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Autore: Charlene    12/12/2009    8 recensioni
Yuri si tappò le orecchie aspettando lo sparo che puntualmente esplose alle sue spalle.
Kei uscì, lucidando la pistola con un fazzoletto bianco ricamato.
-E' un gioiellino, ma mi fischiano le orecchie per ore dopo che faccio fuoco.- protestò, controllando se gli abiti si fossero per caso macchiati di sangue.
-Cambiala. Usa un silenziatore.-
-Non la cambierò MAI. E non metterò mai un silenziatore se non sarà necessario. La snaturerei.- spiegò, inorridito.

Un esperimento, fatemi sapere cosa ne pensate. Fra i personaggi dovrebbe figurare "Un po' tutti", ma non lo inserisce.
Genere: Dark, Guerra, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Boris, Kei Hiwatari, Takao Kinomiya, Yuri
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti
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Prologo


Giorno 4745 Dicembre, 2048 d.C

Mia figlia mi ha chiesto per quale motivo mi ostini a tenere questo diario.

La verità è che non lo so nemmeno io. Forse perchè prima o poi tutto questo finirà e sarà giusto che la storia sia tramandata così come è andata, senza sviste o dimenticanze, volute o no.

La mia ora è sempre più vicina. Il mio desiderio è sempre stato quello di morire senza questo fragore che fa tremare i vetri della casa, ma a quanto pare rimarrà una vana speranza. Seppure il frastuono sia ormai solo un perenne eco nelle mie orecchie, con ogni probabilità.

La Guerra non accenna a smettere, la popolazione mondiale è ormai ridotta di tre quarti e il bilancio non si fermerà, sono certo che non si fermerà.

Mia figlia mi ha chiesto per quale motivo mi ostini a tenere questo diario... ma forse ve l'ho già detto. La mia mente ormai non è più quella di una volta. Ora sono solo un vecchio in pensione, che non vede i figli maschi da anni e probabilmente non li rivedrà mai più. Questa è la guerra. Un tempo ero apprezzato e stimato, ora vivo in povertà con una figlia disperata e fatico a tirare avanti, abbandonato a me stesso.

I sensi si stanno annebbiando, credevo che fosse imminente ma non avrei mai creduto che si trattasse di un processo così rapido. Mi ero scordato che i sistemi immunitari degli anziani sono molto più labili. Fatico a tenere la penna in mano, forse è giunto il momento. Prima vorrei rivedere mia figlia, un'ultima volta.



Il giovane terminò la lettura ad alta voce, per poi poggiare nuovamente il libretto rovinato su uno scaffale che si reggeva in piedi a fatica.

-Smettila di perdere tempo, Kei. Abbiamo solo dieci minuti.- lo riprese un altro ragazzo, i capelli di un colore scarlatto e gli occhi violacei.

-Lo so. Ma mi aveva incuriosito. Lo porto con me.-

-Che idiozia.-

Kei infilò il diario in una tasca, per poi rivolgersi all'altro:

-Quanto a cinismo, Yuri, mi inchino davanti a te. Ad ogni modo in questa baracca non c'è nulla, possiamo anche andarcene subito.-

-Meglio se cerchiamo bene.- ribattè Yuri, aprendo una porta nel lato della stanza per poi chiuderla subito con aria disgustata

-Credo che la figlia sia lì dentro. Almeno quello che ne rimane dopo un paio d'anni.- aggiunse.

-D'accordo, andiamocene. "Sua Maestà" deve capire che non siamo i suoi fattorini, che non sappia tenere a bada i suoi sottoposti non deve essere un mio problema.- affermò Kei dirigendosi verso l'uscita della casa.

Aveva già un piede fuori dalla porta quando percepì un movimento alla sua destra, in una zona d'ombra. Tirò fuori la S&M 500 e la puntò al collo del ricercato.

-Fermo! Non sparare!!-

Chi lo fissava era un ragazzo dall'aria arrogante, fortemente mitigata dalla paura in un risultato piuttosto bizzarro.

-Te l'avevo detto che era meglio continuare a cercare qui intorno.- osservò Yuri, attraversando ad ampie falcate la stanza e precedendolo fuori.

-Va bene, va bene, avevi ragione tu.-

-Per favore, non uccidermi! Non dirò nulla!- piagnucolò il ragazzino, ma Kei non badò a lui e continuò a rivolgersi al collega, già all'esterno della casa.

-E vedi di aspettarmi, non ho intenzione di tornare a piedi.-

Yuri si tappò le orecchie aspettando lo sparo che puntualmente esplose alle sue spalle, spaventando dei corvi su un albero, che svolazzarono confusi.

Kei uscì, lucidando la pistola con un fazzoletto bianco ricamato.

-E' un gioiellino, ma mi fischiano le orecchie per ore dopo che faccio fuoco.- protestò, controllando se gli abiti si fossero per caso macchiati di sangue.

-Cambiala. Usa un silenziatore.-

-Non la cambierò MAI. E non metterò mai un silenziatore se non sarà necessario. La snaturerei.- spiegò, inorridito.

-E allore stai zitto e piantala di lamentarti.- concluse Yuri, scavalcando il corpo di una bambina. A pochi passi scorse un orsetto di peluche, probabilmente era stato il suo. Si chinò su di lei e fece cenno a Kei di avvicinarsi:

-Sta agendo molto di più sui bambini rispetto all'anno scorso. Spero che i nostri scienziati ce l'abbiano sotto controllo, non vorrei che i folli piani di conquista del Lord gli si ritorcano contro.- disse, sollevandosi e continuando a camminare.

-Non credo che il virus stia mutando di nuovo, Yuri. Lo sapremmo. Non è detto che quella bambina sia morta per quello.- rispose Kei raggiungendo l'Onaìlshi e appoggiandovisi contro.

-Non l'hai guardata, aveva i segni. Penso non ci siano molte persone al mondo con gli occhi di quel colore, Hiwatari.-

-Oh. Erano viola?- bofonchiò il ragazzo fra uno sbadiglio e l'altro.

-Si. Se ti sposti apro la macchina.- esalò il rosso, esasperato.

-Hai di nuovo rotto il comando a distanza. E' il terzo questo mese.-

-Lo so. Mi ci siedo sempre sopra, non riesco ad evitarlo...-

I due si infilarono nell' "auto", se così si poteva definire. L' Onaìlshi era il futuro dell'automobile, del tutto simile ad essa se non fosse che poteva staccarsi dal suolo. Volare, in sostanza. Utilissima per evitare le code in autostrada, anche se ai due non interessava tanto quell'aspetto quanto la velocità di spostamento. Ormai il traffico era l'ultimo problema del mondo.

-Piuttosto, hai controllato che quell'idiota non avesse addosso qualcosa che non è il caso di diffonder...-

L'onda d'urto investì la macchina, che fece un balzo di almeno un metro fra i sogghigni di Kei e le bestemmie di Yuri, i cui timpani fischiavano come quelli dell'altro dopo lo sparo di pochi minuti prima.

-Dannazione Hiwatari. Sei un vero imbecille.-

-Taci, ho fatto bene. Meglio far saltare in aria tutto che frugare addosso alla gente, non sono ancora così disperato.- gli rispose candidamente Kei, riponendo il radiocomando. -E ho la certezza di aver eliminato qualsiasi vaccino sfuggito all'occhio del Boss.- concluse ironico, mettendo in moto.



Continuava a fissare il mondo oltre la vetrata, desiderando ardentemente che quella dannata barriera non ci fosse. La prigionia era la strada che si era scelto, e la avrebbe percorsa fino in fondo esattamente come ci si poteva aspettare da un tipo come lui.

Dalla sua stanza poteva scorgere ben poco della realtà che ormai lo circondava, che circondava chiunque. Era rimasto molto colpito da ciò che Kei gli aveva portato quella sera, di ritorno da una missione per recuperare il figlio dell'uomo a capo del Dipartimento di Ricerca. Il ragazzo aveva rubato un campione di antidoto con chissà quale intento, ma a quanto pareva il suo geniale piano era culminato con una pallottola della Smith & Wesson di Kei su per il cranio.

La diffusione di quel vaccino sarebbe stata un bel problema per l'Organizzazione. Avrebbe potuto sfociare in una controcatastrofe, cosa che doveva assolutamente essere evitata.

Il Lord avrebbe fatto saltare parecchie teste in tal caso, altro motivo di preoccupazione.

Così i Sicari avevano sistemato il potenziale guaio in pochissimo tempo, dopotutto erano stati addestrati esattamente per quello fin da piccoli. Per risolvere gli inconvenienti che potevano minare l'infinita ascesa dell'Organizzazione.

Takao sfogliò per la seconda volta quel diario; non capiva bene perchè lo avesse turbato tanto, forse per via dei vent'anni racchiusi al suo interno.

Non era ancora nato quando il proprietario aveva iniziato a scrivere.

Parlava della Terza Guerra, delle risorse in via di esaurimento, -qualunque tipo di risorse, perfino l'acqua- della follia umana dilagata nel mondo in conseguenza a ciò... E poi parlava del Virus.

Citava solo poche volte il Lord e l'Organizzazione, era ovvio. Ma conosceva a grandi linee il piano maniacale messo in atto dalle menti machiavelliche e deviate del Lord e dei suoi sottoposti.

Aprofittando dell'immenso caos generatosi a causa della Guerra, avevano diffuso un Virus devastante. La popolazione mondiale si era ridotta a poco più di un miliardo di persone, e l'operazione di espansione del contagio stava andando a gonfie vele.

Le cause di tutto ciò erano note solo a pochi, e la perplessità mostrata dall'uomo in quelle righe gli aveva provocato una stretta allo stomaco. Takao aborriva l'accaduto in generale, lui che aveva ben chiara la situazione... immaginava come dovesse essere lo spirito di coloro che vedevano il mondo andare a catafascio, e non sapevano il perchè.

Ma forse l'idea di un'elitè di uomini che spinti dall'avidità avevano aprofittato della confusione della guerra per fare i propri interessi e togliere la vita a miliardi di persone, atteggiandosi a salvatori dell'umanità... già, forse era meglio così, che quell'uomo fosse morto prima di sapere. Perchè era una cosa talmente folle e orrenda che morire senza esserne a conoscenza probabilmente era la cosa migliore.

Sussultò quando percepì il suono della chiave che girava nella toppa, e si voltò verso la porta.

-Buongiorno.- salutò Yuri Ivanov entrando nella stanza e sedendosi in una delle lussuose poltrone.

-Yuri. Hai saputo qualcosa?-

Il rosso scosse la testa: -Non ho potuto nemmeno parlarci... credo che non uscirai tanto presto.-

Takao sbuffò, tirando un pugno contro al muro. All'altro venne da ridere, quando si arrabbiava le guancie si imporporavano e gli occhi diventavano lucidi. Gli ricordava un bambino di sei anni.

-Non è possibile. L'ultima volta che ho visto la luce del sole è stato tre mesi fa!- protestò, furioso.

-Guarda, il vetro filtra la luce e ti permette di vederlo anche da qui dentro, non seccare.- gli rispose freddo l'altro, accavallando le gambe e accendendosi una sigaretta.

-Smettila, lo sai che odio il fumo! Comunque non fa ridere.-

Kei Hiwatari irruppe nella stanza, senza premurarsi di bussare o perdite di tempo simili.

-Sono riuscito a passare il messaggio al Lord. Dice che puoi uscire, ma solo nel giardino. Takao, ormai sei l'ombra di un cane.- aggiunse, dopo che il ragazzino aveva gioito felice nel sentire la notizia, gli occhi viola intenso che brillavano davvero.

-Evviva, finalmente! Aria pura! Quando? Subito?- esclamò, saltellando.

-Piantala di fare casino. Domani mattina, quindi dopo la cena vattene a letto e datti una regolata.- ordinò Kei seccato.

-Va bene, va bene... ma che diavolo avete oggi? Siete peggio del solito!- osservò Takao perplesso. Come al solito quei due avevano la luna di traverso e non facevano nulla per rallegrarlo.

-Mi fischiano le orecchie.- risposero in coro, per poi lanciarsi un'occhiataccia.





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Inutile dire che non sono nota per trattare questo genere di storia, ma in realtà è un argomento che mi piace molto, così ho deciso di tentarmela. La trama la avevo già scritta tempo fa, mi sono limitata a riprenderla e a costruirci una storia su.

A forza di leggere Stephen King gli scenari apocalittici mi vengono così.

Non è ancora del tutto spiegato lo scenario in cui ci si trova; per ora si capisce che è ambientata in un futuro non troppo lontano, che c'è stata una guerra e che un pazzo con il suo circondario ha diffuso un virus aprofittando della situazione. I ruoli dei protagonisti e la storia in generale saranno più chiari nel prossimo capitolo. Fatemi sapere se il prologo e l'idea vi piacciono, così vedrò se continuarla o meno. Baci.









  
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