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Autore: avrilmiki    30/11/2009    4 recensioni
"Il mio compito è proteggerla. Da tutto e da tutti. Non può essere altrimenti...è così punto e basta..."
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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**2 anni prima (POV Zack)

<< Tommy, mi compri le M&m's?>> Chiese Jenny allegramente, facendo sbucare la sua testa dai sedili posteriori.

Io sorrisi fra me: solo Jenny aveva il permesso di chiamare Tom con quel diminutivo senza fare una brutta fine.

Tom fece una smorfia:

<< Va bene ragazzina petulante e noiosa.>> rispose, guardando fuori dal finestrino.

Jenny sorrise e tornò a sedersi composta sui sedili posteriori.

Avrei giurato di aver visto un piccolo sorriso curvare anche la bocca di Tom, dal riflesso del finestrino.

Accostai, fermandomi proprio davanti al piccolo supermercato.

<< Non mi sono messo molto bene, ti aspetto qui con Jenny, Tom.>>

<< Ok. Jim, andiamo!!>>

Jim, al quale avevo offerto un passaggio e che era stato in silenzio fino a quel momento, annuì e scese dall'auto. 

Appena entrarono nel negozio, Jenny sgattaiolò sul sedile davanti.

<< Passiamo anche da Blockbuster ad affittare un film?>>

La guardai di sbieco: << Ce lo vedi Tom a guardare un film insieme a noi?>>

Jenny ridacchiò: << In effetti no.>>

<< E poi pensavo di…>> interruppi la frase e la mia espressione cambiò di colpo, divenendo gelida ed impenetrabile. 

Guardavo un punto preciso della strada, dal lato di Jenny. Notandolo, lei si girò a sua volta, e notò tre ragazzi che si stavano avvicinando a passo spedito.

Tornò a guardarmi senza capire.

<< Jenny, torna dietro.>>

<< Chi sono?>>

<< Vai dietro e accovacciati, non restare seduta. muoviti!!>>

Jenny fece come gli era stato detto. 

Io scesi dalla macchina, pronto ad affrontarli. 

Proprio in quel momento, Tom e Jim uscirono dal negozio con un sacchetto per uno in mano.

Quando videro la scena, lasciarono cadere le borse a terra, ed il pane si sparpagliò per tutta la strada.

I ragazzi riamerò spiazzati: pensavano di trovare solo me, e conoscevano la fama sia mia che di Tom.

Quella che seguì fu una rissa in piena regola, ma per tutti e tre atterrarli fu facile e abbastanza indolore.

<< Che faticaccia.>> disse Tom, scrocchiandosi le dita.

<< Hai dei fazzoletti per pulirmi?>>

<< Sono dietro.>>

<< Meglio non perdere tempo e andare, prima che ne arrivino altri. >> disse Jim, il più codardo, che si era già seduto davanti chiudendo la portiera.

Tom non gli diede retta e aprì la portiera posteriore. 

Jenny era lì, ancora raggomitolata, con la testa nascosta fra le ginocchia, e singhiozzava forte.

Un'altra delle sue crisi; reagiva sempre così a causa del padre, io e Tom lo sapevamo.

Tom le appoggiò una mano sulla schiena tremante.

<< Hey, bimbetta capricciosa….>>

Jenny alzò la testa piano, disorientata e con gli occhi vitrei.

Tom le porse una bustina che aveva estratto dalla tasca dei jeans:

<< Ti ho comprato le M&m's.>>

Jenny gli gettò le braccia al collo.

<< Tommy…>> disse singhiozzando e con la voce tremante.

Tom ridacchiò, battendogli una mano sulla schiena. Non era molto bravo con le effusioni d'affetto.

<< Ehy Tom, guidi tu?>> chiesi.

Tom si staccò piano da Jenny, che era ancora molto scossa.

<< Ok.>> 

Scese e risalì davanti. Io mi sedetti accanto a Jenny e la guardai sorridendo:

<< Passiamo da Blockbuster? Penso che per una volta Tom sopporterà.>>

Jenny non rispose e si accucciò su di me. Al contatto con il mio petto, i singhiozzi iniziarono subito a rallentare, fino a che non chiuse gli occhi e si calmò del tutto.

***

 

 

 

Proprio in quel momento, mentre Jenny ha ancora le labbra delicatamente appoggiate sul mio collo, qualcuno bussa insistentemente alla porta.

Io faccio segno a Jenny di rimanere in cucina, poi mi avvicino silenziosamente all'ingresso.

Non riesco a credere a quello che vedo dallo spioncino.

Apro la porta, e Tom è lì che mi guarda, con il borsone in spalla ed un sorriso stampato sulla faccia.

<< Ehy. amico. Sono passato a salutarti! Credo proprio che mi farò un bel viaggetto.>>

Jenny riconosce la voce e si precipita all'ingresso.

<< Tommy, sei tu!! Cosa ci fai qui? Ti è successo qualcosa?>> Chiede preoccupata.

Tom sbuffa alzando gli occhi al cielo.

<< Non mi scocciare mocciosetta, abbiamo cose importanti di cui parlare.>>

Jenny sorride.

Ci sediamo tutti e tre in salotto. Io e Tom ci lanciamo occhiate di una serietà indecifrabile.

è lui ad iniziare a parlare:

<< Immagino che tu abbia capito perché sono qui, Zack.>>

<< Per aggiornarmi sulle loro mosse, immagino.>>

<< Non solo.>> 

Punta gli occhi nei miei. è un attimo.

<< Te ne vai.>>

Tom sorride. Io mi passo stancamente una mano sul viso:

<< Cazzo, Tom. Te ne vai per colpa mia....>>

<< Non proprio per colpa tua…o almeno non solo. Comunque non è questo il problema, non propinarmi la cazzata del " non avresti dovuto" perché è la buona volta che ti prendo a pugni.>>

<< Il problema è che mi vogliono togliere di mezzo, lo so benissimo.>>

Tom scuote la testa lentamente:

<< Ti conosco. So che, se fosse questa la questione, per te non rappresenterebbe un problema.>>

Aggrotto le sopracciglia confuso: << Non ti seguo...>>

<< Non è te che vogliono togliere di mezzo, Zack.>>

Sgrano gli occhi. Nel momento stesso in cui capisco a chi si sta riferendo, rimango senza parole. Boccheggio per qualche secondo, ma proprio non le trovo. Ed è lì che la paura mi invade. Terrore puro.

<< Non può essere…>> riesco finalmente a sussurrare, << ma…perché??>>

<< Una specie di vendetta contro Fearly e di avvertimento per i prossimi.>>

Il terrore, ora, è accompagnato dalla rabbia. Tutto questo è assolutamente disumano….Jenny non ha fatto niente, non dovrebbe mai essere coinvolta. Non è giusto, questo mondo di merda le ha tolto tutto, ora vuole toglierle anche la vita?

<< Sarò sincero, Zack.>> comincia il mio migliore amico, ridestandomi dalle mie dolorose considerazioni.

<< Ci sono solo due modi in cui tu possa uscire da questa storia. Lasciandola andare….o in una bara.>>

<< Ma molto probabilmente entrambe i modi per lei implicano…>> dico fra i denti, senza nemmeno riuscire a terminare la frase.

Tom annuisce con aria grave. 

<< Ho detto al capo un posto dall'altra parte della città, ma non sono molti i luoghi in cui avrei potuto nasconderti, quindi ci metterà poco a trovarti.

Io devo sparire immediatamente, anche se sono consapevole che anche per me sarà molto, molto difficile uscire vivo da questa città.>>

Tom si alza, e, per riflesso incondizionato, lo faccio anch'io.

<< Da solo la fuga può essere possibile…con te, molto difficile, ma fattibile. Con lei….lo sai anche tu Zack, è impossibile. Mi dispiace.>> e lo era davvero, con tutto se stesso.

<< Lo so, amico.>>

<< La tua scelta l'hai già fatta, ne ero certo ancora prima di esporti il problema.>>

Annuisco.

Lui mi da una forte pacca sulla spalla, sorridendo: << Allora questo è un addio.>>

<< Lo è, Tom.>>

<< Ti ricordi quella volta, tanti anni fa? Ti avevo detto che le ragazze portano solo guai, di lasciarle perdere.>>

Sorrido amaramente: << è stato l'unico tuo consiglio che non ho mai seguito.>>

<< Infatti!! E guarda cosa è successo…questo cosa dimostra?>>

<< Che hai sempre ragione?>>

<< Anche. Ma soprattutto che sei un coglione.>>

Ridacchiamo entrambe. Una risata che non sa di niente, piena di un addio troppo prematuro e non voluto.

<< Ci si vede, fratello.>> mi concedo di dire.

Tom raccoglie la borsa e si dirige verso l'ingresso. Lancia un'occhiata velocissima verso Jenny, ma non ha il coraggio di soffermarsi troppo ne di rivolgerle la parola. Sa che resterebbe per proteggerla, e non può. Deve essere egoista, è così che si sopravvive in questo mondo secondo Tom. E poi…le ragazze portano solo guai. 

Tom si chiude la porta alle spalle.

Solo ora mi rendo conto che, durante tutto il discorso, Jenny non ha detto una parola. La guardo, e non la vedo più. Quella che vedo non è lei, ma ciò che ne rimane. è rigida, bianca, con le mani che tremano e lo sguardo più vitreo che abbia mai visto, completamente perso nel vuoto. Non piange neanche. Vederla così, per me non è altro che una conferma finale, il punto alla parola " condanna".

Mi accascio ai suoi piedi, inginocchiandomi e appoggiando la testa sulle sue gambe.

<< Le tue mani sono fredde…>> lo dico, ma non riconosco nemmeno la mia voce. Sembra quasi non provenire da me, è come se la sentissi in lontananza.

Jenny non risponde.

<< Jenny, siamo io e te. Una cosa sola, sia che ne usciamo, sia che no. Ok?>>

Niente, neanche una parola.

<< Ok?>> ripeto.

Nessuna risposta.

<< Perfavore, Jennifer….ti prego.>>

Nulla.

Non piango, perché non ne sono capace, ma lo vorrei tanto....

  
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