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Autore: Christine_    16/11/2009    4 recensioni
- Ed è per questo che andrete a Roma a intervistarli –
Ho la bocca spalancata e mi giro a guardare i miei compagni di corso. Sconvolti anche loro.
Ah, scusate. Non vi ho neanche detto dove ci troviamo. Il continente è l’America, la città e New York.In modo particolare negli edifici della New York Film Academy. E per essere ancora più precisi ci troviamo al nostro secondo anno.Venticinquenni con un sogno in comune: entrare nel mondo del cinema. [...]

Katherine ci riuscirà.
Entrerà nel mondo del cinema e nella vita di due giovani attori, rendendo quest'esperienza assolutamente indimenticabile.
Ma i Queen non avevano tutti i torti.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Rome
Rome: City of Dreams




- Ed è per questo che andrete a Roma a intervistarli –

Ho la bocca spalancata e mi giro a guardare i miei compagni di corso. Sconvolti anche loro.
Ah, scusate. Non vi ho neanche detto dove ci troviamo. Il continente è l’America, la città e New York. In modo particolare negli edifici della New York Film Academy.
E per essere ancora più precisi ci troviamo al nostro secondo anno.
Venticinquenni con un sogno in comune: entrare nel mondo del cinema.
Ed è anche per questo che continuiamo a guardarci sconvolti.

- Voglio che torniate con un’idea. E che sia buona. Perché è da lì che partirà il vostro esame finale -
Nella mia testolina girano poche parole.
Io, Katherine Masters, Roma.
Roma è sempre stata il mio sogno, fin da piccola. Ho sempre desiderato poter studiare lì un giorno.. e ora sto per andarci. Non propriamente per molto tempo.. ma metterò piede sul suolo romano. Quale americano non sogna di andare in Italia, d’altronde?
Non appena il professore si gira a guardare nella direzione opposta alla sua per spiegare meglio il tutto, infilo una mano nella borsa per cercare il cellulare.
Andrea deve saperlo subito, subito.
Non appena lo tiro fuori, però:
- Masters, se mi costringi a tagliarti le mani, non vedo come potrai diventare una sceneggiatrice un giorno -
Ma come ha fatto a vedermi se era di spalle? Mi odia, semplice. Fin dal primo giorno in cui ho varcato la porta dell’Accademia. Masters qua, Masters là.
Il mio nome è quello che ricordava meglio. E mi dispiace per questo comportamento. L’ho sempre ammirato. Ha solo dieci anni più di me e una passione per quello che fa spaventosa. Ma perché mi odia? Non gli ho fatto niente di male. Non farei mai niente di male ad un bell’uomo del genere. Okay, Kath. Censurati i pensieri.
Il fatto che ho un debole per lui da.. praticamente sempre, non lo sa nessuno. E cerco di autoconvincermi che non sia vero.
Rimetto il cellulare nella borsa e cerco di concentrarmi sulle parole di Stroger. Solo sulle sue parole. Non su di lui. Più che altro cerco di non filmeggiare troppo sul prossimo viaggio a Roma. Ma filmeggiare è una di quelle cose a cui non si può mai dire di no. Già mi vedo sulle scale di Trinità dei Monti. Poi entrare in un negozio Gucci. Poi far innamorare perdutamente l’erede del più grande imprenditore italiano, che oltre ad essere pieno di soldi è anche maledettamente bello e sexy. Alto, scuro e con due diamanti azzurri al posto degli occhi. E’ normale che lo stia immaginando come Stroger? No. Poi.. bè, sapete già come vanno a finire questi film, no?

- Masters, sei pregata di tornare nel nostro mondo -
No, non finiscono propriamente così.
- Scusi - dico. Forse è meglio lasciar stare i film per ora. Ho a disposizione il viaggio in metro prima di tornare a casa.
E due intere settimane nella città eterna, la città delle favole. Roma.


  
- COOOOOSAAA? - L’urlo di Andrea si è sentito perfettamente anche al piano di sopra. Dell’edificio di fronte.
- Andy, respira che non ci credo neanche io - le dico sdraiandomi sulla poltrona.
- Quindi dovete andare a Roma, tra l’altro con quel figo di professore, intervistare un macello di attori per farvi venire un’idea? Porca troia dovevo iscrivermi anch’io.. –
Andrea. Che sparla mentre va in cucina. Indossa la sua solita vestagliona di pile celeste, con millemila panda disegnati sopra. Dice che è il suo orgoglio, ma che nessuno la vedrà mai.
Nessuno oltre la sua coinquilina, naturalmente. Io e Andrea viviamo insieme da quando abbiamo deciso di renderci indipendenti. Siamo newyorkesi DOC ma dopo il liceo abbiamo deciso di andare a vivere insieme, da sole. In fin dei conti siamo amiche da.. da.. bè, diciamo un’eternità. In realtà doveva vivere con noi anche Helèna, l’altra parte del treppiedi. Ma lei ha scelto un’università più lontanuccia, Inghilterra per la precisione.
- Mi devi promettere una cosa - continua Andrea urlando dalla cucina - che se incontri Mr Depp devi riportarmelo. Vivo e intero e.. -
Sto per provare a controbattere ma entrambe sappiamo cosa stavo per dire.
- E no, cara. So già cosa stai per dire. Non lo voglio usato -
Mi scappa una sonora risata mentre mi alzo dalla poltrona.
- Così finalmente riuscirai a portarti a letto Stroger.. Jack Stroger -
La solita. – Andy, finiscila. A è il mio prof e B mi odia -
- Sese - e inizia a sparlare per i fatti suoi.


Devo assolutamente andare a fare una doccia. Sono stanca, più che stanca. So che Andrea mi chiederà di andare a fare un giro stasera, ma non ho voglia. Allora, meglio infilarsi subito il pigiama così capisce l’antifona. M’infilo sotto la doccia e lascio che tutti i pensieri mi scivolino addosso. Fra meno di una settimana parto per l’Italia.
Per la mia personale mini avventura. E non vedo l’ora.

- Brutta stronza, non pensare di uscire dalla doccia e infilarti il pigiama. Stasera. Sì. Esce. -
Lalalalalalalalala. Cerco di ignorare la voce di Andy. Ma non posso far finta di non aver sentito. Ecco qual è il contro del vivere con la propria amica d’infanzia.
Ti conosce fin troppo bene.

- Andrea, ma.. - provo a protestare.
- Ma è morto, cara. Susu, che ti porto in un bel posto –
Ecco, adesso ho paura.
- Chi devi presentarmi stavolta? – chiedo sbuffando mentre m’infilo l’accappatoio.
Nessuna risposta dall’altra stanza. Chi tace acconsente, no?
Sarà sicuramente l’amico del suo nuovo psicologo.
- E’ un amico di Nate - Bingo.
Mi scappa una risata. – Ci avrei scommesso qualsiasi cosa – dico.
- Senti, non solo che ti presento nuova gente! Dovresti essermi grata che cerco di farti scordare Jack! – mi risponde affacciandosi in bagno. Di tutta risposta, le tiro un asciugamano in faccia.
- E cosa pensi dirà il signor Depp quando saprà che esci con Nate? – le urlo stavolta dalla camera da letto. Adesso sono immersa nella contemplazione del suo armadio.
- Mi dirà: Oh Andrea! Mi dispiace di averti fatto aspettare così tanto.. -
Rido ancora. Credo che non mi stancherò mai delle sue uscite idiote.
Controvoglia tiro fuori dal cassetto una maglietta rossa a collo alto, getto un altro sguardo nell’armadio e tiro fuori i pantaloni neri che ho comprato due giorni fa.
Che Andrea mi ha obbligato a comprare due giorni fa. La maniaca dello shopping fra le due, è sicuramente lei.

Nel frattempo la pazza nell’altra stanza canta Il Fantasma dell’Opera mentre si trucca.
- Andrea, ma cosa sai su questo tipo? – le chiedo entrando in sala.
- ..mondo non fu umano con meee..
- Andrea –
- Sììì –
- Dimmi che almeno sai come si chiama –
- Il nome lo so – esplode girandosi verso di me – Peter! – e torna a ritoccare l’ombretto.
- E’ l’ultima volta che ti do ascolto, ricordamelo – le dico tirandole uno schiaffo dietro la nuca. Da quando ha i capelli corti è anche meglio.
- Sei manesca, e so che non è l’ultima volta che lo dirò –
- Non sono io che sono manesca, sei tu che sei troppo delicata, muovitiiii! –
 

- Sei fortunata che non avevo la boccetta di cianuro dietro. E’ solo per quello che sei viva. Quel Peter è la persona più noiosa che esista -
E’ da quando siamo andate via che non faccio che ripeterle le stesse cose.
- Senti, io non lo potevo sapere – sbotta Andrea dopo secoli di silenzio. Mi giro e le faccio uno sguardo truce.
- Okay, okay – Si è arresa.
Mentre m’infilo il pigiama Andrea, sempre con la sua vestagliona, si viene a sdraiare sul MIO letto. Con il cuscino sulla testa.
- Almeno dimmi che questa cavolo di serata ha un suo perché - mi giro e vedo che ha ancora il cuscino sulla testa.
- Ci hai fatto sesso almeno? –
Sento un “sì” sussurrato.
- Brutta stronza! Non mi dici nulla? Com’è? -
Finalmente sposta il cuscino.
- E’.. mi è piaciuto ma non credo ci sarà un’altra volta -
Sbarro gli occhi. Questa è completamente uscita!
- Perché Andreeeee! -
- Perché non mi va.. E’ il mio psicologo! -
- Cambia psicologo! -
- Non posso -
Meglio arrendersi. Conoscendola, la guerra è persa in anticipo.
- Vabè, però adesso alzi il culo e vai a dormire in camera tua, susu - dico cercando di farla rotolare giù dal letto. Si regge al piumone blaterando non so cosa.
- Ringrazia che sono troppo stanca per prenderti di peso e portarti di là –
L’infame non se lo fa ripetere due volte: toglie la vestaglia sexy e si infila sotto le coperte.
- Buonanotte - le dico spegnendo la lampada.
- Domani shopping per il viaggio? - risponde Andrea.
- Sì - sussurro quasi soffocata dalle coperte.
Andrea si gira e accende la luce. Non l’avessi mai detto. Ora inizia ad elencare i 46378 negozi in cui deve portarmi.
- Dormi - la minaccio ringhiando e spegnendo di nuovo la luce.
Di tutta risposta la riaccende e ricomincia a parlare. Sto per ucciderla.
- ANDREA - le ringhio ancora.
- Okay, notte. Ma domani, cara Kath, usciamo io, tu e la tua carta di credito. Anche la mia visto che ci sono – e spegne la luce.
 

Perché ci metto sempre tre ore a trovare la mia valigia? Eppure dovrebbe essere qui, cazzo.
- Katherineeeeeee - sento urlare e mi giro.
Vedo Andrea con la mia valigia ai piedi e le braccia spalancate. E' una settimana che non la vedo e un abbraccio stritolante se lo merita.
- Mi sei mancata, tanto - le sussurrò nell’orecchio.
- Anche tu, Kath - mi risponde e mi da un bacio sulla guancia.
Sento vibrare il cellulare nella giacca e mi sciolgo dall’abbraccio.

< Domani dovrei essere a NY. Spero il viaggio sia andato bene. Ci sentiamo, un bacio >

Premo il tasto rosso e alzo gli occhi verso Andrea.
- Voglio. Sapere. Tutto. - mi intima.
Una volta a casa torno con la mente a una settimana prima…
 

- Vi do un’ora per rimettervi in sesto. Alle sette in sala conferenze. Il vostro lavoro avrà inizio domani e voglio che… MASTERS!  -
Sento il gomito di Sarah, mia compagna di corso, sulle costole.
- La sto ascoltando, professore - sbotto. Ma possibile che abbia tutto quest’odio nei miei confronti?
A ottobre Roma è meravigliosa. Io però faccio poco testo perché per me sarebbe stata meravigliosa comunque. E’ come se fosse circondata da un’aurea di magia.
Credo sia per questo che la chiamano città eterna. Qui, ogni mattonella trasuda storia. Per questa strada hanno camminato uomini che avevano nelle loro mani tutto il mondo conosciuto. Okay, sto divagando.

- Vi spiego in breve queste due settimane romane. La parola d’ordine è intervistare. Ad ognuno di voi spetterà un tot di attori e registi da intervistare. Per i restanti giorni visionate i film partecipanti al Festival. Naturalmente, dirvi che dovrete recensirli mi sembra una cosa più che scontata. Voglio però ricordarvi che dovrete tornare a New York con un’idea che vi servirò per l’esame finale. Non è una cosa da niente, chiaro? –
Dopo averci dato le ultime indicazioni, finalmente ci da la buonanotte.
- Masters, vieni un attimo qui – La buonanotte a tutti meno che a me.
- Non ho intenzione di passare le prossime due settimane a richiamarti, chiaro? -
- Certo, professore –
- Magnifico - dice voltandosi ma lo fermo.
- Scusi io.. le volevo chiedere un favore -
Stroger si gira di scatto senza parlare. Ha degli occhi color ghiaccio. Da lontano sembrano più scuri.
- Se possibile.. ehm.. come dire.. non vorrei intervistare gente di .. un certo rilievo. Importanti diciamo. Ho paura di andare nel pallone, bloccarmi -
Stroger sembrava deluso dalla mia richiesta.
- Vedremo, Masters. Ora vai a dormire - dicendo queste parole mi volta ancora una volta le spalle. Era un sì o un no? Mi odia, non finirò mai di ripeterlo. Ma perché? Cheppalle. E poi solo con me ha questo atteggiamento. Solo me chiama per cognome. Con gli altri è simpatico, disponibile. Insomma è giovane, è ovvio che sia così?
E’ anche piuttosto sexy ma non credo che si comporti con me in questo modo perché crede che.. Oh, Dio. No, no. Ripeto che è piuttosto affascinate ma è il mio professore. Resettando questi pensieri mentre entro in camera decido che devo parlargli. Domani.


 
- E infine a Sarah.. Mr Bloom - dice Stroger passandole in mano un pass all-access.
Sta per svenire, me lo sento. Mi guarda quasi in trance e le faccio un sorrisone a 45 denti.
Poi manda tutti via. E a me?! Perché vanno tutti via? Gli ho chiesto di non darmi qualcuno di TROPPO importante, non di lasciarmi senza lavoro!
Mi avvicino al professore che sta parlando con un tizio che non conosco.
- Mi scusi - cerco di intromettermi.
- Masters non vedi che sto parlando? - mi risponde senza neanche voltarsi a guardarmi. Che novità. Mi allontano sbuffando e lo aspetto qualche metro più in là a braccia conserte. Dopo pochi minuti si avvicina.
- Cosa c’è di tanto importante? - sbotta.
Ehi, un attimo. Qui quella che dovrebbe essere incazzata sono io!
- Non so, forse il fatto che mi ha lasciata con le mani in mano? -
Mette la mano in tasca e tira fuori un all-access per me.
- Volevo dirtelo più tardi ma a quanto pare.. allora, stamattina c’è l’anteprima di New Moon, il secondo episodio della saga di Twilight – Ma và. – Ti voglio davanti a quello schermo. Il pomeriggio hai Robert Pattinson. Naturalmente per stasera voglio recensione e articolo dell’intervista - dice e se ne va. Questo è totalmente fuori!!
- ROBERT PATTINSON?!! Le avevo chiesto nessun attore importante! - gli urlo dietro.
- Abbiamo concezioni diverse del termine “importante” -
Naturalmente mi risponde mentre è di spalle.
Oh, Dio.
Una settimana così e vado fuori di testa.



Per riuscire a pubblicare c'è n'è voluto un bel po'. E lo sanno le due stelle che mi hanno dovuto sopportare mentre le supplicavo dicendo che non volevo farlo. Ma ora sono qui.
La storia è dedicata a tutte le belle ragazzuole che mi hanno aiutato in tutto.
In primis, Federica, Saretta e Flavia (anche se non è propriamente d'accordo sulla fine!).
Non avrei mai pensato di scrivere su Bob, e invece.. Mai dire mai ;)


Sono pronta a qualsiasi tipo di recensione, don't worry. Siate crudeli, massacratemi.
Scrivete qualsiasi cosa vi passa per la testa mentre leggete. Sarò ben felice di leggere tutto.


Un bacio, spero a presto.

Xoxo,
Rachele in arte C.
  
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