Peach
corner:
Ciao a tutti!
* è.é ma tu se non
inizi una ff appena ne concludi un’altra non sei contenta eh?
Nd tutti* * ^^’’
hehe… ormai mi conoscete, sono fatta
così… ^^’’ nd Peach* *
-.-’ nd tutti*
scherzi a parte, rieccomi qui con un genere nuovo, mi volevo cimentare
in
qualcosa di diverso dal solito, è solo un esperimento, non
so come verrà fuori,
spero possa piacervi! ^^
p.s. notate bene i modi di
rivolgersi dei personaggi tra di loro (in particolare due di
loro)… non
aggiungo altro ^^
Bacioni Peach
Capitolo
1
L’esercito
di Draco Malfoy, principe d’Inghilterra, nonché
futuro erede al trono, stava
ritornando vittorioso da una lunga guerra contro L’Irlanda.
I
soldati, stanchi e stremati, erano contenti di aver finalmente
conquistato quel
regno tanto ambito per le sue ricchezze e per le sue risorse, e non
vedevano
l’ora di poter ritornare nelle loro case.
Avevano
quasi raggiunto le coste Irlandesi quando arrivò una brutta
notizia: i
rifornimenti stavano per terminare e l’esercito non ne
avrebbe avuti abbastanza
per la traversata in mare.
“Che cosa
possiamo fare mio signore?” chiese preoccupato un ragazzo
dagli occhi blu.
“Mi
sembra ovvio Zabini, sosteremo presso il prossimo villaggio che
incontreremo,
passando lì anche la notte in modo da poterci riposare, e
lascerò che i soldati
facciano rifornimento da se” disse ghignando il futuro re
d’Inghilterra.
Blasie
Zabini, il fedele conte di Draco Malfoy, sapeva benissimo cosa
intendesse il
principe.
Quando
lasciava i suoi uomini liberi di rifornirsi in un villaggio di solito
questi lo
saccheggiavano prendendo cibo, armi, attrezzi e schiavi, e la cittadina
rimaneva impoverita.
Il
ragazzo ghignò andando a comunicare ai suoi compagni le
decisioni del loro
capo, che furono accolte di buon grado.
Dopo
mezz’ora di cammino arrivarono in un piccolo paesetto
sperduto con pochi
abitanti e decisero che si sarebbero fermati lì a procurarsi
ciò di cui avevano
bisogno, ad un cenno di Malfoy i soldati tirarono fuori le armi ed
iniziarono a
far razzie prendendo tutto ciò che trovavano.
Blasie si
unì ai suoi compari entrando nelle case che trovava
prendendo tutto ciò che
considerava utile, di solito le case le trovava vuote perché
gli abitanti,
accortisi del disastro che stava succedendo, scappavano con la paura di
essere
uccisi, ma il ragazzo, con sua sorpresa, dopo aver spalancato
l’ennesima porta di
una casa con un calcio vi trovò dentro una ragazza ed un
ragazzo intenti a
raccattare tutto ciò che avevano.
“Ma che
bella sorpresa…” esclamò il moro
entrando.
La
ragazza si girò impaurita verso di lui e il ragazzo che
c’era con lei le si
parò davanti per difenderla.
“Andatevene!
Lasciateci in pace!” gridò quest’ultimo.
“Oh ma
che scortesia, non vi hanno insegnato il modo appropriato per
rivolgersi ad un
conte del vostro nuovo signore?” disse ironicamente Zabini
con un ghigno
divertito.
“C..cosa?”
chiese la ragazza sconvolta da quella notizia.
“Vuole
dire che… il nostro re…”
balbettò il ragazzo dai capelli neri sempre in
atteggiamento protettivo.
“è
morto, ucciso da queste mani” ribattè
Zabini guardandosi i palmi con finto disinteresse.
“Morto??”
chiesero con sgomento i due.
“Proprio
così” ribadì Blasie divertito dalla
loro reazione.
“Schifoso
pezzo di…” disse la ragazza avvicinandosi a lui.
“Tu,
lurida pezzente che non sei altro, bada a come parli!”
rispose con tono irato
Il ragazzo dagli occhi blu afferrandole un polso.
“Lasciatela!!!”
disse intervenendo l’uomo che continuava a difenderla.
“Io
faccio quello che mi pare, capito?” rispose in tono superbo
il moro chiamando
poi alcuni suoi compagni dell’esercito, e in men che non si
dica i due ragazzi
si ritrovarono legati e imprigionati.
“Preparatevi
ad un destino di schiavitù” disse zabini ai due
giovani, “Portateli
all’accampamento e metteteli con gli altri servi” e
dopo aver detto ciò ai soldati
che c’erano con lui se ne andò.
In poco
tempo i due ragazzi si ritrovarono con i polsi legati in una tenda
logora e
malconcia insieme ad altri sette ragazzi.
“Mi… mi
dispiace, io avrei dovuto proteggervi e invece… lo avevo
promesso a vostro padre
ma… non ci sono riuscito… perdonatemi
pri…”
“Shhh,
Neville non parlare, e ti prego, chiamami Hermione, ad ogni modo non
preoccuparti, hai fatto il possibile” disse una ragazza dai
capelli ricci
sull’orlo delle lacrime.
“Voi non
capite, vostro padre vi aveva mandato a nascondervi qui con me pensando
che
sareste stata al sicuro dalla guerra, si fidava di me! E io non ho
saputo
difendervi… Ma vi giuro che mi prenderò cura di
voi, specie ora che è morto,
non permetterò che vi trattino da serva” disse
risoluto Neville.
Hermione
scoppiò a piangere, addolorata per la morte di suo padre, e
tra un singhiozzo e
l’altro ringraziò l’uomo che le stava di
fianco.
Neville
la abbracciò impacciatamente cercando di consolarla e non
potè impedire che
qualche lacrima salata solcasse anche il suo viso.
La sera
calò presto e soldati, con le gole arse dal troppo vino,
intonavano dei canti
gioiosi, felici del fatto che tra qualche giorno sarebbero stati a
casa; tali
canti erano udibili anche dalla tenda dei prigionieri, ai quali
suonavano come
una condanna, sapevano infatti che li avrebbe attesi un destino di
eterna schiavitù.
All’improvviso
un paio di soldati odoranti di alcol entrarono in quel riparo con un
ghigno poco
raccomandabile ed iniziarono a guardarsi intorno, uno di loro poi si
avvicinò
ad Hermione con un’aria poco promettente.
“Guarda
questa qua… è graziosa…”
disse sorridendo lascivamente.
“Molto…”
rispose l’altro avvicinandosi.
“Tesoro,
che ne dici di venire con noi per tenerci un po’ di
compagnia?” chiese il primo
prendendola per un braccio.
“Lasciatemi!!!”
urlò Hermione dimenandosi.
“Non la
toccate!!!” disse Neville alzandosi.
“Taci tu,
pezzente! Fai un passo in più e non arriverai a
domani!” disse l’altro soldato
afferrando la riccia, che dimenandosi venne trascinata fuori dalla
tenda.
“Lasciatemi
luridi schifosi!! Lasciatemi andare!!!” urlò la
ragazza agitandosi nel
tentativo di liberarsi.
“Bada a
come parli” disse uno dei due soldati dal fisico robusto
aumentando la presa
sul suo braccio.
“Mi fai
male! Lasciami!” urlò di nuovo la ragazza.
“Calmati
bambina, non agitarti e vedrai che non sentirai più
dolore” disse l’altro
soldato, un uomo alto dai capelli lunghi.
Hermione
continuò a dimenarsi, mentre quei due uomini la stavano
trascinando in una
tenda poco distante da quella dov’era prima, quando per sua
fortuna riuscì a
liberarsi ed iniziò a correre, ma poco dopo fu bloccata da
un uomo dai capelli
biondi e il fisico robusto.
“Dove
credi di scappare dolcezza?” disse quest’ultimo
stringendola a se.
“Dai Zac,
falle vedere chi comanda!” dissero i due uomini che
l’avevano presa
avvicinandosi, l’uomo biondo, di nome Zacharia, rise di gusto
e dopo aver
lasciato un morso sul collo di Hermione la gettò in malo
modo addosso al
soldato dalla corporatura robusta, che la prese stringendola a
sé fino a farle
male.
“Credevi
di scapparmi eh? Ma non mi sfuggirai” disse
quest’ultimo toccandole il sedere
con forza, Hermione non ebbe neanche il tempo di agire che venne
gettata al
soldato alto di prima.
“Stasera
io e te passeremo una bella serata” disse strusciandosi
volgarmente su di lei.
Hermione
dimenandosi con forza sputò con rabbia,
“Mai!”.
L’uomo
rise e spingendola verso Zacharia disse:“Oho, la ragazza
è una puledra
selvaggia, vediamo se riesci a domarla tu Zac”.
Il biondo
rise afferrandola da dietro per le mani legate, e passando un braccio
sotto di
esse e uno sul ventre della ragazza rispose:“Ci puoi
scommettere Todd!” ed
iniziò a morderle il collo in modo poco delicato.
Hermione
aveva paura, molta paura, più si dimenava più la
stretta dell’uomo si faceva
più forte e dolorosa, e nonostante i suoi sforzi non
riusciva a liberarsi, ma
ad un certo punto una voce sicura fece fermare Zacharia.
“Lasciatela”
disse un ragazzo dai capelli dello stesso color del grano.
“Suvvia
signore, sono soldati che non vedono una donna da mesi, ora che la
guerra è
finita lasciateli divertire!” disse un altro ragazzo moro al
suo fianco che
Hermione riconobbe senza fatica, era colui che l’aveva
catturata!
“Ho detto
lasciatela” ripetè Malfoy in tono spazientito,
ignorando le parole del suo
amico Zabini.
“Come
vuole lei signore” disse sbuffando Zacharia che la
lasciò in malomodo.
Draco non
sapeva perché avesse deciso di intervenire, ma mentre
passava di lì vedere gli
occhi impauriti di quella ragazza gli aveva fatto provare una
sensazione strana
e quasi impulsivamente aveva fermato i suoi uomini.
Hermione
guardò in silenzio l’uomo che l’aveva
salvata aspettando una sua qualsiasi
parola.
“Tu,
vieni con me, e voi, ritiratevi nelle vostre tende” disse
Draco rivolgendosi prima
ad Hermione, poi ai suoi uomini.
Lo
sguardo di Hermione si abbassò di colpo e lo
seguì in silenzio nella sua tenda
mentre i tre soldati si ritirarono delusi.