al concorso "Naruto No Limits", classificandosi 5° a pari merito e aggiudicandosi il premio "The Most Interesting Story"
Genere: Avventura, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga, Altri, Neji Hyuuga, Sasuke Uchiha
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Siamo arrivati all'ultimo capitolo, infine.
Scusate il ritardo nell'aggiornare e... buona lettura.

*

Hinata fissava irrequieta il pendolo che si spostava inesorabile da destra a sinistra e viceversa. Il silenzio che si era creato nella stanza non la metteva a proprio agio e la tensione che aveva trattenuto a stento tutto il giorno le martellava nella testa.

Sasuke, seduto scompostamente a terra, fissava le travi del pavimento lucido perso nei propri pensieri.

La bambina si lasciò scappare un sospiro e spostò gli occhi per la stanza, aspettando impazientemente l’arrivo del cugino.

Neji, infatti, era sgattaiolato in cucina, sfuggendo al banchetto per prendere una candela; tornato lui, sarebbero dovuti andare a recuperare l’arma del delitto, non avendone avuto il tempo durante il giorno. Difatti, Mikoto li aveva incastrati per bene con i preparativi della grande festa.

Un altro sospiro volò per la stanza, quando Hinata ripensò alla sfarzosa cena a cui aveva pazientemente fatto parte appena un’ora prima: aveva dovuto sopportare gli sguardi pressanti delle compiacenti figure aristocratiche che vagavano per la grande sala da pranzo, sorridendo di tanto in tanto quando le signore pregne di quell’odore opprimente le facevano un buffetto sulla guancia.

Piegò divertita gli angoli della bocca, quando si ricordò della faccia imbronciata di Sasuke e dei suoi sguardi quasi imploranti che ogni tanto le lanciava; poi, l’ultima scena che vide prima di scomparire era una Mikoto disperata che cercava di far zittire Hanabi in lacrime.

Si risvegliò dai suoi pensieri e guardò il bambino, che ora batteva il piede a terra come per tenere il tempo di una qualche melodia.

Hinata si alzò dal letto stiracchiando le gambe e tirandosi su infastidita i pantaloni di qualche taglia abbondante; Neji le aveva dato un paio vecchio dei suoi, borbottando che in caso di fuga sarebbero stati sicuramente più comodi delle gonne. Hinata, dal canto suo, non aveva mai messo quegli affari e si trovava al momento molto impacciata.

Sistemata la camicia all’interno dei pantaloni, si accucciò vicino a Sasuke; il ticchettio dei suoi stivali si fermò all’istante, e stranamente le rivolse la parola.

- Hai paura?-

Hinata osò incrociare per un attimo quegli occhi color ebano.

- Sì- mormorò. – Tu?-

Il bambino sembrava sorpreso di sentirsi rivolgere la sua stessa domanda, così ci pensò per un po’.

- No- rispose lentamente. – È la tensione-

Il silenzio calò di nuovo fra di loro; spalla contro spalla, l’uno sentiva il calore dell’altra.

Un ricordo si impadronì della mente di Hinata.

- Sasuke?-

Il bambino voltò semplicemente il volto verso di lei, aspettando che parlasse.

- Perché non ti piacciono i lieti fini?- domandò titubante.

Hinata lo sentì sbuffare, quindi alzò lo sguardo e vide una smorfia dolorosa sul suo viso.

- Non è che non mi piacciano. Semplicemente è impossibile avere una vita perfetta e felice dopo un sacco di disgrazie. La vita è amara, non è fatta per i “e vissero per sempre felici e contenti”- mormorò Sasuke.

Hinata si strinse nelle ginocchia e si fissò i piedi irrequieta.

- Ma sento che stavolta andrà bene-

La bambina trasalì e tornò a guardare Sasuke e si stupì nel vedere che sorrideva. Sasuke le stava sorridendo. Hinata si ritrovò a rispondergli teneramente, con il cuore sollevato.

La porta sbatté e i due bambini si voltarono per vedere il solito viso imbronciato di Neji.

- È ora- dichiarò soltanto.

*

Sgattaiolarono silenziosamente su per le scale fino in soffitta, temendo che il battito dei loro cuori, così rimbombante nelle loro orecchie, potesse essere udito.

Arrivati, tirarono per un attimo un sospiro di sollievo, mentre Sasuke appoggiava la porta delicatamente e Neji trafficava con il candelabro.

Aperta la botola, Neji eccese la candela e l’appoggiò frettolosamente a terra, ordinando:

- Vai avanti tu, Sasuke!-

L’interpellato ubbidì, calandosi con la sola forza delle braccia all’interno del passaggio angusto.

- Ti passo Hinata.- avvertì bisbigliando Neji.

Prese la cugina come aveva fatto il giorno prima e aspettò che Sasuke l’afferrasse per i piedi, ma, un po’ per la fretta, un po’ per la tensione, la presa gli scivolò.

La bambina soffocò un urlo, serrando forte gli occhi. La spiacevole sensazione che il suo stomaco si fosse rigirato all’interno della sua pancia finì presto, e si ritrovò aggrappata a Sasuke.

- Stupido cretino!- ringhiò quello. – Fai più attenzione!-

- Hinata sta bene?- si premurò Neji.

- Sì, per tua immensa fortuna- sbottò piano Sasuke.

Attesero pazientemente che anche lo Hyuuga scendesse, e poi fecero pressione sul pavimento sopra la scaletta e si ritrovarono nella stanza segreta.

Neji si fiondò all’interno sentendo già il profumo della vittoria.

Sasuke e Hinata, invece, avanzarono con cautela, accorgendosi di qualcosa di profondamente fuori posto.

La bambina si aggrappò alla maglietta di Sasuke, cercando di trarne sicurezza e di fermare il battito impazzito del suo cuore: in ogni luce tremolante e in ogni ombra profonda poteva vedere un mostro (così assomigliante a suo padre) pronto ad acciuffarla e a trascinarla via.

Così i suoi occhi chiari si muovevano irrequieti da un oggetto all’altro, cercando di captare anche il minimo movimento.

Sasuke, invece, si dirigeva con cautela verso il tavolo di fronte alla finestra.

Il carillon era lì, come il giorno precedente.

Ma era aperto, e poteva distintamente vedere i due ballerini danzare, seguendo la melodia.

- Neji...- mormorò atterrito.

- Dannazione, dannazione!- il bambino stava trafficando fra i fogli sparsi sul tavolo, cercando fra i pennelli e gli acquerelli.

- Neji...- tentò ancora Sasuke, continuando a fissare il carillon con occhi grandi di paura.

- Ero sicuro di averlo lasciato qui!- esclamò Neji, ancora perso nella sua ricerca.

- Neji!- urlò Hinata, piangendo dal terrore.

Il cugino si volse a guardarla arrabbiato.

Dove cavolo aveva lasciato il pugnale?

Sasuke raccolse la sua attenzione puntando l’indice verso i due ballerini che stavano finendo la propria danza sul carillon.

- C’è già stato qualcuno- mormorò atterrito.

Neji sgranò gli occhi, lasciandosi scappare una di quelle imprecazioni forti che spesso sentiva in paese.

- Forza, adiamocene- esclamò preso dalla fretta.

Senza nemmeno degnarsi di prendere con loro la candela, i bambini si incespicarono sulla scaletta. Hinata fu la prima a essere mandata sopra; poi fu il turno di Neji che salì sulle spalle di Sasuke. Lo Hyuuga, arrivato ad appoggiare le ginocchia sul pavimento della soffitta, si voltò a tirare su anche Sasuke.

- Sbrighiamoci - esclamò il bambino, ma Hinata era ferma, in piedi, con lo sguardo fisso davanti a sé. Il suo viso era una maschera di terrore, così come quello di Sasuke. Neji seguì lo sguardo della cugina, e quelle che vide furono le figure inconfondibili di Hiashi Hyuuga, appoggiato alla porta della soffitta, e Mikoto che coccolava sommessamente Hanabi, poco più in disparte.

- Dove credi di andare Neji?- domandò l’uomo senza ira nella voce.

Il bambino non rispose, semplicemente rimase fermo sulle sue gambe instabili.

Hinata, intanto, aveva iniziato a singhiozzare in silenzio, non osando emettere alcun suono.

- Cercavate questo, vero?-

Hiashi lanciò a terra qualcosa che Neji riconobbe per essere il pugnale.

- Come...?- riuscì soltanto a biascicare.

- Come sono riuscito a scoprirlo?- domandò con un filo di voce suo zio, con un tono quasi beffardo che si mescolava ad una certa amarezza.

Per tutta risposta l’uomo lanciò sul pavimento qualcos’altro, e questa volta fu Hinata a riconoscerlo.

- Itachi!- esclamò sommessamente, fissandolo con desiderio, ma senza azzardarsi a muovere un passo per raccoglierlo.

- Avete lasciato il pupazzo fuori quando siete usciti di notte- spiegò semplicemente Hiashi.

Dal piano inferiore si sentì un boato di urla festose che fece trasalire i bambini.

- Mikoto- mormorò stancamente l’uomo – Vai ad assicurarti che tutti gli invitati non si siano accorti della mia assenza-

La donna annuì, afferrando la maniglia per uscire.

- Ah, e portati dietro tuo figlio-

La badante si fermò e si voltò a guardare il suo bambino.

- Andiamo- ordinò soltanto.

Sasuke sgranò gli occhi all’espressione dura della madre, ma alla fine obbedì accondiscendente. Uscì dalla stanza senza riuscire a guardare i due amici ( perché sì, era quello che erano diventati) negli occhi.

Neji e Hinata rimasero a fissare l’uscio della porta, chiusosi dietro le spalle di Sasuke.

- C’è qualcosa che vi sfugge...- bisbigliò all’improvviso l’uomo, attirando l’attenzione dei bambini. Però, dal tono dimesso e malinconico della sua voce, sembrava che stesse parlando più a se stesso, che a loro. – Ma cos’è?-

Improvvisamente alzò gli occhi velati su di loro, con un’espressione contrita.

- Volete sapere cosa successe a colei che amavo?-

L’uomo si lasciò cadere pesantemente a terra, appoggiando la schiena alla parete; con le spalle ricurve e la testa ciondolante a fissare il pavimento, sembrava avere vent’anni in più. Hiashi lasciò cadere il silenzio nella stanza e prese un grosso sospiro prima di parlare nuovamente.

- Vi accontento- riprese, con grande fatica. - Vostra madre- Sembrò fermarsi, fissando Neji. – Sì, vostra madre, Neji, perché è stata lei a prendersi cura di te dopo che mio fratello ti abbandonò da noi-

Il bambino strinse i denti, guardando a terra e aspettò che lo zio continuasse.

- Vostra madre, dicevo, era gravemente malata-

Un sospiro lasciò le labbra di Hiashi.

- Era malata di una malattia corrodente, che non lascia via di scampo-. Prese un altro respiro come se facesse fatica anche a parlare.

- Ed è vero, l’ho uccisa io-

L’ammissione dell’omicidio scosse entrambi i bambini; Hinata iniziò a piangere copiosamente, scuotendo leggermente la testa, quasi a voler rifiutare l’idea.

- Ma lasciatemi spiegare!- urlò disperato Hiashi.

Neji lo guardò con un misto di disprezzo e rabbia, ma non oppose resistenza, né si tappò le orecchie quando riprese a parlare.

- Ho dovuto ucciderla, prima che infettasse anche noi, bambini. Me l’aveva chiesto lei stessa-

Neji fu attraversato da un lampo di illuminazione.

- Era malata di tisi?- chiese senza osare guardare quell’uomo.

- Sì. Tu capisci vero, Neji? Capisci? Ci avrebbero bruciati tutti come vampiri se non l’avessi fatto!- esclamò Hiashi.

- Potevi spiegarlo! Potevi ancora salvarla!- urlò Neji, con gli occhi che gli bruciavano furiosamente.

- No, non mi avrebbero ascoltato. I sintomi della tubercolosi sono sempre confusi con quelli del vampirismo, e la gente ha paura. La paura rende ciechi e sordi. Cosa avrebbe potuto fare un medico, contro la folle superstizione delle persone?- domandò suo zio, pregandolo con gli occhi.

Neji abbassò lo sguardo. Non voleva più ascoltarlo; non voleva più piangere, doveva essere forte.

- Ma allora perché Sasuke?- domandò il bambino, mordendosi il labbro inferiore.

Suo zio sembrò essere preso dalla sorpresa. – In che senso?-

- Perché hai lasciato che Mikoto lo portasse in casa? Alla cuoca non lo lasci fare, con suo figlio-

- Perché me lo chiese lei, come favore personale- spiegò allora Hiashi, tornando all’espressione triste. – Perché Sasuke è figlio unico e sta crescendo da solo. Aveva bisogno della compagnia di qualcuno, e pensavo che potesse stare un po’ con voi-

Neji abbassò lo sguardo. Allora era tutto vero, si diceva, l’omicidio è vero. Ma non per le ragioni che pensavamo noi.

Così i due bambini si ritrovarono stretti nell’abbraccio di Hiashi; Neji lasciò che la grande spalla dello zio asciugasse le sue lacrime, mentre Hinata vi soffocava le urla disperate.

Semplicemente è impossibile avere una vita perfetta e felice dopo un sacco di disgrazie.

La frase rimbombava prepotentemente nella testa confusa della bambina.

La vita è amara, non è fatta per i “e vissero per sempre felici e contenti”

Hinata tirò su col naso, trovandosi pienamente d’accordo con Sasuke, mentre abbracciava per la prima vera volta suo padre.

I lieti fini non esistono.

*

- Ed è così che è andata a finire?- domandò scettico Sasuke, strappando qualche filo d’erba congelato.

- Già- mormorò Hinata, spostandosi elegantemente la frangetta con due dita.

- Alla fine, la nostra teoria era completamente fuori strada- sbuffò Neji, appoggiandosi coi gomiti a terra.

Nessuno aveva più parlato dell’abbandono di Sasuke di quella sera, né delle lacrime che avevano versato i due cugini.

Hinata si morse il labbro inferiore, tentennante: voleva porre una domanda, ma non sapeva come. Alla fine, guardando a terra, parlò.

- Sasuke... ora che è stata svelata la verità, verrai ancora a trovarci, vero?-

Il bambino sembrò sorpreso, ma si assicurò subito di tornare alla sua solita espressione imbronciata.

- Sì, certo. Non ho niente di meglio da fare- affermò riluttante.

Hinata alzò lo sguardo sorridente, sapendo ormai bene quanto quel tono ostile nascondesse il suo pieno consenso.

- Ora quindi siamo amici?-

La domanda andò di traverso a Neji, che comunque restò ad osservare la faccia di Sasuke in attesa di una risposta.

- Forse- rispose enigmaticamente il bambino, lasciando che un leggero sorriso affiorasse sulle labbra, restituito subito da Hinata e, malgrado tutto, Neji.

*

Dalla finestra un uomo grande e muscoloso osservava i bambini, scostando di poco le tende in modo che loro non lo vedessero.

Mikoto si avvicinò silenziosamente a Hiashi, cullando Hanabi; guardarla in quegli occhi così scuri, così suoi, le trasmetteva sempre un’ondata di felicità.

- Mikoto- la salutò Hiashi, con un leggero sorriso, stringendo gli occhi chiarissimi.

La badante sorrise a sua volta, teneramente.

- Caro- richiamò la sua attenzione. – Bella trovata quella della tisi- si complimentò con un leggero riso, baciandolo velocemente sulle labbra.

Fine

*

Giudizio di Juliettina:

Cara, la tua storia è un Giallo a tutti gli effetti. Mi hai tenuto con il fiato sospeso fino all'ultimo. Ed il finale? Davvero un vero capolavoro. Sei stata bravissa a comporre una per una le tessere del 'mosaico'. Ogni elemento, ogni sospetto viene svelato nel momento giusto. Alla fine ogni tassello combacia con il precedente in modo perfetto, conferendo alla storia credibilità e unità. Lo stile è semplice e piacevole, la grammatica eccellente e i tutti i personaggi rientrano tranquillamente nel IC. Non sò da dove ti sia uscita questa storia, che cosa o chi ti abbia ispirato, ma credimi quando ti dico che è uno dei Gialli più interessanti e avvincenti che abbia mai letto.

Giudizio di Talpina Pensierosa:

Nella fic ci sono degli errori sparsi non molto gravi, indubbiamente di distrazione, e lo stile è abbastanza scorrevole.
La trama è molto interessante e ti tiene seduto a scoprire cosa sta per succedere, per non parlare poi del colpo di scena finale, che mi ha veramente stupito!
Il promt è stato reso non in maniera eccezionale, ma soddisfacente: ti ho leggermente penalizzato per via di Jack perché è lui a “suggerire” la frase, però ciò non ha influito sul risultato finale.
I personaggi sono abbastanza IC, anche se non mi convincono al 100% Neji e Sasuke, ma in fondo sono giustificati dalle circostanze e dall’ambientazione.
Come ho scritto sopra, la storia mi ha appassionata e l’ho gradita molto, insomma, mi ha veramente colpito.

Che dire... Ringrazio le due giudici, mi ha veramente fatto piacere partecepare a tutti e due i concorsi.
Posso dire di essere veramente soddisfatta di questa storia, forse un colpo di genio nella mia testa\nocciolina.
Ringrazio tutti coloro che hanno messo la storia nei preferiti o nelle seguite.

Risposta alle recensioni:

Alechan: Spero che il finale ti sia piaciuto! ^^ Comunque concordo perfettamente con te, Neji, Sasuke e Hinata formano proprio un bel trio! Grazie per avermi seguita, Kiss kiss
Arwen88: Cara sensei... sono contenta che ti sia piaciuta la storia. Come sempre leggere dei commenti positivi da parte tua è una gioia. ^^ (Grazie anche per avermi suggerito che il titolo del primo capitolo era sbagliato!) Kiss kiss..
  
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